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Autore: _fallen_phoenix_    22/01/2018    1 recensioni
Bugie bugie e ancora bugie. Bugie sempre sopportate, fino a quando, un evento non programmato, porterà al cambiamento. Un cambiamento definitivo, o forse no
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mio cellulare squillava ripetutamente, la mia testa aveva preso a girare a gran velocità e le mie orecchie non smettevano di ronzare. 
Maledette notti brave, maledetto alcool e maledetto pure tu. 
Girai lo sguardo verso l'altra parte del mio letto, certa che fosse occupata, e invece scoprii, a malincuore e di sorpresa, che era vuota. 
Presi il telefono, c'erano chiamate e messaggi. Amici che sembravano un po' tristi per me, alcuni anche preoccupati, Giuls che insistentemente mi diceva di prendermi la giornata per me, rilassarmi, lasciare perdere il telefono, i social, e di preoccuparmi solo di stare bene. 
Quel suo modo di fare mi aveva insospettito, presi l'auricolare, feci partire la chiamata e aprii facebook. Avevo appena sentito il mio cuore rompersi in mille pezzi. Un dolore lancinante all'addome come se mi avessero tirato un pugno alla bocca dello stomaco. Le sue foto continuavano a rimbalzarmi davanti agli occhi, che si coprirono immediatamente di un sottile velo di lacrime. 
"Tesoro, mi senti? Pronto? Pronto?" tirando su col naso cercando di non farmi sentire 
-ehi Giuls. Ho visto le tue chiamate e i messaggi! Stai bene? Tutto apposto?- 
"lo so che hai aperto facebook, ti avevo detto di non farlo. Mi spiace tesoro." 
-tranquilla, è tutto apposto! Devo scrivergli un biglietto per congratularmi!- 
"ma stai scherzando?" 
-no no, anzi lo faccio subito. Devo andare, ciao- 
non le diedi il tempo di ribattere che le attaccai brutalmente il telefono in faccia.
Presi carta e penna dal comodino vicino alla mia parte di letto, trovai qualche parola scritta 'devo fare delle commissioni, torno il prima possibile. Dormi bene Honey, B.'
Strappai il foglio, ne feci una palla e lo lanciai lontano da me.
Scarabocchiai l'angolo in alto a destra per controllare che la penna funzionasse e cominciai a scrivere tutto ciò che mi passava per la mente in quell'istante. Il flusso di parole sembrava non voler finire  mai. Mi aggrappai a vecchi ricordi, alle tante avventure, ai nostri amici. Non riuscivo a controllarli, mi sentivo, in un primo momento, come un fiume in piena, gonfio di emozioni, sensazioni, l'attimo dopo, una barchetta che veniva trascinata alla deriva, ferita e amareggiata. 
Lasciai i fogli sul letto, mi lavai, vestii e uscii di casa senza meta. La mia testa viaggiava sul dolore atroce che stavo provando, ma la macchina mi portò esattamente lì, dove tutto era cominciato. Nonostante fossero passati quasi 15anni, il nostro liceo non era cambiato per niente. Il nostro primo incontro, l'amicizia nata per caso, fuggire da scuola tra una lezione e l'altra, arrivare in spiaggia e buttarsi in acqua, stendersi sulla sabbia ad asciugarsi al sole. Il nostro primo bacio, dato un po' per scherzo e un po' di sfuggita. L'imbarazzo immediato e la risata fragorosa per il disagio in cui ci eravamo messi. La prima volta che entrammo di nascosto, di notte, a scuola, solo per il piacere di farlo. L'ultimo anno, il ballo, il diploma e la festa. Tutti ricordi che mi riportarono qui e a te. La prima volta che facemmo l'amore, pieno di passione, sentimento. 
Travolgente e stravolgente. 
Eravamo un tutt'uno rimanendo sempre noi, ci capivamo solo con uno sguardo, sapevamo tutto l'uno dell'altra, ci completavamo.
Il tuo ingresso nella band mi fece sentire la ragazza più felice del mondo: tu eri felice e io lo ero con e per te. 
Poi arrivò lei, che ti volle e ti prese, senza se e senza ma. Divenne tutto suo, la tua felicità, i tuoi ricordi, i tuoi occhi. Io non avevo più niente. Tu non eri più mio, anche se tornavi sempre da me, come se io fossi il tuo porto sicuro, come se la mia casa, fosse davvero anche la tua. E ogni volta mi ripetevi che non saresti voluto tornare da lei, che il tuo posto era accanto a me, con me. Ma quando ti chiedevo se sarebbe successo davvero, tu mi rispondevi sempre 'presto, presto'. 

   
 
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