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Autore: weareonmars    01/02/2018    1 recensioni
Ci sono delle volte in cui, alcuni amori, rimangono in sospeso. Volteggiano nell'aria come un fiocco di neve.
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I will go to you like the first snow

 
Before I held you, I didn’t know
That the world I was in
Was this bright

I reached you with a small breath of life
It’s a love that called out to me fearlessly

I liked it so much
Watching over you, my heart fluttering
Even when I was ridiculously jealous
All of those ordinary moments

In the dark eternity
In that long wait
Like sunshine, you fell down to me

 
Stava fissando il vuoto nel buio della sua camera. Aveva spento la luce quasi un’ora prima ed era ancora lì, con gli occhi fissi in un punto indefinito del soffitto. Socchiudendoli appena tentava, invano, di immaginare dove potessero essersi fermati; probabilmente stava fissando il lampadario da quando lo aveva spento.
Nella stanza non passava un singolo filo di luce dalla finestra; si era ben premurato di chiudere le imposte in modo che nemmeno un raggio di Luna filtrasse. Non voleva alcuna fonte di luce, aveva anche gettato il telefono da qualche parte nella stanza, non voleva saperne nulla della sua vita. Non voleva essere disturbato nella sua tormentata quiete.
Sentiva la testa sempre più pesante che sprofondava nel cuscino che aveva stropicciato, in malo modo, per la rabbia. Lo aveva preso a pugni, strattonato, gettato contro il muro diverse volte, prima di metterlo sotto la testa e decidere di spegnere la luce. Era ancora così difficile da accettare, nonostante fosse passato un intero anno. Trecentosessantacinque giorni di una vita che non poteva essere ritenuta tale; se non la vivi, non puoi nemmeno lontanamente pensare di definirla così. Si strinse nelle spalle e rotolò giù dal letto, balzando in piedi con fatica. La stessa fatica che ci metterebbe se dovesse alzare sulle spalle un masso. Perché doveva sentirti così pesante, così inutile? Si sentiva un debole, il suo cuore lo era, forse da qualche istante o forse da tutta la vita.
Fece per muovere un passo, ma si sbilanciò e cadde all’indietro, nuovamente sul letto, questa volta seduto. Posò i gomiti sulle ginocchia e si prese la testa tra le mani, nascondendo il volto. Si chiedeva come avrebbe potuto spegnere i ricordi o, almeno, solo quelli che lo avevano ridotto in quello stato.
Scosse la testa per liberarsene, allo stesso modo in cui si scuote un telo da mare per liberarlo il più possibile dai granelli di sabbia.
Il mare.. si fermò lentamente, lasciando dondolare la testa come se fosse cullato dal movimento delle onde. L’acqua fresca, limpida e tranquilla, levigava il suo corpo e si adattava alle sue forme, facendolo rimanere a galla. Era così calmo che avrebbe potuto pensare di addormentarsi lì. Ma un rumore al suo fianco e poi lo spostamento delle onde sotto di lui gli fecero aprire gli occhi, voltando poi la testa. Gli occhi si posarono sulla sua figura.
“Sei sveglio?” domandò guardandolo con un grande sorriso, mentre la testa si piegava leggermente di lato. Lui non riuscì a trattenersi e sorrise a sua volta, osservandola per poi annuire. Ma non ne volle sapere di allontanare lo sguardo che, di conseguenza, rimase ancora a viaggiare sulla sua silhouette, prima di fermarsi nei suoi occhi. Occhi scuri, profondi, nei quali i luccichii scintillanti dei raggi del sole, si trasformavano i miriadi di stelle; il suo universo, il suo tutto. Era completamente preso da quella visione da non accorgersi di averla fatta arrossire.
“Smettila di guardarmi a quel modo – mormorò ridendo – non vedi che sono tutta rossa?” e con un’altra piccola risata si tuffò nelle quiete acque per non riemergere. Lui si sollevò dalla sua posizione e cominciò a cercarla, prima di accorgersi di essere nel buio della sua stanza. Il suo cuore aveva cominciato a battere sempre più velocemente. La sua stessa mente si ribellava al suo volere, giocandogli brutti scherzi in un momento come quello. Aveva quindi bisogno di ricordare o di dimenticare? Si morse il labbro con tale forza quasi a volerlo strappare via, tanto che quando lo lasciò andare, lo sentì pulsare prepotentemente come a volergli ricordare di essere vivo.
Prese un respiro profondo e cercò di orientarsi, allungando le braccia. Sfiorò la scrivania, la tastiera del computer e continuò a spostarsi, accarezzando lentamente il dorso dei libri una volta avvicinatosi alla libreria. La finestra era proprio lì accanto.
“Non pensare di uscire così, fuori fa freddo”. Socchiuse gli occhi e voltò appena lo sguardo, vedendola avvicinarsi con il cappotto e la sciarpa. Lo vestì lentamente, nel silenzio di una fredda serata di gennaio. Le sue piccole mani accarezzavano dolcemente il suo petto prima di chiudere i bottoni del cappotto, passando poi la sua attenzione sulla sciarpa. Lasciò scorrere lentamente il tessuto tra le dita affusolate prima di sollevarsi sulle punte, passarla sopra la sua testa e posarla sul collo, avvolgendola dolcemente. I suoi occhi continuavano a seguire i suoi gesti. Il suo cuore perse un battito e sembrò quasi fosse felice; probabilmente lo era davvero molto in quel momento. Lei alzò lo sguardo verso di lui e con un dito diede un leggero buffetto alla punta del suo naso, sorridendogli.
“Mi hai detto che hai molto da fare e sai che detesto che tu ti metta a lavorare quando stai male – mormorò lei, sollevandosi sulle punte per lasciare un affettuoso bacio sulla sua guancia – potrebbe anche cominciare a nevicare da un momento all’altro”. Sorrise.
Un brivido gli fece chiudere gli occhi per un istante, quando li riaprì davanti a lui non c’era altro che il buio. Rimase per un momento a contemplarlo come se fosse l’unico amico che aveva; l’unica presenza che gli era rimasta. Posò una mano sulla maniglia della finestra e rimase immobile. Ascoltava i sospiri del vento che si infrangevano contro le imposte. Somigliavano a quelli che emetteva il suo cuore, stanco ma vivo.
 
Before I let go of you, I didn’t know
That the world I am in
Was this lonely

Pretty flowers bloomed and withered here
The season of you will never come again

I started to become greedy
I wanted to live with you, grow old with you
Hold your wrinkled hands
And say how warm my life was

“Potrebbe cominciare a nevicare”, le sue parole risuonarono come una musica nella sua testa. Spalancò gli occhi prima di voltarsi velocemente e attraversare, a grandi passi, la sua stanza, non avendo la benché minima idea di dove si trovasse, prima di cambiare idea e tornare davanti alla finestra.
L’aprì senza pensarci due volte e spalancò le imposte, chiudendo gli occhi. Lasciò che i raggi luminosi della Luna si posassero sul suo volto.
Una carezza fredda sul viso e riaprì lentamente gli occhi, facendoli man mano riabituare alla luce. Li alzò poi, seguendo un raggio e si perse ella meraviglia, lo stupore di chi vede qualcosa di indescrivibile per la prima volta, davanti ad uno degli spettacoli migliori dell’intero universo. Era piena, rotonda e lo stava invitando ad avvicinarsi maggiormente, mentre una nuvola, di tanto in tanto, le passava davanti. Alzò quindi lo sguardo al cielo ed il suo cuore perse nuovamente un battito. Era arrivato il momento.
Si voltò, lasciando la finestra completamente spalancata e andò verso la porta della sua stanza, uscendo come un fulmine. Attraversò veloce il corridoio che lo divideva dall’ingresso, mentre sentiva gli altri cominciare a voltarsi verso di lui e mormorare uno “hyung” per richiamare la sua attenzione. Li ignorò, infilando il cappotto e subito dopo la sciarpa, lasciando poi l’appartamento. Evitò l’ascensore e cominciò a salire le scale. Un gradino dopo l’altro i suoi occhi cominciarono a bruciare sempre di più, finché calde lacrime non iniziarono a scendere lungo il suo volto, rigandolo, scavandolo con tutto il dolore che era contenuto in esse. Si fermò per un istante per prendere un respiro profondo e poi riprese a salire, fino ad arrivare davanti alla porta che dava direttamente sul tetto.
Rimase sulla soglia per un istante, guardando il suo respiro prendere forma attraverso il vapore e poi fece un passo, avanzando fino a poco più della metà. Chiuse per un momento gli occhi, respirando profondamente ancora una volta e cominciò a tremare. La solitudine stava tornando ad impadronirsi completamente di lui, nel suo cuore ormai non c’era posto per nient’altro.
 
It was just one blessing
After that short encounter
You cried like the rain

I wanted to be
Happy for once
But that made you cry

Forget everything and move on
Because I will go to you
When your breath
Calls out to me again

I won’t ever forget
Watching over you, my heart fluttering
Even when I was ridiculously jealous
All of those moments that you gave to me
 
Un raggio di luna richiamò la sua attenzione. Era riuscito a farsi strada attraverso le nuvole ed era tornato ad accarezzare il suo viso. Chiuse nuovamente gli occhi, lasciando che le lacrime continuassero a scorrere, permettendo a tutto che aveva ancora dentro di scivolare via. E poi, un calore del tutto nuovo si aggiunse a quello delle lacrime. Lei era lì.
“Non aprire gli occhi – mormorò – voglio rimanere ancora un po’ ad osservare la meraviglia che sei, che ho amato e che amerò per sempre”.
Deglutì a fatica e rimase immobile, stringendo la mascella. “Lascerò i miei occhi chiusi, a patto che tu rimanga con me ancora un po’” sussurrò. La voce rotta dai sussulti del pianto.
“I capelli di questo colore ti donano molto, somigliano ai raggi della luna, sarà per questo che è molto attratta da te” disse lei sorridendo appena. Non poté fare a meno di sorridere a sua volta e posò maggiormente il volto sul palmo della sua mano.
“Mi manchi.. mi manchi molto” sussurrò.
“Mi manchi anche tu, più di qualsiasi altra cosa al mondo, ma ti ho fatto una promessa che devo mantenere per adempiere ai miei doveri in questo mondo”. Rimase in silenzio ad ascoltare le sue parole mentre l’unico suono che si sentiva era quello del suo cuore che batteva sempre più velocemente nel petto.
“Verrò da te come la prima neve”. Un sussurro ed il calore sulla sua guancia scomparve lentamente, facendogli aprire nuovamente gli occhi. Una folata di vento volteggiò attorno al suo corpo, avvolgendolo completamente come in un abbraccio, facendogli sentire il calore di un tempo, prima di risalire verso l’alto, permettendogli di alzare lo sguardo verso il cielo.
Un fiocco di neve volteggiò lentamente, posandosi sulle sue labbra. Delicato come un petalo che scorre sulla pelle. Rimase immobile per un istante e si sentì arrossire completamente, prima di rimanere ad osservare la neve che cominciava la sua discesa indisturbata verso il suolo.
“Yoongi-hyung” mormorò Taehyung dietro di lui. Si voltò e rimase ad osservare i sei ragazzi raggruppati sulla soglia e sorrise appena, indicando verso il cielo.
“La prima neve” mormorò, sollevando appena le spalle. Si avvicinarono a lui, cominciando ad osservarla ed immortalare quel momento e mentre tutti erano attratti dai fiocchi di neve che volteggiavano sopra le loro teste, Yoongi alzò lo sguardo verso il cuore della Luna, sorrise e mormorò un ultimo “ti amo”, prima di lasciarla andare.
 
Some day, we’ll meet again
It’ll be the happiest day
I will go to you like the first snow

I will go to you
 
   
 
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