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Autore: fredlove    01/02/2018    0 recensioni
dalla storia :
– Cosa ci fai qui, Derek? Hanno trovato le ossa di Cappuccetto Rosso, e devi confessare? Papà cosa ci fa lui qui? –
Perché Stiles, aveva ripreso più di prima, ad essere mille volte più sarcastico. Specialmente con lui.
- Ha dovuto pagare una multa, erroneamente a suo nome, grazie a Peter. – gli spiegò il padre ancora in piedi. – Cosa ci fai tu qui? Che hai combinato? –
- Perché devo combinare qualcosa? –
Derek si era trovato a ridacchiare con Noah, ed aveva risposto spontaneo – Perché sei una calamita per i guai, Stiles. – ed inspirò profondamente.
[...]
- Ehi, il bacio del ‘sono tornato’? Io voglio quel bacio. – disse con un broncio infantile, facendolo ridacchiare.
- Sono tornato, Stiles. – e lo sfiorò vicino all’orecchio, prima di sentire le mani del ragazzino sul viso.
Un attimo dopo Stiles lo stava baciando, come se fosse una questione di vita o di morte.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A chi crede che la Sterek esiste! 


 


L’ultima volta che Derek si era sentito così in pace, non lo ricordava.. Forse durante quando era più piccolo di dieci anni e sua madre lo coccolava. O forse quando aveva rivisto Stiles a Quantico.
Ma in quel momento, vedendo ciò che aveva davanti, tutto svanì. Tutte le sue preoccupazioni, il mondo intero là fuori, i pensieri masochistici su quanto fosse inetto come capobranco – a volte.
Era rientrato nel suo loft, e si era bloccato.
Stiles era lì, con una maglietta stretta e dei pantaloni di cotone, scalzo. Che camminava avanti ed indietro, con un evidenziatore tra le dita, mentre cercava di risolvere l’ennesimo guaio in cui si erano cacciati.  
E restando così, si domandò malgrado quando Stiles fosse diventato il suo punto fermo.
 


Ognuno di loro, il Branco, cercava pace. Specie dopo gli ultimi avvenimenti. Il Darach, la Iglesias e la sua morte-resurrezione in Messico. Kate, che continuava ad essere la solita stronza. Solo con qualche potere in più adesso.
Però, in tutto quello, Derek si era trovato spesso ad osservare il ragazzino umano. Beh, ragazzino ancora per poco. Aveva compiuto diciotto anni, e a breve sarebbe stato andato via a Quantico se la risposta fosse stata positiva.
Aveva sentito il suo entusiasmo, fin da quando era entrato nella centrale di polizia. E dopo un momentaneo – Cosa ci fai qui, Derek? Hanno trovato le ossa di Cappuccetto Rosso, e devi confessare? Papà cosa ci fa lui qui? –
Perché Stiles, aveva ripreso più di prima, ad essere mille volte più sarcastico. Specialmente con lui.
- Ha dovuto pagare una multa, erroneamente a suo nome, grazie a Peter. – gli spiegò il padre ancora in piedi. – Cosa ci fai tu qui? Che hai combinato? –
- Perché devo combinare qualcosa? –
Derek si era trovato a ridacchiare con Noah, ed aveva risposto spontaneo – Perché sei una calamita per i guai, Stiles. – ed inspirò profondamente. Guardandolo poi con un sopracciglio inarcato. 
Il ragazzino aveva fatto una smorfia. – Non annusarmi. Okay, guarda! – ed aveva fatto scivolare un foglio aperto sulla scrivania del padre. – Voglio essere sicuro, è tutto vero? Giusto?! – era in fibrillazione.
E così curioso, Derek si era trovato ad abbassare gli occhi sul foglio. Prendendolo quando Noah glielo porse.
Stiles era stato accettato a Quantico, dopo aver fatto la domanda.
- E’ tutto vero? Vero? Papà è tutto vero? Derek, è tutto vero? Cioè non senti puzza di bugia, dal foglio? –
- Sì, Stiles. E’ tutto vero. Sono così orgoglioso di te, figliolo! – lo sceriffo l’aveva abbracciato.
- Almeno darà fastidio a qualcun altro. – aveva borbottato Derek.
- Ti ho sentito. Ti mancherò. –
- Se non te ne vai, non potrò mai saperlo. –
Noah si mise a ridere, scuotendo il capo. – Ragazzi, buoni. –
- Ma papà… -
 Eppure quando Stiles uscì dalla centrale, il suo odore era cambiato. Derek l’aveva seguito in silenzio, salendo sulla jeep sul lato del passeggero.
- Stiles. –
- Sto bene. –
- Sai che… -
- Sì. Sì. Puoi annusarmi eccetera, ed una volta via non ti darò fastidio. Bonne nuit, Beacon Hills, Stiles è fuori! –
- Cosa? Stiles, che diamine! Che cosa ti prende? –
- Niente. –
- Cristo, Stiles. Parla. –
- Perché? Vuoi sentire la mia voce, prima che me ne vada? –
- Stiles. –
Era stato un ringhio, suo malgrado. Nessuno lo faceva incazzare di brutto come Stiles. Nessuno.
- Ho… questa sensazione. -  deglutì – Di non riuscire. –
- Sei stato accettato a .. .-
- No. Non è quello. Con te. Ho questa sensazione, che con te non sto… Dio! Ho  questa sensazione di impotenza, perché ho …. Voglio darti di più Derek, voglio darti un motivo per cui sorridere, un motivo per cui tornare quando parti e non sai… insomma. Lascia perdere, sono un idiota. – scosse il capo.
- Stiles, respira. – gli aveva messo una mano sul collo. Toccandolo con i pollice sulla pelle tesa. – Non ho bisogno di niente, perché ho già tutto. Ho un branco, ho di nuovo mia sorella. Ho te. –
- Allora perché mi sento, come se non fossi abbastanza? –
 

Non aveva saputo rispondergli, Derek, in quel momento. Poi tutto era passato in fretta, senza che se ne accorgessero. Lui sarebbe partito con Chris per cercare di fermare Kate, e poi si sarebbero divisi.
Stiles, era stato l’ultimo ad andare via dal loft. Che con suo sommo piacere si era svuotato, dopo la festa a tradimento di Lydia.

 
- Così… domani parti. –
- Anche tu, se non sbaglio. –
- Solo tra… una settimana. – aveva schioccato le labbra. – Strano. –
- Il Branco non si dividerà, Stiles. –
- Mi hai sentito. -
Aveva annuito, mentre lo guardava. – Stiles, devi star tranquillo. –
- Io, tranquillo?! – poi era tornato serio, e preoccupato. – Starai attento? –
- Eviterai di cacciarti nei guai? –
- Derek, sono serio.  Starai attento? Perché Kate è una stronza con i fiocchi. E non voglio una telefonata che… -
- Non succederà. –
- Alla fine, lei farà sempre parte della tua via. – aveva scosso il capo, con un tono di voce sommesso.
- Stiles. –
- Lascia stare. Buon viaggio per domani. – e si era mosso in fretta, verso il portellone.
Lasciando Derek con una sensazione di vuoto, mai sentita prima. Perché era la prima volta, per lui, sentirsi così. Quando si trattava di Stiles.
Non si era accorto di essersi mosso, e nemmeno di aver corso per la riserva. Fermandosi poi solo quando aveva sentito l’odore del ragazzino che gli penetrava le narici.
Era sotto casa sua. E lo sentiva piangere sommesso, nel letto. Così non ci pensò due volte, a balzare dentro la stanza dalla finestra.
- Stiles. –
- Sono tornati gli incubi. Da quando hai detto che saresti partito, per cercare Kate. – gli confessò. – Ho paura di perderti, Derek. –
Il lupo si era tolto le scarpe, e si era steso accanto a lui. Stringendolo contro il petto, e circondandogli la vita con un braccio.
Non dissero altro quella notte. Non fecero altro.

 
Poi tutto era stato un frenetico scorrere di eventi. La caccia a Kate, che a sua volta cacciava lui. Il suo modo di incastrarlo e farlo finire sotto i riflettori.
Anche se poi, l’unica cosa positiva, aveva rivisto Stiles. Ed era stato come ritrovarsi a casa.

 
- Ragazzone, visto? Non puoi stare senza di me, che ti cacci nei guai! –
Gliel’aveva detto ridacchiando, quando era entrato nella stanza.
Lui l’aveva minacciato con lo sguardo, e lui di rimando aveva continuato a ridacchiare apertamente.

 
- Da quanto sei lì? –
- Abbastanza. – fece schietto, avvicinandosi.
- Avete trovato Peter e Cora? Ti sei ferito? State tutti bene? –
- Stiles, Stiles. Respira. – lo guardò – Non sono ferito, solo stanco. Cora è con Melissa e Deaton. –
- Peter? Per quanto non mi piaccia, meglio averlo amico che nemico. –
- Sta bene, - fece spallucce. – Purtroppo.-
Stiles emise un sospiro di sollievo, ridendo poi. – Purtroppo, dovrai sopportarlo ancora… -
- Se ci sei tu, mi va bene. –
- Romantico, Hale. Come mai? – lo guardò, toccandogli il mento con il pollice. Strofinandolo sulla barba.
 
 
L’odore di Stiles, gli diceva tutto. Anche se era tutto confuso. Geloso, irritato, infastidito, eccitato.
Aveva sentito vagamente i commenti degli agenti della squadra, ma non ci aveva voluto far caso. Non gli interessavano.
Poi era accaduto. Stiles aveva borbottato, e lui per zittirlo non aveva fatto che una cosa.
L’aveva baciato sulle labbra. Sentendo finalmente il silenzio, e poi lo stupore di chi li circondava.
- Non mi interessa nessuno di loro. – gliel’aveva sussurrato contro le labbra.
- ‘ kay, posso accettarlo. – aveva esibito un finto broncio, che Derek definì tenero. – Qualcuno deve pur sopportarti. –
- Stiles, sta zitto. –
E l’aveva baciato ancora., prima di stringerlo a sé.
 
 
- Sei la mia Ancòra, giusto? – si era chinato, sussurrandolo sulle labbra socchiuse.
- Giusto.-
- Il mio Compagno. – si era fermato a qualche millimetro.
- Mh mh… -
Derek si fermò, allontanandosi lentamente.
- Ehi, il bacio del ‘sono tornato’? Io voglio quel bacio. – disse con un broncio infantile, facendolo ridacchiare.
- Sono tornato, Stiles. – e lo sfiorò vicino all’orecchio, prima di sentire le mani del ragazzino sul viso.
Un attimo dopo Stiles lo stava baciando, come se fosse una questione di vita o di morte.
Sentiva il battito forsennato del suo cuore, che faceva uggiolare il lupo, rimbombargli  contro il petto. Ed il suo odore, eccitato e dolce allo stesso tempo, lo stava drogando.
- Questo è un bacio, Sourwolf. - si era interrotto con uno schiocco. Respirando affannato.
Derek lo guardò per un attimo, prima di fiondarsi nuovamente sulle sue labbra.  
 


 
   
 
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