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Autore: Lady Lara    11/02/2018    2 recensioni
Tratto dall'incipit.
“Mi dispiace … mi dispiace veramente … ma il mio cuore deve restare di ghiaccio!”
La sua mente se ne stava facendo una convinzione e stava alzando dei muri spessi intorno a quel cuore. Ne aveva bisogno perché … perché quegli occhi verdi e quelle labbra di ciliegia, erano riusciti a scalfire quel ghiaccio irrimediabilmente!
Una giovanissima Emma Swan, studentessa universitaria, incontra "casualmente" un giovane che sconvolgerà la sua vita e la condizionerà nelle sue scelte professionali e sentimentali. Il destino è spesso crudele e la vita lascia traumi difficili da superare. L'amore a volte può essere un trauma, specialmente quando ti viene strappato agli albori, quando le speranze sono tante e i sentimenti sono potenti ma, una nuova possibilità fa risorgere la fenice dalle sue ceneri. Emma si chiederà come si è potuta ingannare e innamorare in breve così profondamente. Dovrà lavorare duramente su se stessa per erigere i muri che la proteggeranno, ma se la fenice risorgerà dalle sue ceneri? Sboccerà ancora l'amore? Sarà Emma la fenice? O sarà il bellissimo uomo misterioso che, da un quadro visto in un museo, tormenta i suoi sogni con i suoi magnetici occhi azzurri?
Genere: Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 15
 Qualcosa di tenero tra noi
 
Erano passati pochi giorni da che Emma Swan aveva messo per la prima volta piede nel reparto di Ostetricia e Ginecologia del  Boston Children’s Hospital. 
Quel giovedì mattina aveva appuntamento, per la sua prima ecografia, con il Dottor Federik Victor While.
Zia Ingrid aveva insistito per accompagnarla in macchina e insieme si erano presentate alla reception del grande ospedale. Erano le 11,00 e il Dr. While aveva parecchi appuntamenti quella mattina ma, come disse l’impiegata dell’accettazione, era ad ottimo punto. Solo altre due pazienti dovevano essere visitate prima di Emma, nel giro di un’ora e mezza avrebbe potuto vedere per la prima volta il piccolo embrione che stava crescendo in lei. Era emozionata e nervosa e sua zia, purtroppo, non le era di aiuto per eliminare la sua ansia, visto che appariva più nervosa di lei, nettamente in contrasto con il suo proverbiale aplomb.
La preoccupazione maggiore di Ingrid era proprio per sua nipote. Il fatto che Emma, a causa della mancanza della Milza, fosse soggetta a facili infezioni, la preoccupava non poco. Nella sua condizione poteva correre gravi rischi per sé e per il “fagiolino” che si stava sviluppando nel suo grembo.
 
L’addetta dell’accettazione indicò alle due donne il corridoio che portava alla stanza dell’Ecografo. Mentre Ingrid chiedeva ulteriori informazioni all’impiegata, Emma si guardava intorno impaziente. Improvvisamente vide comparire, dal corridoio che le interessava, una coppia. Sgranò gli occhi al riconoscere i coniugi Nolan.
 
David e Mary Margaret Nolan incedevano parlando tra loro e sorridendosi con sguardi innamorati. Vederli ricordò ad Emma il frangente in cui li aveva conosciuti. Era stato il momento più brutto della sua vita. La sera dell’uccisione di Kim!
Loro erano la coppia che l’aveva soccorsa per strada. Erano stati gentilissimi e premurosi. L’avevano portata al Pronto soccorso più vicino e David che, come aveva scoperto,  era avvocato, aveva fatto chiamare la Polizia e con sua moglie le erano rimasti accanto fino all’arrivo di sua zia. Le avevano lasciato il loro biglietto da visita, dicendole di chiamarli se avesse avuto bisogno.
Il tutto era accaduto un paio di mesi prima e lei non li aveva mai chiamati, nemmeno per ringraziarli ulteriormente del loro aiuto.
I due coniugi erano distratti nelle loro chiacchiere e tenerezze. Non si accorsero di lei, non guardarono nemmeno dalla sua parte.
Emma avrebbe potuto andar loro incontro, chiamarli, salutarli, ma provò un improvviso senso di vergogna. Non aveva voglia di dover rispondere alle loro domande sul come mai si trovasse da quelle parti. Non voleva suscitare in loro sguardi pietosi o dispiaciuti. Lei era felice di aspettare il suo piccolo, anche se quel piccino non avrebbe potuto mai conoscere il suo papà.
Guardò ancora un po’, indecisa, la coppia, notando che Mary Margaret in quei due mesi avesse messo su diversi chili. Si rese conto che con probabilità anche lei fosse lì per il suo stesso motivo, in fin dei conti venivano dalla sala dell’ecografo!
 
Emma invidiò per un secondo gli sguardi affettuosi e complici che David e Mary si scambiavano. Sembravano l’emblema del “vero amore” così uniti e affiatati!  Si vergognò di se stessa,  rendendosi conto di invidiarli perché lei non avrebbe potuto avere ciò che avevano loro, l’amore ricambiato e una famiglia con l’uomo che amava.
L’affiatata coppia si stava avvicinando e lei preferì voltarsi di spalle ed ignorarli completamente. Sentì il saluto di educato buongiorno che rivolsero all’impiegata, mentre si avviavano verso l’uscita. Nemmeno Ingrid li aveva notati, occupata a compilare un questionario che le aveva appena dato l’impiegata.
***
 
– Signorina Swan? Sono Zelina Green, l’ostetrica che affiancherà il Dr. While nel seguirla durante la gravidanza!
 
Mentre attendeva nella sala d’aspetto, da una delle due porte della stanza dell’ecografo, uscì una bella donna, alta, giunonica. L’ ostetrica Green aveva una fulgida e fluente chioma rossa, tenuta allacciata dietro la nuca, in una bassa coda di cavallo. Con il suo sorriso smagliante e i suoi occhi celesti fece subito simpatia ad Emma e ciò la portò a risponderle egualmente con un sorriso.
 
 – Avete compilato il questionario?
– Si, lo ha compilato mia zia, mi conosce fin da piccola e sa tutto di me!
 
Anche Ingrid sorrise, confermando con un cenno della testa quanto sua nipote stava dicendo.
 
– Molto bene! Il Dottor While già l’ha visitata in urgenza ho visto … il questionario è una necessaria prassi per la profilassi individuale e vedo che lei ha subito una esplenectomia …
 
L’ostetrica aveva stretto leggermente le labbra con un cipiglio che Emma lesse di preoccupazione. Sicuramente la sua non era una situazione “normale” ed era giusto che il medico e l’ostetrica avessero tutte le informazioni necessarie per seguire lei e suo figlio nel migliore dei modi.
 
 – Accomodatevi pure. Appena uscirà la Signora che è appena entrata entrerete voi. Vuole assistere alla prima ecografia di sua nipote Signora Frozen?
– Assolutamente si Signora Green!
– Bene! Ma chiamatemi pure Zelina, ci rivedremo spesso nei mesi di gravidanza!
 
Con un ennesimo sorriso perfetto e smagliante, l’ostetrica rientrò nella stanza
 
***
 
Che strana sensazione fu quella che Emma provò nel sentire il cuoricino di suo figlio battere e i suoi piccoli movimenti visti sullo schermo dell’ecografo!
Sapeva di essere incinta, ma vedere e sentire che qualcosa stava vivendo in lei, un tenero germoglio d’amore, le rese più concreta l’idea e le diede un’emozione che le strinse il cuore e la gola. Avrebbe voluto piangere, sfogare tutti i suoi sentimenti di gioia, tristezza, nostalgia. Avrebbe voluto che al suo fianco, a tenerle la mono, ci fosse stato il suo Kim, non sua zia, ma almeno sapeva che qualcuno che le voleva bene era lì con lei a condividere quella emozione.
Ingrid aveva le lacrime agli occhi e prese con ambo le mani quella sinistra di Emma.
 
– Visto Emma? Questo è il tuo piccolo. Posso calcolare una gestazione di quasi dieci settimane. L’embrione è antero posto, ben impiantato. Non noto problemi dell’afflusso del sangue … Guarda l’occhio! Si distingue bene. Vedi le braccine abbozzate e le bambette che stanno prendendo forma? Tra un mesetto sapremo anche di che sesso è.
 
Il Dr. Federik Victor While era un professionista garbato e gentile. Aveva un leggero accento tedesco, ma nonostante quell’accento vagamente gutturale, la sua voce non risultava dura e impositiva come spesso sembrava il parlato dei tedeschi.
 
Quando Emma era entrata nella stanza dell’ecografo già era informata che quella prima ecografia sarebbe stata intrusiva e ciò l’aveva imbarazzata non poco! Soprattutto per una ragazza che, come lei, non aveva mai fatto visite di quel genere prima, nemmeno per la prescrizione della pillola!
Nei giorni precedenti aveva cercato di organizzarsi per vivere l’esame nel minore imbarazzo possibile, pensando intanto al tipo di abbigliamento più adatto e aveva optato per una gonna ampia e delle calze autoreggenti. Non avrebbe dovuto spogliarsi più di tanto, anche se la posizione dell’esame già la imbarazzava.
L’ostetrica le aveva indicato il paravento e lì aveva tolto l’intimo. Quando si era seduta sulla sedia ginecologica Zelina aveva provveduto a coprirla ulteriormente con un panno verde e ad infilarle delle sorta di calzerotti bianchi, lunghi fino quasi all’inguine. La fredda sonda che le era stata inserita non le aveva dato fastidio, anche perché l’ostetrica aveva provveduto ad inserirle prima un divaricatore di plastica trasparente che consentiva un accesso facilitato e più igienico allo strumento. Quando Emma aveva iniziato a sentire il battito cardiaco di suo figlio aveva dimenticato l’imbarazzo e la vergogna, non facendo più caso al movimento della mano che stava muovendo la sonda dentro di lei.
 
– Un utero perfetto Emma, con un canale vaginale profondo. Molto bene! Non rilevo nessun tipo di problematica al momento ma, vista la tua situazione, i controlli dovranno essere costanti.
– Si riferisce all’ esplenectomia dottore?
– Più che altro alle sue conseguenze Signora Frozen! Ovviamente Emma è più soggetta di altri ad infezioni e dobbiamo arginare al minimo questa possibilità, poiché estendendosi al feto possono avere conseguenze nefaste, sarebbero stati necessari dei vaccini prima di entrare in gravidanza, ma da quanto mi ha detto Emma non era programmata. Inoltre per te Emma c’è il rischio di trombosi e ictus a causa della possibilità di una elevata coagulazione del sangue, quindi dovrai fare analisi più spesso di altre pazienti. Ti prescriverò della Cardioaspirina per mantenere la fluidità ematica. Fai una dieta equilibrata, mangia carne ben cotta e verdure egualmente cotte, frutta ben lavata e sbucciata, evita di bere in bicchieri di vetro se vai in un locale pubblico, cerca di evitare zone molto affollate. Ti aggiungerò degli integratori vitaminici. Zelina ti consegnerà un opuscolo riguardo alla dieta e all’igiene.  Per qualsiasi cosa, dai dubbi o a possibili malori tu possa sentirti, chiamami immediatamente.
 
Mentre Zelina l’aiutava a risistemarsi, il Dr. While finiva di prescrivere i farmaci che le aveva consigliato, le analisi necessarie e consegnava il tutto, con il suo biglietto da visita e i recapiti telefonici ad Ingrid.
Zia e nipote uscirono dalla stanza salutando educatamente, ma le loro espressioni facciali erano molto diverse. Emma aveva la gioia dipinta sul volto, mentre Ingrid aveva sulla fronte una ruga corrucciata che tradiva la sua apprensione. La donna immaginava sua nipote sotto una campana di vetro, sapeva quando aveva dovuto penare con lei, per la sua salute, da quel nefasto incidente in Irlanda, dove aveva perso la cara sorella e suo cognato. In cuor suo Ingrid pensava che sarebbe stato meglio un aborto per la ragazza. Le avrebbe evitato una serie di problemi, ma lei quel bambino lo voleva veramente e, conoscendo il carattere caparbio di sua nipote, Ingrid sapeva che se non l’avesse aiutata, sostenuta e assecondata, l’avrebbe persa. Era sicura che Emma avrebbe preferito andar via di casa e gestirsi da sola, ma questo avrebbe comportato probabilmente anche che abbandonasse gli studi e mandasse a rotoli i suoi progetti per il futuro. Sicuramente Emma avrebbe fatto in modo di non prendere infezioni e accudirsi al meglio, ma sola?
Ingrid non poteva esternare i suoi rammarichi e le sue preoccupazioni alla giovane, lei si sarebbe sentita rifiutata e avrebbe sentito rifiutato anche il piccino innocente che aveva appena conosciuto. L’idea di quel piccolo “fagiolino”, intenerì l’animo di Ingrid che cercò di distendere la fronte e non far notare a sua nipote quell’espressione accigliata.
 
“ Se almeno quel Kim Steward non fosse stato il delinquente che era e avesse potuto esserle vicino! Maledetto lui! Ha rovinato la mia bambina!”
 
Uscirono dall’ospedale e ripresero la via di casa con l’auto di Ingrid.
Emma non riusciva a nascondere il suo entusiasmo per l’esperienza che aveva appena vissuto e sua zia l’ascoltava in silenzio, sentendo tenerezza per lei e una punta di pena. Sembrava che Emma non avesse ascoltato minimamente le parole del medico, riguardo ai gravi rischi che correva. Non faceva che parlare del suo “piccino” e dell’emozione provata a sentir palpitare il suo cuore. Ingrid pensò che sua nipote si fosse abituata ormai a convivere con la sua situazione. In effetti era una vita che si curava. Per lei era ormai una cosa normale, ovvia. Per Ingrid non era così, lei calcolava lucidamente i rischi che correva la ragazza. Decise che avrebbe fatto anche l’impossibile per lei, per consentirle di stare bene e avere il suo bambino, incoraggiandola ad andare avanti anche con gli studi. Avrebbe dovuto pensare solo a quello per i mesi seguenti e a fare i dovuti controlli suggeriti da While.
 
Arrivarono alla loro abitazione. Emma iniziò a progettare come sistemare il giardino quando avrebbero avuto il bambino in giro per casa. Ingrid, a sentirla, riusciva a vederla correre dietro un frugoletto biondo, giocare con lui sull’erba, farlo entrare in una casettina colorata posta nell’angolo che Emma stava indicando, o spingerlo su una piccola altalena che stava dicendo avrebbe voluto porre al lato opposto del giardino. Sorrideva Ingrid ed intanto entrarono in casa.
 
– Tutto a suo tempo tesoro mio, ne abbiamo parecchio per organizzare il giardino, prima ci sono altre cose da fare, per te e per lui. Nove mesi sono più lunghi di quel che si potrebbe pensare in fin dei conti.
– Peccato che Elsa sia ancora in missione sul Nautilus, non è facile parlarle! Non vedo l’ora di raccontarle tutto!
– Regina l’hai sentita?
– Si mamma, l’ho sentita ieri! Le ho detto che oggi avrei fatto l’ecografia, mi ha risposto che  mi avrebbe chiamata per sapere come fosse andata.
– Cosa dice di Londra?
– Si trova benissimo! Non ha avuto problemi con gli esami già fatti e in autunno discuterà la tesi che aveva preparato con Gold.
 
Mentre parlavano squillò il telefono.
 
– Emma rispondi tu per favore? Io vado in cucina ad avviare il pranzo! Tra poco torna anche Anna!
– Vado! Potrebbe essere Regina, lupus in fabula … Pronto?
– Pronto … Signorina Emma?
 
Non era Regina. Era una voce maschile a telefono. Una voce che aveva già sentito, ma quando?
 
– Si, sono io. Chi parla?
 
- Forse non si ricorderà di me Emma, mi è rimasto il suo numero di casa, spero di non disturbarla … sono Killian Jones.
– Signor Jones! Che sorpresa! Certo che mi ricordo di lei, mi ha soccorso quando sono svenuta nel parco, un paio di settimane fa. A cosa debbo questa telefonata?
– Stavo scorrendo la  rubrica del mio cellulare e mi è comparso il suo numero … per la verità volevo chiederle come stesse …
- Gentile da parte sua! Sto bene grazie, molto bene!
– Non ha avuto più svenimenti?
 
Emma rise con la sua risata cristallina.
 
– No Signor Jones, grazie per l’interessamento. Farò in modo che non mi capitino più, non posso permettermi di cadere per strada se non c’è un passante gentile come lei a sorreggermi! Aspetto un bambino, era quello il motivo del mio malore!
 
Emma disse la verità a quello sconosciuto, senza nessuna remora. Non sapeva nemmeno lei perché le venisse facile. Non lo conosceva, non lo aveva nemmeno visto bene in faccia quando l’aveva incontrato al parco. Lo ricordava alto, con un bel fisico atletico, ma del viso non aveva avuto molta percezione a causa degli occhiali a specchio e la barba.
 
– Congratulazioni Signorina Emma. Questa è una bellissima notizia, non è una malattia. Ero preoccupato per lei …
- Non mi conosce nemmeno Signor Jones, perché avrebbe dovuto?
– Non mi fraintenda ma, vedere una splendida creatura, giovane e viva come lei cadere improvvisamente in quel modo … non potevo accettare l’idea che lei fosse malata, questa è la verità.
- Ooh! È veramente una cosa gentile questa Killian, ma non si affligga per me, sono abituata alle preoccupazioni per la salute, è una vita che mia zia mi tiene sotto la campana di vetro!
– Posso chiederle perché?
– Certo, non ho segreti, mi è stata asportata la Milza in seguito ad un incidente all’età di quattro anni. So che devo riguardarmi e ormai convivo serenamente con questa realtà.
– Con la gravidanza può avere problemi?
– Ho fatto poco fa la mia prima ecografia e, anche se tutto sta procedendo bene, il dottore mi ha dato delle prescrizioni proprio per evitare i problemi che potrei avere.
 – Poco fa la prima ecografia?
– Si, sono appena tornata!
– Posso chiederle come è stato … cosa ha provato … cosa si vedeva?
 
Emma era sorpresa dall’interesse del Signor Killian Jones. Sentì quasi trasparire dell’emozione dalla sua voce calda. Si disse che forse era solo una sua impressione. Quell’uomo era uno sconosciuto che aveva incrociato la sua strada accidentalmente in fin dei conti. Perché doveva emozionarsi? A meno che non fosse un uomo particolarmente sensibile. Volle rispondergli la verità.
 
– È stato … è stato emozionante! Ho provato una gioia mai provata in vita mia. Vedere il mio piccolo, anche se ancora ha una forma indefinita, sentire il suo cuoricino battere … io non saprei come descrivere la gioia che ho provato, ma è stato bello, commovente e … nostalgico.
– Nostalgico? Perché nostalgico?
 
Emma ebbe una specie di groppo in gola  nel rispondere, ma si sentì di farlo, come se parlasse ad un vecchio amico.
 
– Io … io ho perso il mio ragazzo prima che sapesse che aspettavo nostro figlio … la nostalgia era per lui, non potergli far provare la stessa gioia.
– Mi dispiace tanto Emma, sono sicuro che avrebbe provato la sua stessa emozione.
– Non lo so, non so se avrebbe voluto nostro figlio … non credo che fosse pronto per una cosa del genere … non era programmato in effetti. Forse l’avrebbe rifiutato.
– Non credo Emma. Sarebbe stato un pazzo! L’amava, come avrebbe potuto rifiutare una cosa così bella!
 
Emma sentì indignazione, quasi rabbia, nel tono dell’uomo all’altro capo del telefono.
 
– Fossi stato al suo posto io l’avrei voluto il nostro bambino! Sono convinto che sarebbe stato così Emma!
 
Decisamente quell’uomo si stava immedesimando parecchio. Era veramente un uomo così sensibile il Signor Killian Jones?
 
– La ringrazio Killian, mi sono chiesta molto questi giorni come si sarebbe comportato, mi rincuora avere questo suo pensiero.
– Avrebbe voluto esserti accanto Emma, lo avrebbe fatto se non fosse stato impedito,  credimi!
 
Era così emotivamente coinvolto il Signor Jones che aveva iniziato a darle del tu.
 
– Tua zia ti era vicina durante l’ecografia? Mi scusi … volevo dire “Sua” zia “le” era vicina?
 
Emma aveva notato che avesse continuato inavvertitamente a darle del tu e quando lui aveva fatto quella domanda diretta, aveva sentito come una freccia entrarle nel cuore. Forse era a causa dell’accento dell’uomo che le parlava? Nonostante la voce non fosse la stessa, l’accento era lo stesso di Kim.  Sapeva dalla prima telefonata ricevuta da Jones che fosse irlandese, ma non si aspettava che con quella domanda, fatta così spontaneamente e con quell’accento, le avrebbe ricordato così tanto il modo di esprimersi di Kim.
Chiuse gli occhi, stringendoli per impedire alle lacrime di affiorare. Chiuse gli occhi e le sembrò di vedere Kim dall’altra parte della cornetta. Avrebbe voluto così tanto che fosse veramente lui, ma sapeva che era impossibile. Non riuscì a rispondere immediatamente.
 
– Emma? È ancora in linea?
– Si, si! Sono qui! 
- Io … mi scusi, sono stato indiscreto e non volevo mancarle di rispetto dandole del tu, è stato spontaneo, come se la conoscessi da tanto …
- No Killian, non c’ è nessun problema, possiamo darci del tu in effetti, anche io, stranamente ho come l’impressione di parlare ad un amico. 
– Ti posso chiedere il permesso di richiamarti qualche volta? Non voglio disturbarti, magari per sapere come procede la gravidanza. Penso che sia una cosa molto bella diventare genitore.
– Si, penso che non mi dispiacerebbe risentirti se vuoi. Tu non hai figli Killian?
– No Emma, non ho nemmeno una fidanzata né tantomeno una moglie!
– Nemmeno una fidanzata? Perché se posso chiederlo?
– Forse perché non mi sono mai innamorato veramente e probabilmente perché sono molto impegnato nel mio lavoro!
– Quale lavoro fai Killian?
– Sono il direttore di una grossa compagnia di assicurazioni internazionale. Sono qui nel mio ufficio di Dublino ora.
– Che ore sono lì in questo momento?
 
Killian non rispose immediatamente, forse non aveva l’orologio a portata di mano.
 
– Qui siamo cinque ore avanti rispetto a Boston, sono le 17,00.
– Qui in effetti è ora di pranzo.
– Perdonami, stavi pranzando?
– No, no ti dicevo che sono appena tornata dall’ecografia …
- Ma di questo periodo si può capire il sesso del piccolo?
– Non ancora! Il Dr. While mi ha detto che tra un mese si dovrebbe distinguere abbastanza bene. Per ora si vede l’occhio, le braccine e le gambe appena abbozzate.
– Vorresti un maschio o una femmina Emma?
– Francamente spero solo che stia bene, non ha importanza.
– Hai ragione! La penso come te.
–Ho un unico desiderio per mio figlio ..
– Quale?!
– Maschio o femmina vorrei che avesse gli occhi azzurri di suo padre, erano bellissimi, erano il mio cielo …
 
Dall’altra parte della cornetta, si sentì silenzio, Emma temette che fosse caduta la linea, poi la voce di Killian riprese a parlare.
 
– Se è un tuo desiderio ti auguro che si avveri, ma devo dire che io ho visto bene i tuoi di occhi e, non per farti un facile complimento, ma posso dire che quel verde acqua dà il senso di uno specchio lacustre. Sai, non molto distante da Dublino c’è un parco naturale con un lago che ha lo stesso colore trasparente. Lough Tay, si chiama così. Lo conosco fin dall’infanzia, ci passavo le vacanze con i miei genitori.
– Un posto molto bello immagino …
- Si lo è, ma i tuoi occhi hanno una luce più bella!
 
Emma non si aspettava che la conversazione iniziasse a prendere quella piega. Non aveva voglia di flirtare e non le andava che Jones pensasse il contrario. Forse era il momento buono per chiudere la conversazione, ma non lo voleva fare da maleducata. In fin dei conti lui le aveva fatto un complimento e si era comportato gentilmente.
 
– Killian … devo andare ora … dopo mangiato ho parecchio da studiare …
- Hai un esame all’università? Cosa studi!
– Sono al secondo anno di Psicologia e in effetti ho una serie di esami le prossime settimane.
– Non sarà facile quando avrai il bambino …
 
Ora Emma iniziava ad infastidirsi. Sapeva bene che non sarebbe stato facile, ma aveva intenzione di portare avanti i suoi studi. Gli rispose appena un po’ piccata.
 
– Ho accettato questa gravidanza mettendo in conto tante cose! Ho intenzione di laurearmi, ma se dovessi avere difficoltà e non potessi avere l’aiuto della mia famiglia, rinuncerei agli studi! Mio figlio è più importante!
– Non dubito che tu possa riuscire in ogni tuo intento Emma. Non ti conosco bene ma mi sembri una tosta e questo mi piace molto. Ti saluto anche io ora. Ancora tanti auguri. Ti richiamerò appena potrò Emma. Abbi cura di te e del piccolo.  
– Grazie Killian. A presto!
 
Come Emma, anche Killian chiuse la chiamata, spegnendo il microfono e togliendo il filtro per camuffare la sua voce. Si guardò intorno. Era nel suo ufficio, ma non a Dublino. Era ancora a Boston in effetti. Non c’era Jefferson con lui in quel momento e ne era contento. Gli aveva detto che non aveva intenzione nemmeno di pensarla Emma, figuriamoci di osservarla di nascosto o parlarle a telefono.
Era tutta una balla! La pensava e anche troppo! Le era entrata nel sangue come una droga. Forse tornando veramente a Dublino e mettendo tra loro quei chilometri di distanza lo avrebbe aiutato a pensarla meno? Pia illusione! Nel suo appartamento di Dublino aveva occasione di pensarla ancor di più! Come poteva non pensarla? Era cotto di lei e in più c’era un piccolo dolce pensiero in più, il loro figlio!
Killian avrebbe voluto ridere di se stesso, della sua totale incapacità a mantenere la freddezza insegnatagli da Lorna. Con Emma non ci riusciva affatto a restare freddo. Non poteva nascondersi che era riuscita a farlo emozionare, con la sua gioia per l’ecografia e per quello che aveva visto. Sapere che desiderava che il loro bambino ereditasse i suoi occhi azzurri e che erano il suo cielo … beh! Gli aveva dato il colpo di grazia! Lui era nei pensieri di Emma non meno di quanto lei fosse nei suoi.
 
Aveva saputo da Lorna che Emma avrebbe fatto la prima ecografia quel giorno e aveva trovato quell’escamotage per parlarle, per sapere. Killian Jones era al momento un personaggio neutrale per Emma, voleva entrare in confidenza con lei, ne aveva una scusa grazie al soccorso che le aveva prestato nel parco. Aveva potuto sentire direttamente da lei di come procedesse la gravidanza e aveva fatto in modo di rendersi possibile il richiamarla. Lei si aspettava di essere richiamata, non le dispiaceva troppo. Doveva essere cauto però. Non gli ci era voluto molto a perdere il controllo con il lapsus del darle del tu. Lei lo destabilizzava come nessun altra. Quello era uno dei motivi per cui un agente speciale doveva  desensibilizzarsi per affrontare razionalmente le situazioni più difficili.
Avrebbe tanto voluto esserle vicino quella mattina, tenerle la mano mentre il medico gli indicava il loro cucciolo sullo schermo dell’ecografo! Ma ancora c’era altro di importante che Killian doveva affrontare.
 
Purtroppo una svista e un errore avevano già causato il disastro. Era vicino ad incastrare Gold, invece! Avesse pensato alle varie possibilità che si sarebbe dato quell’uomo! Non era solo sua la responsabilità, ma il capo dell’operazione era lui e a lui spettava dare indicazioni ai suoi uomini. Una piccola mancanza e Gold era sparito nel giro di un paio di giorni!
Grazie al contatto costante che aveva avuto con Milah, in una delle occasione dei loro incontri, mentre lei si risistemava in bagno, aveva potuto prendere le impronte della sua chiave di casa e, la volta seguente, mentre si intrattenevano nelle loro effusioni e il marito era a lezione, i suoi uomini avevano potuto entrare nell’appartamento della coppia e piazzare delle microspie. Gold era più furbo e maligno di quanto si potesse sospettare. Erano anni che stava conducendo una doppia vita. Esimio Professore universitario per l’occhio del pubblico e pericoloso complice dei Boss del Cartello in privato!
Nonostante un mezzo camuffato della D.E.A. si aggirasse dalle parti dell’appartamento dei coniugi Gold, tenendo sotto controllo le conversazioni private dell’uomo e di sua moglie, dalla scomparsa di questa qualcosa era cambiato. Killian aveva avuto sentore che Gold sospettasse di essere spiato. Probabilmente aveva scoperto le microspie e faceva finta di nulla. Era facile che avesse un cellulare non controllato con cui contattasse i suoi complici. Sicuramente era stato così! Non poteva aver organizzato da solo la sua fuga, facendola in barba ad Alec, Mouse e Jefferson. Il furgone della lavanderia, che una volta a settimana faceva servizio a domicilio nel quartiere di Gold, era stato dirottato dai suoi complici. Ormai di questo Killian aveva le prove. Quello che non aveva, purtroppo, era la conoscenza del luogo in cui quel furgone avesse portato Gold, dopo averlo caricato tenendolo nascosto nella grossa cesta di lenzuola dei condomini.
Il Procuratore aveva firmato il mandato di cattura di Robert Gold, ma quando erano andati a casa sua, di lui non si erano viste tracce.
Killian voleva che quella storia finisse presto per potersi rimpossessare della sua vita e finalmente dire la verità ad Emma. Ora tutto era stato rimesso in gioco e quello era un gioco pericoloso. Molto pericoloso …
 
 
Angolo dell’autrice
 
Saluti a tutti coloro che hanno letto. Non è il mio solito lunghissimo capitolo. Ho preferito interromperlo qui, lasciando il più possibile l’attenzione sul bellissimo momento di Emma e Killian, riprendendo questa FF che non pubblico da un paio di settimane. L’esperienza avuta da Emma e trasmessa a Killian ha unito maggiormente le loro anime. Emma ha sentito molto vicino l’uomo che crede uno sconosciuto, ha avuto sensazioni che l’hanno commossa, ma anche Killian non è stato da meno. Ancora il lavoro pericoloso del Capitano li terrà lontani, ma lui si è lasciato una possibilità per sentirla almeno a telefono. Non fosse per il solito Gold!
Ringrazio tutti coloro che stanno seguendo e chi lascia commenti. Vi do un piccolo avviso. Per chi ne ha piacere, ci troviamo mercoledì 14 Febbraio su queste pagine. Per San Valentino voglio farvi un regalo. Troverete il seguito di “L’amore avrà sempre gli occhi tuoi”, scritta un anno fa per la stessa occasione. Sarà una O.S. anche questa, dedicata ai CaptainSwan, la trovate con il titolo “Sei Tu la mia stella”, rating red.
Un abbraccio a tutti!
Lara
   
 
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