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Autore: Leila 95    14/01/2018    5 recensioni
L'amore più forte è quello che può darti un fratello che non avresti mai immaginato di avere.
(Ambientato durante Il Ritorno dello Jedi, poco prima della partenza per Endor)
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Han Solo, Luke Skywalker, Principessa Leia Organa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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BROTHERHOOD
La loro presenza, radiosa e piena, mi colpisce con la forza di una folgore prima ancora che imbocchi il corridoio che porta all’ufficio di Leia. Il sentimento che li lega indissolubilmente è vivido e chiaro nella mia mente come non mai – sembra una luce calda e avvolgente, qualcosa di concretamente tangibile.
Quando raggiungo l’ufficio, la porta è aperta. Dall’interno sento le loro voci mentre chiacchierano, ma non è quello che si stanno dicendo che desta il mio stupore, bensì il modo in cui stanno parlando – un modo tranquillo e pacato che non ti aspetteresti da due persone volitive e colleriche come sono sempre state l’una nei confronti dell’altro: Han è seduto sulla piccola scrivania di metallo, con Leia fra le sue braccia; le sue mani sono appoggiate sui glutei di lei, i pollici ficcati nelle tasche posteriori dei pantaloni; le dita di Leia sfiorano distrattamente il primo bottone della sua camicia mentre ascolta ciò che lui le sta dicendo.
Sembra che stiano insieme da sempre, che siano nati per stare insieme. Non vi è neppure un briciolo dell’odio che li ha tenuti lontani in questi anni – e io come un cieco non mi ero mai accorto che questo loro amore c’era sempre stato. Forse ero ingenuo, o più semplicemente non avevo mai voluto vedere che Leia non era attratta da me, ma da lui. Le ho sempre voluto istintivamente bene, dal primo momento in cui l’ho vista nell’ologramma di R2 ho capito che era una persona speciale, e ho finito col confondere il mio affetto fraterno per un’infatuazione.
Cosa sono venuto a fare qui ora? A rivelarle ciò che mi ha confidato Yoda, ciò che una parte di me già sapeva ma che non voleva accettare, e cioè che Darth Vader – l’uomo che l’ha sadicamente torturata, che ha distrutto il suo pianeta natale e ucciso tutte le persone che le erano più care, che le ha portato via l’uomo che ama – quel mostro è suo padre, nostro padre? Non voglio turbare quest’attimo di serenità che sta vivendo: stiamo per partire per una missione, e proprio per questo un momento così è ancora più prezioso. Ci sarà tempo e modo per rivelarle una tale verità che io stesso devo ancora metabolizzare appieno.
Leia scoppia a ridere, una risata piena, genuina, spontanea, che forse non le avevo mai visto fare: batte la mano sul petto di Han, che ridacchia divertito a sua volta e la stringe un po’ più forte nel suo abbraccio.
Scuoto la testa. Non so come farò a trovare le parole adatte, ma sono convinto che non si meriti una tale ulteriore batosta…la vita gliene ha già riservate tante. Sospiro e faccio per andarmene, quando Han si accorge della mia presenza.
“Ehi, ragazzo!” mi apostrofa come al solito. “Che ci fai lì?” Immediatamente lascia cadere le mani e libera Leia dalla sua stretta.
Leia si volta all’istante, e posso notare quanto sia imbarazzata di essersi fatta trovare in quella situazione. “Luke! Cosa posso fare per te?”
“Niente” balbetto, imbarazzato almeno quanto lei. “Ero passato a dirti una cosa, ma non è importante.”
“Non ti preoccupare, me ne vado” dice Han scendendo dalla scrivania con un balzo. “Vi lascio soli.” Mi batte una mano sulla spalla ed esce chiudendo la porta dietro di sé.
“Che cosa dovevi dirmi?” chiede Leia, chiaramente desiderosa di allontanare i miei pensieri da ciò a cui ho appena assistito. Con un cenno della mano mi invita a sedermi sulla poltroncina, poi va a sedersi dietro la scrivania.
“Una cosa da nulla, davvero” le dico. “Non ha importanza.”
Segue un momento di silenzio. So che sta cercando di leggere il mio sguardo, di carpire indizi utili a capire cosa volessi dirle, ma so anche di essere impenetrabile alla sua lettura. “Qualcosa non va? C’è qualche problema?” chiede direttamente, rinunciando alla sua indagine.
“Nessun problema, perché?”
“Non lo so…da quando sei tornato ti vedo strano, più cupo, più triste – non sei più tu. Ho come una sensazione…è successo qualcosa di cui mi vuoi parlare?”
“Il mio maestro Jedi è morto” mi limito a dire. Mi ha già parlato di queste sue sensazioni: sa quanto me che sono sempre fondate, quindi non mi conviene continuare a far finta che non sia successo niente.
“Mi dispiace tanto” mi dice, e so che lo pensa davvero. Si sporge un po’ sulla scrivania e stringe la mia mano appoggiata sul datapad. Guardo le nostre dita intrecciate e subito percepisco un’onda di compassione, ma anche di conforto, proveniente da quel contatto. Sarà bello accettare una sorella speciale come Leia nella mia vita – non è certo questa la parentela difficile della mia famiglia.
“È morto sereno, in pace nella Forza” le spiego. “Gli sono stato vicino.”
“Capisco.”
Lasciamo che il silenzio accompagni questo momento di vicinanza che stiamo vivendo, immersi ciascuno nella nostalgia delle persone che troppo presto sono uscite dalle nostre vite.
Dopo qualche istante la sento prendere fiato. “Senti Luke, anche io ho una cosa da dirti.” dice.
Dal tono della sua voce già immagino il suo imbarazzo. Annuisco, invitandola tacitamente a continuare.
“Io e Han…stiamo insieme” dice diretta.
Inarco un sopracciglio, scettico. “Beh, me n’ero accorto.”
“Ecco, appunto…” Si gratta istintivamente la nuca – un gesto imparato da Han, decisamente. “Non volevo che assistessi a quello che hai visto. Volevo parlartene prima, perché…”
“Leia, non c’è nessun problema” la rassicuro.
“Davvero?”
Le sorrido. “Sì.”
Tira un sospiro di sollievo. “Luke, io ti voglio bene. Sei una delle persone più care che ho, ma Han…”
“Han è un’altra cosa” finisco la frase per lei. Han è sempre stato un caso a parte, da subito: era lui che la prendeva in giro, che la faceva letteralmente andare in fumo – eppure era da lui che andava quando voleva sfogarsi e quando aveva bisogno di una spalla su cui piangere. A suo modo lui la capiva, lo aveva sempre fatto e avrebbe continuato a farlo nonostante tutto. Lei era la ragione del suo cambiamento, il motivo che l’aveva legato alla Ribellione in tutti quegli anni trascorsi a dire di voler andare via. Tutto quello che aveva fatto negli ultimi anni lo aveva fatto per lei, ma non tanto per conquistare il suo cuore – a quello ci aveva rinunciato da tempo – quanto perché l’amava, nel modo più puro e disinteressato di cui era capace.
Annuisce. “Lui è diverso da tutti quelli che ho conosciuto. Ma è anche diverso da me, completamente – forse è per questo che ci troviamo così bene. Malgrado tutto da lui mi sento veramente capita, come non mi era mai successo prima.”
Fa una pausa, e la sua espressione si addolcisce. “Me ne sono innamorata, e so che anche lui mi ama. Posso sentirlo.”
Ecco spiegata l’angoscia che l’ha tormentata per tutti quei mesi durante l’assenza di Han, e tutte le lacrime di gioia che ha versato quando è finalmente riuscita a gettargli le braccia al collo dopo aver distrutto il galeone di Jabba The Hutt. Non so cosa voglia dire essere innamorati – non l’ho mai provato – ma posso sentire quello che sta provando Leia, il fuoco che la consuma e la anima, un fuoco più forte di qualsiasi cosa l’abbia mai pervasa. “Non devi spiegarmi nulla” la rassicuro. “È una cosa fra te e lui.”
“No, Luke, voglio che non ci siano segreti con te.”
“Leia, io sono contento per entrambi. Sul serio.”
“Non sei geloso?” mi chiede con una punta di panico.
Sorrido scuotendo la testa. “E perché dovrei?”
“Non lo so…credevo che tu, insomma…”
“Ammetto di aver perso la testa per te” le concedo. “È successo parecchio tempo fa. Sei una splendida donna, ed è impossibile non restare ammaliati dal tuo fascino.”
Arrossisce imbarazzata e china lo sguardo alla scrivania.
“Ma è Han l’uomo giusto per te, non io. Ti meriti finalmente un po’ di felicità dopo tutto quello che hai sofferto, e lui si merita una persona che gli faccia mettere la testa a posto una volta per tutte…è un uomo perbene, ma lo ha nascosto per così tanto tempo che ha finito per dimenticarsene.”
Solleva lo sguardo a incontrare il mio e sorride, serena. Vedo una nuova luce nei suoi occhi, una luce che non avevo mai visto.
“Datevi tempo” aggiungo. “Forse non oggi, e neppure domani, ma un giorno – quando questa assurda guerra sarà finita e tornerà finalmente la pace nella galassia – potrete essere felici, e crearvi il vostro piccolo universo.”
“Tu credi?”
Per un attimo mi passa davanti agli occhi una visione del futuro, chiara e nitida come la ebbi durante il mio addestramento su Dagobah: un villaggio in mezzo agli alberi, fuochi d’artificio, un’incontenibile gioia…e Leia stretta fra le braccia di Han, felice come non lo era mai stata prima. Non so quando questo accadrà, se fra un mese o fra un anno – nebuloso è il futuro – ma so per certo che quest’immagine è scritta nel loro destino. “Sì, credo proprio di sì.”
FINE
 
   
 
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