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Autore: xallychanx    26/06/2009    5 recensioni
Può la musica avvicinare due persone in apparenza totalmente diverse?
Per chi come me e Kaede crede che la musica sia lo specchio dell'anima di una persona.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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:: our bittersweet melody :: [hanamichi sakuragi/kaede rukawa] disclaimers: oramai è cosa nota... niente qui citato e/o descritto è mio ok? é_è
note: alcune note per questa fanfic sono doverosissime XD
•  molti elementi sono anacronistici. i protagonisti ascoltano gruppi e solisti che ai loro tempi (primi anni '90) non erano ancora entrati nella scena musicale, guardano drama che ai tempi si sarebbero sognati e ascoltano la musica con l'iPod (e no, non perché i walkman mi facciano schifo, ma puramente a fini narrativi). hanamichi e kaede hanno quindi diciassette anni, ma la storia è ambientata ai giorni nostri XD
• diversi artisti qui citati, per dare più veridicità al racconto, sono giapponesi :) se volete qualche info sono disponibilissima :P
• per chiunque sia curioso, ecco i brani ascoltati (in questa parte) da Hanamichi e Kaede. :3
Kaede: Basket Case - Green Day  |  イケナイ太陽 - ORANGE RANGE  |  Beautiful - Christina Aguilera
Hanamichi: Do me a favour - Arctic Monkeys  |  Away From Me - Evanescence  |  Our Lives - The Calling
e sì, i pov sono colorati. hana è rosso, kaede è blu (ma no?)
• gli artisti qui citati rispecchiano tutti (tranne qualche rarissima eccezione) i miei gusti personali, anche se ho cercato di equilibrare i gusti di entrambi i personaggi XD
• e no, kaede non è un genio d'inglese. se la cavicchia – sicuramente meglio di hana XD – però non è tutta questa genialità :D considerando quanto per i giapponesi sia mission impossible parlare un inglese per lo meno comprensibile, è già tanto che afferri ¾ della canzone. (no perché in certe fic è descritto come quasi madrelingua e ci rimango... ò.ò)


:: our bittersweet melody ::





the beginning.
Oramai mi sono rassegnato a litigare con quell'idiota: e quando ad una sua ennesima sparata gli ho risposto che era stato lui a scambiare i nostri iPod, ha pure avuto il coraggio di ribattere con un petulante « il mio Inu – sì, signore e signori, quell'idiota ha dato un nome all'iPod - mica si è infilato da solo nelle tue tasche, volpaccia! »
Il che, in fondo, non è propriamente sbagliato.
Il risultato di questa nostra... chiamiamola disattenzione, dai... è, in conclusione, che io mi ritrovo con un iPod dalla custodia nera (esattamente come la mia) che purtroppo non è mio!
E no, non possiamo rivederci per restituirci i rispettivi iPod; li abbiamo confusi l'ultimo giorno delle vacanze estive, ed io ho avuto la brillante idea di accorgermene soltanto pochi minuti fa, comodamente seduto sull'aereo che mi porterà fra breve in America per le vacanze.
(Sono sempre più convinto che la sua stupidità sia terribilmente contagiosa)
Ho telefonato Sakuragi non appena me ne sono accorto, naturalmente, e la sua reazione è stata, come mi aspettavo d'altronde, estremamente violenta ed irrazionale: quando gli ho spiegato che starò via per tutte le vacanze estive, si è arrabbiato, se possibile, ancora di più, accusandolo di volergli fregare l'iPod per attingere dalla sua suprema conoscenza musicale (?).
Bella roba eh?
Fatto sta che ora mi ritrovo con il suo iPod al posto del mio; gli tolgo con cautela la custodia, che io personalmente utilizzo col mio soltanto per uscire, e sorrido quando i miei occhi incrociano il colore nero dell'oggetto.
Ancora una volta è stato imprevedibile...mi sarei aspettato un colore più assurdo.
I graffi sulla superficie sono pochi, e questo mi stupisce ancora una volta.
Massì, dovrei pensarla un poco più positivamente: potrebbe essere un'occasione per conoscerlo meglio...
Sono sempre stato convinto che l'idea più veritiera che ci si può fare di una persona può essere data solo ed esclusivamente dalla musica che ascolta, vero e proprio specchio della sua anima.


the beginning.
Lo so. Mi sono comportato in modo estremamente scortese con lui... ma d'altronde è il copione, no? Non credo se la sia presa troppo.
Aveva ragione quando mi diceva che la colpa è di entrambi, ma si sa che voglio avere ragione in qualunque ambito e contesto; e così eccomi qua, sommerso dai sensi di colpa per le rispostacce date a quella volpe indisponente!
L'anno scorso non mi sarebbe importato poi molto, ma è da un po' di tempo che l'atmosfera fra di noi è cambiata in meglio. Le schermaglie ci sono, certo, ma sono accompagnate da quella complicità in campo che non lascia spazio ad alcun dubbio: io e lui, seppur a modo nostro, andiamo d'accordo.
C'è sempre stato qualcosa, in fondo, che mi attrae a Rukawa quasi senza che me ne accorga: sarà il suo bel faccino, sarà la determinazione che dimostra in qualunque stato, ma mi è sempre risultato difficile ignorarlo.
E so che la cosa è reciproca. Lo conosco da un anno pieno, ormai, e so com'è fatto: tende ad ignorare le persone che ritiene inutili o dannose, e dato che sicuramente non mi ignora (un po' perché glielo impedisco coi miei gesti – insomma, chi riuscirebbe ad ignorare un casinista come me?! -), vuol dire che tanto indifferente non gli sono...
Mi ritrovo sempre più spesso a pensare a lui in quel senso; e, seppur sappia che non è propriamente giusto, non riesco a farmene una colpa.
Lui si mostra freddo, scostante ed arrogante di fronte a noi membri della squadra... ma sono proprio curioso di sapere se c'è qualcosa dietro a quella facciata indisponente (sempre che sia una facciata, e sempre che ci sia davvero qualcosa di buono dietro).


Basket Case – Green Day
[ primo giorno ]
Il ritmo è veloce ed energico, qualcosa che in fondo da Sakuragi si sarebbe aspettato. Kaede si rilassa contro lo schienale del sedile, guardando il cielo azzurro fuori dal piccolo finestrino. Non gli sono mai piaciuti i Green Day, però questa canzone s'insinua rapidamente nella sua testa; quando finisce, è costretto ad alzare un poco di più il volume e rimetterla da capo.
Non è da lui dopotutto ascoltare qualcosa senza afferrarne appieno il significato; e per quanto gli dia fastidio, di quella canzone dal ritmo rapido capisce poco o niente (a partire dal titolo – che diamine vuol dire basket case?). Pur non comprendendo, tuttavia, bastano soltanto il ritmo sostenuto delle chitarre e la voce leggermente nasale del cantante per ricordargli il ragazzo dai capelli rossi, perché quella canzone gli sembra davvero tutto ciò che può essere Sakuragi: energico, instancabile, particolare, imprevedibile.
« Sometimes I give myself the creeps... » Canticchia per la terza volta sottovoce, muovendo piano la testa a ritmo. « Sometimes my mind plays tricks on me... »
E' uno dei pochi pezzi che riesce a comprendere bene. Quando sua sorella incomincia a lamentarsi che si annoia, Kaede fa come ha già fatto in altre occasioni: le scompiglia la testolina bruna e, senza aggiungere una parola, le infila nell'orecchio una cuffietta bianca.
« Ma onii-san, non credevo ascoltassi questo tipo di musica. » E' il suo rapido commento, e lui sospira, vagamente irritato da quella constatazione.


Do me a favour – Arctic Monkeys
[ secondo giorno ]
La musica che ascolta la volpe è malinconica, energica, ma, soprattutto, occidentale.
È solo dopo due giorni dallo sfortunato scambio che Hanamichi si decide a dare una veloce controllata agli artisti contenuti dentro l'iPod: molti li conosce, alcuni li ascolta lui stesso. Ma ce ne sono tanti che non ha mai sentito nominare.
Contro ogni aspettativa, la canzone che ha deciso di ascoltare per conciliare il sonno è proprio di uno di quei gruppi che non conosce. Il suo entusiasmo è aumentato esponenzialmente quando, nel dormiveglia, ha notato che Rukawa ha inserito il testo della canzone con annessa la traduzione. Basta questo per svegliarlo completamente; da una letta rapida alla traduzione (gli piace. si ripromette di ascoltare qualcos'altro loro, in futuro), afferra il cellulare sul comodino, lo accende, digita svogliatamente il pin e scrive:
Curiousity becomes a heavy load,
Too heavy to hold, too heavy to hold.
Si ferma un attimo a riflettere, controlla di aver scritto in un inglese corretto. In fondo ciò che vuol fare non è propriamente intelligente, ma...
Oh, al diavolo!
Invia quei due versi senza pensarci più, perché sa che se riprende a riflettere subentra, più prepotente che mai, la sua tanto proverbiale quanto inappropriata insicurezza.
La risposta del fantomatico volpino non si fa attendere: il ragazzo dai capelli rossi legge la frase una, due volte, quasi non credesse in quello che sta leggendo, e controlla fugacemente la rispettiva traduzione nell'iPod.
Improvvisamente, tutto gli sembra un po' più chiaro.
Si lascia sfuggire un sorriso divertito ed imbarazzato dalle labbra morbide e chiude gli occhi, le cuffiette ancora nelle orecchie ed il cellulare grigio perla appoggiato sul cuscino.
Curiousity becomes a heavy load,
Too heavy to hold, will force you to be cold.


イ ケナイ太陽 (Ikenai Taiyou) – ORANGE RANGE
[ terzo giorno ]
Kaede ascolta quella Basket Case spesso. È grintosa, gli mette allegria.
Gli ricorda Sakuragi.
E la nostalgia del Giappone, di lui, si perde lungo le strade bollenti che si trova spesso a percorrere in macchina coi genitori, lasciandolo con la compagnia di un leggero, piacevole tepore all'altezza del petto.
È una sensazione sconosciuta, ma bella, quasi rinfrescante.
Il primo giorno che trascorre al mare è disastroso: si annoia, il pallone è rimasto in camera assieme alla protezione solare. E così, brontolando verso il resto della famiglia che può tranquillamente permettersi di prendere il sole (spesso si chiede se sia davvero figlio loro), messaggia un po' con Ayako.
L'indomani si fa un po' più furbo: al pallone sostituisce l'iPod, al cellulare un libro (anche se non sembra, Kaede ama leggere). Armato del solito, perenne broncio (« Ma te lo sei cucito addosso? » è l'osservazione poco intelligente che suo padre gli rivolge a metà mattinata, alla quale non ha proprio alcuna voglia di rispondere), si sdraia all'ombra dell'ombrellone, su quell'asciugamano nero che tanto gli piace, e, Ray-Ban calati sulla punta del naso, chiude gli occhi come fa sempre quando ascolta la musica ed imposta la cara vecchia riproduzione casuale.
Green Day, Green Day, una tipa di cui non sa né vuole sapere il nome, una barzelletta talmente triste che gli fa venir voglia di metter la testa sotto la sabbia...
La quinta traccia, però, la lascia.
È la prima giapponese che sente con quell'iPod, e, anche se non gli piace tanto la musica del suo Paese natio, quella canzone in particolare è molto orecchiabile, una delle tipiche canzoni estive che difficilmente cambi prima di averla ascoltata quattro o cinque volte di fila.
Riconosce nelle voci dei cantanti il gruppo ORANGE RANGE. Non gli piacciono, li considera estremamente commerciali – ma d'altronde dall'iPod di quel demente cosa si poteva aspettare? -, e non nega che perfino questa traccia sia commercialissima. Il ritmo incalzante, però, gli impedisce (ancora una volta) di cambiarla.
Arrossisce immaginando quel testo cantatogli da un ammiccante Sakuragi in costume da bagno, il suo cuore batte forte, ma in fondo non gli dispiaceº.
Quando torna in albergo, non resiste a non provocare quell'idiota; gli manda un messaggio, breve, semplice ma conciso.
Tutto mi potevo aspettare da te, tranne che guardassi drama per ragazzine di quindici anni¹. Idiota.
(il tutto volto unicamente a stuzzicarlo, perché in fondo quel drama l'aveva seguito pure lui, e mica gli aveva fatto schifo.)


Away from me – Evanescence
[ quinto giorno ]
In fondo se lo aspettava che la volpe avesse un animo da metallaro².
Ad Hanamichi ora non rimane che pregare che Rukawa non si faccia crescere i capelli in stile Mitsui, però, perché il pensiero di un Rukawa con la chioma fluente gli fa venire la nausea.
Ascolta per la prima volta 'Away From Me' perché l'iPod la indica come canzone più ascoltata, ed in effetti non a torto. La cantante ha una voce bellissima, e il testo ad una prima lettura gli ha messo i brividi.
Non tanto per il significato in sé, sia chiaro, quanto piuttosto per quanto quella canzone gli ricordi la volpe.
E non sa pure perché, è questo il bello! In fondo, che diavolo ne può sapere lui della vita di quell'antipatico?
Eppure...
Quella sensazione di sconforto lo accompagna per tutto il pomeriggio e buona parte della serata. Quando nota che anche i suoi amici si sono accorti del suo disagio, fa loro un breve segno di saluto e promette a Yohei di chiamarlo domani per spiegargli tutto.
Si da dello stupido, si dice che Rukawa lo insulterà e lo umilierà ancora una volta, che non ne vale la pena spendere tutti quei soldi in un'interurbana per uno stronzo come lui, eppure non riesce (non vuole) impedire alle sue dita di comporre il numero di cellulare del rivale indisponente.
Rukawa non ci mette molto a rispondere. « Cosa vuoi? »
Hanamichi ignora la sua domanda, e raccoglie tutte le sue forze per porgli quella domanda. « Ti senti solo? »
Lo chiede a bruciapelo, il tono è confuso e un po' ansioso, e, a giudicare dalla lunga pausa che segue, la volpaccia o non ha afferrato o finge di non averlo fatto.
Ma se c'è una cosa che non ha ancora imparato, è che Rukawa è tutto fuorché maleducato: la sua risposta è flebile e bassa come solo la sua voce sa essere, tinta di ingenuo stupore.
« Idiota. »
E Hanamichi, che forse ha capito e forse no, si ritrova a rimanere a chiacchierare ancora un po' con quel ragazzo tanto bello quanto indisponente, che di cose da dirgli sembra averne ben poche.


Beautiful – Christina Aguilera
[ sesto giorno ]
Lo rende malinconico, questa canzone.
Gli ricorda i saggi di danza classica di sua sorella maggiore, ai quali assistiva dietro le quinte, troppo distratto dal vestito immacolato di lei per comprendere appieno la bellezza e l'eleganza dei suoi movimenti.
Ora capisce il significato di quella canzone, la capisce e ne fa tesoro.
Ma sapere che quell'idiota ascolta anche questo tipo di musica, un po' impegnata ed impegnativa, lo spiazza ancora una volta; la sua fantasia galoppa ancora, e lo immagina sdraiato sul parquet della palestra della scuola, il pallone morbidamente appoggiato ad un lato del suo corpo e l'espressione un poco imbronciata.
(Sembra un tipo pragmatico, ma in realtà possiede un'enorme fantasia)
Spesso Kaede si è trovato al centro delle prese in giro di tante persone, mosse chi da invidia chi da finto perbenismo: è soprattutto grazie a loro che adesso è una delle promesse del basket giapponese.
Paradossalmente, sono stati i loro insulti, i loro continui ammonimenti a spingerlo a continuare a darsi da fare. Solo per dimostrar loro che, dannazione, anche un bambino piccolo e malaticcio da grande può diventare qualcuno.
C'è riuscito, perché quando ha un obbiettivo deve raggiungerlo, ma l'invidia non ha fatto altro che aumentare, e aumentare, e aumentare. All'età di tredici anni si è rassegnato a cercare l'approvazione degli altri: non gli importava di essere trattato come il peggiore degli stronzi da chi si limitava a giudicare esclusivamente la sua apparenza.
E anche Sakuragi, Kaede si ritrova a pensare, deve pensarla più o meno così. Viene trattato come il re degli idioti da chi non riesce ad andare oltre la sua apparenza, sottovalutato dagli avversari perché entrato nel mondo del basket da poco, guardato male dai passanti per la corporatura ed i capelli rossi, eppure lui fa esattamente come ha fatto Kaede in passato: lascia perdere i giudizi degli altri, si cura solamente delle persone a cui vuole davvero bene, non si fa buttar giù da niente e nessuno.
Non hai bisogno di pretesti così stupidi come la salute del tuo iPod per sentire il GENIO, volpaccia!
Kaede legge un'altra volta il messaggio, e trattiene a stento un sorriso.


Our Lives – The Calling
[ decimo giorno ]
« Non ce la farai mai a cantarla tutta in modo almeno decente, idiota. »
Nonostante il tono di Rukawa sia freddo e volutamente distaccato, Hanamichi può quasi vederlo sorridere.
« Non c'è niente che io non riesca fare, volpaccia. » Appoggia il cellulare alla spalla, e rovista fra le mille scartoffie sulla sua scrivania. Quando trova il testo appositamente stampato da internet, sul suo viso dai lineamenti marcati si dipinge un sorriso soddisfatto « Ah! Ora vedrai... dannata volpe, non potevi scegliere un altro giorno per essere così logorrico? »
« Piantala di tergiversare, idiota. »
« E chi sta tergisev- terviges- terviqualcosa?! Nel vocabolario del genio non esiste una parola come questa! »
« Me ne sono accorto... » La sua voce è divertita, riscalda il cuore di Hanamichi e lo fa battere un po' più forte.

Il ragazzo dai capelli rossi si lascia sfuggire un piccolo sbuffo. « Ah, quanta poca fiducia dimostri nelle mie infinite risorse... ti farò ricredere, vedrai! »
Porta il testo davanti agli occhi, trae un respiro profondo ed inizia a cantare. Il cuore batte forte come non mai – non è una serenata, non è niente di così stupido, anche perché Kaede non gli piace poi così tanto – e sente la sua voce steccare una nota dietro l'altra.
Non smette di cantare però, un po' per orgoglio, un po' perché non è sua abitudine lasciare le cose a metà, un po' perché sa che il compagno di squadra odia chi si abbatte subito.
È una piccola dimostrazione di forza, quella melodia cantata in modo sicuramente non impeccabile.
Rukawa rimane in silenzio per tutto il tempo, e Hanamichi quasi sospetta che si sia addormentato a metà ascolto; quando tuttavia finisce la canzone, il suo commento è pronto e rapido.
« Hai stuprato una delle mie canzoni preferite, ma non potrai fare mai peggio di Mitsui-senpai. »
Hanamichi sorride un sorriso piuttosto stupido: se conosce Rukawa come crede, quello ha tutta l'aria di un complimento malcelato.





note dell'autrice.
diciamo che è da due annetti buoni che amo questo pairing ok? D:
questa fic è stata progettata come one-shot. ma visto che arrivati a questo punto non siamo neppure a metà della storia (:°D) ho deciso di dividerla in più parti - due, massimo tre - che posterò non appena avrò finito di scrivere.
ed ora un po' di note per la lettura :)
º) il testo in questione è questo. per chi non capisce l'inglese ho tradotto le prime tre strofe...
solo per un secondo, perché non ti mostri a me?
sto crollando a causa dei tuoi ferormoni sexy
ah, sembra che ti sto per toccare, ma non riesco!
piano piano il mio battito accellera, non può essere fermato
i ricordi delle parole che ci siamo scambiati sono ben lontani, tremanti assieme ai movimenti della mia bocca
ho asciugati i tuoi capelli bagnati, e ah
non continuando dall'ABC, non puoi farlo
ma non sono diverse le cose dentro il tuo cuore?
la mia giovinezza, non c'è una cosa simile; voglio terminarla appassionatamente, dentro di me
non voglio assolutamente restare senza di te, sono il sole cattivo, na na
(... etc etc etc :D)
è quindi una canzone moolto estiva, sia per il ritmo sia per il testo leggero :D
¹) in effetti questa canzone è la colonna sonora del drama hanazakari no kimitachi e (tratto dall'omonimo shojo manga), che è destinato ad un pubblico femminile.
²) a quanto ne so io gli evanescence sono sulla scia del gothic metal, ma ho avuto un dibattito con dei miei amici che sostengono il contrario :I
alla prossima <3
  
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