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Autore: The Bride of Habaek    12/02/2018    0 recensioni
[Violet Evergarden]
Gilbert: "Ti Amo. Ora vai e vivi!" quando Violet sentì quelle parole non riuscì a dire niente... capì che erano importanti, ma non comprese il loro significato, uscì dal campo di battaglia e da quel giorno non lo rivide più.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Introduzione riassuntiva. Dopo quattro anni di conflitti ininterrotti tra le regioni Nord e Sud del continente di Telesis si giunge finalmente ad un accordo di pace. Violet Evergarden, una ragazza che finora ha vissuto un'esistenza unicamente all'interno dell'esercito agli ordini del maggiore Gilbert, deve allora reinventarsi una nuova vita. Viene adottata dalla famiglia Evergarden ed assunta nell'azienda di scrittura e recapito lettere di un suo vecchio commilitone, Claudia Hodgins, inizialmente nel ruolo di postina. Ben presto però la ragazza rimane affascinata da un altro ruolo nell'ufficio: le Auto Memories Dolls, il cui scopo è redigere testi per coloro che non sanno leggere e scrivere, allo scopo di riuscire a capire il significato di alcune emozioni e sentimenti che non riesce ancora a comprendere. Così Violet proverà a lasciarsi alle spalle la fredda vita militare e il suo vecchio soprannome "L'arma" ma non sarà un'impresa facile.




Oggi. La giovane Violet ora non veste più i panni di un militare da quel giorno in cui il Presidente dell'azienda, amico del Maggiore Gilbert, l'ha assunta prima come postina e successivamente come bambola di scrittura automatica, il suo aspetto è di gran lunga migliorato. Ora è vestita in modo elegante, con i suoi lunghi capelli raccolti in un nastro adornato da bionde trecce, in modo da mettere in risalto i suoi occhi azzurri come il mare, abiti che mettono in risalto la sua femminilità per anni velata da abiti nettamente maschili e da una vita che si addice poco ad una ragazza ma che, sotto alcuni aspetti, la rendeva felice perché era in compagnia del Maggiore Gilbert. Violet fu data in custodia a Gilbert quando ancora era una bambina, sua madre l'aveva abbandonata ed il fratello del Maggiore la trovò abbandonata in un vicolo polveroso, così decide di prenderla con sé e la portò a casa... decise di donarla come arma umana a suo fratello Gilbert, che proprio quel giorno aveva ottenuto una promozione. Gilbert possedeva un animo diverso, e diversamente da suo fratello, possedeva un cuore compassionevole. Suo fratello gli disse di non affezionarsi troppo a lei, la considerava solo un'arma con cui poter combattere le loro guerre ed uscirne illesi, ma per Gilbert era diverso... lui, non appena la vide, si affezionò subito a quella bambina senza nome, sporca di fango e polvere, con i lunghi capelli biondi che le coprivano il viso e due occhi azzurri pieni di malinconia. Fu lo stesso Gilbert a donarle il nome che porta ancora oggi, un giorno si trovavano in giardino e Gilbert vide un fiore bellissimo, una viola detta anche "la viola del pensiero", è il fiore degli innamorati, nel significato dei fiori la viola del pensiero è un fiore perfetto da regalare alla persone di cui si è innamorati. Secondo le leggende francesi dentro i petali delle viole del pensiero è possibile scorgere il volto della persona amata.  Quel giorno il Maggiore Gilbert osservando quel timido fiore le disse: "Ti chiamerò Violet, ti piace questo nome? Vedrai che crescendo ti donerà sempre di più!" Era solo una bambina, ma quel gesto le rimase impresso negli anni a venire. Dicevano che Violet non avesse un cuore e che non conoscesse i sentimenti, ma non era propriamente così... possedeva un cuore ed anche sentimenti, solo che era stata cresciuta come un'arma umana e non riusciva a capire i sentimenti delle persone, anche quelle più care e a lei più vicine. Gilbert fu per lei un padre, un compagno, un Maggiore da cui ricevere ordini, un amico e molto altro ancora, ma dal giorno in cui finì la guerra non aveva più avuto sue notizie e ne soffriva intensamente. Quel giorno, lei e Gilbert si trovavano sul campo di battaglia, lei era la sua arma se non il suo braccio destro ed asso nella manica, Violet venne gravemente mutilata quel giorno e le vennero amputate entrambe le braccia, poi sostituite con due protesi d'acciaio, mentre il Maggiore Gilbert rimase gravemente ferito a tal punto che le chiese di fuggire e di lasciarlo lì... la ragazza non possedeva le braccia e non poté portarlo via con sé. Gilbert: "Violet, devi andartene o morirai..." Violet: "Io non posso lasciarti qui!" Urlò con convinzione la ragazza, mentre i suoi occhi cominciarono a lacrimare quasi impercettibilmente e il sangue le scorreva lungo la fronte e il corpo mutilato dalle ferite... Gilbert: "Vattene, ora! E' un ordine!!" gridò il maggiore Gilbert con tutto il fiato che aveva in gola. Erano molti anni ormai che combattevano insieme, Violet era cresciuta ed era diventata un membro effettivo dell'esercito e Gilbert era sempre stato il suo comandante, non voleva lasciarlo lì in attesa che sopraggiungesse la morte, cercò di trascinarlo afferrando la sua giacca mimetica con i denti ma non aveva abbastanza forza... quando lui le urlò di andar via si vide costretta ad obbedire seppur a malincuore, a quelle parole dettate dalla disperazione e dal dolore seguirono due parole molto diverse, che Violet non seppe interpretare. Gilbert: "Ti Amo. Ora vai e vivi!" quando Violet sentì quelle parole non riuscì a dire niente... capì che erano importanti, ma non comprese il loro significato, uscì dal campo di battaglia e da quel giorno non lo rivide più. Questo è il passato di una ragazza per metà umana e per metà meccanica (arma da combattimento), che ora sta scrivendo lettere per chi non sa trovare le giuste parole, per chi non possiede istruzione, per riuscire un giorno a comprendere il vero significato di quelle parole. Per trovare il Maggiore Gilbert e poterlo riabbracciare ovunque egli sia. Lavorando come bambola, Violet ha scritto diverse lettere, molte sentimentali, altre occasionali, ha imparato molto ed ha ancora molto da imparare... non scrive più semplici verbali, ma lettere vere, in cui traspaiono i sentimenti e l'umanità di chi vuole spedirle ad una persona amata o ai propri cari. La ragazza col passare del tempo diviene sempre più in gamba ed esperta, il suo intento è trovare il Maggiore Gilbert, non può credere che lui sia morto o che l'abbia semplicemente dimenticata, che non abbia più bisogno di lei perché ha le braccia meccaniche e non ha più la manualità di un tempo. Violet diventa famosa per le sue lettere, scritte anche per persone importanti come una Principessa inglese che voleva far sapere al suo futuro marito quanto lo amasse anche se possedevano ben dieci anni di differenza, anche se si erano visti una sola volta sotto la dolce luce della luna, nel giardino della sua nobile dimora. La notorietà ed il successo che Violet sta riscuotendo la aiutano a raggiungere quello che sin dall'inizio era lo scopo per cui aveva iniziato a lavorare come bambola: ritrovare Gilbert e conoscere il significato profondo nascosto dietro quelle due semplici parole "Ti Amo". Un giorno, mentre si recava a lavoro, ricevette una lettera anonima in cui vi era scritto l'indirizzo di un posto in cui avrebbe potuto rivedere il Maggiore Gilbert. Letta la lettera, Violet non ebbe nemmeno il tempo di rispondere... chiese un giorno di riposo a lavoro e si diresse nel punto esatto in cui si trovava quell'indirizzo. Arrivò lì incredula e col cuore in gola, strane sensazioni a lei del tutto sconosciute la invasero completamente. Negli ultimi tempi le capitava spesso di immaginare il volto di Gilbert, di vederlo per strada e di avvicinarsi gridando il suo nome per poi accorgersi che in realtà non era lui ma qualcun altro che gli somigliava... di lui possedeva una spilla color smeraldo che comprò insieme al Maggiore un giorno, passeggiando in un mercato, quella spilla era molto importante per Violet...  lei aveva notato la straordinaria somiglianza del colore della pietra incastonata nella spilla con gli occhi di lui, Violet:"Incredibile, possiede lo stesso colore dei vostri occhi" lui gliel'aveva fatta indossare e da quel giorno, la ragazza l'aveva indossata notte e giorno, soprattutto dopo quella tragica battaglia che li aveva drammaticamente divisi. Arrivata in quel posto si rese subito conto che si trattava di un Ospedale, chiese al gabbiotto dove avrebbe potuto incontrare il Maggiore Gilbert e venne spedita all'ultimo piano dell'edificio. Era il reparto reanimazione, quando vide che Gilbert molto probabilmente si trovava lì sentì che era stata una stupida solo per aver pensato che il Maggiore non volesse più vederla perché era diventata per metà meccanica. Un medico del reparto le andò incontro per chiederle chi fosse e se possedeva qualche parente in quel reparto a cui voleva far visita. Il dottore le disse che l'accesso era riservato solo ai parenti più stretti, così Violet gli disse che era la sua compagna, raccontandogli delle battaglie e del tempo che avevano trascorso assieme... il medico la fece passare indicandole la stanza in cui avrebbe trovato il suo Gilbert. Il ragazzo era disteso su un letto, immobile, in stato vegetativo... il suo era un coma persistente. Era bello come allora, con corti capelli castano blu in parte coperti da bendaggi, un po' come per il resto del corpo che stava ancora guarendo dalle profonde ferite che gli erano state inferte in battaglia. Violet vedendolo in quello stato si sentì soffocare... il dottore le fece un cenno e la lasciò sola con il Maggiore, inerme e assente su un letto d'ospedale, mentre era appeso ad un filo tra la vita e la morte. La ragazza possedeva una grande intelligenza ed un fisico atletico, era abituata a combattere, ma vederlo in quello stato e non riuscire ancora a comprendere pienamente la natura dei suoi sentimenti verso quell'uomo disteso su un letto d'ospedale la rendevano inquieta... aveva voglia di urlare tutto quello che aveva dentro, ma sentiva come un nodo in gola, in parte dovuto al fatto che il dottore prima di entrare le aveva spiegato la situazione dicendole che molto probabilmente lui non si sarebbe mai svegliato e che, se ciò non fosse avvenuto in breve tempo sarebbe morto o comunque rimasto in quello stato per il resto dei suoi giorni. Mentre mille pensieri confusi le affollavano la mente, Violet poggiò la testa sul petto fasciato del Maggiore Gilbert per sentire se il battito del suo cuore era regolare... quando si sentì tranquillizzata nel sentire il suo cuore battere regolarmente prese a parlare come in un monologo. Gli chiese scusa per aver dubitato di lui, gli raccontò dei suoi progressi come bambola di scrittura automatica, gli raccontò di quella volta in cui lui le aveva donato quel nome stupendo e del giorno in cui le aveva messo indosso quella spilla color smeraldo che conserva gelosamente... gli raccontò tutto questo pur sapendo che non poteva sentirla né risponderle, ma dentro di sé sperava che quelle parole lo avrebbero risvegliato dal coma che lo legava ad un destino infame ed immeritato, visto che lui era sempre stato buono e comprensivo con lei. Infine, Violet gli disse il vero motivo per cui aveva intrapreso la strada di bambola per quell'agenzia gestita da quel suo amico... in verità lo aveva fatto perché aveva difficoltà ad interpretare e comprendere i propri sentimenti e quelli delle persone a lei più care, voleva sapere il significato di quelle due parole che lui le disse prima di separarsi in quella battaglia violenta, senza precedenti. Quando Violet pronunciò quelle parole "Ti Amo", il ragazzo iniziò a dare qualche segno di vita, i suoi battiti aumentarono e i valori si stabilizzarono. Aspettò prima di chiamare il dottore, forse si trattava solo di un falso allarme... ma quando lui aprì lentamente i suoi occhi verde smeraldo e li indirizzò verso di lei, seppe che non era un allucinazione, non era solo un sogno... Gilbert si era svegliato dal coma. Vedendola così preoccupata, il Maggiore Gilbert si apprestò a rassicurarla come aveva sempre fatto dopo ogni battaglia: "Non morirò, te l'avevo promesso dopotutto che sarei sempre tornato da te..." quelle parole la rassicurarono e ancor di più, le braccia bendate di lui che la cingevano in un abbraccio. "Maggiore Gilbert..." disse Violet con voce spezzata, Gilbert "cosa c'è? Credevi che ti avrei abbandonata? Ti sono mancato almeno un po'?" In realtà Violet aveva qualcosa di più importante da chiedergli, ma non riusciva a trovare il coraggio... cosa strana per lei che aveva sempre avuto i nervi saldi ed aveva combattuto come una guerriera per buona parte della sua breve vita. Violet "veramente volevo chiederti il significato di quelle due parole che hai pronunciato quel giorno prima che ci separassero... sono diventata una bambola per riuscire a comprendere meglio i sentimenti delle persone, ma faccio ancora fatica ad interpretare i miei di sentimenti... per esempio, ora che sono vicino a te mi sento così bene che potrei anche morire e nemmeno me ne accorgerei, mentre pochi minuti fa vedendoti in quello stato credevo che sarei morta per il dolore, il mio cuore sanguinava." Gilbert sentendo quei discorsi capì che Violet stava imparando ad amare, che aveva scelto quel percorso per diventare sempre più un essere umano e sempre meno una macchina da combattimento, un'arma da usare a proprio piacimento. Gilbert "Vuoi sapere cosa significa Ti Amo? Ora te lo spiego." Il Maggiore Gilbert afferra la ragazza con delicatezza e la bacia teneramente, Violet non aveva mai avuto una relazione sentimentale fino ad allora, non conosceva l'Amore ed aveva trascorso buona parte del suo tempo lavorando o combattendo. La vicinanza del Maggiore la rendevano una persona nuova, diversa, sempre più umana, insieme a lui si sentiva insieme forte e debole. Quel gesto fu più convincente e diretto di mille risposte che avrebbe potuto darle e che probabilmente non avrebbe mai compreso fino in fondo... dopo quel bacio capì di essersene innamorata.

   
 
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