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Autore: chiaramella    11/01/2018    0 recensioni
Ho ordinato 40 dollari di cose che non ho nemmeno guardato.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Gustav, che stronzo Gustav;
eppure ero alla sua porta, bussavo incessantemente affinchè corresse verso di me ed aprisse quella dannata tavola di legno.
Gustav era un buffone, era quello che portava l'alcool il venerdì sera e sabato ci lasciava sul tavolo le ultime birre, vuote.
Quello con sempre un paio di grammi d'erba in tasca, quello che non aveva mai preso la patente, ma guidava per riportarci a casa sani e salvi.
Era forte, Gustav;
amava i pancake, spendeva 40 dollari da KFC senza poterselo davvero permettere, ci regalava i suoi vestiti senza averne davvero così tanti. Aveva un profumo tutto suo, odorava di rose, di pioggia, di libertà.
Baciava bene, Gustav;
baciava bene nel suo letto, sulle scale di casa sua, baciava bene in riva al mare, baciava bene persino nel bagno del McDonald's. E quante volte avevamo fatto l'amore in silenzio, dietro alle tende che coprivano i nostri tatuaggi, i nostri peccati. L'avevo ascoltato cantare, registrare le sue prime canzoni.
Gustav aveva 18 anni quando ancora non sapeva bene che fare di sè, registrava, registrava, poi partiva e se ne andava per sempre dalla mia vita, senza dire nulla, amato da tutti, da nuove ragazze, da nuovi amici, riusucchiato nel vortice del mondo che non era ancora pronto ad ospitare una creatura fragile come lui.
Gustav, era fatto di vetro Gustav;
Gustav non si spezzava, era già a pezzi.
Ed io battevo, battevo alla sua porta, nella casa della nostra adolescenza che aveva raccolto i nostri cocci, che ci aveva visti litigare, crollare, diceva ch’ero io ad essere sull'orlo di una crisi di nervi, ma sapeva benissimo ch’era lui ad un attimo dal saltare nel vuoto. Ho battuto alla sua porta finchè mi sono resa conto ch’era già aperta. Davanti a me una casa vuota, fredda, inospitale. Ho battuto ed ho camminato fino al suo letto, alle sue scale, mi sono precipitata in giardino ed ho corso fino al mare dove ho sentito le onde arrivare lente fino ai miei piedi, l'acqua solleticare le mie dita ed era fredda, come il mio cuore. Con un paio di grammi in tasca sono fuggita al McDonald's, al nostro bagno ed ho girato la chiave, sperando di vederlo lì, in piedi, con i capelli arruffati e qualche grammo nelle tasche.
Ma non c'eri Gustav e non c'eri nemmeno di sopra, a mangiare i pancake; non c'eri nemmeno da KFC così ho ordinato 40 dollari di cose che poi non ho nemmeno guardato, pensando al sapore che provavo mentre queste cose le facevamo insieme e che, probabilmente, non sentirò più.
   
 
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