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Autore: Il_Genio_del_Male    01/02/2018    7 recensioni
La notte porta consiglio; oppure ti infila un bellissimo sconosciuto nel letto.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kai, Kai, Sehun, Sehun, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Quei fagiani maledetti'
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La prima cosa che Sehun nota, aprendo gli occhi, è il magnifico esemplare di sesso maschile cui è avvinghiato e che dorme pacifico, disteso su un fianco, faccia a faccia con lui. Successivamente, Sehun realizza di avere un’erezione in corso che minaccia di bucargli le mutande. Solo alla fine riconosce il letto e le pareti familiari della stanza. Se non altro si trova in casa sua; ma in compagnia di un perfetto sconosciuto uscito dritto dritto da una rivista di porno gay. Sehun si chiede come ci siano arrivati, come sia riuscito a convincere un tale schianto a seguirlo fino al suo appartamento. Quanto hanno bevuto, esattamente?

 

 

Sprazzi di ricordi, simili a flash luminosi, della notte precedente si fanno strada nella sua mente resa ovattata dall’alcol. Era ad una festa nel locale di Yixing, sì, dove girava parecchia marijuana. C’erano anche gli amici di sempre, presentatisi a coppie: Joonmyun e Kyungsoo, Chanyeol e Yifan, Jongdae e Zitao, Baekhyun e Minseok. Sentendosi soffocare da tutto quell’amore da cui si sentiva escluso, Sehun li aveva lasciati a pomiciare e ballare per dirigersi verso il bar e dimenticare la propria condizione di single triste grazie all’ausilio di qualche Tequila come si deve.

Raggiunta la meta, per poco non era stato colto da infarto anzitempo. Un ragazzo bellissimo se ne stava riverso sul bancone, vestito solo di un paio di jeans a sigaretta che rendevano pienamente giustizia alle sue lunghe gambe ben modellate. La parte superiore del corpo (spalle larghe e bicipiti di squisite proporzioni inclusi) era -a prestare fede alle parole inebriate degli altri avventori- a disposizione di chiunque volesse concedersi un body shot. Sehun non ci aveva visto più. Ordinati due Tequila e una manciata di sale, aveva approcciato l’Adone. Con sua sorpresa, però, non aveva dovuto attendere il proprio turno. Sembrava infatti che, nonostante i numerosi sguardi interessati e concupiscenti, l’avvenenza di Mr. Universo tenesse lontane le persone anziché attirarle come mosche sul miele.

Prima che la serata fosse terminata, Sehun era arrivato a capire perché gli altri ne fossero in qualche modo intimiditi. Bere quegli shot servendosi della conca, piccola e adorabile, dell’ombelico di quello splendido giovane era stato come gustare l’ambrosia, servita in una coppa d’oro massiccio, alla tavola degli dèi. Un’esperienza mistica, quasi, e indubbiamente erotica. Aveva assaggiato il sale su quella pelle dorata, leccandone via i residui dagli addominali che non avrebbero sfigurato in un confronto con i nudi maschili delle statue antiche. Gli era parso di sentire l’altro ragazzo gemere, ma forse era stato lui stesso. L’alcol aveva presto fatto effetto; Sehun non avrebbe saputo dire quanto tempo fosse rimasto lì, a bere e intossicarsi di desiderio, sfiorando quel corpo con la lingua e le mani, e musica dubstep remixata come sottofondo.

 

 

Sehun rischia nuovamente una precoce dipartita quando, sforzando i neuroni, riconosce nel tipo accoccolato al suo fianco lo stesso figone sul cui ombelico ha formulato pensieri poco casti e ancor meno puri. E tuttavia lo stringe ancora di più a sé, incurante delle condizioni (pietose) in cui versa il proprio uccello. Gli viene spontaneo. Non vuole separarsi da lui. Con il cuore in gola lo osserva ritornare dal mondo dei sogni, battere le palpebre per abituarsi alla luce del giorno.

“Oh” nei suoi occhi di velluto cangiante si accende un sorriso. “Sei sveglio. Ieri sera mi hai dato questo indirizzo. Avevi le chiavi, quindi presumo che si tratti effettivamente di casa tua”. Non dà modo a Sehun di replicare: “Io me ne sarei andato via subito, sai, dopo essermi assicurato che dormissi. Tu però mi hai trascinato sul letto con te e mi hai abbracciato a mo’ di koala” arrossisce un poco. “Sei un ubriaco molto testardo. E forte, anche. Vai in palestra?”

“Tre volte a settimana” biascica. “Posso sapere il nome del mio salvatore?”

“Hai ragione, scusa” sorride. “Kim Jongin. Piacere di conoscerti, da sobrio intendo”.

“Oh Sehun. Il piacere è mio, credimi. Come mai sei stato proprio tu a riportarmi sano e salvo a casa? Ero venuto con degli amici”.

“Ne ho avvistato qualcuno, in effetti. Ma erano persino più strafatti di te e non me la sono sentita di abbandonarti al tuo destino. Senza contare che in pratica siamo stati cacciati dal locale con ignominia”.

“Sul serio? Perché?” Sehun davvero non lo ricorda.

“Atti osceni in esercizio privato, a detta del barista” Jongin si solleva un lembo del maglione e rivela un glorioso ventre tonico e cosparso di succhiotti color prugna. “Ti sei, uhm, lasciato prendere la mano con i body shot” confessa imbarazzato.

“Oh Gesù, che figura” mugugna, affranto. “Perdonami, non ero in me. Avresti potuto fermarmi, che ne so, rifilarmi una ginocchiata sulle palle. Non me la sarei presa”.

“Diciamo che nemmeno io ero del tutto lucido” sussurra.

A Sehun sorge un dubbio atroce. “Aspetta, non è che- santa miseria, non ti ho molestato… spero?” balbetta. “So di essere appiccicoso e smanaccione quando mi sbronzo, ma-”

“Fidati: in tal caso ti avrei preso a botte, sobrio o meno” lo interrompe Jongin. “Mi hai stritolato un sacco, e in taxi ti sei aggrappato a me. Eri tenero. Non hai allungato le mani, te lo assicuro”.

“E allora perché ti ho costretto a passare la notte qui? Perché non ti ho lasciato andare?” incalza, senza tuttavia mollare la presa. Jongin è un cuscino troppo comodo.

“Mi avrai scambiato per il tuo peluche” ridacchia lui.

Sehun aggrotta la fronte e lancia un veloce sguardo alle parti basse, in zona subombelicale. “Temo di no. Un pupazzo non mi farebbe questo effetto” e accompagna l’affermazione infilando una gamba tra quelle dell’altro.

La mossa ottiene l’effetto desiderato: a Jongin sfugge un gemito sorpreso, voluttuoso. Una seconda occhiata conferma a Sehun di non essere il solo ad avercelo duro come un pezzo di legno.

“Ti sei strusciato un po’, prima di addormentarti” ammette Jongin, la voce carica di una nota sensuale che ben si sposa alla sua bocca soffice (e un pelo, ma giusto un filo, pornografica).

“Ti è piaciuto?” mormora Sehun.

Jongin sbuffa. “Secondo te perché non me la sono data a gambe per difendere la mia virtù?”

“Immagino che lo scopriremo presto” si sporge a parlargli nell’orecchio, come fanno i seduttori incalliti nei film. “Jongin, posso…?”

“Siamo eccitati come due babbuini in calore, genio. Se non ci pensi tu, giuro che-”

Il resto della frase viene inghiottito dalle labbra di Sehun. Durante quello che è il loro primo bacio, entrambi vengono attraversati da un’epifania che è anche una consapevolezza assoluta: non sarà l’ultimo. Il calore, la gioia tranquilla dei cuori che battono forte all’unisono, la timidezza, dita che si intrufolano tra i capelli e sotto la maglia, ad accarezzare lentamente porzioni di pelle insieme fresca e rovente. Si baciano per esplorarsi, ma è come se si conoscessero da tempo. Niente dell’uno risulta estraneo o sgradito all’altro. Le loro mani non incontrano ostacoli, gli spigoli sono smussati.
Sehun fa stendere Jongin sulla schiena, avviluppandosi a lui come edera selvatica. Prova a spingere, impacciato dai vestiti. Jongin divarica le gambe, gli va incontro, solleva il bacino. I movimenti diventano fluidi, il ritmo serrato e inframmezzato da ansimi via via più frenetici. Non dicono nulla. Preferiscono fissarsi negli occhi, sorpresi, e lasciare che a instaurare un dialogo muto siano le loro mani, i sospiri, le invocazioni trattenute, le loro labbra che si cercano, i denti che aggrediscono giocosamente, le lingue che assaporano.
L’orgasmo arriva prima per Jongin, che lo accoglie con il capo rovesciato all’indietro sul cuscino, la gola offerta come un dono, la schiena inarcata. Sehun trova sollievo nelle ultime spinte, meno languide e più disperate. Vinti dalle fatiche dell’amore, i loro corpi sembrano fondersi, simili al bronzo, a creare un’opera d’arte senza eguali.

“Cazzo”.

“Sottoscrivo”.

“E non abbiamo neppure scopato” bisbiglia Sehun, colmo di stupore reverenziale. È dunque questo che si prova ad incontrare l’anima gemella?

“Ti avverto, non lo do mai al primo appuntamento” annuncia Jongin, riprendendo fiato.

Si guardano, una frazione di secondo eterno e luminoso. Scoppiano a ridere. Poi Jongin si sfila di dosso il maglione in un unico, elegantissimo gesto. Sehun, dal canto suo, non si è mai abbassato la cerniera dei pantaloni tanto in fretta.

 

 

 

 

È più forte di me, non so scrivere p0rn (e quindi evito di farlo). L’importante è prenderne atto.

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