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Autore: Saturday Marx    24/01/2018    0 recensioni
Per lui era stato buio, ora era tra di noi. Negli ultimi anni la situazione tra le fazioni era peggiorata, avevamo bisogno di un leader, lui era l'unico.
Genere: Azione, Guerra, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: Non-con
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Logan non avrebbe mai immaginato che quello che aveva avanti a lui era quella che un tempo veniva chiamata New York City. Non era rimasto più nulla di intatto, i Rotants avevano distrutto tutto durante la ricerca dei fratelli mutanti non ‘trattati’. Non era solo quella città ad essere distrutta, tutto il mondo era stato soggetto a violenze. Mezz’ora prima si erano riuniti al centro del cimitero dove Logan aveva conosciuto gli altri componenti del gruppo, mutanti sfuggiti dalle grinfie dei Rotants. Non avevano armi, dovevano contare solo sui loro poteri. Camminavano in direzione fiume Hudson, dove aveva sede la Steeltech, luogo di misteriosi esperimenti. Non avevano mezzi a disposizione, i nemici li avevano o distrutti o presi per loro. Avevano passato la notte a studiare un piano. Wilbur stava avanti con suo nonno, Laura era un po’ indietro con tutti gli altri. Logan guardava quel ragazzo, il nipote che sembrava la sua fotocopia con qualche anno in meno. Non avevano parlato un gran che dal suo risveglio, non sapevano quasi che dirsi. Un uccello passò di lì, era l’unica fonte di rumore nel posto.
 
Marcus se ne stava davanti agli schermi del computer a controllare quei viandanti. L’idea di creare degli uccelli robotici quasi indistinguibili da quelli veri per spiare le vie della città si era rivelata un’ottima idea. Il suo sguardo era fisso su colui che sembrava il capo del branco. Ne aveva sentito molto parlare ma sapeva anche che era morto mezzo secolo prima. “Wolverine, avrò il piacere di conoscerti” disse soddisfatto. Alle sue spalle le sue guardie del corpo se ne stavano silenziose. Marcus si accese un sigaro d’annata, fece due tiri dopodiché digitò dei comandi al computer. “Vediamo di che pasta siete fatti.”
 
Nello stesso momento Laura andò da Logan. “Tra poco avremo visite. Quello che ci è passato sulle teste poco fa era un uccello-spia robotico, creato per tenerci d’occhio.” Le parole di Lauranon toccarono Logan, anzi gli fecero tornare in circolo quell’adrenalina che non sentiva da anni. Era sempre stato un combattente, anche se non da subito dalla parte giusta. Si guardò gli artigli, era la prima volta da quando era sveglio che lo faceva. Erano lucidi, nuovissimi e nel loro riflesso vide un Logan che non aveva mai visto, motivato a fare la cosa giusta per poter poi alla fine smettere di usarli. In sé sentiva di essere cambiato; forse il trattamento dell’adamantio, forse il lungo sonno, forse la vista di una famiglia che a volta aveva sognato. 
 
Un mini jet partì dalla pista laterale della Steeltech. Il T-322 era un aereo di creazione dell’azienda, capace di prendere il volo dopo una breve rincorsa e raggiungere velocità senza precedenti.
 
Wilbur sentì l’aereo che arrivava, aveva un udito ottimo. Avvertì il resto del gruppo che nel giro di pochi secondi qualcuno sarebbe arrivato. Non potevano nascondersi, in quel luogo non ce n’era possibilità. Dopo un minuto un aereo arrivò sopra di loro e da questo si lanciarono delle persone. Laura era la prima volta che lo vedeva. Dall’altro cinque Rotants caddero sull’asfalto perfettamente in piedi, senza accusare alcun colpo. Wolverine li guardò, la sua adrenalina era in circolo, era pronto. “Fatevi sotto” urlò ai cinque. Loro ridevano, incoscienti di essere al cospetto del Wolverine originale.
 
   
 
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