Crossover
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Autore: Lady Passion    14/01/2018    0 recensioni
Tratto dal testo:
“Zamasu… mi dispiace tanto ma per oggi non possiamo bere il thè, mi sono dimenticata di chiedere al mio maggiordomo di prepararlo.”
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Dopo aver dato uno sguardo con la coda dell’occhio all’espressione di quella mortale decise di alzarsi dal tavolo. Lei era sorpresa da quel gesto, cosa aveva in mente di fare?
“Non si deve preoccupare signorina penserò io al thè se non le dispiace.” disse con voce pacata.
Genere: Angst, Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Oneshot

Crossover

Anime: Dragon Ball Super x Doki Doki Pretty Cure

Personaggi principali : Zamasu e Alice Yotsuba/Cure Rosetta

 

Questa piccola storia è frutto di una persona che mi fa visita pochissime volte, la mia cara  ispirazione che si fa sentire nei momenti più impensabili, come una notte passata in bianco.

All’inizio avevo associato i due personaggi solo per la passione del thè creando questo collage con i frame presi dai rispettivi anime. Ma col tempo ho maturato l’idea di scrivere qualcosa, incredibile visto che non pubblico qualcosa su efp da quasi un anno, credo.

Spero che questa fic vi piaccia e se potete lasciate anche una piccola recensione.

Buona Lettura!


 

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Tea and Justice

Era una bella giornata nel paese del Sol Levante; i raggi di sole illuminavano la sontuosa villa degli Yotsuba , famiglia di grandi imprenditori molto rispettati ad Oogai Town, e vicino ad un tavolo rettangolare di legno scuro posizionato nel giardino di questa abitazione , erano sedute due persone.


Quella seduta sulla parte destra del tavolo aveva un aspetto particolare, singolare nel suo genere , una di quelle persone che potevi  incontrare solo una volta nella vita. La sua carnagione era di color verde chiaro, che a contatto con i raggi solari sembrava illuminarsi, magro e anche abbastanza alto dalle spalle larghe e al di sopra del capo aveva solo un lungo  ciuffo di capelli bianchi che poggiava in parte sul lato sinistro del volto. Aveva delle lunghe orecchie a punta su cui portava degli orecchini  dai quali pendevano delle pietre color ambra, indossava degli abiti particolari  e i suoi occhi erano color grigio con i quali osservava indifferente una ragazzina sorridente che apriva una scatola  dalle finiture  rosa luccicante.


Ella aveva i capelli castano chiaro raccolti in due grandi crocchie ,sulle quali sporgeva ad ognuna una ciocca di capelli arricciata  decorate da due trifogli, indossava  un abito color bianco e limone ,arruffato sotto una canottiera gialla a maniche lunghe ornata da fronzoli giallo pallido e tre archetti di tessuto arancione. Le sue gambe erano coperte da dei collant dorati, calzava ai piedi delle Mary-Jane nere e sul collo indossava una collana con un ciondolo a forma di trifoglio. Con la delicatezza delle sue mani, dalla carnagione chiara, apriva il coperchio di una scatola contenente dei costosi dolci di riso che erano stati  acquistati dalla migliore pasticceria della città.


“Perché ha aperto questi dolcetti signorina Alice?” domandò il suo insolito ospite dall’aria apparentemente tranquilla.


“Per il nostro thè Zamasu , per me è ormai un abitudine prenderlo a quest’ora del giorno, poi questi sono i dolci più buoni che io abbia mai assaggiato, sono sicura che ti piaceranno!” rispose la ragazza allegramente.


L’ora del thè per la signorina Yotsuba non era solo una semplice abitudine che aveva appreso perché era membro di una famiglia di alto rango, era un vero e proprio rito in cui lei si rilassava e lo trascorreva di solito con le sue amiche d’infanzia con le quali condivideva un forte legame.

“E’ un vero peccato che le mie amiche non sono potute venire , purtroppo sono impegnate: Mana deve aiutare suo padre nel suo ristorante e Rikka deve prepararsi per l’interrogazione di chimica, non ti dispiace che siamo solo noi due, vero?” disse la ragazzina dai capelli castani con un tono dolce di voce e gli occhi leggermente abbassati, anche se non lo mostrava era una persona timida.

“No , anzi va bene cosi.” Rispose l’ apprendista kaioshin dell’Universo dieci che voleva un po’ di tranquillità senza quelle “fastidiose” ragazzine o almeno cosi lui le considerava.



Sapeva bene perché si trovava li: il maestro Gowasu aveva pregato al dio della distruzione dell’Universo dieci di poter farlo resuscitare e di dargli una seconda possibilità a patto che lui dovesse subire una punizione. Dopo essere stato portato in vita grazie alle sfere del drago, oggetti dalla forma sferica, sui quali e posizionato un diverso numero di stelle dall’uno al sette in grado di esaudire qualsiasi desiderio, Zamasu fu costretto a dover convivere con i mortali fin quando non avesse imparato la lezione sul male che aveva causato in passato.

Le persone con cui viveva in quel momento non erano semplici terrestri, altrimenti sarebbe stato troppo semplice scappare per lui: erano le leggendarie guerriere Pretty Cure che avevano il compito di combattere per la pace di tutti gli esseri che vivono sia sulla Terra o su altre dimensioni. Durante il suo soggiorno a Oogai ha assistito ad alcuni loro combattimenti , pensava che erano brave nelle arti marziali e nei loro attacchi ma anche che era assolutamente patetico far combattere dei comuni mortali  per qualcosa che non potevano comprendere come la giustizia, parola che per lui aveva assunto un concetto profondo del quale non si sarebbe mai separato e che si sarebbe occupato di diffondere a tutti i costi.

Infatti pregustava già il momento in cui sarebbe ritornato a casa e avrebbe messo in atto un altro dei suoi piani per garantire la sua giustizia una volta per tutte.



Alice fece finta di nulla per come si era espresso il suo ospite sulle sue amiche, prima o poi si sarebbe affezionato anche a loro, bastava avere pazienza. La ragazza dai capelli castano chiaro aveva l’acquolina in bocca al solo osservare quei dolcetti, prima di iniziare a mangiare guardò per controllare se mancava qualcosa e in quel momento si accorse che mancava la cosa più essenziale: il  suo adorato thè inglese.

Si allontanò dal tavolo per poi posare il suo sguardo in fondo sul lato destro del giardino, dove  il suo fedele maggiordomo Sebastian , uomo sulla cinquantina d’anni dal corpo ad armadio, dai lunghissimi baffi grigi e dall’inconfondibile smoking nero, con in mano delle cesoie che si occupava della potatura degli alberi.

Alice ritornò sconsolata verso il tavolo e si fermò all’in piedi accanto alla sedia dove era seduto l’apprendista kaioshin.

“Zamasu… mi dispiace tanto ma per oggi non possiamo bere il thè, mi sono dimenticata di chiedere al mio maggiordomo di prepararlo.”

Gli occhi tristi della ragazza , di un color arancio scuro, erano rivolti verso il basso perché era veramente dispiaciuta di non poter assaggiare la sua bevanda preferita come di consueto.

Dopo aver dato uno sguardo con la coda dell’occhio all’espressione di quella mortale decise di alzarsi dal tavolo. Lei era sorpresa da quel gesto, cosa aveva in mente di fare?

“Non si deve preoccupare signorina penserò io al thè se non le dispiace.” disse con voce pacata.

“Spero che per te non è di disturbo.”

“Per niente, deve sapere che io sono bravissimo a preparare il thè migliore di qualsiasi altro.” Disse con una sottile punta di orgoglio.

Ricordava bene i complimenti del maestro Gowasu e di quei momenti di pace che passavano insieme nel grande palazzo e delle loro piacevoli discussioni. La signorina Yotsuba con la sua gentilezza e i suoi modi di fare gli faceva ricordare quel passato che lui ormai sembrava non considerare più, la sua mente ormai era improntata verso il futuro e dei progetti che prima o poi avrebbe realizzato.

Alice condusse Zamasu all’interno della villa e si fermarono prima nel grande salotto. La ragazza si avvicinò ad una vetrina di cristallo e l’aprì per poi prendere una teiera di porcellana bianca con stampato sopra dei fiorellini gialli.

“Secondo me è meglio che tu prenda quella in alto a sinistra.” Disse l’apprendista kaioshin indicandola.

La ragazza si appoggiò solo sulla punta dei piedi ,come una ballerina, e riuscì a prendere quella teiera dalle rifiniture in oro zecchino.

“Si vede che hai dei gusti raffinati.” Disse Alice complimentandosi con la sua scelta.

“La ringrazio signorina.”

Dopo i due raggiunsero la cucina e la ragazza prese tutto l’occorrente per la preparazione del thè.

“Non c’è bisogno che rimane qui signorina Alice , può aspettare comodamente in giardino io la raggiungerò più tardi.”

“Come lei desidera.” concluse lei per poi uscire dalla villa.

Preparare il thè non faceva altro che far guadagnare al futuro kaioshin dell’universo dieci perché sapeva bene che era controllato dalle divinità del suo universo, sicuramente avrebbero capito che lui non è più quello di una volta , gli avrebbe ingannati di nuovo come in passato.

Passato qualche minuto l’ospite tornò trascinando con sé un carrellino su cui erano poggiate due tazzine di porcellana e la teiera; appoggiò le tazzine con i piattini sul tavolo e versò la bevanda fumante in quella della ragazzina dai capelli castani.

“Ti ringrazio per la tua disponibilità.” Disse lei felice di avere finalmente quello che voleva, che ci teneva tanto,

“Invece di ringraziarmi penso che sia giusto che prima assaggi il thè.” Disse per incoraggiarla.

La ragazza afferrò delicatamente con le dita il manico dorato della tazzina, soffiò sulla superficie e sorseggiò a piccoli sorsi la bevanda calda.

“ E’ davvero squisito! Come hai fatto?” disse Alice con la felicità che sprizzava da tutti i pori. In effetti il thè che aveva preso era lo stesso che beveva tutti i giorni, eppure aveva un sapore ancora più buono.

“Mi hanno insegnato che la bontà del thè non proviene dai suoi ingredienti, ma da chi lo prepara. Sono contento che le piaccia.” Rispose abbozzando un lieve sorriso sulle labbra.

I due erano seduti a gustare il loro tea party in piena tranquillità, Alice aveva mangiato alcuni dolcetti di riso e pregò al suo ospite di assaggiarne uno e cosi fece.

Rimasero per un po’ di tempo senza proferire alcuna parola. Fu la signorina poi a interrompere quel lungo silenzio.

“Sei sicuro di non voler dire niente? Sembri pensieroso, c’è forse qualcosa che ti preoccupa?”

Zamasu fu impressionato da quella domanda e anche leggermente spaventato, se fosse stato scoperto tutti i suoi sogni sulla giustizia sarebbero andati in frantumi per sempre.

“No signorina, nulla che mi preoccupi in questo momento.” Disse cercando di essere il più naturale possibile.

“Mi dispiace ammetto di non essere una brava conversatrice.” Disse con rammarico la ragazza.

“ Si sbaglia signorina Alice, a me piace parlare con lei. In effetti ho una domanda da farle.”

“Va bene, domandi pure.”

“Che cosa significa per lei combattere in difesa della giustizia? Penso che, in quanto guerriera incaricata di difendere questo mondo, lei ha una propria opinione su questo argomento.”

Zamasu aveva fatto quella domanda per mettere alla prova quella mortale, per sentire quale assurdità sarebbe uscita dalla sua bocca e ,forse, per motivare il suo senso di giustizia.

La ragazza rimase un po’ a riflettere appoggiando il dorso della mano destra al di sotto del mento.

“Secondo me per poter garantire la giustizia ci vuole tanto impegno e forza di volontà per farla rispettare”.

L’apprendista kaioshin era d’accordo su quello che diceva, d’altronde era quello che aveva sempre fatto fino ad adesso. Per essere una mortale era abbastanza sveglia.

“Ma c’è qualcosa che può aiutarci a continuare questa via e farci capire che noi continuiamo a essere nel giusto: sapere che tutto ciò lo facciamo per proteggere le persone a cui teniamo.” Affermò sorridendo.

Sul suo viso verde si era mostrata una piccola smorfia, non digeriva per niente i sentimentalismi.

“Il vostro pensiero è nobile signorina ma secondo lei è giusto difendere persone che possono cadere continuamente nell’errore ripetendo gli stessi sbagli?”

Voleva aggiungere qualcosa ma , sapendo di essere osservato dalle divinità, decise di non chiedere altro.

“Tutti cadono in errore prima o poi, anche chi difende la giustizia.”

“Lei lo crede?”

“Si. Può capitare che una persona è cosi convinta  di essere nel giusto, non accorgendosi che in realtà sta compiendo  l’esatto contrario.”

Zamasu si sentiva confuso dopo quello che aveva detto: come poteva una persona dalla parte della giustizia  non accorgersi di compiere qualcosa di ingiusto. Era assurdo ma non replicò.

“Spero che la mia risposta l’abbia soddisfatta.” Concluse lei sorridendo.

“Ha risposto brillantemente signorina Alice, degna del suo ruolo da guerriera.”

“Adesso non esageri!!” disse lei ridendo con le guance leggermente arrossate.

All’improvviso un piccolo esserino giallo salì sul tavolo e zampettò velocemente dal capo all’altro del tavolo , inciampò e finì davanti dov’era seduta Alice.

“Lanceeee!” esclamò il piccolo orsacchiotto giallo felice di vedere la sua padroncina.

“Vedo che hai finito il tuo pisolino pomeridiano piccolino, in effetti anche noi abbiamo finito di prendere il nostro thè.” Disse notando le tazzine e la teiera vuote.

L’orsacchiotto giallo camminò piano piano fino ad arrivare al braccio dell’ospite per poi buttarsi al di sopra di esso.

“Non è carinissimo? Dai su accarezzalo!” disse la ragazza con dolcezza.

L’apprendista kaioshin, anche se era infastidito da ciò,  poggiò l’altra mano delicatamente sulla testa del folletto e lo accarezzò.

“Lanceeeee!” Esclamò l’orsacchiotto soddisfatto.

“La ringrazio signorina per aver passato questo pomeriggio in sua compagnia.” Disse accennando un sorriso.  

“Si figuri, anche per me è stato un piacere stare con voi” rispose sorridendo.

 

Un anno dopo…

La città di Oogai era completamente rasa al suolo, persino la splendida CloverTower , il punto più alto da poter osservare la città , era completamente distrutta in mille pezzi.

 

Zamasu si era preso da questo momento tutte le sue responsabilità, aveva trovato un modo per non farsi osservare dalle divinità dell’universo dieci e quindi poteva agire liberamente.

 

Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto affrontare nemici già incontrati in passato e che era pronto a sconfiggerli per sempre. Avrebbe compiuto la sua vendetta definitivamente.

 

Ai suoi piedi c’erano i corpi delle leggendarie pretty cure ormai in fin di vita dopo un durissimo combattimento.

 

Zamasu osservò in particolare il corpo di Alice, pieno di ferite e gli abiti eleganti di cui faceva sfoggio erano grondanti di sangue. Una ragazza vittima di un tragico destino, in cui la morte la colse  nel fiore dei suoi anni.

 

Mentre osservava quegli occhi vitrei, senza vita  provò una strana sensazione.

 

Forse perché quello che pensava che era giusto non lo era più?  

 

Scacciò quest’ultimo pensiero per poi volare come un’anima tormentata in cerca del suo luogo di pace.

 

   
 
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