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Autore: yellow_umbrella    12/01/2018    0 recensioni
“YoonGi osservava dalle tribune dell’edificio il suo ragazzo mentre lui continuava, imperterrito, a percorrere metri su metri a stile libero. Il mento appoggiato al palmo della mano, un libro sulle ginocchia portato con l’idea di non perdere ore di possibile studio, ora manteneva gli occhi fissi sul corpo tonico del suo fidanzato.
[…]
Avevano un conto in sospeso ora, dopo quelle due ore di tortura psicologica per il maggiore. Si mise il lecca-lecca in bocca, mugugnando infastidito.
«Stupido Hoseok. Adesso te la faccio vedere io.» “
Dove HoSeok e YoonGi, fidanzati, si divertono molto a stuzzicarsi a vicenda.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Min Yoongi/ Suga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Swimming pool and lollipop

 

   L’acqua scorreva trasparente sul suo corpo atletico e abbronzato, fasciato dai pantaloncini di un costume nero, mentre nuotava avanti e indietro per le vasche della piscina comunale. YoonGi osservava dalle tribune dell’edificio il suo ragazzo mentre lui continuava, imperterrito, a percorrere metri su metri a stile libero. Il mento appoggiato al palmo della mano, un libro sulle ginocchia portato con l’idea di non perdere ore di possibile studio, ora manteneva gli occhi fissi sul corpo tonico del suo fidanzato. 

 

Ora era passato alla rana; apriva e chiudeva ritmicamente braccia e gambe, prendendo un respiro di tanto in tanto spalancando la bocca in un modo che Yoongi trovava, senza capirne davvero il motivo, terribilmente attraente. I muscoli si contraevano e flettevano, e lo stesso faceva lo stomaco del maggiore; la linea marcata dei fianchi e del sedere sodo del minore faceva ormai avvertire a YoonGi secchezza alle fauci e i già conosciuti brividi lungo la colonna vertebrale. 

 

Dorso; continuava ancora, dopo un’ora buona, a mantenere lo stesso ritmo rapido di chi era abituato a nuotare così spesso. Tre mattine a settimana, YoonGi si ritrovava solo nell’appartamento che condividevano e solitamente approfittava di quelle ore per studiare o per riposarsi da quella tanto stancante quanto appagante relazione. Con un ragazzo così attivo, il minimo che aveva potuto fare era stato obbligarlo a trovare uno sport, così che potesse scaricare un po’ di energia su qualcosa che non fossero i loro rapporti. Posava lo sguardo su quegli addominali non troppo marcati, sulla linea a V alla base del busto, sulle clavicole che non si sarebbe mai stancato di baciare. L’accenno di un ghigno marcò il volto di YoonGi quando notò, su un fianco e nei pressi del pomo d’Adamo del fidanzato, due succhiotti violacei testimoni di ciò che era successo fra loro la sera prima e che lui stesso gli aveva lasciato.

 

Delfino; YoonGi sapeva che avrebbe dovuto rifiutare: il suo fidanzato lo conosceva fin troppo bene e conosceva anche il debole del maggiore per il suo corpo. Sapeva che lo aveva invitato ad accompagnarlo in piscina per tentarlo e questo scatenava in lui sentimenti contrastanti. Lo faceva infuriare, certo, ma allo stesso tempo provocava, con i suoi movimenti svelti nell’acqua della piscina, quella nota e fastidiosa, ma allo stesso tempo piacevole, sensazione al bassoventre. Era stato un idiota; avrebbe dovuto imparare ad accorgersi delle intenzioni implicite del suo ragazzo e di tutte le sue proposte, visto che non era la prima volta che il ragazzo lo trascinava in attività che riducevano il maggiore con un’ulteriore seccatura nei pantaloni che l’altro era ben felice di risolvere. Guardava con attenzione le spalle ampie e muscolose del compagno, le mani affusolate dalle dita lunghe, i piedi magri che battevano l’acqua chiara.

Avrebbe anche potuto smettere di prestargli attenzione, magari tornando all’idea originale di leggere quel benedetto libro, ma, d’altronde, gli sembrava quasi un peccato perdere l’occasione che gli si stava presentando davanti agli occhi. Tanto valeva concludere la corsa.

 

Continuò perciò a guardare, osservare, fissare scrupolosamente ogni dettaglio che riusciva a carpire dalla distanza a cui si trovava. Continuava a farlo anche mentre lo sguardo si perdeva e la vista si sfocava per qualche attimo, rendendo il compagno una figura indistinta e di colore bronzeo, per poi metterlo di nuovo a fuoco e tornare a carpire i dettagli della sua figura snella che si muoveva in mezzo alle sporadiche onde della piscina.

 

Ancora perso in quel suo stato di trance, non si accorse subito del fatto che il più giovane avesse smesso di nuotare, ma che si era anzi fermato al bordo della piscina, il respiro pesante e le guance rosee per lo sforzo. Strinse le mani sulle piastrelle bagnate del bordo piscina, per poi fare pressione sulle braccia e sollevarsi fuori dall’acqua, il costume umido attaccato alla pelle e i muscoli forti della schiena in contrazione. YoonGi spalancò gli occhi quando l’altro, una volta in piedi sul pavimento stabile di piastrelle azzurrine, gli fece un cenno con la mano accompagnato da uno dei suoi soliti sorrisoni luminosi a forma di cuore, in cui era nascosto un pizzico di malizia, cosa che il maggiore sapeva fin troppo bene. 

 

YoonGi mise furiosamente il libro nella sua borsa, alzandosi repentinamente dal suo posto nelle tribune e dirigendosi verso la porta che dava accesso agli spogliatoi, vuoti per l’orario che ormai aveva raggiunto le 12:30. Frugava nella borsa poggiata su una spalla, cercando quelle caramelle dolci che erano l’unica cosa che riusciva, al contempo, a rilassare lui ed a mettere in agitazione il fidanzato. Avevano un conto in sospeso ora, dopo quelle due ore di tortura psicologica per il maggiore. Si mise il lecca-lecca in bocca, mugugnando infastidito.

«Stupido Hoseok. Adesso te la faccio vedere io.»

 

~~~

 

HoSeok varcò l’entrata che dava sullo spogliatoio maschile, completamente vuoto. O meglio, quasi completamente: su una delle panchine presenti nella stanza, seduto in modo scomposto e a gambe aperte, il suo ragazzo YoonGi,  totalmente concentrato sulla caramella che aveva in bocca. Il moro alzò lo sguardo sul suo ragazzo, con grande tranquillità, e tolse con uno schiocco il dolcetto dalle sue labbra.

«C’è l’hai fatta, SeokSeok. Ci hai messo una vita a farti la doccia.»

Fece correre lo sguardo lungo il corpo lucido ed umido del fidanzato, che in quel momento aveva solo un asciugamano bianco avvolto intorno alla vita. I suoi occhi esitarono per qualche attimo su di esso, per poi tornare a vagare lungo il petto. 

«Sbrigati a cambiarti, voglio andare a casa a mangiare» sbuffò ricominciando a mangiare il lecca-lecca. HoSeok si prese il lusso, alcuni secondi, di poter osservare il suo ragazzo, per poi girarsi e infilarsi i boxer.

Riusciva a percepire il modo in cui gli occhi di YoonGi lo analizzavano, lasciando una scia bollente dove essi si posavano: il collo, le spalle e poi le scapole, fino a scendere giù, lungo la sua spina dorsale e i suoi fianchi; giù, per arrivare alle sue cosce ancora umide dalla doccia.

 

Si sedette sulla panchina per infilarsi i jeans attillati che sapeva piacessero tanto al suo Hyung, vedendo quest’ultimo fingere bellamente di ignorarlo; HoSeok era sicuro di averlo visto spostare lo sguardo, non appena lui si era seduto, dalle sue gambe al lecca-lecca, a cui ora stava dedicando tutta la sua attenzione. Mentre si allacciava la cintura lo osservava tenere stretto il bastoncino bianco fra le due dita, mentre passava prima le labbra rosee e poi la lingua sulla piccola sfera arancione, con la cristallina intenzione di vendicarsi del minore. E diamine, ci stava riuscendo dannatamente bene. 

 

Il ragazzo dai capelli rossi non riusciva, e non voleva, distogliere lo sguardo, ma si ritrovò costretto a farlo quando sul volto del suo fidanzato, mentre questo lo guardava con la coda dell’occhio, comparve un ghigno vittorioso. Troppo testardo per dichiararsi già sconfitto a quel gioco di provocazioni, HoSeok tornò a concentrarsi sulla sua camicia, che aveva per metà abbottonato male, per poi alzarsi e avvicinarsi ai phon dello spogliatoio frazionandosi i capelli colorati con un asciugamano. Non gliel’avrebbe data vinta tanto facilmente, soprattutto quando la battaglia era stata ingaggiata da lui stesso. YoonGi solitamente era piuttosto passivo riguardo alle sue provocazioni e non praticamente rispondeva. Quel giorno, però, il suo ragazzo doveva essersi svegliato con la luna particolarmente dritta e il rosso non poteva chiedere di meglio. 

 

Iniziò ad asciugarsi i capelli con il getto d’aria calda proveniente dai rumorosissimi phon della piscina comunale. Continuava intanto ad osservare l’altro, che aveva chiuso gli occhi e continuava a ciucciare la caramella. HoSeok, che già iniziava a sentire i boxer stretti, rimase sorpreso quando lo vide alzarsi piano dalla panca, per poi avvicinarsi lentamente a lui.

Avanzava a passi felpati, gli occhi socchiusi e un sorrisetto quasi perverso sul volto pallido. Una volta che questo fu a pochi centimetri dal suo, YoonGi appoggiò le labbra sulla pelle della spalla lasciata scoperta quando si era premurato di slacciare uno o due bottoni. Il ragazzo lasciò sulla sua pelle liscia un breve e casto bacio, per poi trascinare il lecca-lecca, ancora bagnato della sua saliva, sulla pelle abbronzata del collo di HoSeok, che percepiva scariche di brividi lungo quella linea gelida che andava dalla sua clavicola fino all’angolo delle sue labbra. Lo sguardo opaco di malizia del maggiore si incatenò per un attimo al suo, finché la caramella non fu spinta dalle sue labbra nella sua bocca socchiusa, fresca e umida. 

 

Il fidanzato mise una mano fra i suoi capelli, ancora bagnati, scompigliandoli e intrecciandovi le dita magre e affusolate e fece scivolare l’altra sulla sua schiena liscia, fra il tessuto color panna della camicia e la sua pelle, aggrappandosi non troppo delicatamente a lui. HoSeok si stava beando, ad occhi chiusi, del tocco freddo sulla sua pelle e del sapore dolce del lecca-lecca, quando YoonGi, all’improvviso, aveva iniziato a leccare un lembo di pelle vicino alla sua clavicola: non aggressivamente, come faceva di solito quando voleva fargli un succhiotto, ma piano, sebbene non mancasse della sua solita sicurezza. Iniziava a salire, alternando leccate, piccoli morsi, e baci bollenti, seguendo la linea prima tracciata con il lecca-lecca, passando per la gola, sul suo pomo d’adamo che andava su e giù per la situazione, fino al lobo del suo orecchio che iniziò a succhiare come la caramella che aveva prima in bocca, facendo rilasciare a HoSeok un gemito gutturale.

 

Con il respiro pesante, percepì il fidanzato lasciare in pace la sua pelle infuocata, sospirando al suo orecchio qualcosa che suonò molto come un “ho vinto io”, per poi allontanarsi dal suo corpo che ancora fremeva.

A HoSeok venne tolto il lecca-lecca di bocca, per essere riportato fra le labbra del moretto che gli rivolse uno sguardo accompagnato da un ghigno vagamente derisorio.

«Su, finisci di prepararti. Voglio andare a mangiare, HoSeok-ah»

Quest’ultimo, ancora a bocca aperta, vacillò per un attimo prima di tornare ad asciugarsi i capelli, un po’ imbronciato.

“Al diavolo. Questa volta, ha vinto lui.”

 

 

 

 

 

   
 
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