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Autore: WolfEyes    14/01/2018    0 recensioni
[Team Galaxy]
[Team Galaxy - The Far Out Adventures of Team Galaxy]
La vita prosegue tranquilla al Galaxy High, mentre i ragazzi si addestrano per diventare Space Marshals, ma un nuovo arrivo sconvolge, per certi versi in positivo e per altri in negativo, il team protagonista. Un arrivo che sembra allontanare Yoko da Josh proprio quando quest'ultimo si stava rendendo conto di amarla, mentre una notizia inaspettata costringe Brett a prendere una drastica decisione...
[Josh/Yoko centric, accenni Nuovo personaggio/Yoko, Brett/Nuovo personaggio, Josh/Nuovo personaggio, Bobby/Toby]
[Revisionata dal 14/01/2018]
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*= chi approda qui sappia che i precedenti capitoli sono stati rivisitati e corretti. Nulla di sostanziale, revisione stilistica nei punti decisamente carenti. Lieve modifica è che Josh non cade dal pero al primo capitolo, ma è già consapevole di provare più di una semplice amicizia per Yoko, anche se di fatto non lo ammette apertamente nemmeno a sé stesso (da brav’uomo testone e orgoglioso qual è, non nomina “amore” e altre cose).

 

Ricapitolando: a fronte di un nuovo programma di orientamento che coinvolge i potenziali futuri iscritti del Galaxy, ad ogni team viene assegnato un nuovo membro. Josh, resosi conto che da tempo nutre per Yoko qualcosa che va ben oltre l’amicizia, non sembra accettare di buon grado l’arrivo di un certo Brian e nemmeno digerisce il modo con cui Yoko gli si attacca. Tuttavia, avendo avuto modo di capire che Yoko non sembra nutrire per lui lo stesso sentimento e che, al contrario, sembra che questo Brian inizi a piacerle, Josh tende ad isolarsi sempre di più, anche perché non ha modo di rimanere con lei senza che Brian le stia alle calcagna.

Nel frattempo, Kirkpatrik offre a Brett una proficua opportunità che però prevede il suo trasferimento alla Moon Academy, prestigiosa scuola situata sulla Luna. Il piccolo non vuole parlarne con i propri amici e parenti, consapevole che, anche non volendo, potrebbero influenzare la sua scelta.

Yoko, vista la lontananza che avverte da parte dei suoi amici, chiede a Brian di farle da accompagnatore ad un provino, ruolo solitamente ricoperto da Josh, Brett e Fluffy, e se ne pente poco dopo, domandando al ragazzo di non farne parola. Rincuorata poi dal fatto che finalmente Brian e Josh si scambino qualche parola all’ora di pranzo, non capisce che in realtà i due non sono partiti affatto con il piede giusto, ma realizza di tenere a Josh più che a qualsiasi amico avesse mai avuto.

Al nuovo team viene assegnata una missione di recupero di alcuni campioni di roccia spaziale e Brian, conscio del fatto che Josh provi qualcosa per Yoko ma consapevole che il giovane sembri preferire isolarsi piuttosto che tentare di affrontare la questione, parla con la ragazza e insinua che, se Josh tiene a lei, glielo saprà dimostrare (immaginando invece che Josh non farà proprio nulla e segnerà una ulteriore rottura tra i due).

Durante la missione su Mehrin 8, Josh acquista un piccolo portachiavi con l’intento di donarlo a Yoko, sebbene non abbia idea di quando si presenterà l’occasione adatta.

 

 

Capitolo 8

Momenti sbagliati

 

 

 

Cominciava ad odiare i momenti in cui veniva a sapere che il direttore Kirkpatrik lo voleva nel suo ufficio. Erano da poco tornati dalla missione su Mehrin 8, ma sapeva benissimo che non aveva nulla a che fare con quello. Avevano già fatto rapporto e consegnato i campioni.

Temeva di dover scegliere. Temeva la sua stessa scelta. Cos’avrebbe dovuto fare? Perché qualcuno non poteva scegliere al suo posto?

Sbuffò sonoramente, rassegnato all’idea di dover affrontare quella decisione, mentre con passi pesanti e svogliati percorreva il lungo corridoio ormai semideserto. Giunto davanti all’ufficio del direttore, prese un grosso respiro prima di bussare educatamente, attendendo un invito ad entrare.

«Avanti!», si udì provenire dalla stanza.

Gli ci volle tutta la propria forza di volontà per convincersi ad aprire quella porta di legno scuro.

«Oh, Brett!», esclamò l’uomo con un sorriso, entusiasta. «Speravo proprio che fossi tu! Prego, accomodati», gli disse, indicando una delle sedie poste di fronte alla scrivania.

«Grazie», sbiascicò il ragazzino con ben meno entusiasmo del direttore, immaginando che gli avrebbe fatto pressione.

«Ho saputo che la vostra missione su Mehrin 8 è andata a buon fine», iniziò allora l’uomo, notando un certo disagio del ragazzo. Aveva dato al loro rapporto soltanto una rapida occhiata, sommerso com’era da tutti quelli delle missioni con i nuovi membri.

«Oh, sì, certo. Brian è stato un ottimo collaboratore. Non l’ho controllato per tutto il tempo, per quello dovrebbe rivolgersi a Yoko, ma la sua presenza è stata senz’altro positiva», spiegò il giovane.

«Già, mi pare di averlo visto inserito bene nonostante siano trascorsi pochi giorni», concordò Kirkpatrik. «Tuttavia… Mio figlio non sembra essere del tuo stesso parere, non è vero?», tentennò poco dopo.

Brett rimase sorpreso. Che lo avesse chiamato in ufficio per parlare del figlio? Eppure non era da lui, solitamente parlava con Josh in modo diretto.

«Credo che siano soltanto partiti con il piede sbagliato», azzardò allora. Non poteva certo dirgli che Josh era diventato schivo con lui e Yoko e che probabilmente odiava a morte Brian per un motivo a lui ancora ignoto.

«Capisco…», rimuginò, scribacchiando qualcosa. «Caro Brett, come immagini, in realtà ti ho fatto chiamare qui da me per un altro motivo. Si tratta della Moon Academy», annunciò, cambiando discorso senza soffermarsi troppo a parlare del proprio figlio scapestrato.

Le preoccupazioni di Brett si erano appena materializzate. Aveva temuto quelle parole, eppure non poteva sfuggirne.

«Io ed il Consiglio del Galaxy High abbiamo preso una decisione. Così come il nostro nuovo programma permette a studenti di altre scuole di visitare la nostra, conoscerla più da vicino ed eventualmente iscriversi per gli anni futuri, abbiamo pensato di ospitare qui uno studente della Moon Academy che ti possa così illustrare il programma della sua scuola. Inoltre, vivendo qui per un certo periodo di tempo, potrà poi riportare la propria esperienza alla Moon, e ciò non farebbe che bene alla nostra immagine, oltre che naturalmente aiutarti e facilitarti nella tua scelta. Che ne pensi? Sarà il miglior studente dell’istituto», spiegò il direttore.

Brett non era sicuro di aver ascoltato tutte le parole del direttore, per un attimo gli parve di non trovarsi nemmeno più in quella stanza, se non fisicamente. «Cioè, sta dicendo che arriverà una sorta di tutor? Per me?», tentennò, sperando di aver capito bene le parole dell’uomo.

«Esatto. Sarà un’occasione perfetta anche per scambiare informazioni, migliorarci e farci conoscere da una scuola tanto prestigiosa. Non fraintendermi, Brett. Naturalmente il nostro scopo è agevolarti nella tua scelta. Vogliamo che tu possa avere i migliori chiarimenti ad ogni tua domanda. E chi meglio può svolgere questo ruolo, se non uno studente della stessa Moon?», si spiegò il direttore, in un misto di enfasi per l’opportunità che aveva il Galaxy High e di dispiacere per la potenziale perdita del suo studente modello.

«Certo, certo, capisco», balbettò Brett, che forse soltanto ora cominciava a metabolizzare le parole del direttore. Apprezzò che almeno cercasse di metterlo nelle condizioni migliori per la sua scelta e che non preferisse tenerlo all’oscuro di tutto pur di averlo ancora al Galaxy.

«L’arrivo del loro miglior studente è fissato per dopodomani, Brett», gli comunicò.

Il ragazzino parve svegliarsi. «Dopodomani?», ripeté, incredulo. «Direttore Kirkpatrik, io… Vede, c’è un problema», tentennò. «Josh e Yoko non sanno che potrei andarmene».

 

 

Fluffy sbadigliò rumorosamente. Avevano fatto ritorno sulla Terra soltanto da un paio di ore e avevano già fatto rapporto, eppure Brett era già sparito e il piccolo cucciolo cibernetico si era appisolato sul tappeto.

Josh sbuffò. Seduto sul bordo del letto, si prese il volto tra le mani e poggiò i gomiti sulle ginocchia. Era riuscito a riposare appena un po’, ma poi i pensieri nella sua mente si erano fatti più forti di prima, costringendolo ad abbandonare l’idea di dormire. Tirò fuori dalla tasca il ciondolo che aveva comprato su Mehrin 8 e si diede dell’idiota.

Non era un oggetto personale quanto un gioiello, ma da quando in qua le faceva regali? Consegnarglielo sarebbe significato indubbiamente dichiararsi alla ragazza che amava, ma con che faccia tosta sarebbe andato da lei a fare una cosa del genere, sapendo che alla ragazza molto probabilmente di lui non importava granché?

“Io con il mio leader? Mai! E poi se voglio diventare famosa ho bisogno di trovare qualcuno che sia più promettente, che abbia successo!”, ricordò.

Si rigirò il portachiavi tra le mani ancora per qualche minuto prima di accorgersi che Fluffy non stava più dormendo, ma, al contrario, lo stava fissando, interessato. Un amaro sorriso si fece largo sul viso di Josh, che prese il portachiavi per l’estremità e lo mostrò al cucciolo.

«Ti piace?», gli chiese.

Il piccolo non mancò di rispondere con i suoi versetti robotici, sorridendo e scodinzolando.

«Ti dirò un segreto, Fluffy, ma devi promettermi di non rivelarlo a nessuno», disse con voce grave il ragazzo, il cui sorriso si era ora fatto più spontaneo e sincero e che osservò, divertito, il mutare dell’espressione dell’amico, improvvisamente fattosi serio. Una promessa abbastanza stupida, in realtà, dal momento che a capirlo era soltanto lui.

«Questo ciondolo l’ho preso per Yoko. Eh già, la nostra Yoko, l’avresti mai detto? Ma non credo affatto che lei ricambi e, inoltre, con quel Brian sempre tra i piedi, non saprei nemmeno quando darglielo», spiegò, tornando a fissare la piccola stella.

Fluffy lo aveva ascoltato senza perdere una parola. Lui stesso provava affetto per i suoi compagni di squadra, nonché i suoi padroni, ma era solito dimostrare apertamente il proprio attaccamento a quel gruppetto strampalato, e le parole di Josh perciò gli suonarono strane e quasi prive di senso. Si mise sulle zampe posteriori e, con la bocca, afferrò svelto il ciondolo, correndo poi verso la porta ed aprendola prima che Josh riuscisse ad impedirglielo. Lui stesso gli aveva insegnato ad alzarsi su due zampe ed a ruotare la maniglia, non si sarebbe dovuto stupire.

«Fluffy, che stai facendo?», gridò il moro, correndogli dietro.

Inutile precisare che il robotino era ben più veloce di lui e che, nonostante il corridoio fosse sgombro al punto da agevolargli la corsa senza dover mostrare particolare agilità, non riuscì comunque a raggiungerlo.

«Fermati, Fluffy, torna qui!», gridò nuovamente, con tono più duro, sperando erroneamente che in quelle parole riconoscesse un ordine al quale obbedire immediatamente.

Il cagnolino continuava a correre imperterrito, alla ricerca della propria meta, senza voler sentire ragioni. Arrestò la propria corsa soltanto quando si trovò di fronte alla stanza interessata.

Quando Josh fu abbastanza vicino da riconoscere la porta della stanza di Yoko si sentì gelare. Gridò ancora a Fluffy di fermarsi, ma quello era già su due zampe, intento a far girare la maniglia. Il ragazzo si era fatto abbastanza vicino alla porta da essere proprio davanti ad essa mentre questa veniva aperta.

Si svolse tutto in pochi secondi, che tuttavia bastarono a Josh per maledire Fluffy per aver scelto un momento tanto inopportuno.

Yoko era appena uscita dal bagno comunicante con la sua camera da letto. Dopo la missione e dopo aver fatto rapporto, aveva optato per una rilassante doccia rigenerante, peccato che la avesse appena terminata e che proprio in quel momento stesse tornando in camera avvolta soltanto da un lungo asciugamano bianco, mentre i capelli ancora bagnati gocciolavano acqua sul pavimento. Non aveva avuto il tempo di realizzare quanto stava accadendo, aveva sentito una voce gridare a Fluffy di fermarsi, ma poi la porta si era aperta di scatto, rivelando appunto il cucciolo e un Josh trafelato piombato sulla soglia un attimo dopo.

Per un solo secondo erano rimasti immobili a fissarsi, poi Josh aveva afferrato Fluffy prima che potesse entrare nella stanza e correrle incontro e aveva chiuso la porta con uno scatto fulmineo. Dall’altra parte, Yoko era corsa a far scattare la serratura per impedire che qualcuno la riaprisse.

«Dio, Yoko scusami!», iniziò a ripetere Josh, imbarazzato e mortificato, mentre strappava il portachiavi dalla bocca di Fluffy e se lo ricacciava in tasca.

La giovane, nella stanza, urlava come un’ossessa. «Che diavolo vi è venuto in mente? Io almeno busso prima di entrare in camera vostra! Vi sembra questo il modo!?», continuava a gridare, paonazza. Il cuore quasi le martellava in gola per l’imbarazzo.

«Ti prego, ti prego, ti prego, perdonami! Non so cosa sia preso a Fluffy», tentò di giustificarsi il moro, imbarazzato almeno quanto lei.

Dall’altra parte, Yoko era seduta sul pavimento con la schiena poggiata alla porta. Si passò una mano sul viso, cercando di contenere la rabbia e la vergogna. Non era stato intenzionale, si ripeteva. Fortunatamente, nessuno aveva potuto vederla dal corridoio.

«Fate in modo di non essere lì fuori quando mi sarò data una sistemata, o giuro che vi uccido!», sentenziò, lapidaria.

I due raggelarono. Avrebbero fatto bene a scomparire, se ci tenevano alla pelle.

«Fluffy, non farlo mai più!», gli intimò il padrone prima che si incamminassero. Non voleva sgridarlo troppo pesantemente, in fondo aveva capito che lo aveva fatto a fin di bene, tuttavia era anche vero che il cucciolo non aveva rispettato l’ordine di fermarsi. E nemmeno aveva avuto l’accortezza di bussare.

Sbuffò sonoramente, pensando alla figuraccia che aveva fatto con Yoko. Sarebbe riuscito a guardarla in faccia senza sentirsi in imbarazzo? Si disse, però, che era anche vero che non aveva visto nulla di sconveniente. Una frazione di secondo dopo si ritrovò ad ammettere che Yoko fosse stupenda in qualsiasi modo si presentasse. Arrossì violentemente ripensando a come i capelli sciolti le ricadessero sulle spalle nude e a come la sua figura risaltasse nonostante fosse avvolta dal pesante asciugamano. Si diede immediatamente dell’idiota e si impose di darsi un contegno, aveva appena rischiato di fare un gran casino.

Sfortunatamente, nel tragitto preso per tornare in camera, incrociò il suo acerrimo rivale, pronto a metterlo alla prova.

«Kirkpatrik», lo chiamò, prima che fosse troppo lontano per sentirlo.

«Che vuoi, Bobby?», gli rispose stancamente l’altro, mantenendo un certo distacco. Non aveva davvero voglia di dargli corda.

Il castano gli si avvicinò, avendo l’accortezza di parlare più a bassa voce. «Non mi dirai che la vostra nuova matricola mette i bastoni tra le ruote a te e a Yoko, eh?», lo canzonò, divertito. Aveva sempre pensato che tra i due si nascondesse qualcosa, ma poiché ogni volta smentivano con molta calma, aveva rinunciato ad insistere per metterli in imbarazzo e anzi, aveva continuato proprio con il puro intento di infastidirli.

«Dici? Io farei più attenzione a Toby, se fossi in te», gli suggerì il moro, ricambiando lo stesso sorriso malizioso e dandogli un colpetto con il gomito.

Da quanto nel loro team era arrivata una nuova ragazza, il trio aveva subito legato con lei, ma Josh aveva notato che quando questa si faceva un po’ troppo vicina a Bobby, Toby non la prendeva troppo bene. Ricordava di averla vista rispondere male a Bobby prima di andarsene, quello stesso giorno in mensa.

«Non sono affari tuoi», tentò di difendersi il ragazzo, colto alla sprovvista, con il viso in fiamme.

 «Allora non aggiungere altro, se non vuoi metterti in difficoltà», lo canzonò Josh, divertito, prima di riprendere a camminare, mentre anche Fluffy sogghignava.

«Hai visto, Fluffy? Pensava di prenderci in giro», scherzò.

Tornato nella propria stanza, ebbe la premura di nascondere il portachiavi in un cassetto. Prima o poi avrebbe trovato il modo di consegnarlo a Yoko, si disse. Sospirò e si voltò verso Fluffy, che lo guardava senza capire. «Vedi…. A te sembra normale dire sempre le cose come stanno, ma… Ecco, noi esseri umani siamo più… Complicati», tentò di spiegargli, grattandosi la nuca. «E stupidi», ammise, chinando il capo.

 

 

Al solo pensarci, il cuore le batteva ancora all’impazzata. Come poteva essersi catapultato nella sua stanza così all’improvviso, senza nemmeno bussare? Cercò di darsi una calmata, in fondo era stato un incidente, Fluffy non aveva certo intenzione di metterla in imbarazzo di proposito e non poteva certo immaginare che la ragazza fosse appena uscita dalla doccia. Prese un profondo respiro, sperando la aiutasse a calmare i nervi. Si affrettò a vestirsi, lasciando invece che l’asciugamano che aveva avvolto come un turbante le asciugasse i capelli ancora per un po’. Si lasciò cadere sul letto, pensierosa. Deglutì a fatica quando con la coda dell’occhio notò che il volantino giallo acceso dei provini per Romeo e Giulietta era ancora lì, sulla sua scrivania. Perché non l’aveva ancora buttato? Josh avrebbe potuto vederlo…

Uno strano senso di inquietudine la invase, facendola sentire in colpa. Era trascorsa ormai una settimana e l’insieme di impegni le aveva fatto quasi dimenticare la faccenda, dal momento che, inoltre, non si aspettava nemmeno di aver ottenuto la parte e preferiva non pensarci. Era riuscita egregiamente a non far emergere l’accaduto di fronte ai compagni, di fronte a Josh, ed a mantenere la sua facciata allegra e spensierata. Non era altro che uno stupido provino, ma l’idea che i due potessero venire a sapere che lei non li avesse coinvolti le faceva venire voglia di sotterrarsi. Si maledisse per essersi a sua volta allontanata, per non aver detto nulla a Brett e Josh quella mattina, per non avere mai il coraggio di fermare il moro quando lo vedeva allontanarsi. Sciolse il nodo dell’asciugamano ed iniziò ad usarlo per massaggiarsi la testa, ancora pensierosa. Come un fulmine a ciel sereno, le balenò nella mente un’idea che aveva quasi dimenticato, nonostante da tempo l’avesse proposta al direttore Kirkpatrik. Gli occhi le brillarono. Sì, era quello che ci voleva.

 

 

 

Angolo dell’autrice

La miriade di impegni mi ha fatto finire gli aggiornamenti di questa storia nel dimenticatoio. Non nego che sia difficile trovare il tempo per scrivere, e che spesso se trovo il tempo ho l’ispirazione per scrivere altre cose, ma questa storia merita un finale e vi giuro che prima o poi arriverà.

La faccenda si complica, non tanto per le vicende in sé ma perché questo progressivo allontanamento si sta quasi facendo sempre più radicato da entrambe le parti, se prendiamo in considerazione Yoko e Josh. Lei, che ancora si colpevolizza per quel famoso provino, e lui, che in fondo cerca di riavvicinarsi. E che cosa avrà in mente la nostra Yoko? Per quanto riguarda Brett, poi, sembra che sia davvero giunto il momento di affrontare la questione con i suoi compagni di squadra.

Potrebbero sembrare un po’ codardi, ma sinceramente li trovo solo degli adolescenti pieni di pare mentali.

Spero di poter aggiornare presto, ma non prometto nulla ed è proprio meglio che non lo faccia… Un enorme grazie a chi legge ed eventualmente commenta, sperando ci sia ancora qualcuno ^^ Le mie recensitrici le ho perse per strada, ma spero di ritrovarle, un giorno.

Un abbraccio

WolfEyes

  
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