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Autore: Phoenix93    13/01/2018    2 recensioni
La tranquilla e bella Grecia arcaica sembra essere scossa dal profondo. Meteore squarciano i cieli e vortici sfregiano i mari. Un evento di portata epica sta per accadere: La rinascita dei Titani. La terra era ormai in lotta con sé stessa, i mostri dimostravano una ferocia inaudita e gli dei dovettero reagire. Fu così che la vita di un giovane contadino dell’Arcadia venne stravolta completamente.
Genere: Azione, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo IV: Il gruppo Delta
 
Maestro e allievo si concessero un'ora di riposo per ritemprarsi dallo scontro appena concluso, poi si diressero verso le porte del tempio.
- Ma come faremo a uscire dalla Duat? - chiese lungo il tragitto il giovane agricoltore. Amir non rispose fino a quando non furono arrivati davanti alle immense porte del tempio, ci posò la mano sopra e pronunciò chiaramente la sua destinazione.
- Peloponneso. –
Amir scomparve lentamente in una luce biancastra fino a quando Damos non si ritrovò solo.
- Bene, grazie per l'aiuto. - esclamò a vuoto il giovane, quindi si decise ad avvicinarsi al mastodontico portale; titubante, ci appoggiò sopra la mano e fu pervaso subito da un senso gelido straordinario e pronunciò la parola con tutta la calma che riuscì ad infonderci.
- Peloponneso. – giusto per sicurezza un attimo dopo aggiunse - ehm… dove hai portato Amir, per intenderci. –
Non accadde nulla. Nessuna luce, niente di niente. Era ancora lì, solo e di fronte all'immenso portale.
- Ehm... signora luce biancastra? Avrei una certa fretta, per cui se non ti dispiace potresti... velocizzare il tutto? - disse in tono spazientito. Cinque minuti dopo era ancora lì, con la mano appoggiata al portale. Stava per tornarsene indietro, quando un'idea gli balenò per la mente.
Prese la sua moneta e la appoggiò sulla porta, quindi riprovò a pronunciare la destinazione.
- Più veloce che puoi, per favore. -
La luce bianca lo investì. Damos sentì il suo corpo come attraversato da milioni di scintille che danzavano allegramente sulla sua pelle. La luce si fece più intensa e dovette chiudere gli occhi.
Quando li riaprì, un attimo dopo, era in una valle disseminata di colline e accanto a lui c'era Amir.
- Ce l'hai fatta finalmente! Uff, pensavo di morire di vecchiaia prima del tuo arrivo. – commentò divertito.
- Be’, se qualcuno mi avesse detto come si faceva non ci avrei messo tutto questo tempo, giusto? – replicò l'agricoltore in tono seccato.
- Quindi, ora che siamo qui cosa facciamo? - domandò guardandosi attorno in cerca dei segni del passaggio della chimera, ma ovunque volgesse lo sguardo, Damos poteva vedere solo una prateria sconfinata.
- Ci dirigiamo a Tirinto1, lì troveremo la nostra piccola amica. –
Il giovane fece emergere un piccolissimo ed inutile dettaglio: Tirinto era lontanissima dalla loro posizione che era pressappoco persa nel nulla più assoluto.
-Volere è potere. E si dà il caso che noi abbiamo potere, o perlomeno io. – sghignazzò, mentre dal terreno spuntò uno sciacallo grande quanto un cavallo.
- Tutti in groppa! - esclamò l'egiziano issandosi sulla groppa del canide. L'allievo lo imitò prendendo posto dietro al suo mentore.
-Vai a Tirinto, bello. - Senza esitare lo sciacallo prese a correre con velocità irreale verso est.
- Ci vorranno due ore. - annunciò quindi Amir.
- Due ore?! La chimera2 avrà tutto il tempo di mangiarseli e poi schiacciare un pisolino. - obiettò Damos.
- Sì, è vero. Potrebbe. Ma non conosce Alex e Lilyth. - rispose ridendo Amir.
- E chi sarebbero? - domandò giustamente l’allievo, stava cominciando a preoccuparsi per la noncuranza del suo maestro.
- Oh, nessuno! Solo i due migliori cacciatori di mostri esistenti nel tempio. Credimi, se non hanno fatto ritorno da tre giorni ci dev'essere una motivazione assai più grave, ma adesso goditi il viaggio. -
 
Tre giorni prima.
 
Una notte stellata, ma priva di luna. Due sagome si muovevano rapidamente lungo una grande prateria.
- Dev'essere qui da qualche parte…- disse una delle due ombre poco prima di giungere nei pressi di una città fortificata.
- Tirinto... non sembra se la passino bene ultimamente. - disse l'altra giusto qualche istante prima che una gigantesca vampata incendiasse buona parte delle case all'esterno della fortificazione. Le fiamme illuminarono la notte quasi come se fosse giorno. Alla luce delle vampe le due figure si rivelarono essere un ragazzo e una ragazza.
La gente cominciò a uscire dalle case urlando. Alcuni di loro erano avvolti nelle fiamme e fuggivano senza logica braccati da una presenza famelica alle loro spalle.
- È uno scherzo? - chiese la ragazza ironicamente vedendo la creatura che emergeva dalla penombra: un gigantesco leone dalla criniera dorata e dalle fauci spalancate ancora fumanti per la fiammata di una bellezza letale. Sulla schiena cresceva un busto caprino velloso dal manto candido come la neve: se una pecora può sembrare minacciosa quella era terrificante. La coda della ibrida creatura, invece, era un serpente vivo che si contorceva spruzzando acido sui malcapitati che passavano alla sua portata.
- È una chimera, Lily. È solo l'ennesimo mostro che ammazzeremo. – osservò noncurante il ragazzo, studiando il mostro che lo fronteggiava.
- Lo so che è una chimera, ma è un mosaico vivente! Tutto qui Alexander. –
Rispose la ragazza infilandosi un guanto di pelle.
- Ti ho già detto mille volte di chiamarmi Alex. - brontolò sguainando una spada di bronzo.
- Andiamo! - dissero all'unisono i due cacciatori nello stesso istante in cui la chimera balzò ruggendo, belando e sibilando su di loro.
In quell'attimo successero parecchie cose. Anzitutto un tuono squarciò il cielo notturno forgiando un martello da guerra. Alex si concentrò e dopo pochi istanti la massa muscolare del braccio che stringeva la lama si sviluppò conferendo al suo fendente una forza prodigiosa, tuttavia non sembrò sortire alcun effetto sulle zampe leonine del mostro, se non farlo infuriare di più.
Alex dovette scansarsi per evitare le possenti fauci del leone spostandosi di lato, non riuscendo però ad evitare una testata dalla parte caprina che lo gettò a terra.
Subito la coda saettò verso di lui e morse il giovane cacciatore sul braccio; un'intensa fitta di dolore lo travolse, mentre il veleno del mostro gli entrava in circolo.
- Bel tentativo, Al. Dico davvero. Dai, ora ti faccio vedere come si fa! - rise la ragazza facendo roteare il martello per poi abbatterlo con forza nel fianco scoperto del mostro. Il martello al momento dell'impatto liberò una saetta che bruciacchiò il vello della chimera che, come pronta risposta, usò la coda serpentina per un attacco repentino. La giovane cacciatrice riuscì a deviare l'attacco del serpente con il piatto del martello che lo ustionò con l'elettricità latente del suo maglio.
La chimera ruggì e la coda sembrò afflosciarsi, poi fu facile per Alex mozzarla di netto con un fendente. L’estremità cadde a terra in preda agli spasmi in una pozza di sangue nero.
Il mostro ruggì d'ira per la perdita dell'arto, mentre i due giovani ripresero un po' di fiato. -Lily, hai notato anche tu? - chiese Alexander alla compagna.
- Ti riferisci al fatto che la chimera sembrava ci stesse aspettando come se sapesse del nostro arrivo? - chiese esponendo ciò che entrambi stavano pensando da un pezzo.
–Sì, ci dev'essere una spia giù al tempio. Ma adesso abbiamo da fare, ce ne occuperemo dopo. - rispose in tono seccato.
- Attenta! - esclamò Alex spingendo di lato la ragazza, infatti il mostro aveva vomitato una nuova ondata di fiamme dalla bocca leonina; i riflessi del ragazzo, rallentati dal veleno, non riuscirono ad evitare che Lily venisse ustionata al viso. Ora la chimera aveva un'ottima possibilità di aggiudicarsi la vittoria, ma si fermò.
L'aria cominciò a turbinare ed una ventina di sagome incappucciate circondarono i due cacciatori.
- Tutto qui quello che riesce a fare il tempio degli dei? - Ghignò una sagoma facendosi avanti.
 
Glossario:
1Tirinto: Città fortificata dell'antica Grecia situata nel Peloponneso sud-orientale.
2Chimera: Mostro mitologico dal corpo di leone, sulla cui schiena cresce una testa di capra e per coda ha un serpente; le zampe anteriori sono quelle del felino, mentre quelle posteriori sono dell'ovino. Figlia di Echidna e Tifone, nella mitologia classica fu sconfitta da Bellerofonte e Pegaso.
 
   
 
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