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Autore: Arechan96    25/01/2018    1 recensioni
Era stata catturata durante una razzia in Inghilterra. Lui era ossessionato da lei. Lei aveva paura di lui. Lui era violento e selvaggio. Lei era delicata e spaventata. Ma poi qualcosa cambiò.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ivar, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
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“Lisanna. Togliti i vestiti”.

La ragazza andò in panico, avrebbe potuto sopportare tutto tranne l’essere stuprata, sopratutto da lui.

Ma vide anche una valida opportunità di fuga: il ragazzo era seduto sul letto, dall’altro lato della stanza, avrebbe avuto bisogno di parecchio tempo per riuscire ad alzarsi, sdraiarsi per terra senza farsi male e inizare a inseguirla.

In più sapeva che la festa nella sala grande era finita, quindi aveva buone possibilità di trovarla deserta.

Non ci pensò due volte e corse verso la porta della camera, uscì di fretta e corse più veolce che poteva verso l’ingresso principale.

Uscì, si guardò indietro per una frazione di secondo e crollò disperata in una risata di puro panico.

L’aveva realizzato solo in quel momento: non aveva nessun posto dove andare.

All’inziò penso di rubare una barca per salpare verso la sua casa ma sapeva perfettamente che non sarebbe mai riuscita a gestire una barca da sola, in più Ivar le aveva parlato di quanto fosse doloroso morire congelati nell’oceano e lei voleva assolutamente evitarsi questo destino.

Avrebbe potuto fuggire a piedi, vagando per queste terre selvagge, ma qualcuno l’avrebbe sicuramente trovata, o magari sarebbe morta di fame, di sete o di freddo.

Non sapeva cosa fare.

Stava iniziando a camminare quando una mano solida le afferò una spalla obbligandola a voltarsi.

Sigurd era davanti a lei ghignando crudelmente: “Schiava. Mio fratello non sarà contento si sapere della tua piccola fuga, lo sai questo vero? Mi domando che cosa ti farà...Sai, Ivar è famoso per la sua crudeltà”.

Non aveva bisogno di capire la loro lingua per sapere che non le aveva detto nulla di buono.

La spinse indietro nella casa dove trovarono Ivar che strisciava verso di loro.

“Fratello, grazie agli dei l’ho trovata, stava cercando di scappare”.

Sigurd accarezzò rudemente le sue parti private. Afferrò con forza uno dei suoi seni e lo schiacciò forte con una mano, mentre con l’altra andò giù, tra le sue gambe.

“Magari, dato che l’ho trovata, dovrei essere ricompensato con la sua presenza per un po’, non pensi?”

Ancora una volta, non ebbe bisogno di capire la lingua per sapere cosa il ragazzo biondo volesse da lei. Era  stato molto chiaro.

Lisanna tremava sotto il suo tocco e cercò lo sguardo di Ivar: ironicamente lui era l’unico che avrebbe potuto salvarla in quel momento.

“Che cosa volevi fare Lisanna? Volevi tornare in Inghilterra a nuoto? Volevi scappare da me? Ti rendi conto di quanto tu sia stata fortunata a finire come serva nella casa della regina? Vuoi che ti venda? Magari dovrei lasciare che Sigurd ti possegga per un po’ e poi quando si stanca potrei venderti al mercato. Che ne pensi? Così verrai trattata come tutte le altre schiave, probabilmente finirai a dormire con i maiali e tutto il resto. E’ quello che vuoi huh?”: chiese Ivar prendendola in giro.

Scosse la testa per dire no.

Non voleva essere venduta, e non voleva nemmeno essere la schiava di Sigurd.

Ivar era pessimo, essere la sua schiava era orribile e lei lo odiava per quello che le aveva fatto, ma era meglio di suo fratello, meglio di tutti gli altri guerreri che aveva visto nella sala grande alla festa.

Loro la terrorizzavano più di lui, almeno Ivar era un bel ragazzo, parlava la sua lingua, e sembrava lavarsi un po’ più degli altri.

Sigur era viscido e la disgustava, mentalmente era in grado di salvare gli altri fratelli: Ubbe, Bjorn e Hvisterk non sembravano poi male.

“Ivar, ti prego, non ci riproverò di nuovo, lo giuro. Per favore, non vendermi. Ti imploro. Per favore, chiedi a tuo fratello di lasciarmi adare”.

Sorrise debolmente, non aveva davvero avuto intenzione di venderla, o di darla a suo fratello. Voleva solo spavantarla un po’, e dimostrarle quanto fortunata fosse  stata ad essere finita con lui. Ma voleva anche provarle quanto potere aveva  su  di lei, la sua vita apparteneva a lui e lui poteva  decidere tutto riguardo a lei.

“Sigurd, lasciala”: ordinò.

Il biondo liberò la presa sulla ragazza, non voleva litigare, non adesso, non era dell’umore adatto.

Lisanna corse velocemente verso Ivar, per la prima volta  contenta di essere al suo fiianco.

“Lisanna, sei stata fortunata oggi. Saresti morta fuori da sola. Ma, non provare mai più una cosa del genere. Potrei non essere così caritatevole la prossima volta. Sono stato chiaro, hun?”

Lei annuì mentre lo seguiva nella sua stanza, lo aiutò a salire  sul letto e lo coprì con una pesante coperta di pelliccia.

Lo guardò, insicura su cosa fare.

“Togliti i vestiti, Lisanna. E non avere paura. Quello che intendevo prima è che stai indossando degli abiti inglesi. Qui fa molto più freddo che nella tua terra di origine. Volevo solo darti qualcosa di più appropriato. Come questo”

Le passò un vestito di lana, chiaramente già usato ma morbido al tatto e decisamente più caldo di quello che stava indossando lei.

Si chinò per ringraziarlo ma non appena allungò la mano per afferrare il vestito lui lo strattonò via.

“Non oggi tesoro, hai provato a scappare ricordi? Devi essere punita, devo insegnarti come comportarti davanti a me. Stanotte dormirai nuda, sul pavimento. Sono sicuro che non congelerai dato che siamo all’interno, ma non sarai nemmeno comoda, sopratutto sapendo ciò che avresti potuto avere se non ti fossi comportata male. Ora avvicinati, da brava, e lascia che ti leghi i polsi.”

Abbassò tristemente la testa ma obbedì allugando le braccia così che lui potesse legarla.

Allacciò la corda intorno alle sue mani in modo più stretto di quato fosse in realtà necessario, ma lei non si lamentò e lui aprezzò questa sottomissione. Finì di legarla e attaccò la corda sulla spalliera del suo letto.

“Ora va a sdraiarti in quell’angolo, dove posso vederti. Se ti comporti bene domani puoi avere il vestito, del cibo e un bagno caldo. E in più ti slegehrò i polsi, okay?”

Lisanna sorrise alla sua insapettata dolcezza e annuì.

Si stese sul pavimento duro e subito dopo si girò per guardare Ivar.

Stava respirando in modo leggero, con gli occhi chiusi e una strana espressione pacifica sul volto.

“Buonanotte Ivar”: sussurò.

Lui sorrise nel buio della stanza.

 

NOTE:

E questa è la parte dovo cerco di racimolare recensioni ahah

Allora che ne pensate?

Vi avviso già, dal prossimo capitolo ci sarà un decisivo aummento di contenuti forti e di violenza.

Diventerà tutto un po’ più cruento per un bel po’.

Alla prossima (giovedì)

Arechan96

   
 
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