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Autore: LeaDarco    16/01/2018    4 recensioni
CAPITOLO 10: La Fortezza Oscura - Parte 3 (compagni: Xigbar, Saïx & Axel)
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Missing Moments su come è nata la ribellione di Marluxia e della sua vita all'interno dell'Organizzazione XIII: ogni capitolo racconterà le missioni del numero XI insieme a un compagno, analizzando il suo rapporto con gli altri membri dell'Organizzazione (in particolare con Larxene)
Genere: Dark, Drammatico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Larxene, Marluxia, Organizzazione XIII
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza | Contesto: Kingdom Hearts, KH Chain of Memories
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L’indovinello della Sfinge
Agrabah pt.2

(Compagno: Axel) 

 

Un heartless che non può essere sconfitto. Una gigantesca sfinge che ha bruciato vivo chiunque abbia provato a sfidarla.

Marluxia scendeva le scale per le segrete del palazzo. Lì avrebbero trovato l’heartless.

Axel, subito dietro di lui, procedeva più lentamente. A ogni gradino non sembrava più così sicuro di sé. «C’è puzza» disse. «Puzza di corpi bruciati».

Marluxia si aspettava che le segrete fossero un labirinto di corridoi umidi e angusti, ma dovette ricredersi quando si trovò in un enorme sala scavata nella roccia. Avanzarono così tra le gigantesche colonne che sorreggevano il palazzo: più proseguivano, più la puzza di morte diventava intensa.

«Aspetta!» disse Axel piegandosi sulle ginocchia.

Qualcosa si nascondeva nella sabbia.

«Uno scheletro» commentò Axel con disprezzo. «O almeno quello che ne rimane».

«Che cosa l’ha ucciso?».

Axel mostrò a Marluxia un osso completamente bruciato.

«L’heartless».

«Ci siamo quasi allora».

Axel annuì. «Le fiamme devono essere state terrificanti per averlo bruciato così» poi si passò l’osso fra le mani. «Poveraccio».

«Questo sarà comunque l’ultimo dei tuoi problemi».

«Non lo so. Ricordi cos’ha detto Jaf-».

Un lampo di luce squarciò la grotta.

Poi si sentirono delle urla. Alcuni secondi di agonia.

E di nuovo il silenzio.

«Proseguiamo» disse Marluxia.

Scesero più velocemente attraverso un lungo corridoio roccioso fino ad arrivare in una grande sala circolare. Adesso camminavano sulla sabbia a passo lento, un misto di precauzione e reverenza (a Marluxia quel posto ricordava un santuario); Axel sembrò notare qualcosa proprio al centro della sala e quando Marluxia lo raggiunse, capì di chi fossero le urla: guardò il corpo carbonizzato di quell’uomo, sforzandosi di provare qualcosa.

Disgusto, rabbia, paura.

Niente.

Axel, d’altro canto, sembrava aver trovato qualcosa.

«Monete d’oro» disse lasciandole cadere una a una.

«Il prezzo della loro vita» commentò Marluxia. «Jafar paga bene per farti venire qui sotto».

«Già» rispose Axel, ma continuava a studiare quella moneta, come una reliquia o un indizio importante. «Prendila».

Marluxia afferrò la moneta al volo e quando il metallo toccò la sua pelle si scottò. Di nuovo. Come al mercato. Allora finalmente capì. «Il calore delle fiamme» esclamò.

«Esatto» gli fece eco Axel. «Il calore delle fiamme è molto intenso, ma non raggiunge il punto di fusione dell’oro. In parole povere, il fuoco della Sfinge non supera i 1000 gradi».

«Cosa stai cercando di dirmi?» tagliò corto Marluxia.

«Che se le cose dovessero mettersi male» rispose Axel «Lo lascerai a me».

Un rumore, quasi impercettibile, attirò la loro attenzione.

«Cosa è st-».

«Shh!» fece Marluxia.

Un secondo rumore, questa volta più forte, rimbombò nel buio davanti a loro. Poi furono innondati da due giganteschi bagliori verdi. Marluxia non riusciva a crederci. La luce proveniva da due giganteschi… occhi.

In un attimo una tempesta di petali si levò nella sala. Marluxia invocò la sua dalia, e si lanciò sulla Sfinge. Qualcosa fremeva dentro di lui: era la prima volta che utilizzava la sua arma contro un avversario così grosso.

Il bagliore si fece più intenso, ma il numero XI volteggiò in aria troppo velocemente per essere visto anche da Axel. Strinse l’elsa della dalia e  la conficcò con tutta la sua forza nel collo della Sfinge.

Il rumore che seguì l’attacco fu…  Marluxia non ebbe il tempo di pensare, la sua dalia si era incastrata nella pelle della bestia!

«Axel» urlò. «Non è un-».

Qualcosa lo colpì e l’impatto fu violentissimo. Marluxia volò sulla sabbia ma si accorse in tempo dell’enorme zampa che lo stava per calpestare.

Sparì velocemente in una ventata di petali di fiori ed evitò di essere schiacciato; ricomparve alle spalle di Axel. Ora entrambi coprivano le spalle dell’altro.

«Che volevi dirmi?».

«La sfinge. Non è un heartless».

«Cosa?» domandò Axel. «Dimmi che è uno scherzo».

«No. La composizione del suo corpo è la stessa delle rocce di questo luogo».

«Jafar… » sospirò Axel.

«Voleva solo che eliminassimo questo mostro al posto suo».

«Proprio così» rispose il numero VIII. Il suo corpo adesso tremava dalla rabbia. «Lo brucerò io stesso con le mie mani».

«Tutti ad Agrabah mentono» gli fece eco Marluxia. «Te lo sei dimenticato?».

«Già» riuscì Axel a sorridere.

SMETTETELA SUBITO!

Axel e Marluxia si guardarono confusi. «Chi sei?» domandarono all’unisono. «Fatti vedere!».

Un gigantesco colosso di pietra con il corpo da leone e il volto da uomo (e due smeraldi al posto degli occhi) uscì fuori dal buio.

Eccoti qui, pensò Marluxia: era eccitato al pensiero di combatterlo.

IO SONO LA SFINGE CHE PROTEGGE LA SERRATURA. SIETE QUI PER I MIEI INDOVINELLI?

«Indovinelli?» domandò Axel.

Marluxia sparì di nuovo e si teletrasportò davanti al viso del mostro; gli smeraldi s’illuminarono e Marluxia venne scaraventato sulla sabbia da un vento fortissimo.

HO DETTO DI SMETTERLA!

«Che cosa è la serratura?» domandò Axel ad alta voce.

Di colpo una gigantesca lingua di fuoco si levò attorno a loro.

«Che fai?» domandò Marluxia tornando in piedi.

«Non sono stato io».

SIETE QUI PER I MIEI INDOVINELLI?

«Non siamo qui per nessun dannatissimo indovinello!» urlò Axel.

Silenzio.

Marluxia si guardò intorno. «Non credo abbiamo altra scelta».

«Perché toccano sempre a me i lavori più ingrati» sbuffò Axel.

«E va bene!» fece Marluxia. «Siamo pronti! Dicci i tuoi indovinelli».

Scoprirò cosa è questa serratura che brami così tanto, Jafar. E dopo eliminerò anche te!.

«Sei pazzo!» rispose Axel. «Io non sono bravo con gli indovinelli».

«Tu, no».

Poi la sfinge parlò.

MIO PADRE CANTA OGNI MATTINA, MIA MADRE È BALBUZIENTE. IL MIO VESTITO È BIANCO E HO UN CUORE D’ORO. COSA SONO?

«Facile» rispose Marluxia con un ghigno. «Un uovo».

ESATTO!

«Wow» commentò Axel.

SE LE CALPESTI VIVE, NON HANNO NIENTE DA DIRE. SE LE CALPESTI MORTE,  LE SENTI BRONTOLARE. CHI SONO?

Marluxia non dovette nemmeno pensarci. «Le foglie morte».

ESATTO!

Axel non riusciva a crederci.

SONO GLI SMERALDI E I DIAMANTI DELLA LUNA. QUANDO IL SOLE MI TROVA, SUBITO MI RACCOGLIE. COSA SONO?

Marluxia ci penso su. Questo era decisamente più difficile, poi la risposta gli balenò in mente.

«La rugiada».

ESATTO, STRANIERO!  NESSUNO ERA ARRIVATO FIN QUI.

«E oggi due nessuno ci sono riusciti» commentò Axel. «Continua con i tuoi indovinelli, Sfinge».

CHE COSA EDIFICA PALAZZI, SGRETOLA MONTAGNE, ACCECA ALCUNI E AIUTA ALTRI A VEDERE.

Marluxia esitò. Non aveva la risposta.

ALLORA, STRANIERO?

«Aspetta!» la intimò Marluxia. «Lasciami concentrare».

Le fiamme dietro di loro si fecero più alte.

«Marluxia… ».

«Zitto anche tu» chiuse gli occhi e cominciò a riflettere.

CHE COSA EDIFICA PALAZZI, SGRETOLA MONTAGNE, ACCECA ALCUNI E AIUTA ALTRI A VEDERE.

Una lingua si staccò dal cerchio di fuoco e si gettò come una frusta su Marluxia. Axel fu rapido e parò il colpo con i suoi Chakram.

«Non preoccuparti per il fuoco. Ci penso io. Tu non distrarti».

Edifica palazzi… sgretola montagne.

Nella sua mente apparve un gigantesco castello, ma l’immagine fu immediatamente distrutta e sostituita dal suo cadavere carbonizzato.

«Non riesco… ».

Corpi bruciati. Fuoco, fiamme, fuoco. Marluxia non riusciva a pensare ad altro.

Il cerchio si restrinse attorno loro e i chakram di Axel cominciarono a girar intorno per contenere il calore.

«Allora?» domandò il numero VIII. «La situazione qui sta diventando bollente».

STRANIERO… HAI LA RISPOSTA?

Sgretola le montagne… sgretola le fiamme…

«Ancora no!» urlò Marluxia.

E un’altra lingua di fuoco si levò come una gigantesca colonna cadendo sui due compagni. Axel si posizionò di fronte a Marluxia e i due chakram vennero subito in suo soccorso.

«Marluxia!» urlò Axel. «Non posso contenerlo ancora per molto. Finirà per travolgerci».

Calore… calore… calore.

Il fuoco si strinse attorno a loro e le fiamme toccarono i loro cappotti.

«Axel!» urlò Marluxia. «Spegni queste fiamme!».

Poi qualcosa lo riportò con la mente a quella mattina. Ripensò alla tunica del mercante che andava a fuoco e la voce di Axel gli rimbombò nella mente.

Gli basterà rotolarsi un po’ sulla sabbia.

IL TEMPO STA PER SCADERE!

Gli

basterà

rotolarsi…

Le fiamme stavano per stringere la loro stretta mortale.

«Marluxiaaa!»

Gli

basterà

rotolarsi

sulla…

«Sabbia!» urlò Marluxia.

Le fiamme cessarono di colpo e una luce verde accecante balenò dagli smeraldi della sfinge.

«La risposta è la sabbia» disse Marluxia con un filo di voce.

Silenzio.

ESATTO!

Un boato immenso rimbombò per tutta la sala e la sfinge si sgretolò in un enorme montagna di sabbia; gli smeraldi rotolarono fino ai piedi di Axel che si lasciò andare per terra, totalmente sfinito.

   
 
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