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Autore: micchan91    01/02/2018    1 recensioni
..Marciò diretto fino alla porta che gli era stata indicata e ci si fermò davanti, prendendo un lungo respiro. Non poteva credere di essere veramente lì, non quando la guerra era finita e Keeler era stato graziato dalla sua condanna per aver mentito a tutti riguardo la sua malattia. Dovette prendere un altro lungo respiro prima di alzare la mano e picchiettare delicatamente le nocche contro il metallo freddo. La porta si aprì subito dopo ed Encke entrò nella stanza senza però trovare subito il coraggio di allontanarsi dall'uscio se non di qualche passo. Rimase invece immobile, con la schiena dritta e l'espressione indecifrabile.
< Come sta? > chiese semplicemente alla fine e l'uomo che era nella stanza con lui si voltò per osservarlo, il suo viso diceva già tutto. Si sistemò il camice bianco e si lasciò andare ad un lieve sospiro, scuotendo poi la testa...
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Encke, Keeler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I passi marziali e cadenzati di Encke risuonavano per il corridoio semideserto mentre l'uomo camminava svelto, diretto nell'unico posto che non avrebbe mai voluto vedere. Le poche persone che erano lì lo osservavano un po' timorose e si scansavano al suo passaggio, nonostante la guerra fosse finita Encke non era riuscito a lasciar andare il suo atteggiamento militaresco e soprattutto non aveva saputo cambiare la sua espressione che incuteva timore a chiunque lo guardasse.

Marciò diretto fino alla porta che gli era stata indicata e ci si fermò davanti, prendendo un lungo respiro. Non poteva credere di essere veramente lì, non quando la guerra era finita e Keeler era stato graziato dalla sua condanna per aver mentito a tutti riguardo la sua malattia. Dovette prendere un altro lungo respiro prima di alzare la mano e picchiettare delicatamente le nocche contro il metallo freddo. La porta si aprì subito dopo ed Encke entrò nella stanza senza però trovare subito il coraggio di allontanarsi dall'uscio se non di qualche passo. Rimase invece immobile, con la schiena dritta e l'espressione indecifrabile.

< Come sta? > chiese semplicemente alla fine e l'uomo che era nella stanza con lui si voltò per osservarlo, il suo viso diceva già tutto. Si sistemò il camice bianco e si lasciò andare ad un lieve sospiro, scuotendo poi la testa.

Nonostante il cuore di Encke battesse ad una velocità forsennata il ragazzo non si mosse e non cambiò espressione, l'unica cosa che si concesse fu quella di stringere così forte il pugno che le unghie gli si conficcarono nella carne, donandogli dolore e sollievo allo stesso tempo. Fece un lieve cenno di assenso per far capire che avesse intuito cosa volesse dire il medico e quello, dopo aver scritto qualcosa sul tablet, si avviò verso la porta.

< Si dice che sentano tutto quello che accade attorno a loro > disse semplicemente.

< Ti consiglio di salutarlo per bene prima di tornare a casa > aggiunse per poi uscire, lasciando che la porta si richiudesse alle sue spalle. Encke attese qualche istante, poi si sgretolò come un castello di carte. Le sue spalle si allosciarono e la testa gli cadde in avanti mentre si mordeva il labbro, trasformando la sua espressione seria e imperturbabile in un'espressione di pura sofferenza. Si prese qualche minuto per tornare lucido, poi si costrinse ad avanzare, arrivando ai piedi dell' unico letto presente nella stanza. Poggiò la mano sul metallo freddo e strinse la sbarra ai piedi del letto, poi lasciò scivolare la mano fino alle lenzuola e sfiorò il piede di Keeler, salendo lentamente su per la caviglia...il ginocchio...la coscia...

Quando arrivò al fianco fermò la mano. Fino a quel momento il suo sguardo era rimasto puntato sulle lenzuola, ma a quel punto alzò gli occhi e osservò il viso dell'unica persona alla quale aveva mai concesso di vedere il vero se stesso. Strinse forte il lenzuolo fresco di bucato e sentì il suo cuore rompersi in mille pezzi mentre osservava quel bellissimo viso deturpato dal tubo che gli usciva dalla bocca. Non era mai voluto entrare in quella stanza nelle settimane precedenti, sapeva che vederlo a quel modo lo avrebbe distrutto, ma quel giorno sapeva di dover andare, che non avrebbe avuto altre occasioni per dire ciò che doveva dire. Per un momento spostò lo sguardo sulla macchina che, accanto al letto, scandiva il tempo con i suoi Bip, ricordando ogni istante ad Encke che era quella che teneva in vita colui che più di tutti desiderava al suo fianco. Per un attimo sentì l'istinto di prendere a pugni tutto quello che si trovava lì, compresa quella maledetta macchina. Voleva urlare e piangere per l'ingiustizia della vita, perchè il suo sogno gli era stato strappato via dalle mani prima ancora che potesse fare qualcosa per realizzarlo...qualsiasi cosa...Ciò che fece invece fu tornare a guardare il biondo steso sul letto e avvicinarsi meglio a lui. Si sedette sul bordo del letto e gli accarezzò delicatamente la guancia fredda.

< Dovrebbero alzare i riscaldamenti > soffiò accennando un lieve sorriso, ricordava quanto Keeler soffrisse il freddo. Continuò ad accarezzargli il viso, facendo scivolare le dita tra i suoi capelli più lunghi di come li ricordava.

< Scusa se non sono venuto prima Keeler, ma sai quanto io abbia sempre odiato la tua malattia e saperti qui... > si interruppe quando la macchina che scandiva i battiti del cuore di Keeler cambiò ritmo, sembrava aver accelerato non appena Encke aveva iniziato a parlare. Il moro la osservò stupito, poi tornò a guardare Keeler e gli accarezzò ancora il viso.

< Mi senti? > gli chiese, ma ottenne solo che i battiti del biondo continuassero ad essere accelerati. Encke chiuse un momento gli occhi e sorrise, immaginandosi il suo navigator che sorrideva felice ed imbarazzato come faceva ogni volta che lui lo metteva a letto quando si sentiva male.

< Sono qui Keeler, non ti lascio > disse riaprendo gli occhi e prendendogli la mano con delicatezza.

< Devo confessarti una cosa, una cosa che non ti ho mai detto mentre eravamo sulla Sleipnir e che avrei voluto dirti fin dal primo giorno... > disse serio mentre gli accarezzava la mano con il pollice. Sorrise nel sentire i battiti accelerare ancora di più e immaginò ancora il suo viso, si figurò nella sua mente Keeler osservarlo con le guance arrossate e probabilmente anche gli occhi lucidi.

< Keeler io...voglio passare il resto della mia vita con te. Tu sei l'unico che sa vedere al di la delle apparenze e con te posso essere me stesso ed essere felice...> gli confessò andando a stringere anche con l'altra mano quella fredda e inerme del biondo. I battiti di Keeler continuarono ad essere veloci per qualche altro istante, poi ebbero un rallentamento e si ridussero sempre di più. Encke fissò lo schermo un istante, Keeler gli stava facendo capire che doveva sbrigarsi. Strinse forte la sua mano e fece leva sulle gambe per alzarsi, poi si chinò e unì le loro labbra in un casto bacio, il loro primo ed ultimo bacio.

< Ti amo > sussurrò dolcemente.

< Ti amo e ti amerò per il resto dell'eternità > aggiunse e chiuse gli occhi, continuando ad immaginare Keeler piangere e ridere nello stesso tempo.

< Non sarai solo mai più > soffiò poco prima che i Bip si trasformassero in un unico fischio prolungato. Encke continuò a tenere stretta la sua mano e gli occhi chiusi.

< Grazie > disse mentre un unica lacrima solitaria gli bagnava la guancia. Keeler gli aveva donato il suo cuore ed Encke lo avrebbe custodito per sempre. Si staccò da lui solo quando i medici entrarono di corsa e si allontanò dal letto, rimettendosi la sua maschera d'indifferenza. Osservò i dottori guardarsi tra di loro senza fare nulla per poi spegnere semplicemente la macchina e si avviò verso la porta.

< Ora del decesso undici e quarantacinque > disse uno dei medici ed Encke accelerò il passo, avrebbero detto il suo vero nome tra qualche istante e lui non voleva sentirlo, per lui sarebbe stato per sempre Keeler, colui che anche solo per poco lo aveva fatto sentire libero. Uscì dall'ospedale e si godette per un solo istante il sole che scaldava la giornata, poi riprese a camminare. Avevano creato un mondo libero ed Encke sorrise, convinto che ovunque fosse Keeler lo avrebbe guardato finchè non si sarebbero riuniti e finalmente avrebbero realizzato il loro sogno di stare insieme.

 

 

 

Angolino dell'autrice

La mia prima fict di Starfighter <3

Volevo scrivere qualcosa di più allegro, ma amo troppo l'angst e non ho resistito XD

Spero che comunque vi sia piaciuta.

Baci, alla prossima <3

  
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