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Autore: missredlights    12/02/2018    5 recensioni
Senti il timbro della sua voce e sai che non stava mentendo, sai anche tu che dice la verità. Senti il martellare del tuo cuore fin dentro le orecchie. Puoi sentire le tue guance tingersi di un leggero rossore. Da quanto tempo avevi aspettato tutto questo?
"3° classificata al contest The Secrets beyond the Stones indetto da Fiore di Cenere sul forum di EFP".
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice, Oz Vessalius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Tu, splendida creatura, sei rinchiusa nella torre più alta di un castello abbandonato. Ricordi poco della tua vita, troppi buchi possiede la tua memoria.

Cosa ne è stato del mio passato?

Te lo sei chiesta ogni giorno, piccola Alice, specialmente da quando nella tua vita è comparso Oz. Cosa è stato a farti innamorare di lui? I suoi capelli? I suoi occhi verdi? E quando, soprattutto, lo hai capito? Quando lo vedevi fare la corte a tutte le ragazze che incontrava? Quando voleva sposare Sharon?

Scuoti la testa, indispettita. I tuoi capelli neri, raccolti in due morbide trecce si spostato di qua e di là, ondeggiando. Ti guardi intorno e noti che tutto è sempre lo stesso: il carillon di tua madre suona ancora quella splendida melodia con la quale ti addormentavi da bambina. Se solo ti sforzi un poco di più riesci a sentire la voce di Lacie che canta per te, solo per te. Era il tuo balsamo, la cosa che più di tutte ti faceva stare in pace con te stessa. Il letto a baldacchino, vicino alla finestra, è inondato di luce. Puoi sentire il calore del sole sul tuo corpo, puoi sentire l’aria primaverile che viene dalla finestra. Fuori è primavera, piccola Alice, ma tu, perché sei in quella torre?

Per colpa sua.

Glielo avevi fatto capire in tutti i modi, e stanca, glielo avevi detto in un momento in cui non eri abbastanza lucida. Ti sentivi stanca, spossata, eppure dovevi riuscire ad esternare quel sentimento che ti stava logorando da tanto, forse troppo.

“Mi piaci.”

Lo avevi sussurrato, eppure lui l’aveva udito distintamente, vedendo come si irrigidiva, e avevi pensato – lo pensi ancora – di aver fatto la cosa sbagliata. Senza dare una motivazione sei scappata di nascosto, ti sei dileguata nell’ombra, piccolo coniglio nero, fuggendo nella torre dove hai trovato frammenti della tua memoria: il carillon di tua madre e una collana con un ciondolo appartenuta ad essa: un opale. Non sei mai stata brava con i significati delle pietre, ma ti piaceva e l’hai indossata.

“Alice!”

Vieni riportata alla realtà, paralizzandoti sul posto. Riconosceresti quella voce fra mille, quella voce tanto amata e tanto odiata.

“Alice, lo so che sei lì! Scendi!”

“No!”

La negazione ti uscì di getto, stupendoti da sola.

“Affacciati, almeno!”

Mordendoti un labbro, ti affacciasti alla finestra, vedendolo come un puntino lontano, ma ben distinguibile. Potevi perfino riconoscere l’espressione del suo viso.

“Perché sei qui, Oz?”

“Perché tu sei la mia preziosissima Alice.”

Sbuffi a quelle parole, ma non te ne vai via, rimani lì ad osservarlo.

“Eppure non dicesti nulla quella volta.”

“Sono stato sciocco, Alice. Avevo paura. L’amore per me non aveva senso, fino a quando non mi sono innamorato di te. Faceva male abbracciarti, faceva male ogni cosa con te. Eri come circondata di spine e avevo paura. E quando ti abbracciai, nei miei pensieri, non provai dolore ma solo calore. Alice, sono innamorato di te.”

Senti il timbro della sua voce e sai che non stava mentendo, sai anche tu che dice la verità. Senti il martellare del tuo cuore fin dentro le orecchie. Puoi sentire le tue guance tingersi di un leggero rossore. Da quanto tempo avevi aspettato tutto questo?

Ti volti verso la stanza e vedi lo specchio di fronte a te, con la tua immagine riflessa, eppure diversa da te: la tua gemella bianca. Ti sorride e ti invita a scendere con un gesto della mano. Ti sprona ad essere felice con il vero coniglio ed in quel momento ti viene da ridere, ricordandoti di come Alice insegue ovunque il coniglio, proprio come tu hai fatto con Oz.

Lo capisci in quel momento. Non riusciresti mai a scappare da lui, a stare lontana troppo a lungo. Sorridi a tua volta e lasci cadere le catene dalla finestra, scendendo. Senti l’aria che ti sfiora la pelle, ti scombina i capelli e cerca di alzarti i vestiti. Eppure non ti importa. Quando scendi e quando tocchi la terra con i tuoi piedi, vedendo Oz di fronte a te, pensi solo una cosa: che l’amore era un sentimento da scoprire e in quel momento volevi scoprirlo, con lui.

   
 
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