A Martin sono sempre piaciute le donne.
Ama i loro corpi sinuosi, delicati. Quelle mani sottili, le labbra piccole.  L'idea di doversi prendere cura di loro, di avere il controllo. E' sempre stato attratto da tutto ciò, fin da ragazzo.
-Che ore sono?-
Rustin non è una donna, no di certo. Ha ampie spalle, addominali scolpiti, mani grandi. Non è esattamente qualcuno su cui puoi avere il controllo, non facilmente almeno. Per quanto rigurada il prendersi cura, invece, non ha molti dubbi.
-Che si fotta l'ora, Rust. Torna a dormire.-
Pensa di non aver mai visto qualcuno così bisognoso d'aiuto. Un uomo segnato da una vita dura, abbandonato dalla madre e cresciuto da un padre inadeguato, la perdita di una figlia piccolissima e chissà quale altre stronzate che non ha mai raccontato.
-Siamo vicini, Martin.-
Martin non sa bene come sia iniziata quella storia. Stavano lavorando al caso della prostituta uccisa e posizionata in modo teatrale, come se fosse una specie di tributo. Non ricorda la prima volta in cui ha baciato Rustin, ma di certo da quel momento non ha più smesso di farlo.
Così ora sono nel letto di Cohle, ancora nudi. Ha abbracciato Rust da dietro, stringendolo contro di sé. Non è chiaro se gli faccia piacere o meno, ma a Martin non importa. Sa che infondo l'altro ha solo bisogno di qualcuno che gli faccia capire che gli vuole bene.
-Lo so.- gli risponde -Ma tu hai appena passato l'inferno con quei motociclisti del cazzo. Hai bisogno di riposarti un attimo.-
Rust non sarà mai d'accordo, ma a Martin non importa. Si limita a lasciargli un bacio sul collo, gentile, mentre questi replica.
-Mezza mattina.-
Martin vorrebbe alzare lo sguardo al cielo, ma sa che quello è tutto ciò che otterrà dal moro e quindi acconsente. E anche se Rust non è una donna, non ha mani delicate o labbra sottili, va bene così.