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Autore: A b y s s    21/01/2018    3 recensioni
Cadono le vite, come petali di fiori appassiti.
Ed alcune si spengono troppo presto, travolte da un'innaturale frana nel tempo.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Osamu Dazai, Sakunosuke Oda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ad Odasaku piaceva l'inverno. Gli piaceva il freddo, che si posava lieve sulla pelle. Ed amava le idee, che venivano fuori lucide e pulite come cristallo. E nelle notti d'inverno non era raro che si fermasse a guardare le stelle, riflesse nei suoi occhi che, puntualmente, si perdevano ad osservarle.
Odasaku era un sognatore, ma non lo diceva. Non amava le stelle per passione scientifica, ma perché, per ognuna di esse, gli pareva ci fosse una vita, connessa, legata, che si sarebbe spenta con l'astro lucente. Ma, e Dazai lo sapeva, al mondo non piaceva la gente come Oda Sakunosuke: gli esseri umani erano così meschini, frivoli, sciocchi, da pensare di potersi permettere di perseguitare - senza distinzione alcuna - tutti coloro che non rientravano nei loro canoni di piacere. E lui, Odasaku, faceva tristemente parte di questa cerchia, una sfera di emarginati, lontana dai giochi e dai divertimenti sfarzosi.
Agli esseri umani non piaceva chi amava la vita, chi si prodigava per salvarla anziché distruggerla. Dazai ci pensò solo una volta, guardando i capelli color tramonto di Odasaku - seduto al bancone, il whiskey appena versato nel bicchiere e il respiro lento e pacato - mentre il suo viso si distorceva in una risata: Odasaku amava le vite degli altri, così tanto che sembrava volerle memorizzare, scoprire, frammento dopo frammento, con ammirevole discrezione, da dietro il vetro di un bicchiere, nascosto da un velo di silenzio. E poi proteggerle.
Doveva essere anche per questo che aveva smesso di uccidere, che aveva deciso di dimostrarsi diverso da tutti gli altri membri della Port Mafia.
Ma l'odio e la crudeltà degli esseri umani avevano logorato il filo che teneva Oda Sakunosuke tra i viventi. Lo avevano spezzato, reciso, e Odasaku era precipitato, afflosciato al suolo come una bambola rotta.
Ucciso dall'essere umano, che sempre lo aveva guardato con disappunto: uno scrittore era una creatura troppo particolare - metteva a rischio la normalità.
Era gennaio, quando Dazai si recò al cimitero, negli occhi ancora il ricordo di un corpo spezzato, come lo stelo di un fiore calpestato da piedi frettolosi. Il destino aveva deciso che quella dovesse essere una notte fredda, quasi gelida, e che le stelle dovessero risplendere come lumicini, altere e bellissime nel blu: non capiva come ad Odasaku potessero piacere, lui che amava la vita. Le stelle non sono altro che cadaveri.
La sciarpa attorno al suo collo sembrava essere abbastanza per il freddo dell'inverno, ma non sufficiente a riscaldare il suo cuore, congelato e frammentato in centinaia di pezzi - cercava disperatamente di ricomporlo.
Guardò la lapide davanti a sé, vuota, senza nessuno a riposare davvero sotto il suolo, e quel nome inciso sulla pietra scura, che feriva gli occhi e dilaniava l'animo, un brandello dopo l'altro.
Oda Sakunosuke, l'uomo che voleva scrivere della vita, non aveva potuto vivere davvero la sua, forzato ad addormentarsi per sempre. E Dazai, gli occhi che pizzicavano, non riuscì a fare altro che - in quella notte d'inverno - crollare sulla tomba, lasciando che i crisantemi che aveva portato con sé scivolassero sul marmo.
E a Dazai sembrarono davvero essere parte di Odasaku: parevano emettere luce anche nelle tenebre più tetre, forti ed ormai recisi dalle loro radici.
Simbolo di una vita ormai caduta.




Ultima postilla della narratrice: sono perseguitata dagli esseri umani - Storia di una Ladra di Libri, Zusak M. 

   
 
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