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Autore: someeonelikeu    16/01/2018    2 recensioni
«Prima dimmi come ti chiami.»
Il ragazzo fece per estrarre una sigaretta dal pacchetto, ma una mano lo fermò.
Una voce maschile, con un accento norvegese ben nascosto, seguì il gesto immediatamente.
Cassiope sbatté la palpebre, realizzando poco dopo che il ragazzo stava parlando con lei e non con la sua amica riccia.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I was dreaming about bigger things 
 

«Cass, per favore, calmati! Stai esagerando.»

Era la prima volta che Melissa vedeva la sua amica in stato di agitazione, Cassiopea sembrava fuori di testa, sembrava aver completamente perso tutta la razionalità e la freddezza che solitamente la caratterizzavano.

«Non lo voglio più vedere, ce ne dobbiamo andare da qui, voglio tornare in Italia.»

Dopo il traumatico pomeriggio al parco, Cassiope era corsa a casa e aveva cominciato ad infilare i suoi vestiti in maniera confusionaria nella valigia.
Melissa si trovava scomoda in quella posizione che non le apparteneva, solitamente era lei a fare scenate irrazionali riguardo ai ragazzi, ad avere reazioni teatrali e spropositate che puntualmente la sua amica bruna riusciva a tenere sotto controllo ed era proprio per quel motivo che non sapeva bene cosa fare, si sentiva quasi paralizzata.
Fu il suono del citofono a salvarla, si precipitò a rispondere e tirò un sospiro di sollievo quando sentì le voci familiari di Aleksander e Kristoffer avvicinarsi alla porta.
La rossa salutò i due affettuosamente e si sbrigò a riassumere la situazione mentre in sottofondo si sentivano le urla di Cassiope che imprecava contro Dennis, Oslo, la Norvegia e le vacanze estive in generale.
Fu Aleksander a prendere il controllo della situazione mentre Kristoffer se ne stava appoggiato allo stipite della porta della camera abbracciando Melissa da dietro.

«Cass, adesso fermati, guardami!»

Esclamò Aleksander, fermando Cassiope per le spalle e costringendola a girarsi verso di lui, incontrando i suoi occhi rossi per il pianto ed il viso rigato da lacrime asciutte e non.
Il cuore del giovane norvegese si strinse alla vista di una Cassiope così distrutta, una ragazza che conosceva da poco ma alla quale si era sentito subito legato; vederla così debole, lei che si era sempre dimostrata dura, gli aveva stretto un nodo in gola. Le accarezzò i capelli e le portò una ciocca di capelli dietro le orecchie prima di stringerla in un abbraccio.
Il ragazzo conosceva Dennis da tempo, erano praticamente cresciuti insieme e sapeva come l’amico era solito comportarsi con le ragazze, ne aveva viste di milioni in lacrime, le aveva viste arrabbiate, le aveva viste violente, aveva perso il conto di quante volte i ragazzi erano andati insieme e far aggiustare i finestrini della macchina di Dennis o avevano cambiato le ruote che avevano ritrovato sgonfie dopo qualche vendetta di una ragazza con il cuore infranto. Non aveva mai condiviso l’atteggiamento dell’amico, non lo aveva mai capito ma mai lo aveva giudicato, ognuno era fatto a proprio modo e lui si sentiva un pesce fuor d’acqua quando si trattava di ragazze visto che sia Dennis che Kristoffer erano soliti trattarle come oggetti da una notte e via e lui, invece, era sempre stato quello buono e sensibile tra i tre. Si era accorto di come Dennis aveva guardato Cassiope fin dal primo istante, di come si era rivolto a lei tutto quel tempo ed era sicuro che quella volta era diversa, che il suo amico aveva visto nella giovane italiana qualcosa di diverso, che il suo cuore glaciale avesse cominciato a battere di nuovo, dopo tutte le delusioni e le sofferenze che aveva passato. Aleks non si sbagliava mai, era un grande osservatore e conosceva i suoi amici meglio di come si conoscevano loro stessi, per quel motivo ancora, dopo aver saputo come si era comportato Dennis e dopo aver incontrato una Cassiope distrutta, ancora era sicuro che Cassiope non fosse una delle tante per il suo amico, ma che anzi, Dennis aveva avuto paura di come Cassiope lo aveva fatto sentire.

«Sono una cretina, me ne devo andare. Ora io e Melissa andiamo in aeroporto e compriamo i primi biglietti di ritorno. Mel, li pago io, mi dispiace.»

Cominciò a farfugliare Cassiope sciogliendosi dall’abbraccio di Aleksander.
Si asciugò gli occhi, tirò su con il naso e respirò profondamente prima di riprendere a fare la valigia. Ci fu un attimo di silenzio, Melissa e i due ragazzi si guardarono incerti su cosa fare, su come intervenire per far tornare normale la situazione.

«Adesso basta Cassiope, fermati e smettila di dire stronzate.»

Con sorpresa di tutti, fu proprio Kristoffer ad intervenire, si allontanò da Melissa per avvicinarsi alla ragazza bruna e con la durezza delle sue parole la obbligò a fermarsi e girarsi verso di lui guardandolo con occhi spalancati per la sorpresa; tra tutti, mai si sarebbe aspettata che sarebbe stato Kristoffer a farla ritornare in se.

«Dennis è un deficiente, un immaturo e non si merita questo, non si merita le tue lacrime.»

Continuò, mentre tutta la stanza era in silenzio con l’attenzione concentrata su di lui. Lo stesso Kristoffer si meravigliò di se stesso in quel momento, era sempre stato il ragazzino del gruppo, quello spericolato, quello senza limiti, quello irresponsabile, mai si sarebbe immaginato di fare un discorso del genere su quella tematica, specialmente ad una ragazza, lui che delle ragazze con cui era stato aveva perso il conto e non si ricordava neanche i nomi.

«Conosco il mio amico e ho visto come ti guardava in questi giorni, tu per lui non sei stata una delle tante, tu gli hai fatto paura perchè lui per te ha sentito qualcosa dentro quel suo corpo muscoloso e freddo. Ha sentito lo stomaco chiudersi in tua presenza, aveva sempre voglia di vederti, si è reso conto che i suoi pensieri si indirizzavano sempre verso di te e per questo quando ha provato tutte queste sensazioni anche sulla sua pelle e si è accorto di essere andato troppo oltre, che ormai di te era cotto, è scappato a gambe levate e ha provato ad allontanarti.»

Kristoffer era sicuro delle sue parole, non che ne avesse mai parlato con Dennis, ma lo aveva osservato in quei giorni e soprattutto, lui che grazie a Melissa si era reso conto di essere cambiato almeno in parte, aveva notato quel cambiamento anche nell’amico, ma ovviamente l’altro era stato molto più bravo a mascherarlo e a cercare di reprimerlo a tutti i costi.
Aleksander annuì convinto e Melissa si avvicinò agli altri tre sedendosi insieme a loro sul letto di Cassiope ricoperto di vestiti.

«Anche io la penso così Cass e potrò sembrarti anche egoista ma io non voglio tornare a casa. Abbiamo ancora dei giorni di vacanze davanti a noi e io voglio passarli qui con te, con Kris e con Aleks e so che anche tu lo vuoi, non ti vedevo così contenta e spensierata da anni, so che adesso può sembrare strano, ma penso che  anche Dennis abbia contribuito a farti stare bene e penso che possa anche continuare a farlo.»

Cassiope era senza parole, più ricominciava a calmarsi più si rendeva conto di quanto aveva dato di matto, di come fosse bastato un ragazzo a farla comportare in modo totalmente distante dal suo solito essere. Era anche stupita della maturità che avevano dimostrato Melissa e Kristoffer e se prima il ragazzo non le era mai andato particolarmente a genio, adesso cominciava ad apprezzarlo ed era felice che la sua amica avesse trovato una persona che la facesse stare bene.
Respirò profondamente e sorrise.

«Avete ragione, perdonatemi. Sono stata io l’egoista, Mel, non avrei mai dovuto neanche pensare di trascinarti a casa e lontano da questi due.»

Sorrise ancora, prima di avvicinarsi ai tre amici e abbracciarli.

  
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