Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: MizuiroTv    18/01/2018    2 recensioni
Oscar e Leo si amano.
Si amano incondizionatamente, il tempo li ha resi più forti, più maturi, sarà il tempo e sarà un incontro fortuito a farli riavvicinare?
Oppure il desiderio di ritrovarsi?
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

With a Great Abandon.
 



Leo si era appena alzato dal letto: aveva l’addome dolorante, ma cosa poteva farci? Erano passate 2 settimane dall’intervento al seno, dopo due anni di terapia ormonale, finalmente, era arrivato alla prima meta del suo viaggio.
Finalmente era libero da quel seno che detestava, perchè vivere in un corpo che non sentiva suo era una condanna per il giovane ragazzo di 26 anni.

Leo si mise seduto sul letto e si stropicciò gli occhi ancora stanchi dalla serata precedente passata a lavorare: allungò il braccio tastando sulla superficie del comodino, per prima cosa accese la lampada e un piccolo gemito uscì dalla sua bocca, prese la scatola di ‘’Testoviron’’ e la scatola di siringhe vicino a quella presa qualche secondo prima.

Si iniettò il testosterone in endovena come ogni mattina, come gli era stato prescritto e poi si alzò dal letto fissando una parete della sua stanza: era piena di foto con lui e con alcuni suoi amici.

Alcune foto erano state scattate a Lucca Comics, altre ancora alla fiera del fumetto di Milano, alcune a Verona o in altre città d’Italia.
E poi si soffermò sulla foto al centro: un ricordo, un ricordo importante per Leonardo.

Era abbracciato ad un’altra figura: erano, più o meno, alti uguali, il ragazzo alla sua destra era in procinto di dargli un bacio sulla guancia e quel momento era stato immortalato.

Leo passò un dito sul viso di quell’altro e sul suo viso, apparve un sorriso malinconico, come se venissero a galla tanti ricordi riguardanti quella figura misteriosa.








Oscar era in ritardo quella mattina, si era svegliato tardi, o meglio, non aveva sentito la sveglia: era da qualche tempo che si svegliava mezz’oretta dopo il suono della sveglia, forse perchè troppo stanco di lavorare, tornare a casa, lavorare su alcuni progetti e poi addormentarsi come un bambino mentre faceva qualsiasi cosa.

I capelli neri erano fin troppo scompigliati quella mattina d’inverno, Oscar si aggiustava i ciuffi in metro, mentre si sistemava la felpa nera e con motivi verde fluorescente, uno dei suoi colori preferiti.
Si sistemò il cappotto e appena la metro annunciò la fermata di Duomo, il ragazzo corvino saltò fuori dal treno e camminò più velocemente possibile: si sentiva tremendamente in imbarazzo, aveva fatto aspettare la sua migliore amica un’ora e venti in centro a Milano.

Mentre camminava velocemente per uscire fuori dalla metro di Duomo, Oscar si voltò di colpo: sembrava avesse visto un fantasma.

Si morse il labbro: credeva di averlo visto tra la folla, di aver incontrato, come la prima volta, gli occhi azzurrini tendenti al grigio di Leonardo, ma si sbagliava.
Quei suoi occhi erano inconfondibili, non c’era nessuna persona al mondo, secondo l’opinione di Oscar, che avesse un colore del genere, solo lui.



Oscar si incamminò nuovamente, cercando di scacciare dalla sua mente il pensiero di Leo e di quei occhi magnetici ma quasi era impossibile: dopo tutti quegli anni, si trovava ancora innamorato di quel  ragazzo che, senza esitazione, anni prima, lo aveva amato con tutto se stesso.

Oscar pensava e pensava, si interrogava se Leonardo fosse ancora innamorato di lui, se invece lo avesse dimenticato, come doveva, appunto, perchè sapeva di avergli spezzato il cuore.

Oscar e Leonardo si erano detti addio nella maniera più terribile che potesse capitare a due innamorati: Oscar era insicuro di se stesso ma Leonardo era come un sole, non si era mai dato per vinto, aveva sempre dato tutto se stesso per aiutarlo, sapendo che andava incontro a qualcosa, probabilmente, più grande di lui e di ciò che poteva offrire a Oscar.


Quel giorno, sia Oscar che Leo, se lo ricordavano bene: il giorno della discussione di quest’ultimo, il giorno in cui si dissero, realmente, addio.

Leonardo, una volta proclamato dottore, gli fece quella proposta, quella proposta che risultò fatale.

« Andiamo a vivere insieme» insistette Leonardo tenendo le spalle di Oscar tra le sue mani.
« Possiamo trovare facilmente un monolocale o una stanza con altri coinquilini, poi potremmo vivere io e te e nessun altro!» continuò Leo spronando l’altro ragazzo.

Ma Oscar non proferiva parola o risposta, scoppiò a piangere e si allontanò dalle braccia di Leo, braccia che desiderava più di ogni altra cosa al mondo  le allontanava.
Sapeva che lo avrebbe ferito in qualche modo, sapeva che non era la scelta giusta per Leo.
Lui non era per nulla la scelta giusta, per nessuna persona e Leo, oh Leo era troppo importante, gli era entrato dentro come nessun’altra persona  aveva fatto, non poteva portarlo nel baratro con lui.
Oscar lo lasciò andare: era questa scelta che suonava più giusta in cuor suo.

«No, Leo, ascolta» mentì, quando voleva solo dirgli di sì, voleva solo dirgli di nuovo “ti amo“ e abbracciarlo e stare tra quelle braccia e tra quel petto che erano diventati casa sua, mentì.
«Non posso accettarlo, mi sembrerebbe di prenderti in giro, tu che sei sicuro di te e di quello che provi mentre io non so cosa cazzo fare della mia vita.»



Quelle parole, quel dialogo, tutto ciò era scolpito nella mente dei due ragazzi, ormai diventati due giovani adulti.
Non si erano più parlati da quella volta: erano passati ben quattro anni da allora.


Leo lavorava come 3D designer e come fotografo, viveva in un piccolo bi-locale nei pressi della stazione di Garibaldi a Milano e, quasi tutti i giorni, si trovava sotto casa Micaela, la sua migliore amica o Valeria, sua sorella.
La sua vita era ordinaria: nel tempo aveva smesso di frequentare l’ambiente cosplay, stesso in cui aveva trovato molte sua amiche e Oscar. Anche se, spesso, Elisa e Nicole, altre sue due migliori amiche, erano disposte a trascinarlo in fiera con loro, ovviamente Leo non opponeva troppa resistenza alla fine.
Un po’ gli mancava quell’ambiente però sapeva benissimo che nella sua mente, venivano cullati i ricordi di quell’amore per Oscar che riusciva a descrivere con due canzoni.

‘’Red’’ di Taylor Swift e ‘’Teenage Dream’’ di Katy Perry.

D’altra  parte, neanche Oscar era riuscito a dimenticarlo: lavorava in un’azienda e aveva continuato la sua vocazione, ovvero essere un cosplayer.
Aveva un talento naturale.
Riusciva a trasmettere qualsiasi tipo di emozione, riusciva a far diventare suo qualsiasi personaggio, era veramente un talento.


Ne Oscar ne Leo si erano mai dimenticati.
Oscar viveva in Leo.
Leo viveva in Oscar.
Era sempre stato così, dal loro primo incontro.

Quando le iridi grigio azzurre di Leonardo incontrarono gli occhi di Oscar, palesemente coperti da delle lenti rosse.
Ma quegli occhi, quei dannati occhi, avevano distrutto quel muro, e il suo sguardo era entrato nel tremolante e fragile cuore di Oscar.

Leonardo si era innamorato a prima vista di quel ragazzo proprio come Oscar si era innamorato a prima vista di Leo.

Era sempre stato così per loro due: un semplice colpo di fulmine che era diventato amore ma poi, come tutte le cose belle, il loro amore era destinato a perdersi ma anche a farli ritrovare.
Perché non c’era giorno che passavano senza domandarsi cosa facesse l’uno o cosa facesse l’altro.


“We found love“ era la canzone che suonava sull’ipod di Leo, ennesima serata passata in ufficio a lavorare di più degli altri, erano le nove e mezza di sera,  Milano era illuminata dalle luci di natale così scintillanti ma anche malinconiche per il ragazzo dato che si era laureato sotto Natale .
Camminava tra quelle strade piene di persone alcune contente, alcune che come lui tornavano tardi dal lavoro.

Era come se gli mancasse qualcosa.
Si aggirava tra quel groviglio di persone domandandosi perchè si sentiva così solo, come se cercasse un pezzo: insomma, la sua vita da allora, stava andando abbastanza bene, era in terapia ormonale da 3 anni circa, si era operato da qualche settimana e forse, da lì ad un anno, avrebbe avuto un cambio di documenti, cosa voleva di più?.
Eppure, c’era qualcosa, qualcosa che non gli tornava, perchè si sentiva incompleto?

Sapeva, in parte, che la mancanza di Oscar si faceva sentire: Oscar era l’unico che era riuscito a capirlo.
Era riuscito ad aprire il castello di solitudine che negli anni prima Leonardo si era costruito.
Oscar, solo con un sorriso, aveva distrutto quelle barriere che Leo si era creato per non soffrire di nuovo, era il suo supereroe, il suo cavaliere, se dovessero chiedergli chi preferiva tra Super Man o Oscar, senza ripensamenti, Leonardo avrebbe scelto Oscar, proprio perchè era il suo super ereo.
Il suo super Oscar.



Alzò gli occhi dall’altra parte della strada e lo vide.

Era davvero Oscar?

Leo si strofinò gli occhi un paio di volte: non poteva crederci.
Lui era davanti ad Oscar, dall’altra parte della strada.


Oscar era fermo ad aspettare il tram-via che lo avrebbe portato a casa: da quando lavorava a Milano, aveva dovuto trasferirsi in un monolocale vicino agli uffici e di tanto in tanto tornava a casa dai genitori per posare alcuni cosplay e prenderne altri.

Oscar alzò anche lui gli occhi dalla sua lettura e per un attimo il suo cuore non smise di battere: ritrovò quegli occhi di Leo che puntavano, nuovamente, su di lui.
Le guance di Oscar si colorarono di rosso, chiese permesso tra la folla e si buttò in mezzo alla strada.
Quasi non venne un colpo a Leo, vedendo l’altro buttarsi in quel modo in mezzo alla strada: Leonardo prese coraggio e si fece largo tra la folla e si buttò, senza riguardo delle auto che arrivavano e del tram-via che stava arrivando.
Non diede il tempo all’altro di riprendere quella sfrenata corsa verso di lui che lo aveva già abbracciato sotto gli occhi di alcuni.

Non gli importava di ricevere commenti dalle persone che stavano guardando la scena, gli importava solo di tenerlo stretto a lui di fargli sentire che quel cuore, che Oscar, magari,pensava di aver distrutto, era lì a batter forte per lui.

D’altra parte, le braccia di Leo erano diventate più muscolose, come se in quegli anni Leo si fosse fortificato.Era diverso, non poteva non notarlo, si vedeva quel piccolo accenno di barba tagliata, quel piccolo pomo d’Adamo e tante altre piccole cose che rendevano Leonardo l’uomo che Oscar non aveva smesso d’amare.

Non si dissero nessuna parola, Leo offrì solamente la sua mano ad Oscar e Oscar, senza pensarci due volte, questa volta, gliela strinse e gli sorrise, quel sorriso che aveva ogni volta che Leonardo lo prendeva per mano, un sorriso che valeva davvero mille parole.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: MizuiroTv