Giochi di Ruolo > Eldarya
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Autore: Iaiasdream    18/01/2018    1 recensioni
(Dolce Flirt-Eldarya)
Dea non è mai stata una ragazza come tutte le altre. A causa dello strano colore della sua pelle, è vittima di bullismo nel liceo che frequenta. Stanca di quell'esistenza invivibile, cerca molte volte di farla finita, ma il suo corpo sembra essere indistruttibile. Con il passare del tempo, Dea si arrende a quel crudele destino e decide di affrontare la sua vita ignorando tutto e tutti. Nonostante questo, rimane sempre e segretamente innamorata di Armin, un compagno di classe, che a differenza sua, non la considera, dandole involontariamente un dispiacere, fidanzandosi con la generosa e sorridente Iris.
A quel punto, Dea è costretta ad allegare quell'altro fallimento all'elenco delle sue disgrazie.
Quando nella sua vita entra Dake, surfista playboy, la ragazza accetta facilmente la proposta di diventare la sua fidanzata; convinta che in un certo qual modo, possa finalmente cambiare la sua vita, ma non è così.
Purtroppo, la nostra eroina non sa che dietro le quinte di questa sua quotidianità, qualcuno e qualcosa complottano per impossessarsi del suo destino
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2.
PIOVE

<< E questa la chiami punizione? >> esclamò il giovane licantropo sferzando i cespugli con un ramo spezzato trovato qualche passo prima. << Ti dico io cos'è? Miiko mi ha solo preso di mira! Non c'entro assolutamente nulla con la scomparsa dei viveri nella dispensa! >> continuò calciando una pietra. << Sì, toccava a me stare di guardia, ma non possono avere rubato tutto quel ben d’oracolo in soli pochi minuti! Che diamine! Mi sono assentato per due minuti. DUE! >>
<< Se la smettessi di blaterare, mi saresti di grande aiuto! >> lo interruppe indifferente una donna dai lunghi capelli bianchi come la luna che gli camminava davanti a qualche metro di distanza. Fra le mani reggeva una cesta di vimini, colma di fiori dall’arcana provenienza.
Chrome, il giovane licantropo, le lanciò un’occhiata storta, fortunatamente non vista e storcendo anche le labbra, allungò il passo per affiancarla, osservò il cesto e chiese: << Si può sapere che cosa stai cercando, Ewelein? >>
<< Tiara di Amal… >> rispose la donna continuando la sua ricerca.
<< E non potevi aspettare l’alba per metterti a cercarla? >> replicò il lupo sbadigliando.
<< Forse perché fiorisce ad una certa ora della notte? >>
<< Certo, non si può dire che il tuo lavoro sia uno dei migliori… >>
<< Chrome, se stai cercando di snervarmi per far sì che vada da Miiko e convincerla a revocare la tua punizione e non tenerti più fra i piedi, beh, lascia che ti dica che rimarrebbe una mera illusione. >>
<< Sì, lo so! Siete tutti contro di me, anche tu Ewelein! >> esclamò il ragazzo lupo gettando il bastone lontano da sé e continuando a borbottare e ad imprecare verso la sua malasorte, ma la donna non lo stava più ascoltando. Qualcosa aveva catturato la sua attenzione: vide tra gli alberi un’ombra che scomparve subito dopo e riapparve ai piedi di una grande quercia.
<< Chrome! >> esclamò Ewelein rabbuiandosi in volto. << Ho bisogno che tu mi faccia un favore. >>
<< Tanto peggio di così… >> si lamentò il ragazzo.
<< Ritorna al quartier generale, ho dimenticato il mio taccuino delle erbe. >>
<< Cooosa?! Devo ritornare indietro? Sai quanto tempo ci impiegherò… >>
<< Chrome! >> lo interruppe linciandolo con gli occhi.
<< Va bene, ho capito! Non c'è bisogno di arrabbiarsi! >>
<< Va’, t’aspetto qui. Si trova sulla mia scrivania. >> e detto questo, il licantropo si allontano portando con sé tutta la sua frustrazione.
Quando il silenzio la circondò, Ewelein ritornò a rovistare fra i cespugli e a tagliare i fiori che le servivano.
<< Perché sei qui? >> chiese a un tratto rivolgendosi all’ombra. << Sai bene che non sei il ben venuto in questo territorio! >> aggiunse rimettendosi dritta e guardando verso la quercia, aspettando che la presenza si facesse avanti.
<< Stavo cercando te, Ewelein… >> disse quest’ultima rivelandosi alla luce della luna piena. Era un uomo, alto, muscoloso, con un’armatura completamente nera, coperto in volto da una maschera terrificante.
<< Me? >> chiese la donna poggiando la cesta sul terreno. << E cosa può volere da me, il ricercato più temuto del regno di Eldarya? >>
<< Chiamami semplicemente Ashkore. >> sorrise l’uomo da sotto la maschera.
<< Che cosa vuoi? >> ribatté la guaritrice, facendosi seria.
<< Devi salvare la vita di qualcuno. >>
<< Spiacente. Non posso usare le mie conoscenze sui traditori… >>
<< Andiamo, Ewelein! Sai bene che non è così, e poi non si tratta di nessuno dei miei... >>
<< E chi, allora? >>
<< È qualcuno che farà tremare i veri traditori di Eldarya. >>

---

La tenue luce del maestoso cristallo tremò aumentando intensità. La kitsune dai lunghi e lisci capelli neri aprì gli occhi e li volse verso il suo scettro con una perpetua fiamma blu ingabbiata. La vide oscillare come se smossa dal vento, poi guardò il cristallo.
<< Kero! >> urlò sbattendo lo scettro sul pavimento di marmo. << Keroshane! >> aggiunse raggiungendo la porta e ritrovandosi sul corridoio principale del quartier generale. Una delle porte a schiera si aprì, facendo uscire un assonnato, quanto allarmato uomo con un corno sulla fronte e capelli blu spettinati. Si poggiò un paio di occhiali rettangolari cercando di fare in fretta. << M-Miiko… che cosa succede, cosa c'è? >>
<< Qualcuno ha aperto il portale! >> rispose furiosa la Kitsune.
<< No, oggi non era previsto… >>
<< Non te lo sto domandando! Hanno aperto il portale! >>
A Kero ci vollero una manciata di secondi per capire quelle parole, poi strabuzzò gli occhi e balbettò: << C-com'è possibile? >>
<< Seguimi! >> ordinò Miiko voltandosi e agitando nervosamente le tre code di volpe.
Si recarono nella sala del cristallo e la giovane indicò la pietra. << Ogni volta che viene usato un portale, il cristallo aumenta la sua luminosità. >>
<< Lo vedo, ma non riesco a capire chi sia stato? Le nostre trasferte sarebbero dovute avvenire alla prossima unione delle lune. >>
<< Non è questo il punto! >> lo interruppe Miiko. << Sai bene che per farlo, serve un frammento di cristallo! Qualcuno è entrato qui, senza permesso e senza che nessuno se ne sia accorto! >> aggiunse sbattendo ancora una volta il bastone sul pavimento; la fiamma nella gabbia divampò; Kero deglutì nervoso.
<< Ora, mi chiedo, chi diavolo era di guardia in questi giorni, durante la mia assenza? Perché di sicuro è successo quando non c’ero! >>
<< C'era Jamon. Non sospetterai di lui? >>
<< No. >> rispose la ragazza rassegnata. Jamon l’era molto fedele, e non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Si passò l'oggetto da una mano all’altra e, sospirando, si volse ancora una volta verso il bibliotecario. << Raduna i ragazzi, convoco una riunione straordinaria e assicurati che non manchi nessuno! Li voglio tutti presenti! >>
Keroshane annuì, ma nel momento in cui si accinse ad uscire dalla sala, Miiko lo fermò. << Ascolta! >> sussurrò << Cos'è questo rumore? >>
Kero alzò gli occhi al soffitto e fece una smorfia non riuscendo a percepire alcun suono, poi lo udì: un ticchettio che aumentava col passare del tempo.
<< No… non è possibile! >> esclamò la kitsune sorpassando il bibliotecario. Attraversò il corridoio si ritrovò nella sala delle porte e uscì all’esterno ansimando dalla sorpresa nel guardare il cielo notturno completamente coperto da un manto oscuro, dal quale cadevano fili irrefrenabili di acqua.
<< Ma… che cosa… >>
<< Sta piovendo! >> disse sorpreso il bibliotecario, poi immergendosi nella pioggia, alzò le braccia e la testa verso il cielo e iniziò a ridere. << Miiko, piove! A Eldarya piove! >>
La ragazza si sentì  cedere le gambe e dovette appoggiarsi allo scettro per non cadere.
Eldarya non conosceva la pioggia, Miiko stessa non la conosceva. L'ultima volta che il regno fatato aveva assistito a tale intemperia, fu diciotto anni addietro, durante la sanguinosa lotta contro le forze oscure.
Dopo quell’evento tutti gli elementi naturali che aiutavano il regno a sopravvivere scomparvero uno dietro l'altro, rendendo Eldarya una terra ostile e mettendo in difficoltà i suoi abitanti, i quali erano riusciti a sopravvivere solo grazie al cristallo. Purtroppo, però, anche questo rischiava di perire a causa della mancanza di essenza vitale. Infatti, l'oracolo che viveva in esso sembrava essere scomparso e con lui anche la magia che portava, così le guardie che proteggevano quel mondo, si erano date alla scienza e allo studio degli elementi, permettendo così di sopravvivere anche con le loro forze.
In quel momento, l'intero regno si destò; i soldati, gli abitanti, tutti assistettero sorpresi e felici a quella scena che avevano pregato per tanti anni.

---

<< Mery va’ a dormire. >> sussurrò Kalisya al bambino, ma questo non volle ascoltarla, se ne stava seduto con lo sgabello vicino al letto ed osservava la persona che vi riposava. << È ferita! >> mormorò indicando la spalla.
<< Sì. >> rispose sua madre avvicinandosi alla ragazza e togliendole lo straccio bagnato e zuppo di sangue, per sciacquarlo e ripulirla.
<< Morirà? >> chiese ancora il bambino.
Kalisya fece spallucce spostando una ciocca dal viso olivastro della sconosciuta, poi a un tratto si sentì un rumore alla porta. La donna andò a vedere dalla finestrina e sicura di non correre rischi, aprì.
<< Chrome! >> esclamò il bambino scendendo dalla sedia e raggiungendo l'ospite per abbracciarlo.
<< Ciao, pulce! >>
<< Chrome, perché sei qui a quest'ora? >>
<< Ti ho portato qualcosa da mangiare. Mi hanno scoperto e sono stato punito, ma n'è valsa la pena. Come sta? >>
<< Stiamo rischiando, Chrome. Ashkore si fida di me, ed io ne sono contenta, ma non può lasciarla qui a lungo. Se dovessero esserci dei controlli… >>
<< Non ci saranno, sta tranquilla! >> la interruppe qualcuno, appena entrato nella casa. La donna trasalì, ma nel constatare che si trattava dell’uomo mascherato, tirò un sospiro di sollievo.
<< Ashkore! Non dovresti essere qui! >> lo rimproverò il giovane licantropo, ma non appena vide chi lo aveva accompagnato si pietrificò sentendosi spacciato.
Ewelein gli volse uno sguardo incredulo.
<< Ewe… Ewe… >>
<< Prendi fiato, Chrome. >> disse la guaritrice accigliandosi.
<< Perché l'hai portata qui? >> esclamò il ragazzo rivoltosi verso Ashkore.
<< Perché ci serve una guaritrice. >> rispose quest’ultimo senza curarsi dell’ansia che piombò sulla casa. << Ed io mi fido solo di lei. >>
<< Non preoccuparti, Chrome. >> intervenne Ewelein inoltrandosi nella stanza << Non andrò a spifferare il tuo doppio gioco alla Guardia Scintillante, quindi puoi stare tranquillo. >>
<< Non sto facendo il doppio gioco. >>
<< Dov'è il moribondo? >> chiese la donna ignorandolo.
Fu Kalisya ad accompagnarla nella stanza adiacente dove giaceva inerme la sconosciuta.
<< Chi è? >> domandò Ewelein rivolta al mascherato.
<< Te l'ho detto. >>
<< E secondo te, quest’esile creatura dalla dubbia provenienza, potrà far tremare le forze oscure? >>
<< Guariscila, Ewelein. E tieni segreta la sua esistenza. Non ti chiedo altro. >>
<< Ashkore! Chi ti dice che uscita da qui, non vada a riferire tutto a Miiko? >>
<< Non lo farai. Perché anche tu credi che ci sia un modo migliore per salvare questo mondo. Quella Kitsune vede nemici da tutte le parti. Se dovesse sapere di lei, non perderebbe tempo a imprigionarla e a condannarla a morte. Io, questo non lo posso permettere. Come puoi vedere gli abitanti di questo villaggio hanno fiducia in me, come loro come alcuni del quartier generale e anche tu… >>
<< Non immischiarmi! Non ci provare! >>
<< Non ti sto immischiando. Sei tu stessa a farlo. Sii sincera. Anche tu mi credi, altrimenti non saresti qui. >>
Ewelein gli scoccò uno sguardo accusatorio, poi avvicinandosi alla ragazza iniziò a visitarla << Facciamo così… >> disse estraendo delle fiale dal suo sacchetto. << Guarisco questa ragazza, ma che sia chiaro: rimarrò neutrale sui vostri piani e decisioni. >>
Ashkore sorrise da sotto la maschera. << Grazie, Ewelein. >> mormorò.
<< Sì, sì. Adesso esci. Devo visitare l’ammalata. >>
L'uomo ritornò nella stanza dov'erano gli altri e fu subito assalito dalle domande di Chrome, il quale era ancora preoccupato per la sorte che gli sarebbe spettata se la guaritrice avesse parlato.
<< Sta’ tranquillo, anzi: ricorda tu stesso di tenere la bocca chiusa! >> lo avvertì il mascherato.
<< Ashkore… >> intervenne Kalisya << …se la lascerai qui, non potrò lavorare nei campi, Mery non può rimanere solo a vegliarla. Se dovessero perquisire le case… >>
<< Non preoccuparti, Kalisya. Non succederà nulla. Continua a vivere come hai sempre fatto, nel momento in cui guarirà, la porterò da un’altra parte. >>
E nel momento in cui la donna si azzardò a replicare. Un fragoroso rumore proveniente dall’esterno li colse alla sprovvista. Si volsero contemporaneamente tutti verso la finestra.
<< Che cos'è? >> chiese Chrome.
<< Oh, voce dell’oracolo! >> esclamò Kalisya precipitandosi alla porta, seguita da suo figlio e dal giovane licantropo. << Piove! >>
<< Mamma, che cosa sta cadendo dal cielo, ho paura! >>
<< No, figliolo. Siamo salvi. A Eldarya piove, finalmente! >>
All’interno della capanna, Ashkore non accennò alcun movimento per uscire, si limitò solo ad osservare la scena dalla finestra.
<< Che cosa succede? >> chiese Ewelein uscendo dalla stanza.
<< A quanto pare, Eldarya ha ritrovato la sua essenza mancante. >>
La guaritrice si precipitò all’esterno, mentre l'uomo mascherato rivolse la sua attenzione verso la stanza nella quale riposava la sconosciuta. Vi entrò e si avvicinò al letto, si sedette accanto a lei e, sicuro di essere solo, si tolse la parte inferiore della maschera scoprendosi solo il naso e le labbra ben disegnate.
Sorrideva. << Ti ho trovata, finalmente. >> sibilò accarezzandole il viso << Ti legherò al mio Destino e a quello di questo regno e, questa volta, ti proteggerò. >> aggiunse chinandosi su di lei e baciandola con dolcezza, per poi scomparire nel buio della notte e sotto la prima pioggia irrefrenabile.
   
 
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