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Autore: Zoey Charlotte Baston    23/01/2018    0 recensioni
Invece, per quanto lo riguardava, Steve Harrington non lo trovò un avvenimento di particolare rilevanza: di strane situazioni ne aveva vissute, troppe per essere contate, ed era piuttosto convinto che ci fosse ben poco di cui sorprendersi ormai, in quella assurda vita che si ritrovava ad affrontare giorno per giorno. Pensò solamente che finché non si fosse rivelata in qualche modo legata al Sottosopra non sarebbe stato un problema di sua competenza, e questo non sarebbe mai accaduto, ne era sicuro.
Finché, in realtà, non sembrò sbagliarsi.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Steve Harrington
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Until, Actually, He Was Wrong




Hawkins non era mai stata una cittadina che faceva parlare di sé, effettivamente al contrario di come si può pensare erano poche le persone che potevano vantarsi di conoscerla senza il bisogno di averci mai vissuto, e proprio per questo motivo gli abitanti si ritrovano non poco sorpresi quando una ragazza arrivò dal nulla, senza essere accompagnata da alcun adulto, iniziando a vagare senza meta per le strade, la guardavano da lontano, senza aver mai il coraggio di domandarle cosa ci facesse lì, tutta sola, intimiditi, forse dall'abbigliamento affatto usuale nelle loro figlie, forse dalla sua aurea di mistero.

Invece, per quanto lo riguardava, Steve Harrington non lo trovò un avvenimento di particolare rilevanza: di strane situazioni ne aveva vissute, troppe per essere contate, ed era piuttosto convinto che ci fosse ben poco di cui sorprendersi ormai, in quella assurda vita che si ritrovava ad affrontare giorno per giorno. Pensò solamente che finché non si fosse rivelata in qualche modo legata al Sottosopra non sarebbe stato un problema di sua competenza, e questo non sarebbe mai accaduto, ne era sicuro.

Finché, in realtà, non sembrò sbagliarsi. Ad essere del tutto sinceri, la prima volta l'avvicinò quasi per caso, si erano infatti ritrovati seduti sulla stessa panchina, proprio di fronte alla gelateria dove andava sempre da bambino, e la curiosità non poté far a meno di prevalere nel cuore del giovane. Il volto di lei aveva tratti dolci, ben delineati ma contratti in un cipiglio diffidente e i capelli rossicci tagliati corti gli ricordavano quelli di Jane appena l'anno prima, per quanto riguardava la lunghezza, gli occhi erano chiari, se qualcuno gli avesse chiesto di più avrebbe alzato le spalle, perché non era riuscito a vederli. Lui le sorrise, complimentandosi per i gusti musicali chiaramente espressi dalla maglietta che indossava, e lei lo ignorò. Una scena di questo genere si ripeté esattamente trentanove volte.

La quarantesima qualcosa cambiò, in effetti la ragazza lo osservò, prima di domandare un seccato "Chi ti ha mandato? Quanto ti hanno pagato?". Quel giorno a rimanere senza parole fu proprio lui, che non si scomodò nemmeno nel tentativo di seguirla e porgere domande fino a quel momento neanche pensate, restò seduto con lo sguardo perso nel vuoto. I suoi occhi erano color ghiaccio.

Dopo quel giorno Alex Holden non ebbe più l'occasione di seguire i movimenti e le poche parole dei due giovani dall'interno del suo negozio.

Quando il destino incrociò nuovamente il loro cammino Steve non si oppose, lasciandosi guidare dallo stesso alcool che rendeva la sua testa tanto leggere. "Non sapevo conoscessi gli organizzatori della festa, ma sono felice di vederti." Lei lo squadrò con un sopracciglio alzato. "Non sei stata invitata? Non è un problema, sai, vengono sempre una valanga di imbucati... Deve essere anche per questo che si soffoca... Ti va di uscire un attimo per prendere un po' d'aria, rossa?"

"Non sai neanche come mi chiamo, lasciami in pace."
Nonostante il tono burbero non poté fare a meno di pensare che avesse una voce stupenda. Ridacchiò, probabilmente troppo poco lucido per riconoscere pienamente il rifiuto. "Dimmelo, allora!" la spronò senza però tante speranze. Lei storse la bocca, mordicchiandosi leggermente le labbra rosee, chiaramente irritata, in fondo voleva solamente prendere qualcosa da mangiare senza dover rubare in alcun negozio, quindi sorrise maliziosa, sottrandogli un bicchiere dalla mano destra.

"Hazel." rispose, senza neanche accennare alla possibilità di sorseggiare la bevanda, e "Ora va al diavolo, Harrington." aggiunse andandosene, con l'espressione contrariata che le aveva visto indossare ogni volta. Lui rise ancora, decisamente troppo poco lucido perché quel drink lo voleva bere, la camicia era nuova e lei non avrebbe dovuto sapere il suo nome, ma quelle cinque lettere suonavano così bene e iniziava a pensare che la sua dignità ormai fosse bella che sepolta. Forse il giorno dopo ripensando a quella serata avrebbe ricordato il piccolo tatuaggio sul polso, 007, che aveva avuto l'occasione di scorgere in quei pochi secondi prima che se ne andasse, ma andava bene così, perché Hazel era decisamente un problema di sua competenza.
   
 
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