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Autore: AlessiaDettaAlex    17/01/2018    4 recensioni
[DokiDoki Pretty Cure | Mana x Rikka amore a senso unico | Rikka!centric | sentimentale, slice of life, un filo di angst]
Dal testo: «Rikka aveva una cotta per Mana, ma non era corrisposta.»
Un breve episodio di vita ordinaria tra le due migliori amiche, quando hanno ormai 17 anni. L'età anagrafica è diversa, ma certe cose non cambiano mai: ad esempio la capacità di Mana di mettersi nei guai per aiutare il prossimo. E Rikka è sempre lì, per lei.
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Mana Aida/Cure Heart, Rikka Ishikawa/Cure Diamond
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Unrequited
 
 
Rikka aveva una cotta per Mana, ma non era corrisposta.
Era una cosa basilare, che sapeva da sempre, ma non perché gliel’avesse mai detto: lo intuiva, semplicemente, perché si conoscevano da tempo e se ne sarebbe sicuramente accorta. Lo sapeva e, in alcuni giorni, faceva dannatamente male. C’erano volte a scuola in cui, senza accorgersene, si ritrovava a scrivere il nome di lei sul bordo di un quaderno; ci aveva fatto l’abitudine, erano ormai amiche da anni, e ciò che provava non era mai cambiato. D’altra parte erano sempre insieme.
Non corrisposto. Questo concetto era una delle certezze a cui si aggrappava, a volte, per non impazzire. Per mettersi il cuore in pace e per poter continuare a starle accanto a testa alta, come aveva sempre fatto. Ogni tanto, queste due parole, se le ripeteva apposta nella testa, quasi per forgiarsi, per rafforzarsi: non corrisposto. La verità è acciaio: di fronte a lei puoi schiantarti o lasciarti plasmare dalla forza della sua evidenza. E Rikka era abbastanza forte e intelligente da sapersi adattare. Non corrisposto. Da lì non si scappava.
 
«Mana! Che hai fatto al braccio!?» chiese Rikka avvicinandosi sconcertata alla sua migliore amica.
«Ehm... niente di che, ieri sono caduta e... mi sono fratturata l’avambraccio»
Rikka guardò il gesso candido che portava all’arto sinistro, poi tornò a fissare con insistenza e disapprovazione Mana.
«Sì, certo, questa è la versione cuscinetto per l’amica rompiscatole. Quella vera?»
«Questa è quella vera» rimarcò Mana ruotando lo sguardo altrove.
«Come se potessi mentirmi»
«Mana si è buttata in mezzo a una rissa, sharu!» intervenne la fata saltando fuori dalla borsa della sua partner.
«Sharuru!»
«Tu hai fatto cosa?» esalò Rikka a metà tra il rassegnato e lo sconvolto.
Senza aspettare una sua risposta, si avvicinò alla sua migliore amica, le prese con delicatezza la mano e osservò bene il gesso che portava: partiva dalle dita e arrivava fin sopra la curva del gomito. Anche Mana si guardò il braccio e poi diede un’occhiata sottomessa a Rikka.
«È... è successo ieri pomeriggio con le ragazze del club di softball. Sono stata in ospedale fino a sera, ma non ti ho detto niente perché non volevo che ti preoccupassi»
Rikka aggrottò le sopracciglia.
«Fammi capire: ti prendi a mazzate con quelle del club di softball e pretendi di tenermelo nascosto? L’avrei saputo lo stesso, a scuola»
Mana rise piano, dandosi della stupida.
«Le ragazze della squadra stavano litigando ed erano arrivate alle mani... anzi, alle mazze. Dovevo fare qualcosa, non potevo lasciare che si facessero male!»
«Sì, brava, meglio immolarsi per la patria piuttosto che chiamare un docente come le persone normali. L’avrei fatto anch’io» commentò sarcastica Rikka.
Sharuru intervenne a completare il quadro:
«Per fortuna a un certo punto sono arrivati lo stesso i professori e hanno fermato la rissa, sharu. Ma ormai c’erano già due ragazze a terra e Mana con un braccio rotto... il preside ha sospeso l’attività del club fino alla fine dell’anno, sharu»
«Mi sono persa un pomeriggio piuttosto frenetico, per una volta che sono dovuta tornare a casa prima» commentò Rikka liberando un sospiro, «non ti si può lasciare un attimo da sola»
Mana, cogliendo un accenno di stanchezza in quelle parole, si rabbuiò.
«Scusami»
«Per cosa»
«Per farti sempre preoccupare in questo modo»
«Rikka si preoccupa per te perché ti ama, keru»
Raquel, appena palesatosi, venne rispedito di cattiveria nella borsa dalle mani della sua partner, che a quell’affermazione era diventata rossa come un peperone.
«Lo so... anche io la amo!» rispose candidamente Mana.
Rikka rise nervosamente. In realtà sapeva bene che Mana era una che diceva “ti amo” con una facilità imbarazzante, ma non intendeva mai ciò che quelle parole indicavano sul serio. Era una delle – tante – cose che odiava di lei. Nonostante ciò non riusciva a liberarsene, neanche volendo. Non solo perché erano finite anche al liceo nella stessa classe, ma anche perché ne era innamorata per davvero. Mana era per lei, di solito sempre tutta d’un pezzo, l’unica persona che la facesse vacillare. E, a pensarci bene, anche l’unica che viceversa la rendesse veramente forte: d’altronde gettarsi in una folle avventura piena di assurdità scientificamente improbabili – come diventare un’eroina dell’amore e combattere a suon di poteri magici il male incarnato in un regno ultraterreno – era una cosa che aveva fatto per lei. Per continuare ad essere la rondine che aiuta il suo principe felice. Ed era sicura che l’avrebbe rifatto cento volte, per Mana.
«La prossima volta che ti succede qualcosa, però, chiamami subito»
Mana annuì, rasserenata.
«Ma quando imparerai a prenderti più cura di te stessa?» mormorò Rikka più tra sé che alla sua amica.
Prese le fasce che servivano a tenerle il braccio immobile e l’aiutò a passarle prima attorno al collo e poi al gesso, prestando attenzione a non farle male.
«È perché so che ci sei tu a prenderti cura di me. Sono egoista ad approfittarmene un po’?»
«Sì, lo sei» sorrise di risposta Rikka, scostandole dagli occhi una ciocca di capelli, «ma solo perché sono io che te lo lascio fare»
Anche Mana sorrise, uno di quei sorrisi che ammutolivano Rikka all’istante.
 
Comprese che il suo posto era, nonostante tutto, al suo fianco. Che fosse in battaglia, come Cure Diamond, o che fosse nella vita di tutti i giorni, quando era semplicemente Rikka; la sua rondine fedele. Non sapeva fino a quando e per quale motivo, ma sentiva che quello era stato, e continuava a essere, il suo ruolo.
Che il suo fosse un amore non corrisposto, allora, aveva improvvisamente un’importanza relativa: d’altra parte quel dolore era nulla equiparato alla gioia di poterle camminare accanto – lo sperava – per ancora molto tempo.


 
Note di Alex
Eh già! La gente shippa Ira x Rikka, Mana x Regina, e poi ci sono io: innamorata persa del rapporto tra Rikka e Mana (tutto quel parlare del principe felice e la rondine non aiuta), tanto da inventare uno stranissimo amore a senso unico come proprio headcanon. Non che non ci siano elementi per shipparle, almeno secondo me, visto che sta maledetta serie è costellata di AISHITERUUU urlati da Mana a Rikka e viceversa (circa). Ma vabbè!
Ditemi che ne pensate, io sto qui a bermi un tè mentre aspetto recensioni *sorseggia*
Alex
   
 
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