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Autore: Wolfgirl93    12/01/2018    0 recensioni
Quinta fic per la Promdyn week (Ardyn x Promtpo)
Il Prompt di oggi era “Obsessed”
In questa fic il prompt non è la linea guida di tutta la storia ma solo una prima parte lo seguirà.
I personaggi potrebbero essere OOC
Dal testo: “Ardyn guardò per l’ennesima volta la foto che teneva in mano e poi spostò lo sguardo fuori dal finestrino della sua Audi nera. “Bingo.” Disse sorridendo vittorioso nell’aver trovato il biondino che stava cercando.
Lo vide uscire dal cancello della sua università e con calma accese l’auto e iniziò a seguirlo tentando di non dare troppo nell’occhio, quando lo vide fermarsi ad un bar parcheggiò l’auto lontano da lì e scese….”
Genere: Fluff, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ardyn Izunia, Prompto Argentum
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ardyn guardò per l’ennesima volta la foto che teneva in mano e poi spostò lo sguardo fuori dal finestrino della sua Audi nera. “Bingo.” Disse sorridendo vittorioso nell’aver trovato il biondino che stava cercando.
Lo vide uscire dal cancello della sua università e con calma accese l’auto e iniziò a seguirlo tentando di non dare troppo nell’occhio, quando lo vide fermarsi ad un bar parcheggiò l’auto lontano da lì e scese.
Si lisciò la camicia nera e camminò con calma fino ad entrare nel bar, quel luogo puzzava di fumo e alcol ma quando i suoi occhi si posarono sul giovane gli sembrò di respirare una boccata d’acqua fresca.
Si avvicinò al bancone e sorrise al ragazzo “Un bicchiere di Prosecco, per favore.” Chiese con voce melliflua mentre studiava bene Prompto.
“Ecco a lei.” Disse il biondino sorridendogli gentilmente mentre gli porgeva il bicchiere.
“Ti ringrazio.” Bevve qualche sorso di vino e sorrise nel sentire il suo sapore pungente in bocca “Come ti chiami?” Chiese poi sorridendo, sapeva bene il suo nome ma voleva sentirlo pronunciato dal suo proprietario.
Prompto lo guardò leggermente sorpreso per quella richiesta poi accennò un sorriso imbarazzato “Prompto… E lei?” Era sempre stato un tipo curioso e quell’uomo sembrava avere qualcosa da nascondere, qualcosa che lui voleva sapere.
“Ardyn.” Dire il proprio cognome sarebbe stato sconveniente, non voleva che quel giovane sapesse troppo su di lui.
Il biondo gli sorrise con gentilezza prima di allontanarsi per servire altri clienti, quella serata fu lunga e Ardyn rimase per tutto il tempo al bancone intento ad osservare quel pimpante giovanotto che portava il sole con il suo sorriso.
Quando il locale chiuse l’uomo uscì e tirò fuori un pacchetto di sigarette, ne portò una alle labbra e dopo averla accesa tirò un lungo tiro di fumo sentendo quel famigliare bruciore che gli raschiava la gola, soffiò fuori il fumo e ghignò quando vide il giovane uscire dal bar.
Prompto sobbalzò nel vederlo lì fuori e gli sorrise prima di sorpassarlo.
“Sei a piedi?”
Il giovane si voltò a quella domanda e piegando il capo di lato annuì.
“La mia macchina è sulla strada se vuoi ti do un passaggio.” Disse facendo un ultimo tiro prima di buttare la sigaretta a terra e calpestarla con la suola della scarpa “Non preoccuparti non sono un maniaco sessuale.”
Prompto scosse il capo velocemente “N… Non lo avrei mai pensato.” Mentì guardando l’uomo; era sempre stato molto ingenuo e anche quella volta quella sua caratteristica non lo abbandonò “Comunque la ringrazio.” Disse sorridendo.
Ardyn gli sorrise e prese le chiavi dell’auto dalla tasca “Puoi darmi del tu.” Disse prima di attraversare la strada e dirigersi verso la propria auto, sorrise nel vedere che Prompto lo stava seguendo, arrivò di fronte all’auto e salì facendo cenno a Prompto di fare lo stesso; si sistemò la cintura e mise in moto “Dove devo portarti?” Chiese gentilmente.
Prompto gli spiegò la strada da prendere, l’uomo cercò di non sorridere durante quella spiegazione, sapeva benissimo la strada dove viveva il ragazzo e sapeva anche bene che viveva da solo.
Durante il viaggio parlarono del più e del meno, Prompto sembrava molto volenteroso a chiacchierare e a raccontare qualcosa di lui, era proprio vero che quel ragazzo si fidava ciecamente di tutti.
Quando arrivarono di fronte a casa del biondo Ardyn gli sorrise “Buonanotte Prompto.”
Il giovane lo guardò arrossendo appena nel sentire il proprio nome sulle labbra di quell’uomo “B… Buonanotte.” Disse prima di scendere, Ardyn l’osservò mentre combatteva contro la serratura di casa e prendendo una penna si annotò quella nuova scoperta “serratura difettosa.”

I giorni passarono e Ardyn potè aggiungere nuove note al suo taccuino:
- ore 7:00 si sveglia
- ore 8:00(lunedì, mercoledì, venerdì) o 9:00(martedì e giovedì)  esce di casa per andare all’università
- ore 13:30 si dirige verso la mensa universitaria
- ore 14:00 passa due ore in biblioteca immerso in dei libri di fotografia
- ore 18:00 si avvia verso il bar dove lavora
- ore 23:00 chiude il bar e torna a casa

L’uomo si accese una sigaretta mentre rileggeva quelle annotazioni, forse quel ragazzo stava diventando un’ossessione ma lui aveva un buon motivo per tenerlo d’occhio; nascose il taccuino nel cruscotto e uscì dall’auto avviandosi verso il bar dover Prompto lavorava.
Quando entrò fu accolto dal famigliare odore di alcol e fumo e quando vide il sorriso del biondo non riuscì a non sorridere a sua volta.
Prese posto al bancone e non ebbe nemmeno il tempo di ordinare che il ragazzo gli aveva posato davanti un bicchiere di Prosecco “Spero vada bene.” Disse premuroso ricevendo un gesto di assenso da parte dell’uomo.
Ardyn iniziò a bere con calma il suo vino guardando ogni movimento del biondo, forse stava diventando un po’ troppo sospetto ma sinceramente non gli importava; controllò l’orologio e si sorprese di vedere che era quasi ora di chiusura, si era concentrato così tanto su quel ragazzo che aveva totalmente perso la cognizione del tempo.
Uscì dal bar e come consuetudine si accese una sigaretta, il tabacco era l'unica cosa che lo faceva sentire vivo in serate buie come quella.
“Ciao, anche stasera mi darai un passaggio?” Ardyn si voltò sorpreso di quella domanda e sorrise annuendo, ormai sembrava essere diventata un’abitudine: lui che arrivata per le 19:30 al bar, ordinava Prosecco e poi aspettava l’orario di chiusura per accompagnare a casa il biondo; molti avrebbero pensato male in quella sua abitudine ma Prompto sembrava non averci fatto caso o semplicemente la reputava una mera coincidenza.
Il viaggio in auto fu silenzioso, il ragazzo sembrava più stanco del solito quella sera “Se domani verrai al bar volevo avvisarti che non ci sarò.” La sua voce era piatta, priva di emozioni, cosa che non era assolutamente da lui.
“Come mai?”
“I miei genitori sono in città e devo andare a trovarli.”
Ardyn strinse con forza il volante, gli Argentum, aveva sentito parlare di loro e nessuna di quelle voci era positiva.
“Divertiti.” Si costrinse a dire a denti stretti, non poteva dire nulla o tutto quel lungo lavoro sarebbe stato scoperto.
“Grazie Ardyn.” Quella risposta lo colpì, gli occhi del ragazzo erano tristi anche se lui stava sforzando un lieve sorriso, ma la cosa che sorprese di più l’uomo fu quel bacio leggero che coprì le sue labbra per qualche secondo; il cuore di Ardyn si scaldò e prima che potesse anche solo aprire bocca Prompto era già uscito dall’auto diretto verso casa sua.
L’uomo si sfiorò le labbra sovrappensiero e non riuscì a non sorridere “Perfetto ti sei fatto abbindolare da un ragazzino e ora stai sorridendo come un emerito coglione.” Disse a se stesso sospirando mentre poggiava la fronte sul volante, era davvero in un gran casino.
Quella sera tutti i pensieri furono eclissati dalla sola sensazione delle labbra di Prompto sulle sue, quel bacio delicato lo aveva scosso fin nel profondo facendogli capire che il suo cuore non era ancora morto del tutto, si poggiò un braccio sugli occhi e provò a dormire sperando che quei pensieri misti alle sue preoccupazioni lo abbandonassero almeno per quella notte.

Erano passati quasi due giorni da quella famosa sera e di Prompto non vi era traccia, non lo aveva visto davanti all’università né al bar, Ardyn si stava preoccupando e quella cosa lo stava facendo innervosire.
Prese fra le mani il piccolo coltellino svizzero che teneva sempre in tasca e si decise ad agire, sottolineò nella sua mente l’annotazione “serratura difettosa” e con l’aiuto di uno strumento appuntito riuscì ad aprirla senza doverla rompere; quei rumori attirarono l'attenzione di Prompto che spalancò gli occhi nel vederlo entrare senza problemi.
“Ardyn? Ma che ci fai qui?! Tu sei psicopatico ad entrare così in casa mia!”
“Preferisco definirmi creativo.” Rispose l’uomo ghignando, non gli sfuggì però la voce tremolante del ragazzo.
Allungò una mano verso uno degli interruttori ed esultò mentalmente nell’aver trovato quello giusto, quando il fascio di luce li accecò per qualche secondo, l’uomo stentò a credere ai suoi occhi, il viso del ragazzo era pieno di lividi e colava del sangue dal suo labbro.
“Sono stati i tuoi genitori vero?” Chiese furioso mentre si avvicinava al ragazzo.
“No… E’ colpa mia.” Prompto stava tremando allontanandosi da lui, sembrava così spaventato e così piccolo in quella felpa blu.
Ardyn si fermò e alzò le mani davanti a se “Non voglio farti del male, solo permettimi di curarti...”
Vedere il biondo in quelle condizioni gli fece torcere lo stomaco, avrebbe volentieri ucciso quei due mostri se avesse potuto.
“Sono un buono a nulla, non ho volti altissimi, non guadagno abbastanza soldi, sono solo una delusione.” La voce spezzata di Prompto arrivò come una stilettata al cuore di Ardyn che mandando a fanculo tutto il suo buonsenso si avvicinò al ragazzo e lo strinse con forza a se.
“Non voglio sentirti dire nuovamente queste stronzate, sei un ragazzo fantastico e i tuoi genitori non hanno capito un cazzo di te.” Sussurrò dolcemente accarezzando i capelli del giovane, fu sorpreso quando anche lui gli si strinse addosso quasi con forza iniziando a piangere contro la sua camicia.
Si sedette a terra portando il più piccolo con se e continuò ad accarezzargli i capelli sperando di farlo tranquillizzare; avrebbe voluto dirgli la verità, ma come poteva in un momento simile? Prompto era così traumatizzato e non voleva essere la causa di un ennesimo trauma.
Lentamente i singhiozzi si calmarono e le lacrime del ragazzo si fermarono, gli sentì mormorare un ‘grazie’ e l’uomo sorrise accarezzandogli delicatamente il viso tumefatto.
“Lascia che mi prenda cura di te, ok? Poi dopo potrai anche mandarmi via ma ora ti prego fatti aiutare.” L’uomo stentò a riconoscere la propria voce, si era affezionato così tanto a quel piccolo raggio di sole che vederlo così lo faceva stare malissimo.
Aiutò il ragazzo a raggiungere il bagno e lentamente lo spogliò, aprì l’acqua nella vasca e prima di farlo immergere nell’acqua calda gli disinfettò le ferite ancora aperte che aveva sul labbro e sul sopracciglio; lo aiutò ad entrare nella vasca e gli sorrise prima di iniziare a lavarlo dolcemente con una spugna morbida, aveva del sangue incrostato sul torace e sulla schiena e ogni volta che i suoi occhi si posavano su l’ennesimo livido o ferita, Ardyn sentiva il corpo bruciare dalla voglia di spaccare la faccia ai coniugi Argentum per aver ridotto così un povero ragazzo.
Lo asciugò dolcemente poi lo portò in camera tenendolo in braccio, lo rivestì e lo mise sul letto avvolgendolo con una coperta, sorrise nel vedere che Prompto era più sereno ma sapeva che forse quella serenità sarebbe durata poco.
“Vorrei parlarti ora, ci sono alcune cose su di me che non sai e anche se dopo quello che ti dirò non vorrai più vedermi voglio dirti la verità.” L’uomo sentiva una tempesta nel suo cuore, aveva paura di perdere quel sorriso ma voleva essere sincero con quel ragazzo. “Quando mi hai conosciuto la prima volta al bar non è stato un caso, sapevo già chi fossi e sapevo già molte cose su di te. Il mio vero nome è Ardyn Lucis Caelum e se tu te lo stai chiedendo l’agenzia di protezione Lucis Caelum è di mio padre. Ti ho avvicinato perché mi avevano detto di tenerti d’occhio, i miei capi sapevano che i coniugi Argentum avevano adottato altri figli ma ognuno di loro era morto in circostanze assurde senza nessun assassino, sembravano tutti suicidi e la cosa stava iniziando a puzzare. Quando mi dissero che avevano adottato un altro ragazzo decisi di intervenire io stesso, osservavo ogni tuo spostamento e registravo ogni tua abitudine, quando due giorni fa mi hai detto che dovevi rivedere i tuoi genitori volevo fermarti, volevo dirti tutta la verità ma quello avrebbe solo ritardato le mie indagini. Ti ho mandato al macello da quei mostri e non sai quanto io mi senta in colpa, però se può farti stare meglio ho già avvisato i miei colleghi, ho detto loro delle sue condizioni e del fatto che sei così dopo essere stato dagli Argentum, questo basterà a farli arrestare così che non ti facciano più del male. Capirò se non mi vorrai più vedere ma vorrei solo farti sapere che in tutto questo tempo mi sono affezionato a te, non stavo più lavorando lasciando fuori i miei sentimenti e quando non ti ho visto in questi giorni ho agito d'istinto entrando senza permesso in casa tua solo per paura che ti fosse successo qualcosa di grave.” Ardyn finì di parlare e quel peso che sentiva sul cuore era leggermente diminuito, era pronto a sentirti dire di andarsene ma non era pronto a quello che in realtà successe: Prompto gli strinse il polso quel tanto che bastava per non farlo allontanare, aveva gli occhi pieni di lacrime e il corpo che tremava “G… Grazie.” Fu una parola sussurrata fra le lacrime ma Ardyn la sentì come la confessione più profonda che avesse mai sentito; abbracciò il ragazzo con gli occhi che gli pizzicavano e gli baciò i capelli contento che non lo avesse allontanato. “Giuro su me stesso che non ti accadrà più nulla Prompto, non lascerò che ti succeda più niente di male.” Ed era vero, quello era stato il suo desiderio nascosto da qualche tempo.
Il biondo sorrise teneramente e con le labbra tremanti lo baciò dolcemente facendogli capire che si fidava di lui e sapeva che quelle parole sarebbero state vere.

Pochi giorni dopo i coniugi Argentum furono accusati di maltrattamento e di istigazione al suicidio, gli fu dato l’ergastolo e quel giorno Prompto si sentì finalmente libero; strinse la mano di Ardyn mentre usciva dal tribunale e gli sorrise dolcemente regalando all’uomo un momento di gioia nel rivedere quel piccolo sole felice.

 

   
 
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