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Autore: Esch    09/01/2018    1 recensioni
Allacciò le sue labbra fredde alle mie, per staccarsi solo quando si sentirono abbastanza calde: "Ti ho perdonato ogni ora, ogni giorno, ogni anno, per cinque anni".
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Chloe Price, Max Caulfield
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Puzzle Mondo 1: La balena bianca.

Me ne restavo ferma ed immobile, dolorante come non mai, un tormento, l'unico calore era coraggiosamente interpretato da una coperta misteriosa, vecchia ed ammuffita; dove diavolo ero? Il buio intorno a me era troppo fitto per svelarmi il mistero.
Il freddo che avevo dentro era a malapena sopportabile grazie a quel finto e caldo abbraccio di quel tessuto: persino la caviglia dolorante impallidiva dinanzi a quel glaciale vuoto.
Quando questo vuoto si è fatto largo nel mio cuore, mangiando tutto quel poco che avevo duramente costruito assieme alla mia migliore amica? La mia migliore amica, la persona per cui sarei volentieri morta: tutto per salvare Chloe! Anche lasciare che questa città venisse inghiottita dal tornado ormai alle porte.
Se potessi riavvolgerei tutto, e impedirei alla me stessa di cinque anni fa, di andarsene: mi lancerei dalla macchina in corsa dei miei genitori se fosse necessario!
Questo avrei pensato e fatto se non fosse stato per due piccoli particolari; uno era il mio essere una persona troppo debole per fare una cosa del genere, qualcuno avrebbe detto forse che ero una donna senza ovaie, e non avrebbe avuto troppo torto... risi flebile come una foglia spostata dalla forza del vento, derisa anche dagli elementi e dai fatti... come ci sono finita qui? Ecco! L'altro motivo perché non tornerò indietro nel tempo: la mia migliore amica, la persona che ho ritrovato dopo cinque anni, la persona che ho abbandonato e ritrovato... la stessa sagoma tormentata che si aggira nel mio cuore, la stessa che poco fa ha dato di matto sotto il faro, farneticando sull'unica possibilità di salvare questa città di merda; il mio amore unico, la stessa persona in cerca della vittima sacrificabile per fermare la tempesta: Chloe voleva sacrificare Max.
E' una follia!
Poco fa? E se fosse passato più tempo? Quanto allora?
Quando ho gettato via la foto al vento, la psiche di Chloe non deve averla presa bene, tutto il dolore che ha dovuto ingoiare negli anni deve essersi palesato di colpo alla porta del suo cuore: l'ha sfondata ed uccisa senza pietà.
"Max! Qualcuno deve morire per fermare tutta questa distruzione, e se non sarò io, allora sarà l'altro cardine di tutto questo hella effetto farfalla a morire!" Disse serafica Chloe.
"Io" Guardavo per terra piena di lacrime con il vuoto che cresceva dentro di me senza alcuna pietà.
Sono sempre stata una vigliacca, mai stata campionessa di coraggio, nonostante tutti i viaggi temporali fatti in quei cinque giorni: corsi come non avevo mai fatto prima in tutta la mia breve vita, corsi a perdi fiato giù dal promontorio del faro, infischiandomene del vento, degli arbusti caduti al suolo, del mio nome urlato da Chloe a più riprese, del fango, della buca dove la mia caviglia si ruppe in risposta del piede in fallo, facendomi capitombolare nel fango.
Ed ora sono qui, un qui imprecisato intelligente Max: "Chi mi ha portato qui?"
"Io" rispose Chloe entrando dalla porta di ingresso facendo finalmente luce nel buio trasformandolo in un vecchio capanno degli attrezzi.
Si accucciò vicino a me: "Ti ho portato qui perché il faro non era più un posto tanto sicuro vista la balena che ci si è schiantata un ora fa, eh! E' stato hella grandioso: come la scena di un film catastrofico! Peccato che non sia un film... shit!".
"Chloe prima al faro..."
"Mi vergogno per quello che ho pensato per un secondo... devo averti davvero spaventata, mi perdonerai Max?".
"Puoi tu perdonarmi per essere fuggita?"
Allacciò le sue labbra fredde alle mie, per staccarsi solo quando si sentirono abbastanza calde: "Ti ho perdonato ogni ora, ogni giorno, ogni anno, per cinque anni".
Mi guardava con quei occhi celesti, talmente belli da sembrare per me il cielo: "Senti Chloe, se vuoi, posso provare a concentrarmi e fermare il tempo come quando ho salvato Kate".
"E a che pro?" Mi guardava piena di dubbi.
"Ci darà il tempo di salvare più gente possibile dalla tempesta!".
Scoppiò in una fragorosa risata talmente forte da sovrastare la forza della tempesta: "Max non c'è più nessuno da salvare ormai".
La sua espressione si fece triste e spaventosa: "Ci siamo solo io e te ora, io, te e la tempesta".
"C-cosa?!" La guardavo piena di terrore, e il vuoto si fece ancora più forte fagocitando i pochi granelli di speranza che mi erano rimasti all'angolo del cuore.
Prese le mie mani tra le sue: "Ormai Arcadia Bay non esiste più Max, e non credo che esisteremo ancora per molto pure noi".
"Noi?" La paura era l'unica emozione che mi rimaneva.
Chloe sembrò catturata per pochi secondi da uno strano rumore, voltandosi verso la porta aperta del capanno; un rumore che sembrava riuscire a sentire solo lei, si voltò verso di me e mi abbracciò repentina, stretta, come ultimo gesto: avevo capito, non c'era bisogno di spiegazioni.
"Ti amo Chloe".
"Hella ti amo anchio Max".
Una balena albina, violentata dal tornado, finì per polverizzare il capanno degli attrezzi, riducendo tutto in un agglomerato di polvere e chiazze di sangue.


Mondo 2: A Lezione con un pagliaccio.

"AH!" Urlai svegliandomi di soprassalto, staccando la mia schiena dal letto.
Ero seduta a gambe stese, matida di sudore, nel letto della mia stanza... alla Blackwell?
"Ma... era un sogno?".
"No" mi rispose il silenzio.
Mi girai di scatto verso la porta, come diavolo avevo fatto a non vederlo? C'era un... un Clown alto quasi due metri, in piedi dinanzi alla mia porta chiusa della stanza!
"Ti posso dare un consiglio? Urlare è inutile: ti trovi ancora nel Nexus di Morfeo, dove i sogni e le realtà convergono diventando un tutt'uno, dove tutto è vero e falso nello stesso istante, tutto è possibile e tutto non lo è, tutto sullo stesso piano" Mi rispose il Clown porgendomi un sorriso a trentadue denti.
"Chi sei?! Nexus? Morfeo?" Ero troppo confusa e spaventata per formulare altre parole di senso compiuto.
Sì rannicchiò, forse per sembrare meno minaccioso ed inquietante; mi guardò con fare pensieroso, fece passare qualche secondo prima di sospirare e decidersi a rispondere: "Max, come dire... il tuo potere, ti ricordi che puoi riavvolgere il tempo, no?".
Gli annuì scattosa come un robot; lui rise tra se e se: "Comprendo la tua paura: infondo hai appena sognato la tua morte e quella di Chloe, sgretolate dal tutt'altro che leggiadro peso di una balena bianca volante nel bel mezzo di un tornado non pago della distruzione di un intera città! Ti svegli e chi vedi nella notte della tua stanza? Un tizio vestito da Clown che blatera di un Nexus, di un certo Morfeo, e che quello che hai sognato è comunque successo e al tempo stesso no".
"Se chiudo gli occhi tu sparirai?"
"No dolce Max, e comunque io mi chiamo Chris, piacere di rincontrarti".
"N-non ti ho mai visto... oppure...".
"Sì, è successo in un lontano e vicino sogno di cui non ricordi nulla: diciamo che è successo in un altra realtà, in un altro tempo, non è il momento per riempirti la testa di altra confusione".
"Mi scoppia la testa, perché sei qui?".
"Sono qui per darti una mano a rimettere le cose al loro posto" Fa un espressione avvilita, enfatizzata dal suo trucco da Clown triste: "Un altra volta".
"Ho fatto m-molti casini con il mio potere?" Domandai cercando di capirci qualcosa.
Sbuffò prima di rispondere: "Purtroppo sì: quando si ha un potere così grosso, specialmente senza istruzioni, diciamo che il caos è alle porte, ma tranquilla! Non è colpa tua! E' colpa di chi tesse i possibili destini e realtà di queste molteplici dimensioni... fottute Moire!".
"Moire?" Ero ancora più confusa.
"Sono conosciute anche con il nome di Parche, ti è più familiare come nome?"
"S-sì, quindi mi stai dicendo che il destino è scritto e che quindi io con il mio potere sto facendo solo casini inutili?".
"Nì! Ogni essere vivente ha più destini scritti, non ne ha uno solo; poi ci sono gli esseri viventi, diciamo speciali, tipo te".
"Me?".
"Individui o anche animali, in possesso di qualche potere oltre i destini possibili a loro legati alla nascità: poteri che permettono loro di uscire da quelle strade tracciate dalle Parche".
"Ma se il destino... i destini? Se i destini sono scritti, allora come è possibile l'esistenza di questi individui speciali? Come è possibile che io possa riavvolgere il tempo?".
"Questo è colpa di un Trickster, esseri arcani privi di alcun destino, dotati del potere del caos!".
Lo guardai con ancor più confusione e sbigottimento in volto: "CHI?!".
"I Trickster sono quelle figure della mitologia con il compito di fare i guastafeste! E per guastare le feste, arrivano anche a donare poteri speciali a singoli mortali".
"Anche un potere così grande come il mio?".
"Nel tuo caso... è la prima volta in tutte le realtà che accade... non hai idea di quante entità soprannaturali sono incazzate in questo momento: persino le Parche non avevano previsto un tale subbuglio: le Moire hanno ammesso di non aver scritto che un tale potere dovesse essere così potente, ne tanto meno trattare la manipolazione del tempo; stavolta questo fantomatico Trickster ha svolto un lavoro encomiabile!".
"Sono arrabbiati con me?! Ma io volevo solo salvare Chloe!".
"Non con te! Sono furibonde con il Trickster che è riuscito a donarti un tale imprevedibile potere! Non sono mai esistiti entità abbastanza potenti da creare un potere simile! Di solito i Trickster sono molto deboli".
"Aaaaah! Adesso basta, come pretendi che ti creda?! Potresti essere benissimo un pazzo che mi ha drogata ed ora si sta divertendo a torturarmi!".
"E allora come faccio a sapere del tuo potere? Del tuo sogno? Come faccio a sapere che tutto questo caos è iniziato quando hai salvato Chloe dall'essere uccisa da un certo Nathan Prescott? Eh?".
Non sapevo cosa rispondergli, volevo solo mettermi a piangere, volevo solo chiudere gli occhi, riaprili e scoprire che era tutto un sogno colpa della stress.
Chiusi gli occhi con forza: "Ora conto fino a tre, e questo sogno finirà! UNO! DUE! TRE!" Quando riaprii gli occhi, il Clown non c'era più, ma non ero neppure nel mio letto, ero a...
"Ora Max, dato che hai catturato il nostro interesse e vuoi chiaramente unirti alla conversazione, puoi dirci il nome del processo che portò alla nascita del primo autoritratto?"
Ero alla lezione d'arte del professor Jefferson, di nuovo!
Aspetta! Fermate il mondo! Sono di nuovo alla lezione di Jefferson?! La stessa prima della morte di Chloe?! NO! CAZZO!
"NO!" Spinta dal panico dilagante le mie vene, devo aver davvero spaventato il professore, forse ho urlato un pò troppo forte, vista la sua espressione smarrita: "Ehm... ok Max... sì Victoria?" Persino i miei compagni di corso non hanno trovato motivo di ridere.
La lezione passa veloce come me la ricordavo: BENE! Galoppo al bagno decisa a fare l'unica cosa possibile: Fermare Nathan!
Mi sciacquo la faccia, ma non riesco a lavarmi via quella dannata sensazione di vuoto che ancora mi penetra il cuore; mi guardo allo specchio con molto timore ed insicurezza, i pensieri mi stanno uccidendo: Max, cosa c'è che non va? Perché hai tutta questa paura? Sei sopravvissuta a cinque giorni di inferno! Sei scampata a quel pazzo di Mark Jefferson, hai salvato Chloe, ancora, ancora ed ancora! Ed ora ti trovi in una sequenza di sogni, proprio come quella prima di svegliarti tra le braccia di Chloe al faro... non ti preoccupare! Ne uscirai! Tranquilla.


Mondo 3: Il firmamento e la neve.

"Tieni quella pistola lontana da me, psicopatico!" BANG!
Riavvolgo.
"Tieni quella pistola lontana da me, psicopatico!" BANG!
Riavvolgo.
"Tieni quella pistola lontana da me, psicopatico!" BANG!
Riavvolgo.
"Tieni quella pistola lontana da me, psicopatico!" BANG!
Riavvolgo.
"Tieni quella pistola lontana da me, psicopatico!" BANG!
Riavvolgo.
"Noooo!" Perché non riesco a tornare indietro più di così? Cosa mi succede!? NON ORA!
"Tieni quella pistola lontana da me, psicopatico!" BANG!
Riavvolgo.
"Tieni quella pistola lontana da me, psicopatico!" BANG!
Riavvolgo.
"Tieni quella pistola lontana da me, psicopatico!" BANG!
Riavvolgo.
"Tieni quella pistola lontana da me, psicopatico!" BANG!
Riavvolgo.
Mi lascio cadere esausta; Chloe è a terra, Nathan ha raccolto la pistola e se la ficca in bocca...BANG!
"NO!" Perché non arriva nessuno?! Come è possibile che nessuno abbia sentito due spari di pistola?!
Aiuto! Qualcuno mi aiuti! Devo salvare Chloe! Devo riavvolgere! Nathan cazzo!
"DEVO! AAAAAH!" E' l'unica frase che riesco a far uscire dalle mie labbra semiparalizzate: sono arenata a terra, con una guancia incollata al pavimento, le piastrelle appannate dal mio respiro sempre più iperventilato; sono un frullato di lacrime, ansia, terrore e sangue dal naso... e quella dannata sensazione di vuoto che mi artiglia il cuore...! E quei coriandoli bianchi sul pavimento?! Spalanco gli occhi: come ho fatto a non notarli prima? C'erano anche prima? Sto forse impazzendo?! Sento un tremolio provenire dal soffitto, il soffitto... lo stesso soffitto che sta diventando trasparente?! NO! Ora riesco a vedere il cielo stellato! E' notte?! Quanto tempo è trascorso? Maledizione devo riuscire a svegliarmi!
"ODDIO! NO!" La terra... la terra trema!? Forti scosse di terremoto fanno saltare in aria me, Nathan e Chloe di svariate decine di centimetri!
"Nooooo... no anche questo noooo!" Le scosse non vogliono fermarsi, e noi tre continuiamo a venire sobbalzati per tutto il bagno, mentre il cielo stellato ha preso prepotentemente il posto del soffitto, iniziano a volare per la stanza anche i coriandoli bianchi.
Se non fossi troppo intenta con le poche forze rimaste, ad non schiantarmi male contro le pareti e le porte dei bagni, potrei affermare con certezza di vedere nel buio del cielo, una mano gigantesca afferrare la stanza e scuoterla sempre più forte, tutto per vedere un pò di questa finta neve di merda cadere su tre cadaveri: sì probabilmente sono morta anchio, ma non me ne voglio rendere conto! Chi mai può essere così malato dall'aver voluto costruire una palla di vetro con neve, tanto macabra? Tre cadaveri in un bagno scolastico, sangue e neve!
"Chloe... d...dev...devo...Chloe!" Devo salvare Chloe, devo uscire da questi sogni orribili, devo tornare alla mia realtà, e devo farlo ora! Chloe dove sarà? In che momento del tempo ho perso conoscenza?!
Un ultimo scossone, molto più forte degli altri, fa scontrare violentemente la fronte di Max contro un lavandino, facendola soccombere al buio.


Mondo 4: La bella e la bestia.

"UH?!" Riapro gli occhi come se mi avesse morso un lupo le viscere.
"Ah, finalmente rieccola nel mondo dei vivi, signorina Caulfield: stavo iniziando a temere il peggio! Ogni volta, come li chiama lei, i suoi viaggi nelle altre realtà, diventano sempre più frequenti... dovremo aumentare la dose giornaliera dei farmaci signorina Caulfield" Mi sorride un uomo in camice con finto fare bonario.
"C-come prego?" Sono confusa, vorrei alzarmi ma ho le braccia e le gambe legate ad una sedia a rotelle: "P-perché?"
L'uomo mi guarda con aria visibilmente abituata alla mia reazione di sorpresa: "Siamo alle solite signorina Caulfield! Non si ricorda più nulla vero?"
"Ricordare? Lei chi è? Dove sono? Perché sono legata? Non mi faccia del male la prego".
L'uomo cerca di sorridermi il più sincero possibile per mettermi a mio agio, ma invano: "Signorina, così mi spezza il cuore! Sono Warren!"
"W-Warren? Ma-ma, ma tu?!" mi interrompe: "Dovrei essere deceduto sotto il tornato ad Arcadia Bay?".
"S-sì! Non c-capisco, Warren aiutami ti prego!".
Chinandosi ai piedi della sedia, appoggiando le sue mani sulle mie in segno di conforto: "Signorina Maxime...".
"MAX!" Inizio ad andare nel panico e guardarmi nervosamente intorno in maniera convulsiva.
"Signorina... ha di nuovo fatto quegli orrendi incubi tanto orrendi da sembrarle reali, ma la verità è che io sono Warren! L'assistente della dottoressa che l'ha in cura da cinque lunghi anni presso questa clinica".
"Dottoressa?! Clinica?! No Warren NO!" Inizio a divincolarmi sulla sedia senza alcun successo di rivalsa.
"La prego Signorina Caulfield! Non faccia così! Si calmi per favore! O dovremo nuovamente darle dei calmanti ancora più forti, vuole essere di nuovo intontita a tal punto da finire nuovamente a fare tutti quei suoi brutti e spaventosi sogni?".
"Nnnn-no! Per favore Warren, non farmi male" Scoppio a piangere senza controllo come una neonata, inizio persino a sbavare: "Che mi succede?! Perché sono qui? Cosa mi è successo?! E DOV'E' LA MIA CHLOE?!".
L'uomo sembra fortemente intristito dalla mia reazione: "Signorina Max...".
Mi sento sollevata a sentire finalmente il mio nome pronunciato dalle sue labbra tanto amichevoli: "Sì Warren! Sono Max! MAX!" Gli sorrido ancora in lacrime.
"Max... ricominciamo da capo, vuole? Però deve calmarsi ok? Le prometto che se lei si calma, io la aiuto come posso, ok?".
Gli faccio cenno con la testa in maniera meccanica, cerco di riprendere controllo del mio respiro, smetto di piangere e sbavare, tiro forte su con il naso un paio di volte e gli sorrido di nuovo scuotendo la testa in senso positivo.
"Oooh! Ecco! Visto Signorina Max? Ora è davvero una brava ragazza!".
"Warren! Warren dimmi, il tornado?".
"Il Tornado non si è mai verificato, Arcadia Bay è ancora lì dove è sempre stata fin dai tempi della sua fondazione".
Scuoto la testa per sottolineare il mio non capire: "Warren... mi ripeti dove siamo?".
"Mmm, signorina Max, qui siamo alla Blackwell Psychiatric".
"M-ma la Blackwell è una scuola! NON UNA CLINICA!"
"Mi dispiace dirglielo di nuovo signorina, ma qui non siamo a scuola, qui siamo in una clinica specializzata nelle malattie mentali, e lei signorina Max ne è una paziente da cinque anni ormai".
"Ma io s-sono una stud..." "Studentessa aspirante fotografa?" Warren sapeva esattamente cosa volevo dire... come se lo avessi già detto un sacco di volte fino alla nausea.
"Max, ormai ha trentacinque anni, il tempo delle mele è finito da un pò".
Si alza e si pone dietro di me per spingermi e portarmi in giro.
"Su, è ora della sua visita pomeridiana! Andiamo! Ha un appuntamento con la sua adorata dottoressa".
"D-dottoressa? Chi?!".
Warren ride per qualche attimo: "Ma come chi?! Non mi dica che si è dimenticata persino della sua tanto adorata dottoressa Price!".
Il mio cuore sta per esplodere: "C-Chlo..".
"Esatto signorina! La sto portando dalla sua dottoressa preferita, Chloe Price! Le ho detto che sono il suo assistente, si ricorda adesso?".
Cedo.
"Sì".
"Eccoci arrivati signorina, ora busso e la lascio con la dottoressa, ok?" Gli annuisco senza proferire alcun suono.
Mi lascio portare dentro l'ufficio senza staccare lo sguardo dal pavimento... ho troppa paura.
"Eccoci qua dottoressa, vi lascio sole".
Silenzio.
"Buon pomeriggio Max, vedo che sei di nuovo sveglia, ne sono contenta".
Il suo tono è pieno di calore e comprensione, cerca di rendere leggera la situazione, ma io non ho proprio il coraggio di alzare la testa e distogliere lo sguardo dalla sicurezza del pavimento.
"Max, non dirmi che sei arrabbiata con me perché l'ultima seduta ti sono sembrata troppo dura".
"N-no, d-dottoressa".
"Max hai di nuovo preso le distanze! Ti ricordo che puoi chiamarmi per nome, non ci eravamo dette che eravamo amiche?".
Vuoto.
"Max guardami: sono qui per ascoltarti, sono qui per aiutarti, lo sai che con me ti puoi confidare, puoi raccontarmi anche le cose più brutte".
Vuoto... ora ricordo da cosa deriva questo freddo vuoto: "S-sono un mostro...".
"Max guardami, guardami!".
Incrocio finalmente i miei occhi azzurri spenti con i suoi magnificenti occhi azzurro cristallo e il fiato mi muore in gola soffocandomi il cuore, scaldandomi il vuoto che ho dentro, facendo nascere le farfalle nel mio stomaco, facendomi sentire un mostro e viva al tempo stesso.
"Oh eccoti! Non scappare in un altra realtà per favore, resta qua con me per tutta la seduta! Tu non sei un mostro! Tu non ti accetti per quel che semplicemente sei, e allora per renderti speciale, ma al tempo stesso lontana dagli altri per non rimanere ferita e giudicata, ti affibbi l'etichetta di mostro... ma Max TU... non sei un mostro".
"...e tu non sei la mia bella...".
"No Max... non vorrei ferirti... ma non sono la tua bella".
Non mi resta altro che il vuoto... solo questo vuoto... pieno di altre realtà, dove ti posso salvare ed essere la tua eroina, dove tu hai bisogno di me, ed io ho bisogno di te... dove tu mi ami, ed io ti amo: dove i mostri sono gli altri, è il mondo ad essere un covo di mostri, ed io ti salvo tutte le volte che ti amo.
"Max? Non fuggire, resta qua con me, non fuggire con l'altra me nella tua testa, per favore".
Non sento più la sua voce, ormai sono persa nella labbra della mia Chloe personale; Max sorride felice guardando un punto imprecisato nel vuoto.
L'espressione della dottoressa Price diviene austera: "Mi dispiace signorina Caulfield, ma mi vedrò costretta a doverla lasciare alle cure di un altro terapista".
La piccola Max inizia a bisbigliare sottovoce, parlando con qualcuno nella sua testa, sorride, dissemina baci nell'aria: "Ti amo Chloe".
"Ti hella amo anchio Max" Si risponde da sola... talmente felice da piangere di gioia, continuando a fissare il vuoto.

"Sei la mia eroina Max".


N.d.A:
Niente battute o merletti inutili questa volta: voglio ringraziarti per aver letto tutto questo dedalo sconnesso ed errato di lettere, *sorride*.
   
 
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