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Autore: Ghrian    24/01/2018    0 recensioni
Carlotta è una semplicissima ragazza italiana, una come tante: studia, esce con delle amiche incredibilmente più pazze di lei...
Ma nell'università che frequenta stanno organizzando un tirocinio all'estero con un'altro indirizzo, completamente opposto al suo.
Si ritroverà catapultata in un altro mondo, a contatto con una cultura e abitudini enormemente differenti dalle sue e dovrà adattarsi a tutti i costi.
Aggiungiamoci due amici sclerati, lei che non è da meno e l'entrata in campo di dodici ragazzi... l'esplosione è alle porte, io lancio l'avvertimento!
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 21


Erano passate tre settimane.

Tre cavolo di settimane dal mio maturato consenso all'uscita con quel fungo appassito, ma nessuno si era premurato di darmi qualche informazione in merito a questa fantomatica “uscita”.

Loro erano molto impegnati con i vari concerti e i pressanti allenamenti a cui erano costantemente sottoposti, mentre io ero praticamente un fantasma: pulivo la casa e preparavo da mangiare.

Nemmeno una volta, da quella serata film, mi ero fermata con loro. Non perché non ne avessi voglia ma semplicemente non avevo tempo: erano iniziate le regolari lezioni, finalmente non dovevo più studiare quella maledetta lingua e le ore di laboratorio erano davvero tantissime.

Capitava molte volte che mi fermassi a dormire da Bea, cercando di non esagerare, ma dopo cinque ore ad esaminare provette, chi aveva voglia di tornare a casa?

Mi buttavo sul letto di Bea e dormivo come un orso in letargo lì, senza dovermi trascinare fino alla mia cara casetta.

Alla fine io e la rossa scatenata riuscimmo ad organizzarci e per la nostra serata pizza, mi portò tante meringhe. E non scherzo, me le trovai persino nel letto.

Il che non mi dispiacque affatto, chiariamoci.

Ora invece stavo cercando di velocizzarmi, dovevo pur andare a preparare qualche pasto a quegli scalmanati, anche se non sapevo cosa combinare.

Avevo una mezza idea di cucinare delle lasagne, ma ci sarebbe voluto troppo tempo, così optai per una bella cotoletta e via.

Conoscendoli avrebbero apprezzato anche un piatto di alghe pur di mettere qualcosa nello stomaco.

Avevo voglia di farmi una bella dormita, ma dovevo lavorare, così impiegai il tempo che sprecavo per pensare a quei brutti antipatici, per sgambettare più velocemente.

Avevo un bel po' di cose da studiare quel pomeriggio, ancora un mese e poi iniziava la sessione di esami, l'incubo di ogni universitario.

Arrivai a casa delle papere starnazzanti in tempo per preparare il pranzo e lo lasciai pronto in tavola, sapevo che sarebbero arrivati a breve, mentre io mi trasferii nella mia stanza con una barretta di cioccolato e il mio librone.

Dopo un'ora di studio già non ce la facevo più, i miei neuroni chiedevano disperatamente una pausa che venne ampiamente regalata.

Chiusi il libro e dopo pochi secondi la porta della mia camera si aprì, facendo sbucare la testa bruna di James.

Dimenticavo, ancora non sapevo niente sulla sua situazione sentimentale.

-James?!?- ululai, alzandomi dal letto e correndo ad abbracciarlo.

-Se non mi stritoli mi fai un favore. Ero solo venuto a controllare che non fossi morta.- sfiatò lui, sottraendosi dal mio abbraccio mortale.

-Non sono morta. Ho solo smesso di avere una vita sociale.-

-O degli amici. Sì, ho notato.- rispose lui, buttandosi sul letto.

-Gli esami si avvicinano e non posso permettermi di prendermela comoda.- replicai, sedendomi vicino a lui.

-Dovresti. Ti stai dimenticando di tutti.-

Non risposi, in fondo non avevo nessuna scusa da poter usare.

James mi guardò storto, aspettando una risposta che non arrivò mai, finché non mi alzai e presi una bottiglietta d'acqua per entrambi.

-Carl, capisco che gli esami sono importanti ma vorrei che dedicassi del tempo anche agli amici. Suho mi ha detto che è da un po' che non ti fai vedere.-

-E tu quanto tempo dedichi a Jenni?- ribattei, guardandolo fisso.

Forse non era stata una bella uscita da parte mia, ma volevo fargli capire che era un ipocrita a farmi la paternale.

Sapevo che lo faceva per me, ma purtroppo aveva problemi ben più grandi del mio “chiudermi in casa” e sinceramente, era passato tanto tempo dalla famosa cena a casa sua... volevo saperne qualcosa.

Ricordavo che avevo deciso di non immischiarmi, ed ero ancora di quel pensiero ma il fatto di non aver avuto nessun contatto con loro, mi aveva fatto riflettere molto sulla loro situazione ed ero intenzionata ad avere qualche risposta in più.

L'arrivo di James era una coincidenza troppo succulenta per farsela scappare.

-Carl...- sospirò, passandosi una mano tra i capelli.

-Niente “Carl”. Lo so perfettamente che non sono affari miei, ma da quando Jenni mi ha raccontato cosa c'era che non andava, non ho potuto fare a meno di notare certe similitudini con una certa persona.-

-Sei fuori strada e lo sai.- ribatté, passando, di nuovo, una mano tra i capelli troppo lunghi.

-Non sono affari miei, semplicemente volevo farti notare l'ipocrisia contenuta nelle tue parole.-

-...Hai ragione.- sospirò lui, stendendosi sul letto -Qualcosa non va, da molto tempo.-

-Vuoi parlarne?- chiesi, stendendomi accanto a lui.

-Le cose non vanno molto bene, né a casa né al lavoro. Jenni sta diventando sempre più sospettosa sui miei orari e sui miei comportamenti, ma la realtà è molto più semplice di quanto tutti pensino... sono semplicemente stanco. I ritmi stanno diventando sempre più pressanti ed i ragazzi iniziano a cedere, così come me.-

-Quindi l'amante sarebbe il lavoro.- dissi, girando la testa per guardare il suo profilo.

-Esattamente.- ridacchiò, girandosi anche lui -E per te? Cosa ti spaventa?-

Sospirai pesantemente... non avevo voglia di iniziare quel discorso.

-Chanyeol mi ha chiesto di uscire qualche settimana fa, senza poi dirmi assolutamente nulla. Oltre a questo si aggiungono gli esami che sono dietro l'angolo e mi fanno “ciao ciao” con la manina.-

Mentre finivo di parlare mi girai a guardare James che a sua volta mi restituiva uno sguardo sconvolto.

-Cos'è che ha fatto Chanyeol?!?- gridò senza alcun contegno.

-Eh, la gelosia.- risposi ridendo, guadagnandomi una cuscinata in faccia. Non serve che io descriva cosa successe dopo, vi serva solo sapere che la stanza era piena di piume. Mannaggia.



Tra le risate e la leggera illusione che tutto si fosse sistemato, scendemmo in cucina cercando qualcosa per reidratarci. Può sembrare stupido ma la guerra all'ultima piuma fa perdere un sacco di energie. E di liquidi.

Ci perdemmo a parlare delle nostre ultime settimane e dopo qualche ora ci salutammo: lui doveva tornare da Jenni, mentre io dovevo ormai preparare la cena. Purtroppo non potevo scamparla anche oggi, i ragazzi erano in casa.

Feci un respiro profondo e mi diressi verso la porticina comunicante e una volta infilate le mie solite orribili ciabattine rosa, mi introdussi furtivamente nel loro salotto.

Non avevo molta voglia di incontrarli ma non avevo molte altre scelte. Intanto mi godevo il mio piccolo momento “Diabolik”, sebbene non avessi intenzione di uccidere o derubare nessuno... mi avrebbe fatto comodo sicuramente, ma era meglio allontanare dal mio malefico cervello pensieri di questo tipo.

Entrai di soppiatto semplicemente perché non avevo voglia di affrontarli, di avere discussioni ne tanto meno di ritrovarmi Chanyeol davanti. Mi sembrava anche abbastanza normale, se un ragazzo ti avanza una proposta poi si dovrebbe mettere in pratica, no?

Chi lo sapeva cosa pensavano quei mangia riso a tradimento, tuttavia mi promisi di chiederlo.

Il salotto era deserto, completamente vuoto, se non per i soliti vestiti sporchi sparsi per il pavimento. E si che avevo fatto le pulizie solo poche ore fa, raccogliendo il disastro che lasciavano in casa ogni volta che ci mettevano piede.

Ma ormai ero abituata, ogni volta che rientravano in casa era sempre la stessa storia ma d'altronde era il mio lavoro, non potevo certo lamentarmi.

-Ti sembra il modo di entrare?- mi sorprese Suho, guardandomi storto con le braccia sui fianchi.

Ricambiai lo sguardo senza riserve, la rabbia e il rancore erano subentrati alla vergogna -Beh, ultimamente entro sempre allo stesso modo, come mai stavolta dovrebbe essere diverso?-

-Forse perché in casa stavolta ci sono i proprietari?- ribatté lui e seppi di aver perso la battaglia. Si era addolcito all'istante, probabilmente conscio del motivo del mio comportamento poco gentile -Carl, siamo stati molto impegnati...-

-Lo so, non ti devi preoccupare per questo. Sono stata molto impegnata anch'io.-

-Va bene, riusciremo a vederci tutti insieme? Gli altri stanno facendo una doccia veloce.- mi chiese, sapendo benissimo che una volta pronta la pasta me ne sarei andata.

-Vedremo, Suho.- risposi criptica -Non ti assicuro niente.-

Lui abbassò gli occhi, evitando completamente il mio sguardo, trovando molto più interessanti le sue calze.

Aveva ragione ad essere arrabbiato ma in quel momento l'egoismo sembrava la via più facile... non me la sentivo molto di affrontare Chanyeol e gli altri, di dover dare spiegazioni sulla mia scomparsa dalle scene.

Non intendevo certo insinuare che non erano affari loro, capivo l'interesse che Suho mi stava dimostrando, il mio problema era che la vergogna di chi sa di aver sbagliato è sempre una brutta rogna.

-Carl, ti capisco, non rimarrò certo qui a pregarti.-

Questa sua affermazione mi fece uscire dal circolo dei miei pensieri e mi concentrai sul suo viso corrucciato -E va bene! Ma sappi che lo faccio solo per te.-

Questa frase valse la pena solo per l'espressione sorpresa che gli comparì -Chiudi quella boccaccia, non vorrai diventare la nuova casa per le mosche.-

Ridacchiò, facendomi segno di seguirlo in cucina.

-Cosa cuciniamo oggi?- mi chiese, con gli occhi luccicanti.

-Direi un bel minestrone di verdura, che dici? Dovete rimanere in forma e in salute voi topastri.-

-Ma che schifo! Rifai ancora le lasagne!- ululò Chen, piombando in cucina come un indemoniato.

-Certo, tanto ci vogliono solo cinque minuti per preparale.- risposi sarcastica. Quel ragazzo proprio non aveva il senso del tempo.

-Davvero?- mi chiesero in coro Suho e Chen, stupiti dalla mia risposta senza aver percepito neppur in minima parte, il mio sarcasmo.

-Vi sta prendendo in giro, idioti.- affermò il ragazzo con le orecchie a sventola, entrando nella stanza con incredibile nonchalance.

Quasi lo invidiavo, io faticavo a trattenere la voglia di tirargli il mestolo in faccia.

La rabbia bussò di nuovo alla mia porta e io la accolsi più che volentieri. Capivo certamente che non era colpa sua la poca costanza causata dal lavoro ma, voglio dire, se vuoi uscire con una persona ti fai vivo, no?

Non la dimentichi come se niente fosse.

Non la lasci bollire nel suo brodo, aspettando qualcosa che non arriverà.

Perché non credete che io non l'abbia mai cercato: certo, i miei esami mi lasciavano davvero poco tempo libero, che quasi sempre impiegavo per il lavoro, ma nella prima settimana avevo tentato di parlagli, tuttavia era sempre risultato scostante e poco interessato.

Insomma, si capiva perfettamente che non gli fregava molto di avermi chiesto di uscire e, dopo aver appreso ciò, ho semplicemente smesso di cercarlo.

E ora lui si presentava al mio cospetto così, tranquillo e come se niente fosse successo?

L'avrei ammazzato, di una morte violenta e assurda, facendolo bollire nel ragù che gli piaceva tanto.

Baekhyun mi sventolò la sua manina da bimba troppo cresciuta davanti alla faccia, interrompendo di nuovo il filo dei miei pensieri. Dovevo smetterla di concentrarmi troppo di fronte agli altri e nel mezzo delle conversazioni.

Potevo cominciare a risultare più strana di quello che ero già.

-Carl, sei ancora viva o la mia bellezza stratosferica ti ha imbambolata?- mi prese in giro lui, facendomi notare che effettivamente sembravo uno stoccafisso.

-No, la tua bellezza non è proprio nelle mie corde, mi spiace.- sussurrai, ancora persa nei miei pensieri.

-La mia invece ti piace di più?- ribatté Chanyeol, ghignando in maniera poco amichevole.

Come scusa?




   
 
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