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Autore: NPC_Stories    27/01/2018    6 recensioni
[Dungeons & Dragons]
Breve storiella comica ispirata al gioco di ruolo D&D e ai soggettoni che ci giocano facendo i power player. Storia di vita vera? Diciamo abbastanza.
Genere: Comico, Fantasy, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Le Ruolate Di Merda'
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La strana storia del vaso di fiori divino, anatema degli immortali

 

“NYCLA! Sono qui per porre fine al tuo regno di terrore!”
Il grido di giustizia del possente Valtario suonava un po’ attutito, da dietro l’enorme portone di pietra. Il portone sbattè, come se qualcuno lo stesse colpendo con un ariete.
Nycla, Dea della morte, posò con calma il suo bicchiere di peach vodka & lemon sul tavolino ricavato da un tronco di legno fossile. Si accomodò meglio sul sofà e ricominciò a leggere le cronache delle ultime guerre e le perdite che avevano portato. La guerra le portava sempre un sacco di lavoro ed era rimasta indietro con la contabilità, ma si rifiutava di lavorare nel weekend, quindi aveva deciso di leggere le cronache in forma narrativa per farsi prima un’idea generale.
“Valtario, non fare l’idiota!” Gridò, sperando che lui riuscisse a sentirla. Prese un’altra fetta di pizza con l’ananas, ben decisa a godersela. Poteva essere la sua ultima pizza con l’ananas per un po’ di tempo.
La porta cedette sotto l’impatto dei colpi di Valtario e dei suoi angeli. Il Dio-paladino della vita avanzò nell’oscuro antro, con passo sicuro e baldanzoso.
“Adesso faremo i conti, malefica Signora della morte! Troppo alto è il prezzo che richiedi al mio mondo.” Esordì, brandendo una spada enorme e luminosa. La sua luminescenza sacra illuminò l’intero Regno dei Morti, e da ogni angolo di quello sconfinato reame le povere anime dei defunti alzarono gli occhi per cercare la fonte di quella luce di speranza.
“Sì. Senti coso, ti rendi conto che la guerra non l’ho voluta io?” Nycla si portò alle labbra il suo peach vodka & lemon e finì di berlo, alla goccia. “Vai a fare i conti con Makrus, Dio dei conflitti, no? Io sono una contabile. Faccio funzionare le cose. Io sono il buonsenso che mitiga il tuo entusiasmo.”
“Tu sei il terrore negli occhi degli anziani, e il dolore nelle lacrime degli orfani. Tu sei l’oscura entità che brama la fine del mondo, la mia eterna avversaria!” Ribattè lui, puntandole contro la spada. “Senza la morte, le guerre non avrebbero senso. Senza di te, il malvagio Makrus perderà ogni potere.”
Nycla si trovò la punta della spada di Valtario a pochi centimetri dal viso, e la scostò delicatamente con le dita.
“Non puntarmi contro questa cosa, nel complesso ha un che di fallico.” Si lamentò lei. “Lo capisco che sei il Dio della vita, ma un po’ di decenza.”
“Tu ti prendi gioco di colui che sta per neutralizzarti.” Il Dio le rivolse un sorrisetto sicuro di sé. “Le tue parole non ti salveranno stavolta, strega.”
“Io non voglio la fine del mondo, Valtario.” Sospirò lei. “Senza la vita non può esserci morte, solo il nulla assoluto. Io ho bisogno di te per esistere… ma tu hai bisogno di me.”
“La Vita non ha bisogno della Morte! La Morte è una piaga, è il Male ultimo, e con oggi avrà fine!”
Nycla fece spallucce, convinta della sua opinione.
“Va bene allora. Come farai a liberarti di me? Mi… ucciderai? Sai che non puoi uccidere, Dio della vita. Potrebbe farlo uno dei tuoi angeli…” indicò con un gesto della mano le schiere di seguaci celesti che seguivano il Dio “Ma ogni morte è un sacrificio che mi rende più potente, quindi risorgerei subito.”
“Non ti ucciderò, empio ricettacolo del Male.” Rinfoderò la spada, e la luce che aveva illuminato il Regno dei Morti si affievolì. “Ho un’alleata che ti potrà incapacitare senza ucciderti.”
Valtario si fece da parte, rivelando una figura minuta e femminile che sembrava essere comparsa dal nulla. La nuova arrivata si tolse il cappuccio dal viso con un gesto teatrale.
“Mavre? Tu, qui?” Nycla si ritrovò senza parole, per la prima volta.
Aveva sempre considerato la Dea della magia una sua amica.
La potente incantatrice scrollò le spalle, come per scusarsi.
“Eh, volevo dirtelo prima o poi. Io e Valtario ci siamo messi insieme.”
Nycla guardò il suo bicchiere di peach vodka & lemon, tristemente vuoto. Ne avrebbe avuto bisogno.
“Auguri e figli morti.” Borbottò, mentre la sua ex-amica cominciava a tessere l’incantesimo che l’avrebbe neutralizzata.

“Il potere della Morte sia rinchiuso dentro di te, e possa tu diventare la più innocua delle creature! Mai, mai più la morte funesterà il mondo, finché tu nella tua nuova forma non riuscirai a uccidere qualcuno!”
La maledizione creò disegni di luce nell’aria, intorno alla Dea della morte. Lei ascoltò con curiosità la formula usata dalla Dea della magia: la morte non avrebbe più attraversato il mondo, sarebbe stata strappata via dal tessuto della realtà, ogni colpo di spada o morso d’animale non avrebbe più portato alla tomba, nessun incantesimo né maleficio avrebbe più spezzato il miracolo della vita. Ma ovviamente, non può esistere una magia così potente senza una via d’uscita, perché altrimenti il suo potere sarebbe tale da risucchiare tutta l’energia dell’universo. La scappatoia era stata spiegata: se, nella sua nuova innocua forma, Nycla fosse riuscita ad uccidere qualcuno, sarebbe stata libera e la morte sarebbe tornata nel mondo.
La sua nuova e innocua forma si rivelò essere un fiore. Un singolo, piccolo, fragile fiorellino giallo. Nemmeno velenoso.
“Accidenti!” Pensò Nycla, ma non aveva più una voce per dirlo. “Stavolta non sarà semplice. E poi questo colore mi fa schifo.”
Valtario raccolse con delicatezza quel fiore e diede ordine di piantarlo in un vaso, perché vivesse. Era il suo ultimo gesto di scherno verso la Dea della morte. Non avrebbe ucciso nemmeno sé stessa.

Fu così che cominciò quella che gli studiosi chiamano La Terza Era, il periodo in cui nessuno poteva più morire.

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“Grazie al talento fuoco dell’eredità draconica, i miei peti fanno 4d6 di danno!” Il giocatore, che per la sua privacy chiameremo Sbroffo, prese quattro dadi a sei facce e si preparò a tirarli.
“Sei sicuro? Sei al livello 1.”
“Sono sicuro Master, il manuale lo consente, guarda qui, a pagina 146 del Tomo delle Cose Draconiche Sgrave.”
“Ah vabbè…”
“Ah! 20 danni da fuoco! Il nemico come è messo?”
“Beh… era un goblin con 6 punti ferita, quindi direi che è distrutto. La sua energia vitale viene assorbita da te che lo hai… non-ucciso.” Sospirò il Master. “E si trasforma in punti esperienza.”
“Yeee!”
Gli altri giocatori lo guardarono con un misto di perplessità, delusione, e qualcosa che ora era solo ostilità potenziale, ma un giorno sarebbe diventata vero odio.

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Il vaso di fiori, con dentro il grazioso virgulto che un tempo era la Dea della morte, venne posato sul davanzale del palazzo di Valtario nel reame divino di Celestya. In modo che tutti potessero vedere cosa ne era stato della Dea della morte, un tempo potente e temuta.
Nycla mantenne un profilo basso, per anni. Come se un fiore avesse potuto fare diversamente.
Ma ogni giorno, concentrava tutti i suoi sforzi e il poco potere rimastole per spostare il suo vaso verso il bordo del davanzale. Ogni giorno si avvicinava al baratro di una frazione di millimetro.

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“Ah! Lancio ingrandire laqualunque sulla mia cavalcatura, ora è una grifoidra corazzata di taglia pantagruelica!” Esclamò Sbroffo, con aria immensamente soddisfatta. “E attacca mordendo con tutte le sue nove teste e due artigli da leone, usando il talento velocità fotonica fa due attacchi con ogni testa e tre con ogni artiglio. In più attacca dall’alto scendendo in volo sul nemico quindi tutti i suoi attacchi naturali aumentano come se fosse di una taglia più grande, quindi megapantagruelica. Attiva il potere del chakra del drago che fa in modo che qualunque tiro per colpire riesca in automatico, e può farlo una volta al giorno per ogni punto di bonus costituzione, quindi tantissime volte perché l’ho appena fatta diventare pantagruelica per dieci minuti, abbastanza per coprire tutta la durata dell’incontro no? Sono 3d8 per ogni artiglio e 3d10 per ogni morso, in tutto faccio…”
“Sì, Sbroffo, senti, quel lupo crudele demoniaco avrà avuto ancora 30 punti ferita in tutto. Era un Grado Sfida 5.”
“Ah, allora direi che la mia grifoidra se lo mangia.”
Gli occhi che si alzano al cielo non fanno rumore, altrimenti nella stanza si sarebbe sentito un suono corale ed esasperato.

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Nycla non poteva demordere. Ormai mancava così poco, e nessuno più faceva caso a lei. Il Dio della vita era troppo impegnato a crucciarsi per il nuovo modo che avevano trovato le creature per non-uccidersi a vicenda, assorbendo l’energia vitale dei nemici.
La Dea sapeva che avrebbe avuto una sola possibilità. Il palazzo d’oro di Valtario poggiava sulle nuvole e lei non aveva idea di cosa ci fosse sotto. Magari il vaso di fiori sarebbe caduto su qualcuno, o su un animale, ma più probabilmente sarebbe caduto per terra. In quel caso, sperava che almeno il fiore sarebbe morto.

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“Evoco un turbine delle tempeste di sabbia epico.”
“Sbroffo, non puoi farlo, non sei un incantatore epico, sei solo al livello 10.”
“Ma la mia classe di prestigio dice che posso considerare il mio livello come se fosse di 3 superiore, e poi alla creazione del personaggio ho preso il talento cocco del professore che aumenta il mio livello incantatore ancora di 1, e ho l’artefatto del potere che di per sé è una cavolata perché mi aumenta il livello solo di 1, ma insieme all’incantesimo aumentare cavolata lo rende uguale a un artefatto del potere epico che permette di lanciare incantesimi epici se sei almeno di livello 15. E io sono virtualmente di livello 15 quindi evoco un turbine delle tempeste epico che rinsecchisce i nemici al tocco e sposta abbastanza sabbia da ricoprire tutta la loro città, quindi sono tutti andati. Ora che lo scontro è finito, evoco un branco di talpe scavatrici per recuperare i tesori della città.”
“Sbroffo, c’erano dei bambini in quella città. Se diventi malvagio perdi i privilegi di classe, oltre a essere una cosa aberrante di per sé.
“Master, io sono caotico neutrale. Quei beduini avevano minacciato i miei amici e li ho protetti, che è una cosa da buono, e in cambio ho ucciso tutti loro e la loro gente, che forse è un po’ da malvagio, quindi sono sempre neutrale.”
“Non funziona così, te l’ho già detto.”
“Sì invece, Master, leggi il manuale.”
“Oh, Sbroffo…” Il Master scosse la testa, impugnò il Manuale del Master e gli fece leggere la prima riga.
Recitava: il Master può fare quello che vuole se lo reputa giusto e sensato.
“Come dice il manuale… ti cade un vaso di fiori in testa e sei morto.”
Momento di silenzio.
“Cosa? Cosa? Da dove viene un vaso di fiori, siamo nel deserto!”
“Eh, è una cosa che il tuo personaggio non può sapere, tanto più che è morto.”
“Non è possibile, ho 200 punti ferita, il massimo di danni che può fare un oggetto che cade è 20d6 punti ferita quindi 120.”
“Ma questo vaso di fiori cadeva da un’altezza così alta che sfugge ai normali calcoli.”
“E non potevo schivarlo?”
“Il vaso di fiori aveva un tiro per colpire e ha superato la tua Classe Armatura.” In automatico, pensò il Master, perché le divinità colpiscono in automatico.
“Non ha senso! Master, questo è un abuso di potere! Non puoi creare dal nulla un vaso di fiori che scende dal cielo e…”
“Non è creato dal nulla, esisteva già.”
“Seh!”
“Sì, te lo giuro. Non è che esiste solo quello che i personaggi vedono. In realtà quel vaso di fiori aveva un background migliore del tuo.”
“Ma… non è stato giusto! Non era un nemico che potessi sconfiggere!”

Il Master, o meglio la Master, scrollò le spalle e prese un sorso di peach vodka & lemon.
“Ma così è la vita, Valtario.”


E fu così che la morte fu libera di tornare nel mondo, ponendo rimedio ai grandi abusi che l’immortalità aveva generato.
 
   
 
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