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Autore: LadyMintLeaf    26/01/2018    1 recensioni
"Lei era bella e gentile a tal punto che nessun'altro fuorché un folle avrebbe potuto desiderare di farle del male.
Ma Loki le aveva fatto del male, molto male; troppo forse, ed in un istante ad esso tornarono in mente un antico poema runico norvegese che aveva letto una volta in un libro proveniente da Midgard.
"Þurs vældr kvinna kvillu, kátr værðr fár af illu", diceva e tradotto, significava "Il gigante causa dolore alle donne, pochi uomini gioiscono della sfortuna.".
E forse lui non era figlio di uno di quei giganti che tanto facevano tremare la gente al solo sentirli nominare?
Ma no.
Lui non voleva essere considerato un mostro..... Non voleva fare del male a nessuna donna.
Eppure a Sigyn aveva già fatto del male."
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sigyn, Thor, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il giovane Loki si muoveva rapido, attraversando quasi di corsa i lunghi corridoi del palazzo reale, diretto alla biblioteca racchiusa nel cuore dell'edificio.
Conosceva bene la strada che conduceva ad essa, poiché parecchie volte, quando non passava il tempo insieme a Thor e a Sif e agli altri giovani del regno, andava spesso a leggere lì, di nascosto ai suoi genitori.
Loki sapeva bene che alcuni dei libri contenuti nella biblioteca del palazzo dorato parlavano di argomenti difficili e, molte volte anche inquietanti per essere letti da un bambino e, alcuni scaffali erano persino pieni di quei tomi voluminosi che sua madre definiva "libri oscuri".
A nessuno era concesso leggere quei libri; nemmeno al mago più potente del regno, ma Loki era spesso tentato di sfogliarne le pagine, attratto dal mistero che gravitava attorno a quei particolari volumi.
Naturalmente non l'aveva mai fatto, anche perché era impossibile raggiungerli, e anche se si era spesso recato da solo nella biblioteca, quando nessun'altro era presente, si era sempre limitato a leggere i libri che riusciva a comprendere.
I libri che lo interessavano maggiormente erano sempre stati quelli che riguardavano l'universo ed il resto dei mondi sparsi in esso.
Era sempre stato incuriosito da ciò che stava oltre Asgard; almeno tanto quando era attratto dalla magia.
Molte volte aveva cercato di rintracciare, nella vasta biblioteca, dei volumi che riguardassero direttamente quell'arte incredibile che riusciva sempre ad incantarlo, ma mai era riuscito a trovarli.
Era ben evidente che solo sua madre conosceva il luogo dove i libri di magia, forse insieme a quei tanto temuti libri oscuri, erano tenuti; perché lei sola, oltre ad un altra manciata di maestri di magia che vivevano nella Città Eterna, avevano libero accesso ad alcune delle aree della biblioteca, per le quali servivano permessi speciali; o per meglio dire, la capacità di usare la magia.
Alcune parti della biblioteca infatti, erano protette da speciali schermi luminosi, impossibili da oltrepassare, se non si era a conoscenza di una minima parte di magia.
Perciò, questi luoghi erano accessibili solo ai maestri di magia ed ai loro allievi, naturalmente accompagnati da un adulto.
Loki aveva sempre desiderato apprendere quell'arte; perché era certo di esserne molto più portato di Thor.
Pensava sarebbe stato un eccelso mago, se solo qualcuno si fosse degnato di insegnargli qualcosa a riguardo.
Però fino ad allora tutti i maestri di magia del regno avevano sempre disdegnato le sue richieste, affermando ogni volta che lui era un principe ed avrebbe dovuto allenarsi in ben altri compiti che nell'uso della magia.
Tutti gli dicevano in continuazione che lui avrebbe dovuto prendere esempio dal fratello Thor; per diventare forte e deciso come lui, ma Loki non poteva; non ci riusciva.
Ogni volta che tentava di imitare Thor si sentiva fuori luogo, confuso, come intrappolato nella vita di qualcun altro, in un esistenza che non vedeva come la sua.
Tutto ciò che sempre lo aveva attratto era la magia e non la guerra o le armi.
I pugnali, si; quelli da lancio, piccoli e facili da nascondere; quelli lo interessavano.
Ma il corpo a corpo o altre discipline simili non lo incuriosivano poi molto.
Lui era più astuto; più scaltro del fratello ed il suo modo di agire era sempre meno violento e molto più discreto.
Lui sapeva usare il cervello; Thor i muscoli.
Fino ad allora, solo sua madre Frigga sembrava averlo capito, almeno in parte.
Odino no; mai.... Lui pretendeva che Loki diventasse una specie di copia perfetta di Thor.
Il giovane scosse il capo, scacciando quei pensieri dalla mente e accelerò ancor più il passo, superando una coppia di nobili ben vestiti che passava poco lontano da lui, lungo lo stesso corridoio.
Sentì vagamente che quelli borbottavano qualcosa riguardo il fatto che non si correva per i corridoi del palazzo e dello scarso rispetto che i giovani mostravano sempre nei confronti degli adulti, e qualche altra frase incomprensibile, poi voltò l'angolo e si ritrovò finalmente dinnanzi alla enorme porta dorata che dava accesso alla biblioteca.
Qui si fermò di colpo, imponendosi un certo contegno; ben sapendo che non sarebbe stato gradito a sua madre se avesse fatto irruzione nella biblioteca con la stessa delicatezza di una mandria di Pentapalmi infuriati.
Inspirò una profonda boccata d'aria, per placare il suo cuore accelerato; quindi, invece di entrare immediatamente, accorgendosi che la porta della biblioteca era socchiusa, si accostò ad essa, restando nell'ombra, per sbirciare al suo interno con la maggior discrezione che gli era possibile in un momento come quello.
Sapeva di essere in grado di muoversi silenziosamente e non visto da altri, se voleva; grazie anche alla sua corporatura minuta ed ai suoi passi leggeri, e non era la prima volta quella, che lui spiava gli adulti mentre essi erano ignari della sua presenza.
Lo divertiva farlo.
Così, conosceva lati della gente che altrimenti non sarebbe mai riuscito a scoprire.
Sapeva che questo non era esattamente comportarsi nella maniera giusta, ma a Loki non importava.
A lui piaceva e, pensava che perciò non ci fosse nulla di male se di tanto in tanto spiava qualcuno di nascosto.
Fra tutti, sua madre era quella che adorava guardare non visto, più di ogni altro individuo ad Asgard, perché lei era sempre composta in ogni momento della giornata: non pareva avere segreti per nessuno e Loki la vedeva come la perfezione pura.
Lei era il suo esempio da seguire.
Poco importava che Frigga fosse una donna e lui un maschio.
Loki avrebbe voluto possedere la stessa eleganza della madre; la medesima compostezza e lucidità in ogni momento; anche nei più difficili.
Avrebbe desiderato imparare da lei tutto ciò che ella sapeva, perché era Odino a regnare su Asgard, ma parecchie volte, Loki lo sapeva bene, era la madre a suggerire al Re cosa fosse stato più saggio fare in momenti difficili, nei quali Odino avrebbe pensato solo ed esclusivamente alla battaglia.
Frigga sapeva parlare, sapeva negoziare ed era riflessiva esattamente come lui.
Quasi trattenendo il respiro, Loki si tese in avanti, allungando il collo per guardare oltre la soglia socchiusa.
Sua madre era seduta su un morbido cuscino, deposto su di un ampio tappeto che ornava il suolo, in fondo alla camera.
Con le gambe ripiegate e la lunga veste fluente, azzurra, abbandonata sul tappeto, stava seduta compostamente, con la schiena ritta e il capo leggermente chino.
Fra le mani affusolate stringeva un libro dalla copertina rossa e in quel momento sembrava completamente assorta nella lettura.
I lunghi capelli biondo-ramati le ricadevano in parte sulle spalle, mentre il resto era raccolto sul capo a formare una complessa acconciatura.
Di tanto in tanto, ella sollevava una mano per scostarsi lentamente una ciocca di capelli che le finiva davanti al viso e poi tornava ad immergersi nella lettura.
La vasta biblioteca era immersa nel silenzio, interrotto soltanto dallo scoppiettio del fuoco che ardeva all'interno del grande camino situato in fondo all'ampio salone principale, disposto direttamente alle spalle della regina.
Le ampie balconate che attorniavano la biblioteca, rendendola ancor più spaziosa e ben areata, creavano un chiarore ambrato nell'ambiente, mescolandosi alla luce proveniente dal focolare, e circondavano la figura assorta di Frigga.
Per un istante ancora Loki rimase così, immobile a scrutare la madre.
Poi, inaspettatamente, Frigga sollevò gli occhi dal libro che teneva posato sulle gambe, aperto sull'ultima pagina che stava leggendo e sorrise a Loki, accorgendosi che il figlio stava immobile a guardarla di nascosto, dietro allo stipite della porta socchiusa.
Sembrava incerto se decidersi o meno ad entrare nella biblioteca, come se fosse indeciso se disturbare la lettura della madre, oppure no.
<< Avvicinati, Loki. >> lo invitò gentilmente lei, facendogli cenno con la mano: << Non stare lì sulla porta a guardarmi. Vieni. >> gli sorrise dolcemente, come solo lei riusciva a fare: << Vieni a sedere con me. >>.
Loki annuì leggermente, arrossendo un poco per essere stato scoperto, mentre spiava la madre di nascosto.
Si sentiva tremendamente impacciato.
Con sua madre era sempre così.
Con gli altri, Loki si mostrava già più adulto di quello che i realtà era, ma con sua madre, sentiva che poteva mostrare anche quei lati di lui che agli altri nascondeva: quelli più infantili e più fragili.
Mentre si avvicinava alla madre, Loki la guardava di sottecchi, continuando a contemplare  tutta la sua regale bellezza.
Aveva sempre pensato che Frigga fosse la donna più bella di tutta Asgard; e questo non solo perché era sua madre.
Non le aveva mai rivelato quello che pensava di lei; ma continuava a tenere quelle sensazioni per sé, in segreto.
<< Un Einherjar mi ha detto che volevate vedermi, madre. >> disse Loki, parlando con estrema gentilezza e quasi con reverenza, mentre avanzava di qualche altro passo nella stanza, con le mani unite e il capo chino.
Cercava di restare composto, anche se dentro fremeva di curiosità ed il suo sforzo per restare calmo era ben evidente.
<< è vero. >> annuì Frigga, guardando il figlio con affetto.
Loki era sempre stato il più attento a rispettare le leggi del regno e a comportarsi come si addiceva ad un principe, sopratutto in presenza degli adulti; o almeno di lei e Odino.
<< Ha detto anche che avevate una sorpresa per me. >> continuò Loki.
<< Anche questo è vero. >> rispose con calma la madre, sorridendo gentilmente al figlio, quando lui le si fu accostato e l'ebbe guardata in volto.
Per un breve istante ancora Loki rimase composto e ritto; mentre Frigga guardava nei suoi occhi verdi e vi scorgeva tutta la sua eccitazione.
Ma poi, quel momento passò e come se di colpo le parole fossero esplose dalle sue labbra, senza che lui riuscisse più a contenerle, Loki esclamò tutto d'un fiato: << L'altro giorno Thor mi ha mostrato il suo martello giocattolo, e ha detto che nostro padre gli ha promesso che quando sarà abbastanza grande, se ne sarà degno, gli farà in dono il potente Mjolnir! Io riceverò forse un dono da voi, madre? Che cos'è? Una spada? Una lancia? Un pugnale? O forse...? >>.
<< Loki! >> rise sua madre, posandogli un dito sulle labbra per farlo tacere: << Quanto entusiasmo, figlio mio. >>.
<< Mi spiace, madre, ma...... >> Loki tornò a chinare il capo, anche se Frigga si accorse che anche lui stava sorridendo, allegro e furbetto: << Sono tanto curioso! >>.
C'era tutta la sincerità di un bambino in quell'affermazione.
<< Lo vedo. >> asserì Frigga, alzandosi in piedi per andare a riporre su un tavolino rotondo, poco lontano, il libro che fino ad allora aveva tenuto fra le mani: << Per questo non ti farò aspettare oltre per mostrarti il mio dono. >>.
<< Dono?! >> ripeté Loki, seguendo attentamente i movimenti della madre e studiando gli oggetti posati sul piccolo tavolo insieme al libro da lei appena posato lì sopra.
Sembrava quasi che Loki sperasse di scorgere proprio sul piano del tavolo il regalo di cui Frigga diceva.
Sul tavolo però non c'era davvero nulla di interessanti: una brocca d'acqua; una mela, e una calice dorato.
<< Allora è vero che avete un dono per me, madre?! Cos'è? >> insistette Loki, distogliendo lo sguardo dal tavolino tondo, per tornare a posarlo sul viso di Frigga che, annuendo, gli disse: << Seguimi e lo scoprirai. >>.
Quindi, si volse e si incamminò per i corridoi della vasta libreria del palazzo, immediatamente seguita da Loki.
Anche senza voltarsi, ella sapeva che il figlioletto dai capelli scuri era subito dietro di lei.
Ne sentiva i passi veloci ed eccitati sul pavimento levigato.
Continuarono a camminare nelle sale della biblioteca per qualche minuto, superando decina di scaffali intarsiati, con i ripiani tutti egualmente ricolmi di libri.
Il cuore di Loki aveva adesso iniziato a battere veloce nel suo piccolo petto, mentre lui sperava con tutto sé stesso che la madre lo stesse magari conducendo ad una delle sale della biblioteca reale protetta dalla barriera magica.
Rimase perciò leggermente confuso e deluso, quando Frigga, invece di proseguire verso una delle barriere luminose, si fermò accanto ad uno scaffale, completamente identico ai precedenti, iniziando a passare in rassegna con l'indice i vari nomi scritti sul lato delle copertine.
Loki seguiva con lo sguardo i movimenti della madre, sempre più agitato e curioso, anche se adesso la sua speranza stava un po calando.
Forse fra quei libri aveva nascosto il suo dono?
Forse era veramente un qualche tipo di arma e lei l'aveva messa fra quei volumi per tenergliela nascosta meglio.
Un piccolo pugnale, rifletté Loki, avrebbe potuto essere nascosto fra e pagine di un libro.
Forse era questo il dono che lei aveva da offrigli?
<< Ecco! >> annunciò all'improvviso Frigga, smettendo di osservare lo scaffale ricolmo di libri per prenderne fra le mani uno; enorme e dalla rilegatura vistosa.
Lo soppesò per un breve attimo, sfogliandone qualche pagina, come soprappensiero, poi lo porse al figlio che ancora la stava osservando, incuriosito: << Tieni, Loki. Questo è il mio dono per te. >>.
Al primo istante Loki non si mosse né parlò.
Rimase completamente interdetto, immobile come una statua di granito a fissare il volume dalla copertina marrone che la madre gli mostrava.
Poi, tendendo leggermente la mano, quasi con riluttanza, senza neppure sfiorare la copertina del grosso volume, fissandolo come se questo avrebbe potuto improvvisamente animarsi per morderlo come un animale feroce, mugugnò in un soffio incredulo: << Un.... Libro? >>.
Frigga assentì e continuò a porgere il pesante libro al figlio, come se si aspettasse da lui che lo prendesse dalle sue mani.
<< Un'altro libro? >> ripeté a bocca aperta Loki, senza riuscire a capacitarsi di ciò che stava vedendo.
Aveva quasi l'impressione che quello fosse uno scherzo; eppure sua madre era seria e composta, come sempre.
Loki non poteva certo dirsi entusiasta al pensiero di quel dono.
Aveva appena finito di studiare e sua madre gli rimetteva fra le mani un nuovo libro; per giunta grosso il doppio di quelli letti da lui fino a quel momento.
Un libro che, all'apparenza non aveva davvero nulla di speciale.
<< Non ti piace? >> gli domandò improvvisamente Frigga, aggrottando leggermente la fronte: << Credevo adorassi leggere. >>.
<< Si, ma.... Io..... >> Loki non sapeva davvero cosa rispondere.
Era veramente deluso.
A Thor odino faceva una promessa inimmaginabile, dicendogli che da grane avrebbe forse potuto brandire Mjolnir contro tutti i nemici di Asgard e gli regalava un martello giocattolo, quasi per confermare tutto ciò.
Mentre a lui, sua madre donava un altro libro come gli altri.
Forse un libro di storia, di matematica o di astrologia, chissà, ma di certo nulla di tanto entusiasmante come un arma o come un volume di magia.....
<< Non fare quella faccia delusa, Loki. >> la voce di Frigga interruppe bruscamente i pensieri del figlio, riportandolo al presente: << Questo libro non è un volume qualunque. Nasconde nelle sue pagine molto più di quello che tu pensi. >>.
Fece una pausa e tese ancora di più la mano nella quale reggeva il voluminoso tomo verso Loki, che sempre lo guardava quasi con diffidenza: << Non solo parole.... Ma magie. >> concluse infine Frigga sorridendo.
<< Magie? >> al primo momento Loki parve non comprendere le parole della madre, ma poi, improvvisamente i suoi occhi si illuminarono ed esso sobbalzando, esclamò a gran voce: << Volete donarmi un libro di magie? Veramente? Ma .... Ma io pensavo che tutti i libri di magia fossero chiusi oltre le pareti luminose. >>.
<< Non questo. >> mormorò la madre, continuando a sorridergli gentilmente: << Questo è speciale. è stato il mio primo libro di magia ed ora io lo voglio donare a te. >>.
Loki era incredulo e eccitato al contempo.
Sua madre gli stava offrendo l'opportunità di imparare a fare magie, donandogli per giunta lo stesso libro con la quale lei aveva esercitato per prima quell'arte.
A lui; e non a Thor!
Questo era un sogno che si stava avverando, per il piccolo Loki.
<< So che sei sempre stato attratto dalla mia capacità di creare illusioni dal nulla, perciò ho pensato che questo fosse il dono più adatto a te. >> affermò Frigga continuando a sorridere gentilmente: << Prendilo. è tuo ora. >>.
Lentamente, quasi con assoluta reverenza, come se stesse per toccare qualcosa di estremamente importante e prezioso, Loki tese le proprie mani verso il volume rilegato che la madre gli mostrava.
Quando le sue dita sfiorarono la copertina ruvida, lui sentì come un fremito attraversargli tutto il corpo.
Poi, quell'attimo passò e lui si ritrovò a stringere il libro fra le mani, guardandolo trasognato.
<< Aprilo. >> lo invitò la madre, notando tutta l'eccitazione che pervadeva il corpo del figlio.
Loki annuì con decisione, e adesso in fretta, aprì il libro su una pagina a caso, iniziando a sbirciare le parole che vi erano scritte in caratteri chiari e precisi.
<< Madre, ma è.... bellissimo! >> mormorò ammirato, senza sapere che altro dire.
Frigga sorrise ancora una volta, partecipe delle emozioni del figlio.
Ricordava che anche per lei era stato un momento indimenticabile, la prima volta che sua madre gli aveva mostrato un libro di magia.
<< Grazie! Grazie davvero! >> esclamò Loki, richiudendo il libro e, prima che Frigga potesse intuire ciò che esso voleva fare, lui mise da parte tutto il suo contegno e le saltò al collo, abbracciandola forte.
<< Piano.... >> sussurrò lei, ma era lieta di quell'abbraccio, e strinse a sè il figlio, continuando a sorridere.
Loki era tutto l'opposto di Thor e, sebbene molte volte le sue idee causassero un mucchio di guai a corte, la madre lo amava così com'era; un piccolo diavoletto astuto e allegro che però sapeva comportarsi come un vero ometto, quando lo desiderava.
Anche se Loki era stato adottato, lei lo sentiva come un figlio suo e lo amava tanto quanto Thor.
Ella ricordava ancora la prima volta che lo aveva visto, fra le braccia di Odino.
Lui era appena tornato vittorioso da una delle tante battaglie contro il popolo degli Jotun e con sé, oltre ad un congegno capace di creare il gelo, aveva portato a corte anche quel piccolo bambino in lacrime.
Era successo qualche anno dopo la nascita di Thor.
Sin dal giorno in cui Odino l'aveva trovato abbandonato sulle gelide rocce ghiacciate nella terra del perenne freddo di Jotunheim, Frigga aveva visto in lui un nuovo figlio da crescere e curare come se fosse stato proprio fratello di Thor.
La regina di Asgard aveva sempre sospettato che Odino avesse preso con sè Loki solamente per utilizzarlo in futuro come una sorta di tramite fra lui e gli Jotun; nella speranza di porre fine alle continue guerre che quel popolo dalla pelle blu, tanto temuto nel regno, continuava a scatenare contro il popolo della città Eterna.
Loki a quel tempo era solamente un neonato fragile, piccolo ed indifeso, che necessitava delle cure altrui per poter sopravvivere e Frigga, non appena l'aveva visto, aveva deciso di tenerlo con sé, amandolo con tutto l'affetto che certo la sua reale famiglia non gli aveva mai dimostrato.
Varie volte, in futuro ella si era chiesta che razza di madre e di padre avessero potuto decidere di abbandonare così loro figlio, destinandolo ad una morte certa.
Era vero che Loki, essendo il figlio di un gigante di ghiaccio, era molto ma molto debole al loro confronto.
Debole e minuto; piccolo persino per lo standard di un asgardiano, ma questo non era certo un motivo valido per condannarlo alla morte.
Frigga lo aveva preso con sé, nascondendo sia a li che a Thor le sue vere discendenze, per evitare che Loki si sentisse diverso ed estraneo ad Asgard.
Lui per Frigga era sempre stato eguale a Thor.
Ora che lo osservava così vicino a lei, composto e intento a leggere le parole sul libro di magie che ella gli aveva appena regalato, Frigga si sentì fiera di lui.
Si sentì orgogliosa del bambino che lui stava diventando, perché in esso vedeva parte di sé stessa.
<< Vieni. >> disse poi Frigga staccandosi per prima dall'abbraccio e lisciando con dolcezza i capelli neri del figlio, prima di oltrepassarlo per compiere il percorso a ritroso nella biblioteca: << Torniamo nella sala principale. >>.
Loki non replicò e seguì in fretta la madre; e affiancandosi a lei, le prese la mano destra nella sua.
Per un attimo continuarono a camminare così, fianco a fianco, in silenzio.
Poi, Loki sollevò di nuovo lo sguardo su di lei, esclamando quasi con una nota implorante nella voce: << Madre, insegnatemi subito qualche magia! Ve ne prego! >>.
Frigga tornò a sorridere al figlio, stringendogli con maggior saldezza la piccola mano calda che lui teneva nella sua: << Sapevo che il regalo ti sarebbe piaciuto e, si, ti insegnerò a fare magie, se veramente lo vorrai. >>.
<< Oh, si, lo voglio! >> annunciò Loki, saltellando allegramente: << Voglio imparare subito qualcosa, madre! >>.
 << Non essere così impaziente, figlio mio. Verrà il tempo in cui anche tu saprai governare la magia. Sono certa che imparerai presto. >>.
Lui e la madre continuarono a camminare lungo i corridoi della biblioteca, restando in silenzio ancora per un po, almeno fino a quando ebbero raggiunto di nuovo l'immenso salone principale.
Qui, Frigga tornò a sedere sul cuscino a terra, facendo cenno a Loki di fare lo stesso.
Lui la seguì in fretta, imitando i suoi gesti e si sedette a gambe incrociate accanto a lei.
Poi, senza più riuscire a trattenersi, curioso e desideroso di imparare a fare magie il prima possibile, si chinò sul libro appena ricevuto dalle mani della madre, iniziando a sfogliare come una furia le pagine, come se così facendo avrebbe potuto imparare con molta più rapidità l'arte della magia.
Frigga rise lievemente nel notare la foga del figlioletto.
<< Vai piano. >> lo redarguì: << Così rischi di distruggere il libro prima ancora di iniziare a leggerlo. >>.
<< Perdonatemi madre, ma sono così.... Eccitato! >>.
<< Non stento a crederlo, Loki, ma devi accettare il fatto che ci vorrà del tempo, prima che tu riesca a creare una qualunque magia. >> gli disse Frigga, posandogli gentilmente una mano sulla spalla.
Fece una pausa, guardando il viso di colpo imbronciato del figlio, poi soggiunse incoraggiante: << Imparerai a governare la magia, ma solo se ti impegnerai ad apprenderla, prima. >>.
<< Fra quanto, madre? Fra quanto sarò in grado di usare la magia? >> le domandò Loki impaziente, smettendo di voltare le pagine quasi a casaccio, per sollevare i suoi vispi occhi verdi sul viso della madre.
Thor avrebbe potuto governare il regno di Asgard dopo Odino, e avrebbe avuto Mjolnir in dono dal padre, ma se la magia era toccata a lui, Loki sapeva che da grande avrebbe goduto dello stesso rispetto della madre.
Magari Thor sarebbe stato meno fiero e arrogante, allora.
<< Non subito, te l'ho già detto. >> ripeté Frigga, con la voce sempre paziente e gentile:  << Ci vorranno anni di studio, prima. >>.
<< Anni? >> domandò Loki deluso.
Era evidente che non era questo che avrebbe desiderato sentirsi dire dalla madre.
<< Prima potrò usare la magia, meglio sarà. >> insistette.
<< Non essere impaziente, Loki. La magia non è un giocattolo. Per questo ho pensato a te e non a Thor. Perché credo che tu sia più adatto di tuo fratello ad apprenderla. Thor è....>> parve riflettere sulle parole più adatte da usare, prima di continuare con un nuovo sorriso: << Troppo impulsivo. Ha preso troppi tratti caratteristici da vostro padre, ma tu, piccolo mio, sei molto più riflessivo e sai aspettare. So che puoi riuscire ad aspettare. >>.
<< Si, madre. >> Loki annuì lentamente, sorridendole allegramente.
 Frigga allora ricambiò il gesto, prendendo Loki fra le braccia per posarlo sulle proprie ginocchia.
<< La forza di tuo fratello sta nel coraggio e nella lotta; mentre la tua, Loki, non è visibile ad occhio nudo, ma risiede dentro di te, qui... >> Mormorò gentilmente Frigga, picchiettando l'indice della propria mano sulla tempia di Loki: << Nella tua intelligenza; nella tua mente. >>.
Loki non disse nulla e tornò a guardare il libro che stringeva fra le mani.
Voleva iniziare subito a studiare e ad esercitarsi; per diventare il migliore mago di tutta Asgard.
Si sarebbe impegnato molto e avrebbe superato Thor in intelligenza ed astuzia.
Sarebbe diventato un abile stratega e avrebbe fatto invidia a tutto il Regno con le sue doti di magia.
<< Loki. >> d'improvviso la voce di Frigga si fece seria, richiamando bruscamente il figlioletto al presente.
Loki guardò la madre in viso e si accorse immediatamente che ella lo osservava adesso con un espressione strana sul volto; come se fosse preoccupata per lui.
Come se stesse ripensando al dono che gli aveva appena fatto e riuscisse a leggere nella mente del figlio tutta l' ambizione che esso provava.
Il suo desiderio sfrenato di eccellere in una arte che Thor non avrebbe mai potuto apprendere.
 << Io ti farò dono della magia, ma tu devi promettermi che la userai sempre con cautela. >> mormorò dopo un attimo Frigga: << Ci sono magie oscure, pericolose persino per chi le usa e tu dovrai stare ben attento ad esse; a non lasciarti mai sopraffare dal desiderio di impararle, solo per diventare più forte. Dovrai essere prudente e non lasciarti governare dalle emozioni e dall'immenso ma distruttivo potere che la magia cela racchiuso in sé. >>.
Gli occhi del piccolo Loki si abbassarono ancora una volta sul libro che teneva fra le mani, poi si alzarono pieni di stupore sul volto della madre: << State parlando delle "magie oscure", madre? >>
<< Proprio quelle. >> confermò Frigga, senza abbandonare la nota grave che aveva nella voce, stupita dalla rapidità con cui Loki aveva compreso ciò che lei gli stava spiegando.
Era sorpresa dal suo intuito.
<< Non serve imparare questo tipo di magie per essere potenti, Loki, ricordalo sempre. Non devi mai lasciarti tentare da esse. Mai... Oppure potrebbero renderti.... Diverso. >>.
Loki batté le palpebre, incredulo e un po turbato da quello che stava dicendo sua madre.
Ma poi assentì, mormorando: << Ho capito. >>.
<< Devi promettermelo, Loki. >> insistette Frigga, con una certa ansia nella voce.
Sembrava intuire quella specie di sfrenata smania che all'improvviso stava nascendo nel cuore del figlioletto dai capelli scuri, mentre già lui vagheggiava, pensando a quando sarebbe stato grande e avesse posseduto il pieno potere della magia.
Già pensava a come sarebbe rimasto di stucco Thor quando avrebbe appreso la notizia che lui avrebbe potuto diventare un mago esperto e letale per i nemici di Asgard almeno quando lo sarebbe stato il fratello dai capelli biondi con il suo Mjolnir.
Il giovane principe dai capelli corvini annuì solennemente e la madre ebbe quasi l'impressione che Loki, con la sua serietà apparisse molto più grande della sua reale età.
<< Te lo prometto, madre. Starò attento e non perderò mai la magia se voi me la donerete. >>rispose con profonda convinzione.
Era sincero, allora.
Sincero come forse, non lo sarebbe più stato.
E mentre parlava, si ripromise che avrebbe ricordato e rispettato sempre quella promessa.
Avrebbe ricordato quel giorno; il volto della madre e la mano calda di Frigga che stringeva la sua......
  
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