Anime & Manga > Pandora Hearts
Ricorda la storia  |      
Autore: Light Clary    09/02/2018    0 recensioni
TRADUZIONE DELLA OS INTERRUPTED PARTY di HisagiJ69
-ElliotxLeo-
[Dal testo]
Elliot si morse il labbro prima di avvicinarsi al suo servitore e liberare il suo sfogo: “Che diavolo era quello?!”
“Uh?” sbottò Leo completamente perso.
“Quella … ragazza …”
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Elliot Nightray, Leo Baskerville
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
INTERRUPTED PARTY

Leo fu più che sorpreso quando Elliot chiuse violentemente la porta della biblioteca lanciandogli un’occhiata in cagnesco. Il moro guardò il suo amico apparentemente molto irritato, con uno sguardo interrogativo.
Ma seguì solo il silenzio. Elliot respirava affannosamente e velocemente; qualcosa che somigliava a una furia silenziosa che bruciava nei suoi profondi occhi blu. I suoi denti erano ovviamente serrati, così come i suoi pugni. Leo lo guardava con calma. Non era spaventato o niente del genere. Il suo padrone non avrebbe mai alzato un dito su di lui, questo almeno lo sapeva. Era soprattutto curioso, quindi aspettandosi un discorso immediato di rabbia esplodere in quel silenzio imbarazzante, cercò di romperlo chiamandolo: “Uhm … Elliot?”
Lui si morse il labbro prima di avvicinarsi al suo servitore e liberare finalmente il suo sfogo: “Che cazzo era quello?!”
“Uh?” sbottò Leo completamente perso.
“Quella … ragazza …” c’era qualcosa di pericoloso nella sua voce, soprattutto quando pronunciò l’ultima parola “Ti stava addosso!! Perché non l’hai respinta, eh?
Quindi  se n’è accorto? pensò Leo “Scusami” disse improvvisamente freddo “Non ricordo di averti mai dato il permesso di parlarmi con questi termini! E non ricordo neanche di doverti dare qualsiasi tipo di spiegazione per ogni cosa. Quindi abbassa il tono prima che mi arrabbi sul serio!”
“Oh, quindi non risponderai! E’ così?” esclamò Elliot.
“Sai benissimo chi è quella ragazza, Elliot. Smettila di giocare a fare lo stupido. Ero gentile con lei perché qualcuno deve pur comportarsi bene in un ricevimento, per sopperire agli idioti che si precipitano fuori dalla stanza senza dire neanche una parola. E sì, mi riferisco a te, idiota ficcanaso!”
Elliot si avvicinò, ora sembrando per lo più preoccuato e sorpreso che infuriato: “Prima cosa, sono stato gentile! Le ho detto Ciao! Ho persino ballato con lei, nonostate io odi ballare. Ma l’essere gentili, ha i suoi confini, Leo. Che diavolo stava facendo con quella … mano …?” si fermò per dare una rapida occhiata all’inguine del suo servo con occhi vitei e le guance improvvisamente arrossate, probabilmente sia di rabbia che di imbarazzo “ … lì?”
“Oh” disse Leo seccato. Avrebbe dovuto capirlo: “L’hai notato”
Che intendi dire con questo?” gridò Elliot, chiudendo ancora di più la distanza fra di loro “Certo che l’ho notato! Non era esattamente discreta! E neanche tu!”
“Elliot, smettila per favore. Stai facendo tante storie per niente …”
PER NIENTE?” rispose il biondo, ardente “Mi stai dicendo che un’estraneo intrepido che palpa il mio servo nel bel mezzo di una festa non è niente?”
 “Sono d’accordo che si sia spinta un po’ troppo lontano, ma non c’era bisogno di correre fuori dal salone in quel modo! La gente comincerà a chiedersi”
“Come se mi fregasse qualcosa di quello che la gente là fuori si chiede! Mi interessa il fatto che non hai spinto via quella tipa!”
“Elliot sei …”
“Mi chiedo perché!? L’ho visto con i miei occhi, non hai nemmeno reagito! Cos’era? Te la stavi godendo o …” terminò la frase con colpo di tosse di sorpresa e dolore, piegandosi in avanti mentre il pugno di Leo gli si schiantava nello stomaco. Fece un passo indietro, stupito, alzando lo sguardo verso il suo servo, che si limitò a fissare il proprio colletto, prima di passare davanti al giovane Nightray: “Fammi un favore e va a farti fottere!”
Gli occhi di Elliot si spalancarono ancora di più mentre i passi di Leo si allontanavano da lui. Quando l’amico aveva quell’atteggiamento lui non reagiva quasi mai in modo troppo gentile, ascoltando ogni volta le sue imprecazioni e guardando la sua impassibilità dopo un pugno, per metterlo in guardia su ulteriori casini: “Leo, aspetta!” lo chiamò facendo un passo dietro a lui e per afferrargli il braccio.
“Lasciami andare!” ringhiò Leo spingendolo via con violenza. Elliot non demorse. Non riusciva a vedere chiaramente gli occhi del suo servitore dietro le spesse lenti dei suoi occhiali e la frangia arruffata, ma poteva perfettamente immaginare la sua espressione. Un misto di rabbia e dolore “Mi trascini fin qui per accusarmi di essere un qualche specie di sporca troia e hai il coraggio di toccarmi? Non farlo più o ti stacco il braccio dal corpo!”
“N-non … non è quello che intendevo, Leo …” balbettò Elliot colto alla sprovvista da quelle parole difensive, sentendosi improvvisamente liberato da tutti i nervi di cui si stava crogiolando poco prima, sostituiti solo dallo sconforto.
“Col cazzo era quello che intendevi!” continuò Leo interrompendolo “Hai fottutamente ammesso che me la stessi godendo! Godendo! Bene, congratulazioni Elliot. Sei riuscito a dimostrarti un idiota ancora più grosso di quanto pensavo fossi già! Spiegami come cavolo qualcuno vorrebbe essere molestato in quel modo, uh? Anzi sai cosa? Dimenticalo! Non voglio la tua risposta. Sarebbe un’idiozia come il resto della tua esistenza!”
Ma Elliot non si ritirò, si fece avanti serio: “Leo non … io ero solo …”
“Uno stronzo completo! Come sempre” decise il servitore “Beh, certo. Credi che essere il tuo servo sia una cosa facile. Beh, non lo è! Non è facile stare al tuo fianco in una villa dove non mi sento il benvenuto; non in questo posto dove tutti mi disprezzano! Quindi si! Forse non ho respinto quella ragazza pervertita, e se l’avessi fatto, sarebbe stato perché avevo voglia di fare del male sia a te che a me! Cosa pensi che penserebbe la gente di un semplice servitore come me, che non piace a nessuno, che colpisce una nobile signora dannazione? Beh, ne sarebbero disgustati! Fino all’ultimo. Non gliene sarebbe fregato nulla delle mie ragioni motivate e lo sai molto bene! E saresti stato rimproverato anche tu per questo. E avresti dovuto rispondere dei miei problemi. Eppure tu t’intrometti come un pazzo attirando l’attenzione di mezza sala e mi trascini via da una festa importante! Diavolo, Elliot, pensavo lo sapessi. Non hai sentito tuo padre ieri? Perché io sì, ricordandoti della reputazione della tua famiglia e di come non potevi comportarti come invece hai fatto. Ma sai cosa? Non m’interessa più! Non me ne frega più niente di te e tutto il resto! Buona fortuna quando affronterai i problemi che ti sei procurato. E non contare su di me! Dopotutto io me la stavo godendo!”
Elliot si morse il labbro quasi a sangue mentre continuava a cercare di fermare l’altro, aprendo la bocca per parlare ma non avendo la possibilità di farlo, venendo immediatamente sbattuto via a calci nel più letterale dei sensi. E che calci, erano! Paragonabili a quelli del suo cavallo. Il giovane Nightray strinse i denti per il dolore imprecando attraversi essi.
“Ti ho detto di lasciarmi in pace, testa di cazzo!” ripeté Leo girandosi rapidamente per afferrare la maniglia della porta.
“Diavolo, no!”  decise Elliot La sua precedente incapacità di reagire sostituita da una forte determinazione. Si affrettò a raggiungere il suo servo che ebbe appena il tempo di voltarsi prima che le braccia del biondo gli si avvolgessero intorno e trascinasse tutti e due sul pavimento. Non era sicuro di quello che stava facendo, ma sapeva che non era disposto a mollare.
“Che diamine stai facendo? Lasciami andare o ti pentirai di aver mai respirato!” lo minacciò Leo con vigore mentre lottava contro le braccia ferme del suo padrone.
Elliot provò a calmarlo sopportando i suoi colpi e non pensando troppo ai lividi che sarebbero diventati entro il giorno dopo: “Leo!” lo chiamò cercando di farsi ascoltare “Ti ho detto che ero …”
“Non m’interessa! Lasciami!”
Era una scena troppo strana. Iniziata con un Elliot pazzo di rabbia, proseguita con un Leo pazzo di rabbia e terminata con una rissa su chi avrebbe ascoltato chi.
Ma il rapporto tra i due ragazzi era sempre stato turbolento. Fin dall’inizio.
“Chiudi il becco e ascolta!”
Tu ascolta e mollami una buona volta, cocciuta testa calda!”
“Sei solo uno zotico che pensa di avere sempre ragione!”
“Scusa?” chiese Leo a denti stretti. Lanciò un altro pugno dritto allo stomaco di Elliot, facendolo sussultare, ma non smuovendolo di una virgola “Ora sono io il bastardo egoista qui? Risparmiamela!”
Mi dispiace, dannazione!” gridò Elliot così forte che la sua voce echeggiò in tutta la biblioteca vuota. Persino Leo rimase sorpreso dall’intensità con cui quella frase era stata pronunciata.
Percependo la breve cessazione della lotta, Elliot afferrò Leo ancora più stretto  mettendolo sotto il peso del suo corpo, e lo guardò negli occhi, ora perfettamente visibili attraverso le ciocche scompigliate, dato che gli occhiali erano volati via. “Non volevo dire niente del genere, Leo. Mi dispiace, io …” era in preda all’agitazione e i suoi occhi sembravano inumiditi. Leo non riusciva a capire se quello fosse il risultato di imbarazzo, dispiacere o dolore. Ma era troppo stupito per apprezzarlo pienamente: “E’ colpa mia. Non avrei dovuto lasciarti solo con quella …”
“Elliot, sono sicuro che non è questo il punto …”
Lo è!” esclamò l’altro “Lo è sicuramente! Io …” guardò in basso rosso di vergogna “Ti ho lasciato solo … è colpa mia” ripeté.
Leo sospirò annoiato, senza però lottare ulteriormente: “Elliot, non sono un bambino a cui devi badare tutto il resto. Non è questo il punto di tutto questo!”
“Allora qual è?” chiese il ragazzo sinceramente confuso.
“Il punto è che ..” si fermò per scrollarselo con calma di dosso, togliendo le mani dalle sue spalle e potendosi mettere seduto “Non hai il diritto di comportarti da idiota e metterti nei guai. Cosa che hai già fatto!”
Le guance di Elliot avvamparono di una rabbia rinnovata, mentre ricordava tutta la scena: “Non posso farci niente! Non posso fissare come se niente fosse … le persone come lei che si approfittano di te!”
“Non è che stavo per morire …”
“Non è questo il fatto!” gridò Elliot ora visibilmente arrabbiato con lui “Il fatto è che non permetterò mai alle persone di trattarti come un oggetto da gestire a loro piacimento! Tu sei ilmio servitore e mio amico! E non permetterò a nessuno all’infuori di me, di avvicinarsi a te senza consenso!”


“I-i-i-io” l’intera faccia del giovane Nightray si era trasformata in un’unica sfumatura di rosso mentre esaminava le sue stesse parole, di fronte al silenzio assoluto che ne era seguito: “Voglio dire … ehm … io non …”
Fu interrotto da una debole risatina che poi divenne una risata forte. Fissando il suo servitore improvvisamente molto divertito, Elliot rimase a corto di parole. Leo fece del suo meglio per trattenersi, ma non  ne fu in grado. Vedere Elliot così agitato era sempre un dato di fatto e sopra tali parole … non poteva controllarsi.  D’un tratto non si sentì più arrabbiato, dopo aver inteso tutto fino in fondo. In realtà si rimproverò per non averlo capito dall’inizio. Tutte quelle accuse nocive provenivano solo dalla preoccupazione di Elliot. Dalla gelosia, persino. Leo doveva saperlo meglio di chiunque altro. Quello era il suo burbero maestro idiota, in tutto il suo splendore.
“C-c-osa?” chiese questi.
“Niente” mormorò Leo guardandolo con un sorriso “Sei solo un’idiota”
“E-ei!” rispose il ragazzo imbarazzato.
“Ma penso di poter perdonare ciò” affermò il suo servo. E dopo una breve pausa procedette: “Sto bene. Grazie della preoccupazione, ma non ce n’era bisogno”
Elliot si prese un momento per pensare a una risposta, benché lui stesso non avesse ancora afferrato il significato dietro le sue stesse parole e azioni. Riconoscendoli alla luce del discorso di Leo, fu colpito da quella realtà in modo effettivo, venendo inconsciamente trasportato da un senso di cedimento. Inconsapevolmente alzò una mano, per raggiungere lentamente la guancia di Leo e accarezzandola con le punte fredde delle dita: “Sì invece. Sono il tuo padrone, dopotutto. Ho giurato di prendermi cura di te” e anche se le sue parole erano nel complesso imbarazzanti, non sembrava neanche rendersene conto e mantenne la sua espressione seria e affettuosa.
Leo non poté fare a meno di arrossire, esibendo però un ghigno scherzoso per nasconderlo: “Questa è una cosa troppo sdolcinata da dire in un momento come questo ... ma non fraintendermi. Sono ancora arrabbiato con te”
“Eeeh? Pensavo di aver risolto!” esclamò Elliot stupefatto.
“Agisci sempre come un idiota. Essere carino in seguito non conta come scusa”
Elliot continuò, facendo del suo meglio per ignorare il fatto di essere stato definito carino : “Beh, quella tipa perversa ti stava ancora toccando! Qual è la tua scusa per questo?”
Leo rise. L’Elliot geloso era una cosa che gli piaceva affrontare “Non ho altre scuse, più di quelle che ho già dato. Posso solo assicurarti che non devi affatto preoccuparti” detto questo si chinò in avanti stampando un lento e morbido bacio sulle labbra di Elliot, lasciando il ragazzo paralizzato, e poi sussurrandogli contro l'orecchio “L’unico che voglio che mi tocchi è Elliot-sama …”
Oh, dannazione, Leo” esclamò il giovane Nightray genuinamente incazzato di nuovo, indietreggiando per fissare meglio il suo servitore “Ti ho detto mille volte di lasciar perdere quello stupido suffisso!”
Dopodiché si sporse in avanti premendo le sue labbra contro quelle di Leo. Fu una mossa veloce e rigida, che rispecchiava l’apparente rabbia di Elliot di prima. Niente rabbia, questo Leo lo seppe per certo baciando il suo padrone con allegro divertimento, solo la bocca chiacchierona del ragazzo che cercava di nascondere il suo evidente amore. E senza che nessuno dei due si domandasse come, si ritrovarono distesi sul pavimento, baciandosi sciattamente, con le bocche che si scontravano l’un l’altra con un inesplicabile desiderio. Tipica caratteristica dei due ragazzi arrapati che a volte dimenticavano di essere.
“E-Elliot …” ansimò Leo, girando il viso un attimo per riprendere fiato “Elliot, noi …”  deglutì, cercando di parlare correttamente nonostante il cuore gli batteva follemente nelle orecchie, mentre le labbra di Elliot gli accarezzavano il collo “Dobbiamo .. ci serve un …”
“Leo ..” lo chiamò il biondo, guardando il suo servo in modo intenso, a pochi centimetri intangibili l’uno dall’altro. I suoi brillanti occhi blu brillavano di una particolare gentilezza amorevole che sentiva costantemente vicino a Leo. "Leo, Io …"
Elliot? Sei lì?”
I ragazzi smisero di respirare nell'istante in cui una voce familiare fu udita dalla porta della biblioteca. Si fissarono a vicenda nel panico improvviso ma non si mossero.
"Ehi, Elly? Riesci a sentirmi?"
 
Cazzo , pensarono entrambi, lottando rapidamente per alzarsi in piedi e tentare avventatamente di rimettersi in sesto, scuotendo maniche e camicie levigate, abbottonandosi le giacche e pettinandosi i capelli. Leo stava finendo di legare il merletto di Elliot al suo legittimo posto quando la porta si aprì, facendo sobbalzare entrambi i giovani l'uno dall'altro comportandosi in modo drastico.
 Vanessa entrò nella biblioteca con aria angosciata, ma un sospiro di sollievo le sfuggì dalle labbra mentre scorgeva suo fratello attraverso la stanza. "Elly!" Esclamò, correndo per raggiungere il ragazzo. "Ti ho cercato dappertutto, dove sei stato?”
“Uhm … io ..”
Poi guardò Leo, in piedi in silenzio dietro a Elliot. La ragazza socchiuse gli occhi, diffidando. Era abbastanza intelligente da sapere che qualcosa non andava. "Cosa sta succedendo, tu …"
“Io …” iniziò Elliot in preda al panico.
“Elliot non si sentiva bene” buttò lì Leo, serio e calmo.
Vanessa si rivolse nuovamente al fratello, prendendogli il braccio evidentemente preoccupata, posandogli una mano sulla fronte: “Cosa c’è che non va, Elly? Ti senti male? Sei terribilmente caldo! Può essere che …”
“Io-io sto bene” affermò, indietreggiando, arrossendo ancora di più, pensando alla vera ragione per cui era così caldo e pregando che sua sorella non lo venisse mai a sapere.
“Ha deciso di prendere una boccata d'aria fresca." spiegò Leo. "Ecco perché si è precipitato fuori falla festa."
"Prendere aria fresca?" Mormorò Vanessa e inarcò un sopracciglio. "Nella biblioteca?"
“N-noi siamo andati fuori prima!” concluse Elliot “Avevo solo bisogno … di riposare un po’ prima di tornare alla festa” quando la ragazza guardò di nuovo Leo, procedette: “Leo è venuto con me, nel caso avessi avuto bisogno di qualcosa, ovviamente”
“Hum …” borbottò lei non convinta al cento per cento. Elliot sudava nella sua immobilità, ansioso di lasciarla andare prima di dover ammettere fatti molto più imbarazzanti. "Okay" Disse infine, strappando un sospiro di sollievo a ciascuno dei ragazzi. "Ti senti bene ora, Elly? Forse dovrei cancellare la tua presenza alla festa. Sono sicuro che nostra madre e nostro padre capiranno. "
Elliot si sentì completamente soddisfatto dell'offerta. Non ci aveva mai pensato, ma il finto malessere arrivava con il comodo vantaggio della possibilità di sfuggire a noiose riunioni sociali come quella. L'idea era quasi sufficiente a farlo smettere di sentirsi in colpa per aver mentito.
Quasi.
“Lady Minderth sarà triste però. Mi ha detto che ha adorato ballare con te e le sarebbe piaciuto rifarlo”
La menzione di quel nome era sufficiente per riportare Elliot dalla sua confortevole bolla di sollievo al suo cattivo umore incrollabile. "Sai cosa, io …"
Inghiottì quelle parole quando sentì le dita di Leo pizzicargli la schiena, forte: “Penso che sarebbe perfetto per Elliot risposare. Non si deve giocare con una cosa fragile come la propria salute”
“Ma io …” provò a dire il biondo. Ma serrò i denti, mentre la presa del suo servitore aumentava.
“Non credi anche tu, Elliot?” gli chiese sorridendogli ampiamente.
L'occhio di Elliot si contorse su quell’immagine. Quello era un terrificante Leo, quello sorridente anche se circondato da quella spessa aura scura. Sapeva che era meglio non scherzare con lui in quel momento. Si abbandonò a un sospiro. “S-sì. Sì, è meglio che vada a riposare, se questo non è un problema? "La mano di Leo lo mollò da dietro.
“Certo che no, fratellino” lo assicurò Vanessa. Leo aveva molte lamentele riguardo a Vanessa, ma non poteva negare o evitare di apprezzare quanto amasse suo fratello minore. “Andrò a riferirlo ai nostri genitori e agli altri. Chiameremo immediatamente il medico se ti senti troppo male. Verrò più tardi nella tua stanza, va bene? "
“S-sì. Sicuro”
La ragazza si rivolse a Leo, con un’espressione più rigida. Leo avrebbe vacillato se non fosse stato abituato a quella faccia minacciosa. Sembrava che stesse per accusarlo di qualcosa, o sgridarlo o addirittura colpirlo. In realtà il suo tono fu indifferente mentre parlava: “Prenditi cura di mio fratello, servo”
Anche attraverso parole così fredde Leo riconobbe un tono preoccupato e implorane. Fece un piccolo inchino: “Certo, Lady Vanessa”
Con un breve sbuffo, che era, a suo modo strano, un'approvazione, Vanessa baciò la fronte del fratello e lasciò la biblioteca, lasciando il ragazzo che si sfregava la pelle sopra gli occhi. "Wow, c’è mancato poco!" cantò Leo dal suo posto.
Elliot si girò verso di lui. "Ei! Perché lo hai fatto? Ero disposto a tornare a quella festa! "
“Oh, si. Eri anche disposto ad andare da quella Lady Minderth e Dio solo sa come avresti alleviato la tua rabbia”
“Io …” balbettò Elliot imbarazzato per esser stato compreso così facilmente: “Non è che volessi picchiarla o cose così …”
“Non importa” decise Leo prendendogli la mano “Non ce n’è bisogno. Finiamola qui e basta, okay?”
“Ma …”
“Dai, Elliot …” sussurrò Leo avvicinandosi di nuovo “Non ti obbligo, ovviamente. Sono solo un semplice servitore. Puoi scegliere di andare dietro a tua sorella e incontrare quella tipa, magari ballare pure con lei. Oppure …” si trascinò, passando la punta delle dita sul petto del padrone, fissandolo dritto “... Potremmo semplicemente ignorare la sua esistenza e, non so, finire ciò che abbiamo iniziato?" Elliot aprì la bocca, ancora una volta rosso come un pomodoro, e sussultò all'idea. "Elliot è malato, dopo tutto, giusto? Perché non saliamo di sopra, dove puoi riposare e lasciare che mi prenda cura di te?"
Elliot chiuse la bocca e gonfiò le guance, in una specie di broncio irritato. Leo aspettò una ripresa divertente o una fuga sciatta, ma non arrivò nulla. Elliot si limitò ad afferrare la mano del suo servitore e lo trascinò via dalla biblioteca, nella sua stanza, borbottando lamentele tranquille a se stesso. Leo fu colto di sorpresa, ma ridacchiò per tutto il tempo.

 

Esistono talmente tante storie su questa coppia. Qui su Efp ne ho travate davvero di splendide, ma purtroppo sono poche. Quindi facendo un giro sui social sono andata a inquinarmi anche tra i fan americani, spagnoli e portoghesi ^^
E ho trovato questa One Shot davvero adorabile e ho pensato che non potevo non condividerla con gli altri fan di Elliot e  Leo, così mi sono ritrovata a tradurla <3
Spero vi sia piaciuta e semmai ne troverà altre altrettanto pucciosissime non esiterò a riportarle sul sitooooo
Ellileo 4ever!
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pandora Hearts / Vai alla pagina dell'autore: Light Clary