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Autore: Scaramouch_e    02/02/2018    2 recensioni
Indil, la figlia di Thranduil, e sorella di Legolas Greenleaf, è andata a Gran Burrone, con il fratello gemello, sotto l’ordine del padre per sentire ciò che il consiglio di Erlond ha da dire sulla minaccia portata dallo hobbit Frodo Baggins. La principessa di Bosco Atro si unirà alla compagnia dell’anello per proteggere suo fratello, e inconsciamente anche un altro componente.
Amore, avventura e coraggio serviranno alla giovane per riuscire nell’impresa nell’aiutare il giovane Frodo e i suoi amici.
Seguendo la trama dei libri e dei film, anche se modificata in alcune parti, accompagnerete le prodezze di Indil e della nuova compagnia dell’anello nella loro lotta contro Sauron e nel loro viaggio verso il Monte Fato.
[Boromir x nuovo personaggio + altre ship + accenni di Aralas (Legolas x Aragorn)]
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Aragorn, Boromir, Legolas, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, sono stati scritti da J.R.R. Tolkien e messi sul grande schermo da Peter Jackson; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Ringraziamenti: Ringrazio tantissimo la mia beta, che ha letto e ha corretto gli orrori della fanfic (trovandala anche carina a detta sua!); grazie mille evelyn, per tutto... Se non vi siete letti ancora la sua fanfic, su andatelo a fare. Un ringraziamento infine va a tumblr per le gif a inizio capitolo...
Buona lettura.


Capitolo VII

I nove compagni camminarono per un lungo tratto immersi nel silenzio della perdita di Gandalf, finché non giunsero alle sponde di un fiume.
“L’Argentaroggia
: siamo vicini a Lothlorien. Mi voglio bagnare i piedi: si dice che questo fiume abbia proprietà curative” spiegò Legolas, e assieme a Indil si avvicinò all’acqua immergendo i piedi e guardando con ammirazione i boschi attorno a sé.
Era contento di essere tornato finalmente all'aria aperta, tutto il buio di Moria gli aveva fatto perdere energie; si voltò verso Aragorn e il resto della compagna che li guardavano a bocca aperta.

“Potete farlo anche voi” spiegò con un sorriso. “Le acque non vi mangiano mica.”
“Le acque no. Ma chi dimora fra queste fronde sicuramente è pericoloso. C’è una strega, potente e tremenda. Dicono quelli della mia specie che potrebbe essere una strega assai malvagia, magari un’alleata di Saruman.” Prima che Legolas e Indil 
potessero protestare contro le parole di Gimli, comparvero degli elfi con gli archi tesi contro la compagnia.
Aragorn portò la mano alla spada e lo stesso fece Boromir, ma non Indil e Legolas che ben conoscevano gli elfi apparentemente ostili.
“Tutti voi respirate così forte che abbiamo potuto udirvi da molto lontano” fece un elfo che non aveva armi con sé, “in particolar modo il nano” aggiunse guardando male Gimli che ebbe la buona grazia di arrossire.
Poi il suo sguardo si posò su Legolas e Indil e sorrise loro. “Legolas e Indil figli di Thranduil, cosa vi porta da codeste parti in così cattiva compagnia?” domandò.
“Haldir di Lorien, è un vero piacere per noi incontrarti.” Legolas tolse i piedi dal fiume e andò ad abbracciare e baciare il suo vecchio amico. 
“Sfortunatamente non possiamo raccontarti tutto.” A parlare in elfico era stato Aragorn e l’elfo lo guardò sorpreso.
“Aragorn dei Dunedain, che onore per noi averti qui” disse l’elfo facendo un piccolo cenno con la testa, che Aragorn ricambiò.
“Abbiamo viaggiato tanto, Haldir, e siamo stanchi e affamati. Ci puoi aiutare?” domandò l’uomo parlando accoratamente.
Haldir annuì. “Certo, siete vicino a Lorien, e se le vostre intenzioni sono buone potrete entrare.” Il suo sguardo si posò per un attimo su Boromir, prima di continuare spiegando loro in idioma corrente: “A una condizione però: che il nano prosegua con gli occhi coperti.”
Gimli sbottò, arrabbiato: “Non mi farò bendare di certo da un orecchie a punta. Non sono un nemico. Posso almeno chiedere che anche a Legolas e a Indil vengano riservate le stesse premure?”
Legolas rispose risentito: “Non voglio fare il prigioniero nella mia terra, Gimli. Non voglio esser bendato. Dannata caparbietà dei nani.”
Gimli serrò le braccia e batté i piedi, protestando che lui non si sarebbe mosso da lì se non fossero stati bendati anche i due elfi.
Aragorn intervenne: “E se vi proponessi di bendare tutti noi? Ci guiderete piano e senza farci cadere.”
“No, Aragorn non l’accetto” disse Legolas sbuffando, “voi dovete vedere la beltà e l’armonia di Lothlorien” spiegò, trattenendosi dal dire ‘tu’. Sapeva che Aragorn aveva già visitato quei posti, ma erano sempre piacevoli da vedere e l’idea di non poterlo fare lo faceva impazzire.
“Va bene Gimli” concesse infine l'elfo, accomodante. “Sei d'accordo se mi bendo solo io? Mia sorella merita di vedere l’arrivo a Lothlorien, ché non vi è mai stata” spiegò Legolas e Gimli, benché ancora offeso, annuì.
Legolas sospirò, prese la pezza dalle mani di Haldir - che si scusò per un attimo con lo sguardo - e si bendò sotto gli occhi di tutta la compagnia; invece a Gimli pensò Haldir stesso.
Quando fu sicuro che non poteva vedere niente fu lo stesso elfo di Lorien a mettersi alle spalle di Gimli e a guidarlo cercando di non farlo ruzzolare.
Aragorn si occupò di Legolas. Mantenne la voce tranquilla per tutto il percorso, ma in realtà dentro di sé tremava in quanto la vita di quello splendido elfo era nelle sue mani.
Mentre gli hobbit commentavano l’accaduto fra di loro, Boromir si sporse verso Indil a chiederle in un sussurro: “Da dove proviene l’inimicizia fra Nani ed Elfi?”.
“Si dice che quando l’alto elfo Thingol si impossessò di uno dei Silmaril volle farne una collana, allora chiamò dei nani affinché lo incastonassero” iniziò a raccontare l'elfa. “Essi esaudirono il volere dell'elfo e ne fecero un magnifico gioiello. Quando Thingol tornò per riscuoterlo i nani però non glielo permisero e, con una scusa, tentarono di impadronirsene” continuò Indil. “-Per quale diritto il Re degli Elfi reclama la Nauglamìr, la quale è stata costruita dai nostri padri per Finrod Felagund che è morto? Se è giunta fino a lui, è soltanto per mano di Húrin, l'Uomo del Dor-lómin che l'ha cavata ladrescamente dalle tenebre di Nargothrond- dissero aspri i nani, e allora Thingol rispose loro:-Come osate voi, membri di una razza deforme, esigere qualcosa da me, Elu Thingol, Signore del Beleriand, la cui vita si è iniziata presso le acque di Cuiviénen innumerevoli anni prima che i padri del popolo rachitico si destassero?-. Udite quelle parole, i nani lo attaccarono e lo uccisero. La notizia della morte di Thingol si sparse in giro per la Terra di Mezzo e vi furono diversi altri episodi di battaglia. Solo due dei nani uccisori di Thingol sopravvissero e si rifugiarono tra i 
Monti Azzurri: riferirono in parte l'accaduto, soggiungendo che i nani erano stati uccisi per ordine del Re degli Elfi, che così intendeva sottrarsi al pagamento del compenso loro dovuto. Questo fatto segnò l'inizio del tanto famoso odio tra Elfi e Nani*” concluse il racconto Indil con un sorriso di tristezza.
“Purtroppo possiamo ritenere colpevoli entrambe le razze: i nani per aver ceduto all’avarizia, e gli elfi per aver attaccato senza un apparente motivo.” L'elfa sospirò e Boromir si trovò d’accordo con la principessa.
“Però noto che siete in pochi ad affermare ciò” ragionò l’uomo di Gondor. 
“Così il male si diffonde, messer Boromir” fu la risposta accorta di Indil. “Guardate, siamo arrivati” aggiunse subito dopo fermandosi ad ammirare il paesaggio, l’uomo accanto a lei che fissava incantato tutto quello che c’era da vedere.
Era qualcosa di  unico: ampi flet, costruzioni molto grandi ma leggere come foglie, dimoravano sulle alte sequoie e la luce della luna rendeva il tutto più magico alla vista, facendoli brillare come gemme.
“Posso togliere la benda a Legolas adesso, Haldir?” domandò Aragorn e l’elfo annuì apprestandosi a fare lo stesso con il nano, che rimase incantato davanti alla meraviglia delle splendide costruzioni elfiche. 
“Presto. La dama e il sire vi vogliono incontrare” aggiunse Haldir e Aragorn annuì. In silenzio si apprestarono ad andare incontro alla dama e al signore di quelle terre.
 

La radura nella quale si radunarono i nove membri della compagnia dell’anello era splendida alla vista: si affacciava su un tratto del fiume Anduin che calmo scendeva verso le lontane cascate di Rauros, e tutto era perfetto.
Il sire e la dama, poi, erano bellissimi, leggiadri e splendenti come non mai. Erano tanto giovani quanto vecchi e la loro unione era visibile nelle mani intrecciate con affetto.
Parlò sire Celeborn: “Nove sono giunti qui, eppure in dieci sono partiti, dov’è Gandalf il Grigio?” domandò, mentre la moglie sondava le menti della compagnia.
Guardò con i suoi occhi grandi e blu come il mare l’uomo di Gondor e così parlò nella sua mente: “Non temere Boromir di Gondor, presto arriverà il tuo momento e il destino si compirà. Minas Tirith non cadrà, e in molti saranno a gioire nel vederti tornare.” Con queste parole fece piangere il buon guerriero che era più debole di quanto pensasse.
Lo sguardo di Galadriel si posò sul nano e, all'improvviso, comprese. “Gandalf il Grigio è morto. È caduto nell’ombra. È perito nell’incontro con un Balrog a Moria” disse la dama e il sire emise un gemito.
“Perché mai è andato a Moria sapendo che c’era un Balrog ad attenderlo?” domandò l’elfo.
“Mai sono stati vani i passi di Gandalf” fu la risposta di Galadriel che mise a tacere il marito. “Non temere mastro nano, troverai la tua pace” aggiunse parlando nella mente di Gimli.
Poi il suo sguardo intercettò quello di Aragorn e così gli disse: “Lei ti ha lasciato, Aragorn figlio di Arathorn, e so cosa dimora nel tuo cuore: presto troverai qualcuno che ti ama e impugnerai la spada che fu spezzata verso la vittoria.”L’uomo chiuse gli occhi per un istante ricordandosi delle parole della profezia e si chiese se dovesse donare il suo cuore a Legolas.
Gli occhi dell’elfa si posarono su Legolas e Indil e li salutò come se fossero stati suoi parenti. Poi il suo sguardo, azzurro e dolce, indugiò su Indil. “E tu bambina mia, salverai qualcuno molto importante per te.”
Subito lo sguardo della principessa corse al fratello e la dama rise, sapendo ma non rivelando i segreti che custodiva.

Poi guardò Sam, Merry e Pipino e a loro parlò della Contea, della loro bella terra e del fatto che c’era ancora speranza.
Infine, i suoi occhi azzurri cercarono quelli del portatore e, quando li trovò, parlò in modo criptico nella mente dello hobbit: “Frodo, desidero parlarti. Presto, molto presto. Desideri vedere nello specchio?”.
Il mezz’uomo non capì quello che l’alta elfa gli stava sussurrando, ma ormai era incuriosito. L’avrebbe seguita, anche quella sera stessa se glielo avesse chiesto.
“Potete rimanere, non vi saranno pericoli, questa è una terra magnifica e ben protetta.” Così parlò dama Galadriel, e tutti furono immediatamente più sollevati.


NOTE
Come potete vedere mi sono divertita a scrivere di Lorien (e di dama Galadriel in particolare, con il suo potere di leggere la mente), spero a questo  proposito di non aver scritto fesserie, e se così fosse perdonatemi, ma questa storia è pur sempre una mia creatura. Spero di ricevere recensioni: vi posso assicurare che con il prossimo capitolo entreremmo nel vivo della vicenda.
  

*Per quanto riguarda la storia che racconta Indil a Bormir, l'ho presa dalle appendici del signore degli anelli. (;
   
 
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