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Autore: halsey1696parrish    29/01/2018    0 recensioni
[La Quinta Onda]
Sono arrivati senza preavviso portandosi via ogni cosa.
La nostra vita, la nostra famiglia, le nostre città, la nostra umanità.
Chi rimane combatte per ciò che ha perso, per sconfiggere gli intrusi.
Gli Alti hanno preso anche i nostri volti, ora sono come noi.
Ma loro non avranno mai l'umanità che ci hanno portato via.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Andrew camminava a passo spedito e io lo seguivo leggermente affaticata.
Mi mancava quasi il fiato, sia per l'eccessivo freddo, che per la lunga camminata. -Aspetta! Ti prego, aspetta. Non ho più fiato.- dichiarai appoggiandomi ad un tronco umidiccio. 
-Oh scusami.- disse affiancandomi. Eravamo diretti ad un Wallmart proprio sulla statale che percorreva l'intero perimetro nord del bosco. 
Ero andata solo una volta in quel Wallmart da quando vivevo nei boschi, per prendere delle coperte e basta. Avevo paura di quel luogo.
Da dove eravamo si potevano vedere già i lucernari completamente in vetro ricoperti da un manto bianco che riflettevano la luce del sole.

-Sai- iniziai a parlare guardando di traverso il bosco che ci stavamo lasciando alle spalle. -non mi hai ancora raccontato cosa ti è successo dopo l'incidente a scuola.- non gli dissi che l'avevo visto nel lazzaretto.

-Beh, fa un po' schifo la mia storia.- disse lui abbassandosi la bandana dalla bocca e sistemandosi lo zaino sulle spalle. 
-Non penso che qualche sopravvissuto abbia una storia bella da raccontare.- constatai io guardandolo mentre tirava fuori dallo zaino una fotografia.

-Non so se sai ma avevo una sorella. I miei sono morti nella Seconda Onda, anche se non li rivedevo da prima dell'arrivo. Sono morti nell'inondazione di Dublino, si trovavano lì per lavoro.- accarezzò gli angoli rovinati della foto e continuò a parlare. -Quindi sono rimasto solo con mia sorella, Ronnie. Aveva solo sette anni. Io, quando ho saputo della morte dei miei, sono crollato, non sapevo cosa fare e come comportarmi. E tutta la situazione intorno a noi non aiutava affatto.-

Poi Andy mi mostrò la foto: c'era lui tutto sorridente al centro, ai lati una donna molto giovane e un uomo con gli stessi occhi di Andy. Il ragazzo aveva le mani selle spalle di una bambina con i lunghi capelli neri e gli occhi del medesimo colore di Andy.

-All'arrivo della Terza Onda, mi ammalai. Mi prelevarono dalla nostra casa e mi portarono nel liceo che ormai era diventato un posto dove accatastare i cadaveri. Rimasi lì per molto, non so di preciso quanto, ma il tempo non passava mai mentre quella cosa mi divorava le viscere. E Ronnie, lei era immune e rimaneva con me giorno e notte che temetti perfino che si ammalasse.- sospirò facendo un mezzo sorriso.

Intorno a noi non si sentiva il minimo rumore se non il fruscio del vento che ci gelava l'anima e il cuore.

-Quando la guardavo il mio cuore si riscaldava. Era come se mia sorella mi desse la forza di andare avanti e in un certo senso era l'unica cosa per cui non mi lasciavo scivolare nel baratro. Tanto sta che Ronnie non si ammalò, io iniziai a guarire e ormai la Terza Onda stava per giungere al termine. E questo fu la fine, per me.- guardò il cielo che ora stava lasciando spazio a nuvole cariche di neve che avevano il potere di spegnere anche il sole.

-Eravamo ancora nella scuola quando arrivarono i soldati. Sembravano dei robot. Noi sapevano che non erano umani quando iniziarono a sparare a tutti: i malati, i sopravvissuti, le donne. C'era più sangue di quanto la Morte Rossa aveva sparso, una cosa impensabile. Però non avevano toccato i ragazzi e i bambini, no. Avevano trucidato gli adulti ma avevano risparmiato i giovani.- si riprese la foto e la ripose nello zaino con sguardo duro.

Aveva i pugni serrati e la mascella contratta ma continuò lo stesso a parlare, per quanto doloroso poteva essere. 
-Mi ricordo quasi niente di quello che successe dopo. La malattia mi aveva reso debole e ancora non riacquistavo la lucidità, ma una cosa la ricordo. Quando mi strapparono mia sorella dalle braccia. A me mi lasciarono lì, forse credendo che ero ancora infetto e che nel giro di un giorno sarei morto. Ma sono ancora vivo e...Dio loro hanno Ronnie e non so da dove iniziare a cercare. Io voglio trovarla perché so che è ancora viva.-

Fu la prima volta che vidi crollare le barriere di Andy, e fu bruttissimo. 
-Mi dispiace molto Andy. Io davvero...-

-No. Non dispiacerti, non ora. Prima ho detto quelle cose perché ci credo. Le stesse cose che hanno portato via Ronnie hanno preso anche tutti gli altri ragazzi del tuo campo. Appunto non dobbiamo arrenderci, non ora. Io sono convinto che li troveremo.- e come una maschera, il suo viso tornò neutro.

Eravamo bravi a nascondere i nostri sentimenti, forse perché facevano troppo male ammetterli. Dire come stavano veramente le cose nella nostra testa e nel nostro cuore, come tutto ci sembrava surreale e impossibile. 
Perché no, nessuno poteva fare una cosa del genere. Nessuna forza superiore, perché esiste, farebbe una cosa del genere. 
Semplicemente è un momento buio. Ma nulla è semplice, noi umani siamo fatti apposta per complicare le cose. Ma queste creature provengono da un altro pianeta, un'altra galassia e chi lo sa forse da un altro universo. 
L'unica cosa che non riuscivo ad accettare in quel momento era che non potevo stringere qualcuno per sentirmi meglio, oppure sentirmi dire da qualcuno che tutto sarebbe andato bene e tutto sarebbe tornato al suo posto. 
Non avrei mai ripreso la mia vita nelle mani perché sentivo che ormai la mia vita era legata ad un filo più sottile che mai, e che il burattinaio non avrebbe avuto pietà. Sempre se gli Altri sapevano cos'era un burattinaio, avevo dei dubbi.

Tornammo a camminare in silenzio, con il silenzio che ci faceva compagnia. 
Ci trovammo la strada davanti, piena di macchine abbandonate. Lo stacco tra la civiltà e la natura era netto; in questo momento la natura ci rideva in faccia.

Il grande magazzino faceva paura, anche se era pieno giorno. 
Io e Andy camminavamo rannichiati tra le auto tamponate. Camminavamo sul vetri rotti coperti dalla neve, mentre i resti di alcuni cadaveri stavano lì insieme a noi come a ricordarci cosa saremmo diventati. Tenni stretta la mia arma tremando, non sapevo se era a causa del freddo o per la paura. 
Il grande parcheggio sembrava un porto di auto abbandonate: alcune sembravano deteriorate da tempo, sportelli aperti, vetri distrutti. 
Passammo nel mezzo, come dei sopravvissuti. Beh, lo eravamo. 
Entrammo dall'entrata principale, guardandoci subito dietro le spalle per essere sicuri che nessuno ci stesse seguendo. 
-Prendiamo tutto ciò che ci può servire tipo...acqua, cibo in scatola. Beh sai cosa prendere.- disse Andrew sporgendosi oltre la casa. Si voltò con in mano un mazzo di chiavi. 
-C'è il reparto caccia...non si sa mai.- sorrisi alle sue parole. 
-Sta attenta, se c'è qualcosa che non va grida, forte che ti sentirò. Ci ritroviamo qui.-

-Anche tu sta attento.- dissi prima di voltarmi e iniziare a camminare lungo gli scaffali. Ora che lo osservavo meglio era davvero un luogo angusto. Non me lo ricordavo affatto così.

Le corsie erano davvero ampie e deserte. Non c'era nessuno, solo tanta roba ammassata e marcia. 
Iniziai a riempire lo zaino, ma non troppo. Bisognava viaggiare leggeri. Presi fagioli in scatola e del cibo secco che si manteneva ancora. 
Non era passato tanto tempo, certo, però preferivo prendere quel cibo invece di patatine o cose del genere. 
Presi delle barrette energetiche e dei galloni di acqua, e poi mi spostai nel reparto vestiti. Avevo bisogno di nuove cose da indossare così presi due magliette e un paio di jeans, feci lo stesso per Andy. 
Camminavo tranquilla e pensavo. Ormai non facevo altro. Se era come diceva Andy, mio fratello doveva essere ancora vivo e anche Nate. 
Forse si trovavano sulla nave? No, non era possibile. Se gli Altri hanno preso il controllo di militari un nesso dovrà pure esserci. Una base militare? Era probabile, ma perché? Non aveva senso.

Nulla aveva senso in quel momento. 
Sentii un tonfo alle mie spalle, voltandomi, trovai delle scatole di scarpe a terra. 
Non ci pensai due volte prima di nascondermi dietro dei scaffali.

Avevo il cuore a mille, lo sentivo dalle mie orecchie. Sarei morta, ero sicura questa volta.
Non sapevo se urlare per chiedere aiuto ad Andy, ma se avrei urlato il Cacciatore (sempre se era uno di quelli) sarebbe arrivato prima di Andy e mi avrebbe uccisa. Ma se non avrei urlato sarei morta comunque. 
Cacciai la mia arma e la tenni stretta, nalla penombra mi nascondevo. Forse ero pronta a morire. 

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Risultati immagini per andy biersack
Nome: Andrew "Andy"  

Cognome: Biersack

Compleanno: 26 Dicembre (18 anni)

Segno zodiacale: Capricorno

Aspetto fisico: Alto, leggermente muscoloso, capelli corti castani e occhi azzurri. 

Carattere e curiosità: Andy gioca nella squadra di football del suo liceo; era il più popolare della sua scuola. Dopo l'Arrivo non è cambiato molto, ha solo imparato a nascondere meglio le cose che prova. Ha una sorella di nome Veronica (Ronnie) ed è tutto per lui. Ha sconfitto la Morte Rossa e, insieme ad Eva, cercherà di fare li stesso con gli Invasori.

Scusate per l'immenso ritardo ma sono stata impegnaissima.

   
 
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