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Autore: FreddyOllow    09/01/2018    0 recensioni
Il cielo casca sul mondo ignaro dell'imminente distruzione. La musica del silenzio prepara l'ascesa al caos. Case, strade, città, tutto viene distrutto, bruciato dalle fiamme, disintegrato dalle bombe. L'odio affligge i sopravvissuti e la speranza rincuora i forti. Il cielo dipinge colori tetri, anneriti dal dolore e dal canto di mille tuoni. La terra muore, lacerata dall'uomo avido, corrotto. Sorge una nuova Era, come un alba splendida tra le fessure del male...
Genere: Avventura, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Che cazzo fai?!" urlò qualcuno alle spalle di Colbert che si volse subito. Era Ector. Forse era entrato di soppiatto ed aveva assistito a tutta la scena. 

"Come che faccio?" Colbert rimase intontito "Cercò di estrarre delle informazioni."

"Non serve più. Il tizio dell'altra stanza ha parlato. Occupati di lui..."

Colbert si volse con un sorriso compiaciuto, alzando in aria il martello e preparandosi per il colpo di grazia.

"Ma che cazzo fai?!" urlò ancora una volta Ector arrabbiato "Devi portarlo alla fossa dei cadaveri. Non voglio un altra stanza che puzza di viscere, idiota del cazzo!"

Colbert abbassò il martello, lanciando uno sguardo minaccioso verso Nathan che, dal dolore quasi aveva perso i sensi.

"Sbrigati a portarcelo. Abbiamo già messo quel che rimane del tizio dentro il furgone" Ector uscì, sbattendo la porta alle sue spalle. Colbert tagliò la corda che legava Nathan, lo prese da sotto un braccio e lo trascinò fuori. L'unica cosa che riusciva a intravedere dai suoi occhi tumefatti, era la striscia di sangue infinità sul pavimento grigio scuro. La seguì con gli occhi senza distaccarsene mai come un quadro bello ma di cui ti sfugge il senso. Poi una guardia apri la porta e fu accecato dalla luce del sole.

C'era un furgone grigio vicino al cancello di ferro arrugginito, circondato da recinzioni modulari malandate e divorate dalla rugine. Due edifici di un solo piano erano a distanza di qualche metro tra loro con due fuoristrada; uno di colore nero e l'altro marrone scuro. Lungo le pareti correvano molteplici crepe. Diverse guardie armate con fucili di caccia e pistole sorvegliavano l'accampamento. C'era un grosso albero ripieno di foglie verdi al centro di in un piazzale non curato.

"Vuoi darti una mossa, Colbert!" urlò Ector. Poi si volse verso l'uomo paffuto vicino al furgone e con la mano gli fece segnò di aiutarlo. Quello si precipitò goffamente verso Colbert, caricarono Nathan dietro al furgone e lo misero a sedere. Infine gli legarono i polsi con uno straccio resistente. Ai suoi piedi c'era una lunga sacca nera con diverse macchie di sangue. Colbert la colpì con due calci per far posto ai suoi piedi e sedersi di fronte a Nathan, mentre l'uomo paffuto chiuse le portiere. Poi si mise alla guida del mezzo con un altro uomo che sedeva al fianco. Infine partirono.

Colbert fissò Nathan, mentre il furgone traballava spostandoli un poco a causa del terreno accidentato. Dal finestrino posteriore la base diventava sempre più piccola, fin quando l'orizzonte fu inghiottito lentamente dai rami dagli alberi.

"Sei fortunato,  amico. Molto fortunato" Colbert indicò con il capo il cadavere nella sacca nera "Almeno non finirai a pezzi come questo povero idiota. Sai, penso che tu conosca questo tizio. Certo, non ha più la testa sulle spalle e diciamo che... che con la sua testa hanno fatto una bella partita a Bowling assieme alle sua gambe. Ma non credo che Steve abbia messo pure la testa nel sacco, mmh... Ah è vero. Gliel'hanno sfracellata. Comunque, credo sia qualcuno del tuo accampamento, magari un tuo carissimo amico, chi lo sa."

Nathan non comprese nulla, oltre a qualche parole confusa e distorta. A stento riusciva a tenere gli occhi aperti, fissando con rabbia Colbert che sorrideva. Udiva solo un rumore costante che fischiava senza sosta nei suoi timpani insanguinati. Poi senza accorgersene, venne risucchiato nei meandri della sua mente. Il volto di Eva che li sorrideva. Gli occhi lucenti e impregnati di luce mistica. La cercava nei suoi ricordi, nel suo passato, lontano dal presente.

Il furgone dondolava da una parte e l'altra, finché non svoltarono a destra, in una strada asfaltata che girava attorno a una montagna. Dalle pendici si intravedeva quel che rimaneva della città di Tolmen. Le bombe avevano distrutto l'80% degli edifici, anche se qualche struttura costruita pochi anni prima, aveva resistito all'onda d'urto dei missili. Perlopiù complessi residenziali e qualche prefabbricato. Un tempo ammirare la città da questa altezza sarebbe stato una gioia per gli occhi, ma la nube grigiastra che sovrastava l'intera città, rendeva il tutto molto spettrale.

"Questo pezzo di merda" Colbert indicò il sacco con il capo "Ci ha creato fin troppo problemi. Io stesso sono stato costretto a vagare in cerca di qualche stronzo da rapire, che poi saresti tu. Non amo le foreste. Non quelle di adesso perlomeno. Troppi pericoli. Troppi guai. Non è saggio addentrarsi lì dentro, nemmeno in pieno giorno. Ma che vuoi farci? Sono stato costretto da questo coglione!" Colbert colpì con il calcio il cadavere. Forse una gamba. Varie parti del corpo erano state messe la dentro a casaccio, di conseguenza non si capiva cosa avesse colpito. "Per mia fortuna non ho trovato niente. Nessuno sfregiato. Nessun corridore o come cazzo si chiamano: quei mostri che sembrano schizzare veloci, quell'ammasso ambulante che ti stava ammazzando quel giorno, ricordi? Comunque, devo dire che sono rimasto impressionato da come hai saputo usare quel tronco. Non è da tutti sapersi difendere da quei cosi. Devi stare attento e colpire al momento giusto, sennò. ZACK! via la gola! Mi capisci, amico? Comunque è un vero peccato che tu faccia parte di quel gruppo di cacasotto! Hai talento. Ma Julien è un coglione lo sanno tutti! Perfino le altre comunità non lo rispettano, ma... Ma avete le armi. Tante armi e la sapete usare bene. E voi figli di puttana non ci date quelle cazzo di armi. Vi abbiamo messo in tavola qualsiasi cosa per avere quelle armi. Ma voi fate i cazzoni! Fate i superiori. Beh, questa volta ve la metteremo nel culo senza vasellina. Non so se mi spiego, amico?" Colbert scoppiò a ridere, per poi tornare serio "Avete rifiutato la nostra alleanza. Il nostro appoggio. Pensate davvero che quei coglioni dei militari e le loro teste d'uovo sulla montagna vi aiuteranno? Vi siete dimenticati di come hanno ridotto Bolset? Una innocua cittadina di agricoltori spazzata via con il gas nervino e lanciafiamme? Ricordi le urla di quelle povere persone mentre si dimenavano nelle fiamme? Oh si, vi siete scordati e come! Julien spera di avere il loro appoggio, che mostrandosi neutrali nei confronti di altre comunità, quelle teste di merda vi notino. Col cazzo! Siete merde! Siete fottuti come tutti gli altri in questa contea di merda! Ma che cazzo ne vuoi sapere tu! E sai che ti dico? Quelle armi ci servivano per spazzare via i militari dalla contea. Quei coglioni ci usano come cavie da quando è scoppiato il Grande Contagio. Gran figli di puttana!" Colbert tirò diversi calci alla sacca, per poi colpire con pugno a martello la parete del furgone.

"Tutto bene la dietro?" l'uomo paffuto fece scorrere la finestrella oscurata che dava dietro il mezzo. Sicuramente non aveva udito niente.

"Pensa a guidare, ciccione!" Colbert gli lanciò uno sguardo inquietante. Se avesse avuto una pistola l'avrebbe sparato dritto in mezzo agli occhi per come la rabbia lo stava divorando da dentro. L'uomo paffuto abbassò lo sguardo e chiuse la finestrella.

Nathan ormai aveva perso i sensi, mentre Colbert inspirò ed espirò profondamente. Voleva calmarsi. Doveva riprendere il controllo di sé o sarebbe successo come quella volta al lago... 

Un piccolo gruppo di superstiti era accampato ai piedi del lago Juntro. Piccole tende di fortuna e al centro un fuocherello da campo con sopra una pentola che bolliva. Cinque bambini giocavano dentro l'acqua non curanti delle radiazioni e nemmeno gli adulti sapevano che l'acqua fosse in realtà veleno. 
L'esploratore raggiunse Colbert alla spalle "Solo tre uomini sono armati".
"Che armi?"
"Pistole" .
"Uccidetegli e fate prigionieri gli altri"
L'esploratore annuì e andò via.
In una frazione di secondi, lampi di luce provenirono dalla foresta crivellando i tre uomini che non fecero in tempo a rispondere al fuoco. I bambini li guardarono impauriti cadere al suolo, mentre gli altri si voltarono tutti terrorizzati. Dalla vegetazione uscirono otto uomini armati tra cui Colbert con le armi puntate avanti a sé.
Una donna provò a fuggire, ma venne raggiunto da un proiettile alla coscia. Cadde a terra dolorante, stringendosi la gamba con le mani. Colbert si avvicinò, mentre la donna lo guardava in lacrime con i suoi occhioni azzurri e la bocca tremante. Non aveva più di vent'anni. Gli sparò in testa! Gli uomini di Colbert circondarono il gruppo.
"Qualcun'altro vuole unirsi a lei?" la voce suonava pacata e tranquilla "Bene. Non c'è bisogno di ulteriore violenza" fece qualche passo davanti a sé, fermandosi vicino ai bambini scalzi nell'acqua. Quelli per la paura erano rimasti paralizzati, mentre con gli occhi cercavano i genitori.
"Uscite fuori dall'acqua e mettetevi in riga" Colbert mosse la sua Beretta, fabbricata in italia. Gliel'aveva data suo padre come regalo di natale dieci anni fa. I bambini sgattaiolarono velocemente fuori dal lago. Ad alcuni tremavano le mani ed altri li scendeva il muco dal naso.. 
"PEZZO DI MERDA" Disse un uomo dietro di Colbert. 
Uno sparo! L'uomo fu centrata da un proiettile alla tempia sinistra.
"Mi state facendo incazzare... Non ve lo dirò di nuovo... O giuro che!" Colbert mirò alla testa del primo bambino alla sua destra. La canna della pistola assaporò la fronte sudata del bambino.
"NO TI PREGO! Non fare male al mio Gary. Il mio bambino! Ti prego!" la donna con i capelli corti scoppiò a piangere, mentre suo marito la strinse a sé, trattenendo le lacrime.
"Ora che ci siamo capiti. Ditemi dove cazzo avete messo le armi che avete rubato?" tuonò Colbert come uno squalo che attende impaziente di gustare la sua preda.
Nessuno rispose.
Colbert guardò in aria, sospirando profondamente. Sparò!
Il bambino cadde al suolo. 
"NOOOO!" la madre urlò a squarcia gola, mentre il padre rimase pietrificato da quanto era successo. La donna corse in lacrime verso il corpicino del figlio, senza mai arrivarci. Colbert gli  sparò due volte al petto, centrando il cuore al secondo colpo. La donna cascò a terra con gli occhi spalancanti verso il figlioletto. Poi Colbert sparò in testa al padre. Tutti erano terrorizzati. I bambini cominciarono a piangere indicando con le braccia la direzione dei propri genitori che a loro volta, con il volto in lacrime, gli intimavano di restare fermi e fare i bravi. 
"Ho perso la pazienza con voi! Ditemi dove CAZZO AVETE MESSO LE ARMI o giuro che ammazzo uno ad uno tutti i ciuccia-latte. Mi avete capito?!"
"N-noi n-non ab-bbiamo armi..." un uomo magro e slanciato si fece avanti con le mani alzate e tremanti, mentre guardava suo figlio "S-solo loro ne a-avevano" poi indicò i corpi dei tre uomini.
Colbert chiuse gli occhi e rimase in silenzio. I pianti dei bambini risuonavano attorno come un coro straziato, mentre l'ansia e la paura divora i genitori.
Colbert aprì gli occhi!

 
   
 
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