Stringendo
Figure
di silenzio
S |
i scioglie contro di lui quando le prende il mento tra indice e pollice e posa le labbra sulle sue, gentile e deciso com’è nel cuore; come si mostra solo a lei e altri pochi fidati.
Si separano, il respiro corto e un baluginio di rimorso nell’unica, scarlatta iride che Sharon spesso contempla – che studia, custode di segreti. Gli sorride comprensiva, con gli angoli della bocca appena sollevati, perché il legame tra servo e padrone ha confini ben definiti e invalicabili, ma poco importa: il tempo concesso a Break scala di secondo in secondo, a ogni giro di lancetta... e Sharon è ben decisa a farne il miglior uso possibile (che lui lo voglia o meno, così miserabile nella contemplazione dei propri peccati).
Non importa, decide, se una volta scoccata l’ultima ora il suo cuore ne
uscirà devastato, se dovrà raccoglierne i frammenti con le proprie mani e ferirsi ancora e ancora, in una spirale senza fine. Ci penserà più avanti, a tempo debito, alle lacrime e al dolore. Per il momento lascia che un bacio
agrodolce aleggi sulle sue labbra per l’ennesima, infinita volta – divino o forse troppo umano, impresso su di lei come fuoco a plasmare il metallo; quello del fantasma che ha imparato ad amare.
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note dell’autrice | Buonasera,
fandom! Eh sì, alla fine mi sono decisa a
pubblicare anche questa double drabble mancata. Riposava da
troppo nel mio pc! Questo perché tempo fa la trovavo in
qualche modo incompleta,
insoddisfacente; ma rileggendola adesso penso sia perfetta
così. Sapete, il
legame tra Sharon e Break è uno di quelli che maggiormente
apprezzo in PH. La stima
che hanno l’uno dell’altra, l’affetto, il
sostegno che si danno con il più
piccolo e inosservato dei gesti, il posto speciale che occupano nei
rispettivi
cuori – è tutto così, così speciale. Sì,
sarebbero stati proprio una bella coppia (sobs).
Ora
però, rullo di tamburi, veniamo al titolo: suona un
po’ strambo, lo so, e sicuramente
non spicca rispetto a qualche mia creazione precedente; ma stringendo, di per sé, si
riferisce a un tempo musicale accelerato,
stretto appunto, che vuole rifarsi all’implacabile passare del
tempo, che per un amante si consuma sempre troppo in fretta. Quel figure di silenzio, invece, non
è altro
che un sinonimo per quelle che noi conosciamo come pause musicali e un
intermezzo,
dunque, mentre Lacie risuona
delicatamente
per tutto PH. BOOM!, insomma.
E
con questa
scottante rivelazione (y) mi ritiro, ché domani ho un esame
(il primo!) e
dovrei ripassare barra dormire, se possibile. Non prima di aver
litigato con
Nvu, ovviamente.
A
presto!
piuma.