Libri > Percy Jackson
Ricorda la storia  |      
Autore: merty_chan11    11/02/2018    1 recensioni
Magnus non si ammala mai, questo è certamente un dato di fatto. O almeno, lo era fino al momento fatale in cui il primo starnuto è uscito fuori dalle sue labbra.
Dal testo:
[...]
-Netflix e cioccolata calda?- propose la figlia di Loki poggiando il telecomando e guardando nella sua direzione con gli occhi che brillavano.
Magnus borbottò qualcosa in risposta e tentò di mettersi a sedere, ma lo sforzo fu inutile. Sembrava che una qualche strana forza esterna avesse risucchiato via tutte le sue energie. Di provare ad utilizzare la sua magia nemmeno se ne parlava. L’aveva già fatto giorni prima quando la febbre si era appena presentata e non era ancora alta come in quel momento, e non aveva funzionato. Ricordava di aver alzato gli occhi al cielo, il fazzoletto sporco premuto contro il suo naso mentre lo soffiava per l’ennesima volta.
“Oh andiamo papà! Le ferite mortali sì, i tagli con la carta vanno bene, ma un raffreddore e la febbre no? Chi ha progettato questa magia almeno aveva idea di quanto sia mortale l’influenza?”
[...]
Fanfiction scritta per l'iniziativa a cura di Fanwriter.it "Flu&Fluff" (trovate tutte le info dentro la storia.)
Buona lettura!
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altro personaggio, Magnus Chase
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
★ Iniziativa: Questa storia partecipa al “Flu&Fluff” a cura di Fanwriter.it!
★ Numero Parole: 2.856
★ Prompt/Traccia: “Non mi ammalo mai!” le ultime parole famose di A.


 
 
“Netflix e cioccolata calda?”
 
 
-Te l’avevo detto, Maggie.
Alex era in piedi intenta a scrutarlo dall'alto in basso, le braccia poggiate lungo i fianchi e un’espressione severa sul volto.
Magnus sentì gravare su di sé quello sguardo come se fosse un macigno, o forse era più dovuto al fatto che la sua testa aveva preso a martellare con insistenza.
-Ma io non mi ammalo mai- riuscì a mormorare, starnutendo tre volte di fila e facendo seguitare un baccano dato dal soffiarsi il naso. Continuando di quel passo avrebbe quasi certamente favorito il disboscamento globale, ma il dio dei fazzoletti gli sarebbe stato sicuramente molto grato, insieme alla sua filiale di industrie di carta per il naso. Sempre ammesso che esistesse, un dio simile. Anche se dopo essere venuto a conoscenza di un dio delle racchette da neve, era ormai certo che un dio dei fazzoletti fosse la stramberia minore a cui avesse mai assistito in quei cinque anni trascorsi nel suo mondo fatto di persone che si ammazzano ogni giorno per poi resuscitare, capre con uno psicanalista, e dei che guardavano serie tv dallo schermo di un martello.
-Oh ma sentilo!- esclamò Alex andando a sedersi accanto a lui. Il materasso non attutì il suo colpo, e Magnus sentì le sue ossa ridursi in frantumi.
-Io non mi ammalo mai!- continuò, imitando il suo tono da influenza.
“Molto maturo da parte tua, Alex” riuscì a pensare mentre quella gli passava il termometro.“Prenderti gioco a questo modo del tuo fidanzato moribondo!”
L’avrebbe sicuramente esclamato a voce alta se non fosse stato per la febbre, o per il raffreddore, o per il fatto che Alex avrebbe potuto ucciderlo su due piedi e non sarebbe mai resuscitato perché non erano nel Valhalla.
Sentì la mano di Alex poggiarsi sulla sua fronte, freddo tanto atteso contro la sua pelle scottante. Poi fu la volta di una pezza bagnata con l’acqua gelida, e per un istante gli sembrò di stare in paradiso.
-Dormi adesso, signor “Io non mi ammalo mai”- gli disse con un tono di voce gentile. Probabilmente era la febbre a fare quest’effetto, ma riuscì comunque ad abbozzare un sorriso.
-Mi prenderai in giro per sempre, vero?-
-No- rispose Alex, sedendosi accanto a lui e passandogli una mano tra i capelli -Solo fino alla tua prossima influenza. Poi posso cominciare di nuovo.
Magnus ridacchiò e, non appena le sue palpebre calarono, si perse in un sonno senza sogni.
 
 
Era iniziato tutto da uno starnuto. 
Quel maledetto starnuto. 
Lui e Alex avevano deciso di uscire, quella sera. Volevano comprare dei nuovi addobbi di Natale, ma fuori nevicava e gelava e lui, come sempre, era vestito come se in realtà fuori vi fosse il doppio dei gradi.
-Mettiti qualcos’altro addosso- l’aveva ammonito Alex imbottendosi di maglioni rosa e sciarpe e guanti. Era piuttosto buffa con tutti quegli strati di vestiti addosso, come se fosse più un orso polare versione colori pastello che l’Alex che procedeva spedita nei corridoi del Valhalla e dello Chase Space con al massimo due capi sopra.
Magnus aveva ridacchiato, sistemando la sciarpa leggera sul collo e lasciando il cappotto sbottonato. Il maglione bianco con la scritta “A sass a day keeps the basics away” svettava con il suo nero dello stesso colore della notte su tutto il suo abbigliamento. Quello era stato un vecchio regalo di Alex che aveva portato Blitzen a diversi infarti dovuti all’orribile carattere con cui era stata ricamata la scritta, nonostante il nano fosse convinto che il bianco gli illuminasse il viso e ne marcasse i lineamenti.
-Non ho freddo, sto benissimo- le aveva risposto porgendole il cappotto verde con la pelliccia del medesimo colore. Alex l’aveva poi guardato in cagnesco, probabilmente chiedendosi per l’ennesima volta durante il corso di quegli anni come accidenti facesse a non congelarsi.
-Maggie, ci saranno minimo dieci gradi sotto lo zero là fuori- e dicendo ciò aveva indicato fuori dalla finestra, dove i fiocchi di neve cadevano placidi sotto un cielo plumbeo, come se volesse enfatizzare il gelo dell’esterno.
-Soltanto perché hai qualche strano potere di tuo padre non significa che tu non possa ammalarti.
Magnus aveva inarcato un sopracciglio, non nascondendo il suo divertimento. Insomma, era il figlio del dio dell’estate, aveva una super resistenza alle temperature estreme. Non aveva mai beccato alcun malanno durante il periodo trascorso come senzatetto, e non aveva mai nemmeno preso l’influenza quando era piccolo se non rare volte. E spesso, questo rappresentava una rottura perché non poteva stare a casa a recuperare i suoi cartoni animati preferiti.
-In realtà sei gelosa perché tu sei freddolosa.
Alex lo aveva fulminato con lo sguardo e Magnus era scoppiato immediatamente a ridere.
-Sì. Lo sono terribilmente- gli aveva risposto con uno strano divertimento negli occhi. Lo stava prendendo in giro, ne era perfettamente conscio.
-Non devi davvero preoccuparti, Alex- aveva infine detto infilando un berretto rosso sulla testa.
-Io non mi ammalo mai!
Erano poi usciti, avevano fatto le loro compere ed erano tornati allo Chase Space accolti tra le grida di gioia dei bambini impazienti di decorare la villa.
Fino a quel momento, era andato tutto bene.
Ma pochi giorni dopo Magnus aveva iniziato a starnutire ripetutamente, a fare ingente uso di scorte di fazzoletti al punto che perfino Alex si era insospettita e, anche se non voleva ammetterlo, preoccupata.
Magnus sembrava malato ma lui era certissimo di non esserlo.
-É solo la stanchezza- aveva continuato a ripetere a tutti, nascondendo le pile di fazzoletti che consumava.
Ed effettivamente, così era sembrato. Trascorsa una settimana, Magnus si era sentito subito molto meglio, ma neanche un giorno dopo era sopraggiunta la febbre. Era un guerriero immortale in un universo pagano, abituato a tanti pericoli mortali e ad Apocalissi sventate  nel giro di tre giorni, ma non aveva ancora imparato a non abbassare la guardia nei momenti di apparente calma. Il destino pareva avesse deciso di punirlo per chissà quale colpa, forse per mangiato l’ultima barretta di cioccolato di Alex o chissà che altro. Fatto stava che la febbre era arrivata, e pure in malo modo.
Non ricordava come si fosse ritrovato a letto qualche minuto dopo. Oppure erano trascorse ore. Forse era svenuto. Le braccia di Alex che lo sorreggevano mentre cadeva sì, le ricordava, e perfino quegli strani momenti tra l’incoscienza e il dormiveglia. Ricordava tutto, ma non perché e come fosse finito sul letto della sua camera. E probabilmente, vi sarebbe rimasto per un bel po’.
 
 
Quando Magnus si svegliò trovò Alex seduta sul letto accanto a lui. Aveva indosso il suo  solito pigiama rosa con le paillettes e teneva il telecomando tra una mano, mentre con l’altra stringeva la sua.
-Oh, sei sveglio- pronunciò senza troppa sorpresa, come se effettivamente si aspettasse di trovarlo così. L’unica a tradirla fu la sua mano, che si strinse con dolcezza attorno alla sua. Con Alex andava sempre a quel modo. La voce poteva far presagire altro, perfino lo sguardo, o il corpo in generale. Ma spesso accadeva che qualche parte di lei la contraddicesse l’istante seguente, che lei stessa la lasciasse andare per esprimere un’emozione impossibile da esternare in qualsiasi altro modo. Non era mancanza di coerenza. Semplicemente, come tante altre volte l’aveva paragonata, Alex era come un fulmine. Un attimo prima lo vedi cadere in una zona, lo vedi assumere strane forme, ma il secondo dopo è da tutt’altra parte, con un nuovo disegno nel cielo e tu ti rendi conto di essere solo all’inizio del capire quella meravigliosa creatura.
-Netflix e cioccolata calda?- propose la figlia di Loki poggiando il telecomando e guardando nella sua direzione con gli occhi che brillavano.
Magnus borbottò qualcosa in risposta e tentò di mettersi a sedere, ma lo sforzo fu inutile. Sembrava che una qualche strana forza esterna avesse risucchiato via tutte le sue energie. Di provare ad utilizzare la sua magia nemmeno se ne parlava. L’aveva già fatto giorni prima quando la febbre si era appena presentata e non era ancora alta come in quel momento, e non aveva funzionato. Ricordava di aver alzato gli occhi al cielo, il fazzoletto sporco premuto contro il suo naso mentre lo soffiava per l’ennesima volta.
“Oh andiamo papà! Le ferite mortali sì, i tagli con la carta vanno bene, ma un raffreddore e la febbre no? Chi ha progettato questa magia almeno aveva idea di quanto sia mortale l’influenza?”
Sarebbe sicuramente andato da Frey il prima possibile per sporgere denuncia all’idiota in questione, e per trovare un modo magico per guarire i malanni stagionali.
Alex lo aiutò a sedersi e Magnus affondò nel cuscino, gli occhi chiusi dopo l’immensa fatica di rimanere aperti per cinque minuti consecutivi.
-Fazzoletto- gracchiò in direzione del comodino dove la figlia di Loki aveva lasciato la sua scatola di rettangoli di stoffa salvavita.
-Ecco- disse, porgendoglieli. Magnus allungò di controvoglia un braccio per prenderne uno, soffiandosi poi sonoramente il naso. Il fazzoletto cadde abbandonato sulla moquette, seguito dallo sguardo sdegnato di Alex.
-Io non lo raccolgo, quello.
Magnus ridacchiò debolmente, risata che anticipava già un nuovo attacco di tosse.
-Qualche giorno fa hai detto che non volevi sprecare nessuna parte di me.
Alex inarcò un sopracciglio.
-Mi riferivo al fatto che tu fossi una stufa ambulante e che io avessi bisogno di ogni centimetro disponibile per non morire assiderata. Ma dei tuoi germi- e indicò con un dito il colpevole fazzoletto sporco -Posso farne assolutamente a meno.
Uscì dalla stanza perdio tornare qualche minuto dopo con nelle mani due tazze di cioccolata fumante. Quando gliene porse una, per poco Magnus non la fece cadere. Il profumo della bevanda lo aveva travolto così tanto dal non fargliela più desiderare. Sì, era davvero a pezzi per rifiutare il cioccolato. La figlia di Loki lo osservò con un’espressione buffa, una che Magnus aveva visto rivolgere solo ai bambini dello Chase Space. Sembrava apprensiva, ma durò tutto meno di un secondo.
Alex poggiò entrambi i bicchieri sul comodino e si lasciò andare sulla pila di cuscini infilati dietro la schiena. Cinse Magnus con un braccio e la testa del ragazzo finì poggiata sulla spalla mentre tornò a maneggiare il telecomando, rimettendo in azione l’anime che stava vedendo poco prima.
-Che stai guardando?- chiese il figlio di Frey con curiosità, mentre la figura di un ragazzo biondo che si sdoppiava in cinque versioni di se stesso compariva nello schermo del televisore.
Alex rispose immediatamente, nonostante dalle carezze che faceva sul braccio di Magnus per riscaldarlo sembrasse parecchio distratta.
-Nanatsu no Taizai. É la seconda stagione. Te l’ho mai fatto vedere questo?
Magnus ci mise un po’ a registrare il nome di quell’ennesimo cartone animato, ma era quasi certo di non essere mai venuto a conoscenza di uno dove vi era una versione femminile e decisamente più bella di mago Merlino. O probabilmente l’aveva intravisto durante una delle notti in bianco di Alex, quando lui si addormentava sopra la sua spalla mentre con una mano quella lo abbracciava e con l’altra reggeva il tablet. Il punto era che Alex gli aveva fatto guardare talmente tanti anime durante quegli anni da non poter essere quantificati con numeri di uso corrente.
Conosceva la sua passione per i cartoni animati del paese del Sol Levante. Anche a lui piacevano, ma ne aveva conosciuti pochi durante la sua vita e visti ancora meno. Fino all’inizio della sua relazione con Alex, ovviamente.
-Forse- mugugnò in risposta, cercando di trovare una posizione più confortevole. 
Alex lo lasciò fare, abbassandosi a sua volta per permettergli di poggiare la testa sul suo petto.
-Non puoi mettere la prima puntata?
Magnus fu quasi certo che l’avesse appena fulminato con lo sguardo.
-No- rispose secca, aumentando il volume del televisore.
-Ho aspettato due anni per questa seconda stagione, Maggie- continuò, scandendo per bene le lettere delle parole “due anni” come se in realtà ne fossero trascorsi duecento.
-Non ho la minima intenzione di cominciare da zero solo perché tu non hai voluto vederlo quando te l’ho chiesto!
-Probabilmente avevo sonno quando me l’hai chiesto!
Alex sbuffò.
-Tu hai sempre sonno quando ti chiedo di guardare anime con me per tutta la notte. Però sei adorabile quando dormi.
-Non tutti riescono a passare una notte in bianc…- Magnus si bloccò, il viso che avvampava, e non per la febbre 
-Adorabile!?
-Hanno appena distrutto Albion, wow- esclamò fingendosi sorpresa. Magnus girò la faccia sbuffando leggermente, provocando le risa di Alex che gli diede un bacio sul capo.
Era strano, trascorrere una giornata a quel modo. Non mancarono certamente le infinite interruzioni  per le richieste di fazzoletti, o per l’acqua, o per prendere le medicine. Ma era da tanto che lui e Alex non trascorrevano del tempo in quel modo, soltanto loro due e nessuna preoccupazione norrena e non a tenerli distanti dalla quotidianità. 
Nonostante stesse malissimo, le ossa che imploravano pietà e il naso che non voleva saperne di stapparsi, Magnus desiderò quasi di rimanere con l’influenza per sempre. Beh, magari non proprio per sempre, ma il tanto necessario per mantenere tutte le attenzioni di Alex concentrate solamente su di lui, come quando accadeva quando andavano in campeggio insieme o durante le loro nottate, nottate che Magnus passava principalmente a dormire. 
-La prossima volta che osi dirmi “Io non mi ammalo mai!” ti faccio uscire di casa con trenta dei miei maglioni- lo rimbeccò Alex porgendogli un bicchiere d’acqua con la medicina. Magnus poggiò il termometro sul letto, accettando di malgrado quanto l’altra gli aveva appena portato. Annusò il contenuto del bicchiere, per quel poco che il naso gli permise, e storse il viso in una smorfia.
-Ha lo stesso odore dell’armadio di zio Randolph la prima volta che l’abbiamo aperto per spostare i suoi vestiti.
-E’ una medicina, Maggie- gli rispose Alex come se, con quell’unica frase, non ci fosse bisogno di altre spiegazioni.
-Ti aspettavi davvero che profumasse di campi illuminati dal sole estivo e di rose?
-Preferisco i girasoli, veramente.
Alex lo ammonì con uno sguardo simile a “Bevi da quello stramaledetto bicchiere o prendo l’imbuto” e Magnus non trovò alcuna ragione per replicare.
Trangugiò il contenuto in poche sorsate, chiudendo gli occhi mentre il saporaccio di quell’intruglio gli bruciava la gola. La risata di Alex riempì l’atmosfera mentre quella prendeva il suo bicchiere per poi rimetterlo sul comodino.
-Allora- proruppe Magnus, schiarendosi la gola per quel poco che poté servire -Quando mi presti i tuoi trenta maglioni?
 
 
La settimana trascorse in maniera quasi fulminea tra medicine, caramelle per la gola e molti, molti fazzoletti. Magnus riuscì a consumarne talmente tanti che Halfborn si era presentato di fronte alla porta dello Chase Space con un fazzoletto di stoffa in mano con le sue iniziali ricamate di filo dorato.
-Così non contribuirai più al disboscamento- gli aveva detto.
-Umh, grazie Halfborn- aveva risposto invece lui, lo sguardo piuttosto confuso mentre osservava l’immacolato fazzoletto di stoffa.
-Prego- aveva ribattuto strizzandogli l’occhio, e solo in quell’istante Magnus si era reso conto della scritta Signor Fierro Chase ricamata abilmente sul lato destro. Era poi probabilmente diventato dello stesso colore dei capelli di Mallory perché Halfborn si era messo a ridere e aveva iniziato a dargli violente pacche sulla schiena per farlo riprendere.
Insomma, tutto si volse per il meglio. 
Magnus era finalmente guarito, aveva smesso di spendere le sue finanze in fazzoletti, e poteva smettere di oziare con Alex sul letto a guardare anime, nonostante questa fosse l’unica pecca di tutto. Si era perfino affezionato a Nanatsu no Taizai al punto da voler seguire il consiglio della figlia di Loki di iniziare a leggere il manga. Poi sopraggiunse quel giorno fatale, e Magnus capì che l’immortalità del Valhalla non gli sarebbe mai bastata per sfuggire dalla sua prossima e dolorosa morte.
Adesso era Alex quella ad essersi ammalata, probabilmente a causa del loro contatto ravvicinato in quei giorni di influenza nei quali qualche bacio di troppo era certamente stato dato.
Magnus sostava ora sulla porta della loro stanza, le braccia conserte al petto e uno sguardo divertito.
-Io te l’avevo detto che ti avrei contagiato se fossi rimasta con me troppo a lungo.
Alex, dall’alto delle sue pile di cuscini e fazzoletti, l’aveva guardato in cagnesco.
-Ma sentilo!- aveva esclamato, piegandosi su se stessa sotto un attacco improvviso di tosse.
-La prossima volta che ti ammalerai puoi scordarti le maratone di anime, le mie premure e i baci sul tuo bel visetto angelico!
Magnus era poi scoppiato a ridere senza nascondere il rossore sulle guance, e si era messo a sedere vicino ad Alex mentre questa si era buttata a capofitto tra le sue braccia.
-Oh tranquilla, non succederà. Io non mi ammalo mai!
Alex si staccò un momento per guardarlo esterrefatta, dandogli poi un pugno sul braccio.
Magnus cominciò nuovamente a ridere e i due caddero insieme sulle coperte e sui fazzoletti, pronti per cominciare quel nuovo giro di medicine, maratone di anime e coccole.
-Netflix e cioccolata calda?- propose Magnus, gli occhi che brillavano al prospetto del dolce far nulla in compagnia di Alex.
Anche Alex sembrò illuminarsi per un attimo, il suo solito sorriso sghembo disegnato sul viso.
-Pensavo non me l’avresti mai chiesto- rispose, soffiando sonoramente il naso e mettendosi comoda mentre Magnus usciva dalla camera lanciandole uno sguardo complice.







N.d.A.
Avevo visto quest'iniziativa carinissima sulla pagina Facebook di Fanwriter e non potevo non partecipare con la Fierrochase. Ringrazio la proroga che mi ha permessa di pubblicare oggi, altrimenti chissà quando questa storia avrebbe visto la luce del sole!
E poi, chi meglio di un guaritore abituato a sopportare le temperature estreme avrebbe avuto la certezza di non ammalarsi mai? :') Mi dispiace per la povera Alex, ma il finale era inevitabile visto tutto il tempo trascorso con un Magnus influenzato :')
Spero che la one-shot possa esservi piaciuta, e spero di poter tornare il prima possibile in questo fandom con una delle long scritte durante il NaNo. Grazie mille a tutti coloro che sono arrivati fin qui o che hanno semplicemente dato un'occhiato alla storia <3 e grazie a Fanwriter per l'iniziativa!
A presto,
Merty
 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: merty_chan11