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CAPITOLO 2
Dopo aver aggiornato, con una
mezza verità, sia
Costia che mia sorella - non menzionando minimamente Clarke e la sua
presenza
alle Olimpiadi – mi sono messa in viaggio verso la mia
vecchia università,
l'UCLA, dove l'indomani si sarebbe tenuto il raduno.
Da San Diego, in macchina, mi ci
sono volute circa due
ore per arrivare a Los Angeles. Il viaggio è stato
tranquillo, anche se i
pensieri non mi hanno dato tregua... ho rimuginato tutto il tempo su
Clarke,
sulla sua fuga e sulla sua strana ricomparsa.
Dopo aver fatto check-in in
albergo ed essermi un
po’ rinfrescata, avverto subito Harper - la mia ex seconda
base, nonché
responsabile di questo evento - del mio arrivo. Ancora un po’
e sviene sentendo
la mia voce, ma superato lo shock iniziale, la sua parlantina prende il sopravvento inondandomi di
informazioni. Devo
ammettere che un po’ mi è mancata la sua
esuberanza.
Alla fine del suo trattato di
benvenuto, Harper mi
informa che questa sera ha organizzato una serata all'insegna del
divertimento
allo Sky Bar sulla Sunset Boulevard.
"Comandante, se non sei troppo
stanca... le
ragazze muoiono dalla voglia di vederti".
"Harper, ci penso, ok? Ma non ti
garantisco
niente...".
"Senza impegno, comunque il tuo
nome è già sulla
lista... ciao comandante!".
Non faccio neanche in tempo a
salutarla che ha già
messo giù. Alzo gli occhi al cielo sbuffando divertita.
Infondo credo che Indra
abbia avuto una grande idea... forse sarà divertente.
Non ci metto molto a prepararmi.
Decido per un
pantalone nero aderente, con una camicia elegante dello stesso colore.
Mi
trucco senza esagerare. Giusto un po' di mascara e di eyeliner per
risaltare lo
sguardo. Mi infilo gli stivali con un leggero tacco. Ovviamente, come
tocco
finale, opto per la mia giacca di pelle lasciando i capelli sciolti da
vera bad
girl.
Mi guardo un attimo allo specchio
poi scoppio a
ridere, pensando a quanto la cosa sia ridicola. Di certo non devo fare
colpo su
nessuno. L'unica cosa di cui ho bisogno è staccare la spina
e divertirmi. E
contrariamente ai miei buoni propositi è proprio quello che
intendo fare.
Mezz'ora dopo sono davanti al
locale, il
parcheggiatore mi apre gentilmente lo sportello indicandomi l'ingresso.
L'istante
dopo è già sparito, sgommando via con la mia
macchina.
"Hollywood...", borbotto
scuotendo la
testa.
Quando entro la musica e
l'atmosfera mi coinvolgono
in un attimo. Da quando ci stiamo preparando per le Olimpiadi le uscite
così allegre sono state
proibite da Indra,
quindi io e le altre è un bel pezzo che non entriamo in un
locale del genere.
"Penso proprio che Indra non
intendesse questo
per staccare la spina...", sussurro tra me e me.
"Lexa... wow… sei in
gran forma
comandante", urla Harper venendomi ad abbracciare.
"Grazie Harper. Anche tu non sei
niente male...",
le dico facendola arrossire.
"Vieni, il nostro tavolo
è proprio laggiù a
bordo piscina. Ci siamo tutte, mancavi solo tu", mi trascina entusiasta
verso le altre.
Arriviamo al tavolo e mi ritrovo
a sorridere salutando
le mie ex compagne. Harper ha fatto un lavorone, è riuscita
a radunare tutta la
squadra: Echo, Zoe, Ontari, Emori, Niylah, Callie, Gale e Megan.
L'unica
persona che manca è proprio lei: Clarke.
Mi siedo accanto ad Echo e
comincio a fare conversazione.
Sbadatamente non mi accorgo del posto vuoto vicino a Niylah. Solo dopo
le
parole di Zoe realizzo che quel dettaglio non era poi così
irrilevante.
"Wow, con te comandante siamo al
gran
completo. Chi l'avrebbe mai detto che la nostra squadra, di giovani
sfigate,
avrebbe sfornato ben due atlete olimpiche... e Harper è
riuscita a farle
partecipare a questo evento. Un urrà per la nostra rossa",
propone Zoe
alzando il bicchiere.
Sgrano gli occhi alle sue parole
e quando alzo lo
sguardo incontro due iridi azzurre che non vedevo da tempo.
"Clarke...", sussurro incredula.
"Lexa...", mormora di rimando,
probabilmente sorpresa anche lei di vedermi.
Rimaniamo perse l'una nell'altra
per qualche
secondo.
"Vedo con piacere che ricordate
entrambe come
vi chiamate, fantastico! Ora, però, è il momento
di festeggiare",
interrompe il nostro momento Niylah con il suo solito tatto da elefante.
Lei, al contrario di Harper, non
mi è mancata per
niente. Comunque le sue parole mi ridestano dal torpore facendomi
distogliere
lo sguardo da quella che un tempo era la mia migliore amica, o forse
era qualcosa
in più...
Fortuna vuole che Harper, Echo e
Zoe mi
monopolizzano tutta la serata. Chiacchiero con loro, soddisfo tutte le
loro
curiosità e loro le mie, aggiornandomi un po' su quello che
hanno combinato in
tutti questi anni. Distratta dalla conversazione, forse bevo qualche
birra di
troppo.
Il mio cervello sembra spegnersi,
forse annebbiato
dal troppo alcol... ma onestamente non m'importa. Ogni tanto smettere
di
pensare può essere utile. Mi trascinano in pista e comincio
a muovermi a ritmo
di musica. Non mi accorgo neanche di chi ho intorno. Continuo ad
agitarmi come
se non ci fosse un domani.
So benissimo che questo
comportamento non è da me,
ma voglio cancellare i suoi occhi dalla mia testa e probabilmente non
solo da
lì. Una vena di rancore rischia di prendere il sopravvento
ed io non voglio che
accada. Proprio per questo non voglio pensare, non voglio sapere, non
voglio
capire. Voglio ballare, ubriacarmi e basta.
Le canzoni si susseguono e la
pista si riempie
sempre di più. Continuo a ballare, scambiando qualche
battuta con Echo, ma
l'istante dopo qualcuno mi afferra per il polso e mi trascina via.
Inizialmente
non vedo chi sia la persona responsabile del mio rapimento,
so solo che la sua presa è forte e decisa. Uscite dalla
folla riconosco la chioma bionda che mi sta trascinando in un posto
più isolato.
La musica si attenua coperta da
un fastidioso
ronzio nelle mie orecchie. Quando siamo lontane da tutti con un
strattone mi
libero dalla sua presa.
"Clarke... ma che
diavolo… perché mi hai
trascinato qui?".
"Sul serio Lexa? Dopo tutti
questi anni… è
questa la prima domanda che vuoi farmi?", ribatte quasi seccata.
Sospiro cercando di eliminare
l'influenza
dell'alcol sul mio cervello, ma è più difficile
del previsto. Perché la rabbia,
unita ad un insolito sarcasmo, si fa largo dentro di me esplodendo
senza
ritegno.
"No, hai ragione ce ne sarebbero
molte
altre... non so, ad esempio potresti dirmi perché cazzo te
ne sei andata, così,
di punto in bianco, senza nemmeno una parola? Perché non mi
hai più cercata?
Cosa diavolo ti ho fatto per meritare una cosa del genere…
cosa? Non sapevo
nemmeno se fossi ancora viva, se stessi bene… hai idea di
come mi sia sentita?
E poi ieri, dopo quasi una vita… dieci fottuti anni, la
coach mi chiama nel suo
ufficio e mi chiede se ho dei problemi ad affrontare il mio fantasma...
sì
perché, a quanto pare, la lanciatrice migliore che conosca
ora gioca per la
nazionale sbagliata… quella giapponese. Sai è
buffo Clarke, ho sempre pensato
che andare alle Olimpiadi fosse il nostro sogno…
però giocando insieme, non una
contro l’altra. Beh, in un certo senso si è
avverato... anche se diversamente
da come lo avevo immaginato...", mi lascio trasportare dai sentimenti
inveendo contro di lei.
Sta per ribattere, ma non gliene
dò la possibilità.
"No, Clarke, risparmia qualsiasi
parola.
Onestamente, non so se avrebbe più senso sapere il
perché... ho voltato pagina
e onestamente non voglio rivivere tutto quel dolore. Comunque, mi ha
fatto
piacere rivederti. Ci vediamo domani… e naturalmente a
Tokyo", concludo
cercando di essere spavalda, forse aiutata dal fatto di essere ubriaca.
Tuttavia il mio corpo non
è molto d'accordo e,
mentre cerco di andarmene, comincio a barcollare fino a che mi sento
mancare.
Non cado a terra
perché sento due braccia tenermi
stretta. Clarke, non so come, mi ha agguantato al volo. Mi sorregge con
forza e
senza sentire ulteriori proteste mi conduce fuori dal locale.
L'ultima cosa che ricordo è lei che mi
chiede in
che albergo alloggio, ma non credo di essere riuscita a dirglielo,
perché penso
di essere crollata nell’istante preciso in cui mi sono seduta
in macchina.
NOTE AUTRICE.
Ed eccomi qui con il secondo capitolo.
Allora che ne pensate del loro incontro?
Credo che Lexa non
abbia fatto una gran mossa a bere così tanto. Ma credo che
sia stato scioccante
rivedere Clarke. Quindi non mi sento di criticarla tanto.
Ora chissà dove si
ritroverà al suo risveglio?
Volevo ringraziarvi per il vostro sostegno
anche in questa
avventura, come al solito è molto apprezzato.
Un abbraccio e alla prossima.
Lory