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Autore: Spensieratezza    12/02/2018    5 recensioni
Sequel della mia storia "la catena dell'estasi"
Chi ha amato quella storia non può lasciarsi scappare questa, dove Sam e Dean faranno addirittura la conoscenza di un professore misterioso di università, che scombussolerà e ribalterà tutta la situazione dei rapporti famigliari che i due ragazzi avevano o credevano di aver avuto fino a quel momento! :)
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La catena dell'estasi, dell'amore e della famiglia'
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Philip li aveva portati a casa sua e fortunatamente i paparazzi non avevano ancora scovato dove abitava, inoltre anche se l’avessero scoperto, avrebbero avuto qualche difficoltà a superare il cancello imponente della casa. I fratelli lo sapevano bene, erano già stati a casa sua, una volta.

Philip aveva voglia di continuare a inveire contro i paparazzi e i fotografi, rei di star loro rovinandogli la vita, ma vide lo sguardo di Sam, mentre stavano rientrando alla villa, vide che era pallido e sembrava non stare bene per niente, quindi tacque per non farlo stare peggio.
 


Una volta entrati alla villa, Philip preparò una camomilla rilassante per lui e i ragazzi, quando sentì la voce di Dean cercare di tranquillizzare suo fratello, che si era disteso sul divano.

“Ehi, va tutto bene, Sam, fratellino, non ci daranno più fastidio, quelli. Cerca di rilassarti. Non pensarci. Lo vuoi un cioccolato?”

Sam non aveva aperto bocca da quando avevano lasciato l’appartamento. Era preoccupante.

“Dean, vieni un momento.” lo chiamò Philip.

“Cosa c’è?” chiese lui, arrivando in cucina.



“Credi che sia sotto shock?”

“No..è…deve solo rimettersi. Insomma..” e il maggiore e suo padre ripresero a parlare dell’argomento, cercando di essere più silenziosi possibili, ma dopo alcuni minuti, Dean sentì dei lamenti venire dal salotto, quindi allarmato, si mosse a vedere che stava succedendo.
 
“Sam. Saaam.”

Philip, allarmato anch’esso dalla voce di Dean, si sbrigò a raggiungerlo anche lui in salotto, in tempo per vedere il maggiore che cercava di scuotere il fratello minore, che seduto sul divano, sembrava preda di una paralisi o di shock.



“Sam, guardami, guardami, ehi, mi guardi?”

“Dean, che gli succede?”

“Un momento..” disse Dean, alzando una mano. “Sam, ehi, mi stai guardando. Che ne dici di abbracciarmi? Avanti, fratellino, ho bisogno di un abbraccio. Di un TUO abbraccio.”
 
Sam sembrò riscuotersi dal trauma e dalla paralisi, ora guardava Dean, ma continuava a tremare, come preda delle convulsioni.

“Dean…io..io mi sento malissimo..”

“Cosa ti senti? Puoi dirmelo?”

Philip aveva cercato di prendere Sam, ma Dean l’aveva scacciato via con una mano.

“Non..non riesco a respirare..” disse Sam con le lacrime agli occhi.

Dean lo guardò cercando di non farsi prendere dal panico.
“Stringiti a me. Puoi farlo?”

Sam senza rispondere, si strinse a lui e Dean lo tenne stretto, con la testa sul suo petto.

“Respira attraverso di me. Puoi farlo. Ti do il mio respiro. Prendilo. Avanti.” Disse Dean, cullandolo e poi dandogli un bacio sulla bocca.

Non c’era nulla di sessuale, ma piuttosto di curativo in quel gesto. Dean registrò molto più tardi che era stato un gesto avventato quello di baciare Sam sulla bocca, davanti a loro padre, ma in quel momento voleva solo che suo fratello stesse meglio.

Philip stesso rimase sbalordito, realizzando che non avevano mai fatto una cosa del genere davanti di lui, ma non disse niente, troppo preoccupato di sapere Sam al sicuro.
 
Sam malgrado stava male, non si sottrasse al bacio, anzi, si aggrappò alle spalle del fratello maggiore ricambiando languido il bacio, abbracciandolo e sospirando a lungo quando il bacio fini, per poi, tornare ad abbracciarlo restando aggrappato a lui. Una scena che trasudava tutto l’amore che anche il minore provava.

“D-dovremmo..metterlo a..”

“No..” disse Dean, continuando a cullare Sam, seduti entrambi sul pavimento. “Non ancora..” disse al padre, che si sentì impotente più che mai a quella scena.
 
I suoi figli si bastavano l’uno all’altro. Non avevano bisogno di lui. Mary e John li avevano tolti a lui e avevano negato a lui anche il loro affetto e forse anche il bisogno di lui. Quel pensiero gli faceva male al cuore.
 
 
 
 
 
*

BAAAM.

John alzò gli occhi dal suo ufficio, spaventandosi, credendo che qualcuno avesse sparato alla porta o qualcosa del genere.

“Che diavolo…Chi c’è?

La porta si aprì e ne uscì fuori Philip in persona.

“Mi dispiace, signore, ho cercato di fermarlo, ma non c’è stato verso..io..”

“Va tutto bene, vada pure, Mary Anne..” disse John, cercando di restare impassibile, ma il volto infuriato di Philip doveva farlo restar in tensione non poco.

La segretaria dell’agenzia fotografica se ne andò, guardando Philip e John con aria spaventata.
 
“Dunque, ci rivediamo, Philip. Finalmente di nuovo faccia a faccia.” Disse, restando in piedi.

“Credevi davvero che non sarei venuto a cercarti dopo tutto questo casino?”

“Credevo non ne avresti avuto il coraggio, lo ammetto. In fin dei conti hai aspettato di finire in televisione, per questo, no? La cosa è diventata di dominio pubblico, prima che ti decidessi a muovere il culo.”

“Chiami cosa, i miei figli?” disse Philip con le lacrime agli occhi.

John lo guardò con aria sorpresa.

“Che cos’è questa finta aria neodrammatica? Devo ammetterlo, sei un bravo attore. Se non ti conoscessi, potresti quasi convincermi.” Rise poi. “Tu non li hai mai voluti, Philip. Sapevi quello che eri, sapevi che non avrebbero mai potuto avere una vita vera e felice con te ed è per questo che li hai lasciati andare..e hai lasciato andare Mary.”

“Sei proprio un essere abbietto, John..”

“Se non fosse come io dico, perché non hai detto a Sam e Dean del test che hai fatto di nascosto da loro? Non gliel’avresti mai detto, Philip. È questa la verità. Sei stato costretto. E non l’avresti fatto perché non li volevi, non li volevi in passato e non li volevi ora..mentre io invece,…sarò quel che sarò, forse un mostro, ma almeno, IO, li volevo con me.”

“Li volevi talmente con te da privare la madre di un figlio e l’altro figlio di un fratello, per chissà quali sporchi giochi contorti della tua anima..” gli disse Philip, vicinissimo al suo viso.
 
John lo guardò con un sorriso crudele.

“Ci rivedremo in tribunale, mio caro Philip. Non finisce qui.”

“Cosa?” Philip rise. “Credi davvero che qualsiasi giudice sano di mente ti farebbe vincere una causa? Dopo che hai seminato figli a destra e a manca e li hai abbandonati a chiunque?”

John sembrò alterato per la piega che aveva preso la situazione.

“Primo. NON – PARLARE – DI COSE – CHE NON – CAPISCI. E secondo, io e Mary ormai abbiamo ricostruito una famiglia. Che razza di famiglia potranno mai avere con te? Un professore fallito, cacciatore di mostri, innamorato di un lupo? Chi dei due dovranno chiamare PAPÀ se vivessero con voi?”

“Attento..” lo minacciò Philip.

“Non lascerò che i miei figli chiamino papà, il tuo cane addomesticato.” Disse John sputacchiando saliva qua e là.
 
Era troppo. Philip poteva sopportare che insultasse lui, ma non le persone che lui amava.
Un pugno.
Subito seguito da una smorfia alterata e sorpresa di John, seguita stavolta da un suo pugno e nel giro di attimi, ci fu una zuffa in quello studio.
   
 
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