* che tu possa essere felice
Quando il cavaliere tornò nuovamente dal suo re, soddisfatto di essere finalmente riuscito a mantenere la promessa che le aveva fatto, la trovò nello stesso punto in cui l’aveva lasciata.
Era appoggiata al tronco dell’albero più rigoglioso della piana, e il sole le illuminava il volto sereno. Artù aveva chiuso gli occhi e la leggera brezza primaverile le muoveva dolcemente i capelli della fronte. Sul volto c’era un sorriso dolce, come se stesse facendo un bel sogno.
Bedivere si fermò a contemplarla.
Sembrava si fosse addormentata.
Inginocchiandosi accanto a lei, non percependo il suo respiro, capì che il suo re era spirato per sempre e che lo aveva lasciato completamene solo.
Dopo il primo momento di tristezza, si ritrovò di nuovo a fissare il suo volto, stranamente sereno, e anche a lui comparve un sorriso.
Si domandò se la ragazza stesse sognando, e, se la risposta fosse stata affermativa, quale sogno le aveva fatto assumere quell’espressione così contenta sul volto.
Sperò, che almeno nei suoi sogni potesse in qualche modo essere felice.
Bedivere non si accorse che mentre sorrideva, le lacrime iniziavano a solcargli il volto.