Storie originali > Epico
Segui la storia  |       
Autore: _Lakshmi_    12/02/2018    1 recensioni
[AU Scolastica]
Dal primo capitolo:
Il pullman è la barca, l'autista è il tristo traghettatore di anime.
Se Dante avesse scritto la Divina Commedia nel XXI secolo, probabilmente lui e Virgilio avrebbero viaggiato su un mezzo pubblico, schiacciati nella calca di teste pensanti -chi più, chi meno- ed ansiogene, concentrate unicamente sull'imminente verifica o interrogazione.
Caronte aspettava gli spettri imbottiti di caffè e di zuccheri, tamburellando le ossute dita sul volante a ritmo della colonna sonora delle sue lunghe traversate: [...] lui, infatti, in mezzo a tutta quella vita, si limitava ad ascoltare e a cantare le note della sua amata canzone, guidando la nave sul fiume di nero asfalto.

[Attenzione: rivisitazione miti in chiave moderna ed utilizzo di stereotipi]
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quando Policleto scoprì i manga Yaoi

Quando Policleto scoprì i Manga Yaoi

[raccolta di One-shots]


Così come un battito d'ali di farfalla può sconvolgere la vita di centinaia di persone dall'altro capo del mondo, allo stesso modo un manga può rovinare i pomeriggi di poveri martiri.


Lunedì, 4A Artistico, quarta ora.

    I radi capelli bianchi erano ancor più bianchi e radi, rinsecchiti come foglie autunnali che al primo soffio di vento decidono di cadere al suolo, staccandosi dal vecchio ramo d'appartenenza.
Gli occhi sottili, nascosti dietro ad occhiali a fondo di bottiglia capaci di ingigantirli oltre l'umano, saettavano da destra a sinistra impossessati probabilmente da qualche furia.
Il respiro rauco ed affannato preannunciava -oltre ad un possibile malanno stagionale- il malumore del professore, dovuto probabilmente a qualcosa.
Policleto, in queste drastiche condizioni fisiche, si sedette in cattedra, ponderando su quanto aveva visto e su quanto stava per annunciare: l'ignoranza, dopotutto, andava debellata.

<< Per giovedì...>>

Silenzio assoluto. Tutti attenti. Qualche colpo di tosse dal fondo per dare atmosfera.

<< Per giovedì voglio venti tavole di anatomia. Studio delle ossa e dei muscoli. Chi non me le presenta prenderà un due sul registro.>>

Ancora qualche attimo di silenzio, prima di una vana ed inutile rivolta studentesca repressa con note disciplinari.


Ma come era nato tutto ciò?


Lunedì, 3B Scienze Umane, prima ora.

    Persefone aveva un grave problema nella sua difficile vita di adolescente: sua madre, che la proteggeva in ogni situazione e da ogni essere vivente per custodire la sua pura giovinezza dalle crudeltà del mondo.
Quando le sue amiche alle medie avevano iniziato a truccarsi, Demetra le aveva condannate come “Future lavoratrici sull'autostrada” ed aveva impedito alla preziosa figlia di frequentarle; quando, nel periodo di San Valentino, tutti avevano trovato l'anima gemella, l'unico martire che era riuscito a vincere la paura e le si era avvicinato, si diceva che fosse stato spedito in Siberia ai lavori forzati in qualche miniera.
Inoltre, tutti i contatti erano prima controllati ed approvati da sua madre, Demetra. Poteva far shopping solo con sua madre, Demetra, e comprare solo i vestiti approvati da sua madre, Demetra. Aveva la possibilità di uscire la sera con le amiche -precedentemente approvate, sia ben chiaro-, solo se poi rientrava ad un orario non oltre le undici e mezza di sera.

Ah, sì, orario ovviamente stabilito ed approvato da sua madre, Demetra.

In una così drastica situazione, raggiunta la tappa del Liceo, un ragazzo poteva agire in due e in due soli modi: o fare un salto carpiato dall'ultimo piano di un palazzo, oppure diventare il peggior criminale in circolazione.
Persefone stava seguendo la seconda via, passo dopo passo, raggiungendo piccole, grandi libertà in quel regime totalitario in cui era costretta a sottostare; tuttavia, prima di arrivare al massimo atto di ribellione e di presa di coscienza personale, la prima tappa di questo lungo cammino fu l'accettare un piccolo, prezioso volumetto da parte di Alcippe.

<< Allora, hai finito di leggerlo?>> domandò con un gran sorriso l'amica, nonché compagna di banco, mentre il professore di Psicologia interrogava i prescelti di quella lezione.
<< Sì! Ma quindi finisce così?>> gli occhi celesti di Persefone brillarono di gioia, guardando la ragazza dispensatrice di verità.
<< Guarda...>> Alcippe scrutò tutt'attorno cauta, prima di continuare il discorso abbassando ulteriormente la voce, come se stesse per proferire un importante segreto di Stato << Sono solo voci, ma... la mangaka sta pensando di fare un seguito.>>
<< Davvero? Spero che diano più spazio alla terza coppia... era così carina.>>
<< Quella del ragazzino e dell'insegnante? Sì, sì... ha detto che ci sarà un capitolo solo dedicato a loro. Ma sono solo rumors.>>

Persefone rise contenta con l'amica a quella magnifica notizia.
Il Professor Eros, attratto da quella risatina decisamente meno vaga rispetto alla più che vaga affermazione “la Psicanalisi nasce all'incirca dopo l'Illuminismo, ma prima della Seconda Guerra Mondiale. In quei decenni lì, insomma”, si alzò per raggiungere il suono cristallino (e, al tuo temporaneo allontanamento, gli interrogati, ovviamente, ne approfittarono per aprire con foga i quaderni, libri, bigliettini e coperchi di calcolatrici per ripassare).
Il docente saltò quindi per il lungo gli zaini, per il largo i cappotti, per l'obliquo la classica immondizia sparsa sul pavimento, fino a raggiungere gli ultimi banchi dove si trovavano i due soggetti incriminati.

<< Allora, cosa sta succedendo?>> domandò con tono autoritario, risultando comunque meno severo del dovuto: dopotutto, era un uomo di buon cuore e, se non in casi eccezionali, non riusciva mai ad incutere timore.
<< Scusi, profe... stavamo solo ripassando.>> mormorò imbarazzata Alcippe, chinando lo sguardo cremisi sul libro di testo.
<< Mhm? Le mie materie sono così divertenti?>>

Persefone nel frattempo provò ugualmente a nascondere le prove, ma fu un attimo troppo lenta rispetto alla rapidità del professore, che le strappò dalle mani il prezioso volumetto.
Un vero e proprio tuffo al cuore per le due ragazze.

<< E cosa abbiamo qui?>> Eros aprì il manga, tuttavia, oltre a capitare in una pagina di dialogo tra uomini disegnati probabilmente da Picasso affetto da sbornia, non trovò nulla di sconvolgente. Sfogliò con noncuranza il resto del libretto, ma ormai la sua attenzione era tornata agli interrogati << Questo è sequestrato. Dovete prestare attenzione all'interrogazione e, soprattutto, non disturbare.>>

Il manga fu chiuso nel cassetto della cattedra, in mezzo a giustifiche ed altre autorizzazioni.
E lì, purtroppo, rimase per il resto della giornata.


Il danno vero e proprio.


Lunedì, 3B Scienze Umane, terza ora.

    Policleto odiava profondamene ogni forma d'arte che sfuggiva al preciso criterio di proporzionalità sancito da secoli e secoli: l'arte moderna e contemporanea, per lui, avevano solamente trasformato la figura umana in un ammasso di linee confuse, distorte ed orripilanti, ricercando nel bizzarro e nel blateraggio sul significato il nuovo senso di bellezza.
Ma per Policleto, insegnante di Anatomia e Scienze Naturali, una simile libertà era un vero e proprio insulto all'intelletto: la bellezza non poteva e non doveva essere caotica, bensì doveva seguire un canone, un ordine riconosciuto universalmente.
In quella splendida giornata di pioggia, una simile persona positiva si era ritrovata a far supplenza in una classe delle Scienze Umane, liceo capace di partorire solo malati mentali convinti che la Psicologia fosse, a tutti gli effetti, una scienza: era ovvio a tutti, però, che la Psicologia non avesse nulla di scientifico o di rigoroso, tanto da avere più teorie che esperti del settore.
In quel pessimismo cosmico, tuttavia, il professore si fece ugualmente forza: la lezione sarebbe durata solo cinquanta minuti, grazie alla Ricreazione benedetta.

<< State seduti.>> esclamò una volta entrato nella stalla e preso posto alla cattedra.

Senza neppure alzare il capo o chiedere se avessero qualcosa da fare in quell'ora, iniziò a lavorare al computer, ignorando completamente le esigenze altrui.
Per la fama di essere un temibile docente che nel corso degli anni aveva mietuto vittime su vittime, infatti, bastava solo la sua presenza per instaurare un silenzio rigoroso. Nessuno quindi s'azzardò ad alzarsi, eccetto il pio Enea, che dopo una decina di minuti si presentò sulla soglia con brioche e cappuccino da asporto, freschi di bar.
Il professore lo fulminò.
Il ragazzo sentì l'animo precipitare nel baratro del terrore: tra tutti i supplenti che potevano sedersi alla cattedra, quello era sicuramente il più intransigente.

<< E tu?>> domandò monocorde Policleto, distogliendo l'attenzione dal portatile.
<< Ecco... avevo una visita e sono arrivato adesso.>>
<< Suppongo che tu abbia donato otto litri del tuo sangue, a giudicare dalla quantità di zuccheri che ti porti appresso.>> e l'ossuto dito dell'uomo indicò il krapfen alla crema galeotto << Signorino, nessuno le ha insegnato che si viene a scuola per imparare? Mi lasci qui il tagliando d'entrata e si sieda.>>

Enea lasciò il biglietto sulla cattedra e, veloce come una lepre, si sedette al proprio posto in fondo all'aula; dopo un attimo di stallo, i discepoli accanto e davanti a lui accettarono sottobanco (letteralmente) la santa spartizione di croissant, in cambio di monete sonanti.
Policleto, nel frattempo, aveva aperto il cassetto per mettere via la testimonianza d'entrata, tuttavia la sua attenzione fu catturata da un libercolo insolito, dal nome sicuramente cinese: Junjou Romantica.

Cosa diavolo significava?

Corrucciò la fronte davanti a quella copertina colorata e, per studiarne il contenuto, provò ad aprirlo con estrema cautela, quasi si trattasse di una bomba ad orologeria. Era a pagina dieci, ma ciò che vide fu peggio di un'intera mostra d'arte contemporanea.

Mani giganti.
Corpi deformi.
Visi triangolari.
Posizioni oltre il limite dell'umana concezione.

Il suo cuore non resse un tal concentrato di sproporzione e di bruttura, tanto da tingere l'intero viso di un brillante color rubino, mentre la mano era in preda a violenti tremori incontrollati.
Tutto ciò era assolutamente inconcepibile.


Infine, il battito d'ali per spiccare il volo.


Presidenza, dopo le lezioni.

    I sensi di colpa si leggevano sul corpicino di Persefone: lo si poteva vedere dal suo modo di martoriarsi le mani o dal suo biondo capo chino, con lunga chioma quasi a coprirle il volto afflitto per ciò che aveva causato. Ma di tutto l'accaduto, quello che realmente la terrorizzava era la possibile reazione della madre.

Era già stata informata? Aveva visto la chiamata? Il suo telefono era forse scarico?

Lavorando in ufficio, probabilmente aveva lasciato il cellulare in modalità silenziosa e non aveva sentito: già altre volte, quando l'aveva chiamata per un malessere, febbre o quant'altro, non aveva risposto; ma era normale, insomma, era decisamente più importante lo stipendio per riuscire a sopravvivere fino a fine mese, piuttosto che qualche febbriciattola passeggera.
Tuttavia, Persefone non poté non sospirare gravemente.
Davanti a lei, in fila indiana, avevano inoltre sfilato i ragazzi dell'artistico, che per colpa della sua disattenzione si erano ritrovati con ben venti tavole da portare a termine entro giovedì: non era esperta di film su grandi battaglie, però aveva visto fotogrammi di reduci di guerra conciati in un modo più dignitoso.

<< Tra tutte le persone che potevano sedersi su quella poltroncina, tu sei sicuramente l'ultima, Piccola Testolina Bionda.>>

La voce di un professore la distolse dai suoi pensieri.

<< Non te l'ho mai detto che, se proprio devi fare una tinta, per me staresti benissimo nera?>>

Un suono conosciuto, familiare, addirittura confortante.

<< Salve, Prof. Alettrione.>> Persefone sorrise al suo eccentrico docente di Filosofia, che nel frattempo le si era seduto accanto.

Quel giorno, come tutti avevano notato e fotografato, l'amato ex-modello sfoggiava peccaminosi pantaloni aderenti in pelle ( “Nessun'altra creatura può avere un fondoschiena così sodo! <3” “Afrodite... no.” “Uffa, Eros sei noioso”), abbinati a scarpe dal valore di un'automobile e ad una lunga maglia senza maniche di un candore che lasciava quasi intravedere i magnifici pettorali; il tutto ovviamente coronato da un'immancabile, morbida pelliccia bianca, tanto per rimanere sobri.
Come una simile creatura angelica fosse precipitata nell'abisso dell'insegnamento, ancora era un mistero, tuttavia tutti apprezzavano il suo lato... beh, qualsiasi lato.
Non era importante specificare quale.

<< Allora?>> chiese l'uomo, inclinando dubbioso il capo << Hai l'aria di una persona che ha bisogno di parlare. Ed io ho del tempo libero.>>

Era decisamente un comportamento atipico da parte di un insegnante, ma proprio nella sua sfera di creatura atipica risultava essere un grande aiuto per lo studente confuso ed incerto, bisognoso di qualche parola sincera.

<< Beh... ecco... ho portato a scuola del materiale... non adatto, ecco.>> mormorò la giovane, un sussurro quasi impercettibile e biascicato.
<< Un porno? Accidenti, non ti facevo così audac-...>> tuttavia il suo tono quieto non fu lo stesso adottato dal docente, decisamente più rumoroso.
<< NO!>> la fanciulla aveva assunto le tinte più calde del bordeaux, tanto da istigare la risata nel giovane uomo che le scompigliò i capelli con un amorevole gesto materno << Ci sono solo scene... un poco... ecco... oltre... tra due... ragazzi.>>
<< Ah? Se proprio ti devi dare alla pornografia, ti consiglio dei film francesi che sono sempre molto interessanti: alcuni non hanno sottotitoli, ma credo che non abbia imp-...>>
<< Profe, non è pornografia.>> ribadì la povera Persefone ormai diventata di un rosso brillante, luminosa quanto un semaforo.

I sensi di colpa, insieme alla vergogna per ciò che aveva fatto, le stavano opprimendo l'animo in una morsa insopportabile.

<< Hai mai vissuto la tua vita facendo qualcosa per te stessa?>> alla domanda improvvisa, l'allieva fu alquanto sorpresa, tanto che guardò l'insegnante confusa ed affranta.
<< Beh...>>
<< Rispondimi con sincerità, non ti metto un voto.>>

Persefone deglutì a fatica, martoriandosi ancora le mani per l'ansia che le stringeva le interiora: Alettrione non era certo un professore severo o senza cuore, anzi, sembrava quasi aver interiorizzato e fatto propri gli studi universitari di Psicologia.
Forse, effettivamente, una parola confortante poteva risollevarle il morale ormai sprofondato in un oscuro abisso.

<< ...non voglio deludere mia madre.>> biascicò a fatica, come se la verità fosse troppo difficile da ammettere.

Quello sguardo e quelle parole comunicarono molto al docente, che, trovata l'origine di ogni male, si alzò e con fare teatrale spalancò le braccia.

<< Per non deludere qualcuno ti annulli, quindi?>> Alettrione, nella sua decisamente non spiccata altezza, si chinò un poco, tanto da essere suo pari << Sei nell'età più bella: esprimiti come più ti piace. Se vivi nel terrore e nell'ansia non riuscirai mai a capire chi sei veramente.>>

C'era perplessità in Persefone.
Nella totale follia di quel professore, infatti, aveva visto uno spiraglio di luce, una possibilità di uscire da quel circolo vizioso di angoscia e repressione: esprimere se stessa, dopotutto, non significava per forza andare contro i voleri di sua madre... giusto?
Non voleva dire compiere chissà quali atti di ribellione adolescenziale, no di certo.


Giusto?




Fine Oneshot!


Policleto:
scultore greco, padre del canone relativo alla proporzione dei corpi.
Alcippe: figlia di Ares, appartenente ad un altro mito.

Mangaka: autore di un manga.
Porno francesi: davvero, non ho mai visto un porno (vabbeh, Game of Thrones, I Borgia e qualsiasi altra serie tv fantasy/storica esclusa), mi baso sul “sentito dire”. Confido nella fonte.
Junjou Romantica: l'anime è composto da 30 puntate o più. E mannaggia a loro, la coppia più decente è rinnegata a sole 3-4 puntate.


Angolo dell'autrice:

    Eccoci qui con un nuovo capitolo! Devo dire che questo ponte di Carnevale è arrivato al momento giusto: mi serviva un attimo di respiro dopo un periodo intenso di verifiche e di interrogazioni.
Certo, ho ancora ansia per Letteratura Inglese (visto che, non lo nego e non ne faccio un vanto, faccio veramente una fatica tremenda con Inglese), ma almeno sono viva e ho recuperato addirittura le ore di sonno perse a ripassare.

Comunque, come è nata l'idea per questa storia?
Semplice: dalla minaccia più che concreta di “Dobbiamo finire di vedere la terza stagione di Junjou Romantica”.
Poi Junjou Romantica si è collegato a quella parte generale del Neoclassicismo che stavo studiando... e il mio sadismo interiore ha fatto il resto.
Non si parla esattamente di un mito, o perlomeno, a grandissime linee sì, visto che ho voluto mettere le basi per il mito di Persefone: non è facile per un ragazzo che ha subito un certo tipo di educazione ribellarsi alla figura genitoriale e, per questo, ho deciso di stendere i suoi piccoli, grandi cambiamenti nello scorrere dei futuri capitoli (quando, ovviamente, compare).
E... sì, Alettrione è la mia mascotte personale. La povera gente che è costretta a sopportarmi nella vita quotidiana lo sa bene.

Detto questo, come sempre ringrazio davvero chi ha dedicato un po' del suo tempo a leggere/commentare/aggiungere questa storia: tornare a casa dopo giornate pesanti e vedere una recensione o anche solo una persona in più che ha iniziato a seguire questo delirio, beh... fa sempre piacere.
Spero di non deludervi!


Un bacio da _Lakshmi_!

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Epico / Vai alla pagina dell'autore: _Lakshmi_