Film > Altro - Musical/Dance
Ricorda la storia  |      
Autore: Dea Elisa    03/02/2018    0 recensioni
[MAMMA MIA!]
[SamxDonna]
Andava tutto così bene, finché non sei ricomparso. Avevo ritrovato un equilibro, io, Sophie e il mio lavoro.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Hold me




“Everything was fine, until you showed up.”.

[prompt from Fanfiction Memes (http://ficmemes.tumblr.com/)]








 

Bussarono alla porta.

Donna non fece in tempo a sollevarsi dal letto e a rispondere di aspettare un attimo, perché Sam era già entrato.

“Come ti permetti?” si incontrarono in mezzo alla stanza. Lei, già fuori di sé prima di iniziare ogni discorso, si aggiustò gli shorts di cotone di un azzurro sbiadito, abbassandoli di qualche centimetro per coprire quel che poteva delle sue gambe.

Sam si accorse di quel gesto. “Li hai abituati a vederti girare per l’isola così?”

Donna abbassò il capo per guardare cosa non andasse. Il primo bottone della camicetta era slacciato, ma non si vedeva niente di più del bordo del reggiseno. Doveva avere una bella immaginazione, per scorgere indecenza nel suo abbigliamento. Ma, anche se a Donna in fondo non importava di quello che lui pensava di lei, non riuscì a non sentirsi leggermente in imbarazzo. Non per via dei suoi abiti leggeri: d’altronde era estate, le ragazze dell’isola giravano in costume da bagno, con ben più pelle esposta – non che sentisse il bisogno di fare lo stesso, per ogni età c’è un limite –, e chiunque la vedesse così non si era mai lamentato. Perché, se l’avesse fatto, avrebbe dovuto confrontarsi con la sua rigida presa di posizione (e con l’eventuale perdita del posto di lavoro). Per un attimo si ritrovò a chiedersi se davvero la vedevano come una donna così crudele. Non avrebbe mai voluto arrivare a perdere la sua umanità, non era mai stato tra gli obiettivi, o almeno non in mezzo a quelli di realizzare il sogno di Sam e di prendersi cura degli abitanti dell’isola.

Persa in pensieri troppo complicati per poter essere affrontati di fronte a lui, Donna chiuse un bottoncino della camicia, rendendosi conto troppo tardi che fu come dargli ragione. Aveva sempre desistito dall’essere d’accordo con lui, dal rispondergli affermativamente, dal concedergli qualunque cosa. E quel dannato bottone l’aveva tradita.

Ma era stanca. Anche se non era una valida giustificazione. Forse da sola con lui era diverso, forse l’essere così dura proveniva da una reazione di difesa quando si trovava in mezzo agli altri, che non avrebbero dovuto vedere, sapere, ipotizzare nulla riguardo a loro. Ma, in verità, erano solo le chiacchiere della gente. Era ovvio scorgere un po’ di malizia in un battibecco tra due persone che erano state innamorate. Quanto ovvio?

Donna smosse i capelli umidi, che avrebbe dovuto asciugare prima di decidere di entrare in contemplazione del soffitto sopra il letto. Stava giusto per addormentarsi, se l’uomo non avesse deciso di piombare nella sua stanza proprio in quel momento.

 “Come hai trovato la mia camera?” domandò distrattamente.

“Ho bussato a tutte le stanze che non avessero il numerino sulla porta.”

Donna corrugò la fronte in un’espressione di stizza. Ce la stava mettendo tutta, per intavolare una conversazione neutrale. Tuttavia, un'altra parola e Sam avrebbe peggiorato ancora di più la sua posizione.

“Scherzo, me l’ha detto Sophie” rimediò.

Perfetto, con lei avrebbe parlato più tardi. “Cosa vuoi?”

“Sapere come stai, il nostro incontro è stato un po’ improvviso.”

“E inaspettato, aggiungerei.”

“Non ti ha fatto piacere rivedermi.”

“È una domanda?” chiese spiegazioni lei, desiderosa di evitare l’argomento.

“Non lo so, dipende dalla risposta” nonostante tutto, il tono di Sam rimaneva pacato.

Donna sospirò, e decise di volgere l’attenzione a qualcosa di meno compromettente, come la ricerca del phon. L’ultima volta l’aveva visto nel mobiletto del bagno, ma non c’era. Nell’armadio? Nel cassettone? Dove tiene la gente un phon? Era scivolato sotto il letto?

Tornò in bagno, aprendo per la seconda volta tutte le ante, senza successo. Quando uscì, trovò Sam sulla porta, a bloccarle l’accesso. Ridacchiò. “Non sei cambiata per niente.”

Aveva un gomito appoggiato allo stipite, perciò Donna cercò di passare dall’altra parte, ma Sam fu più rapido di lei, e fermò la sua corsa trattenendola con il braccio libero, circondandole la vita. Finì stringendola contro di lui, la schiena di lei contro il suo petto.

“Perché tu sì invece?” ribatté lei, non scomponendosi. Ma il tessuto della camicia era sottile, la mano di Sam mano risaliva verso i seni, e i respiri di Donna si facevano sempre più corti.

Spostandole i capelli bagnati, si abbassò sulla sua spalla, lasciandole una traccia umida dove la baciò.

Merda, ma come faceva? Ad accarezzarla così, tracciando il solco tra i seni, mentre la sua bocca le stuzzicava l’orecchio.

Andava tutto così bene, finché non sei ricomparso. Avevo ritrovato un equilibro, io, Sophie e il mio lavoro. Le notti in cui ti sognavo erano un po’ meno del solito, avevo smesso di piangere pensandoti, perché l’unica cosa a cui associavo il tuo nome era delusione. Quella di averti conosciuto, di essermi fidata di te. Sono delusa da me stessa, anzi, mi odio, per essermi innamorata di un ragazzino come te. E lo faccio ancora, perché non riesco a essere indifferente quando sto con te. E quando fai così. Ma anche quando non lo fai.

“Lasciami andare” era l’unica alternativa. Tanto sarebbe finita presto, da lì a un giorno appena, e Donna avrebbe dovuto riaffrontare la routine delle sue giornate. Solo che aveva rivisto Sam. Solo che l’aveva avuto più vicino che mai. Solo che non avrebbe più smesso di pensarci.

“Guarda che te ne puoi andare quando vuoi.”

Donna abbassò lo sguardo e non vide più le sue braccia avvolte a sé, le sue mani a scorrere sul suo corpo. E non se n’era neanche accorta.

Eppure ne sentiva ancora il calore, la sensazione di possessività, e si chiese se non si potesse tornare indietro, di un minuto e mezzo esatto, per goderne un istante in più senza quegli stupidi pensieri che le avevano occupato la mente e distolto l’attenzione. Sam non si mosse da dietro di lei, l’unico loro contatto erano le camicie che si strusciavano appena, e il calore che emanavano i loro corpi.

Donna chiuse gli occhi, mentre Sam prese la parola l’ultima volta. “Non lo vuoi neanche tu, vero?”






   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Altro - Musical/Dance / Vai alla pagina dell'autore: Dea Elisa