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Autore: Usagi_84    13/02/2018    13 recensioni
Cucinare? E che mai ci vorrà?
In fondo si trattava solo di seguire alcune istruzioni “alla lettera” e sarebbe andato tutto bene.
Si.
Alla lettera.
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Della serie: anche gli uomini sanno cucinare… se non sono distratti!


Cucinare? E che mai ci vorrà?
In fondo si trattava solo di seguire alcune istruzioni “alla lettera” e sarebbe andato tutto bene.
Si.
Alla lettera.
Detta così non faceva una piega, peccato che quel giorno le istruzioni da seguire sembravano avercela con lui e con il suo autocontrollo, già scarso di per sé ed ormai maledettamente prossimo al punto di non ritorno.
Akane si affacciò in cucina, ignorandolo del tutto, e passandogli accanto si diresse verso il frigorifero.
Lo aprì e, piegando appena il busto in avanti per avere una panoramica completa del contenuto, rimase lì a pensare.
Ranma aveva seguito con lo sguardo apparentemente distratto ogni suo passo, ogni suo movimento, ogni suo respiro.
Era arrabbiata.
Ancora.
Lo stava volutamente ignorando... e provocando... o per lo meno quel misero pezzetto di stoffa che si ostinava a chiamare "pantaloncino" lo stava facendo...e lo stava mandando fuori di testa.
Ormai aveva ammesso, almeno a se stesso, che Akane gli piaceva.
Ok, gli piaceva tanto.
Ok, gli piaceva davvero davvero tanto.
La guardò con la coda dell'occhio ancora un secondo e la vide scegliere una bottiglia dal dubbio contenuto... Succo? Limonata? Poco gli importò quando la sua attenzione fu completamente catturata dal movimento delle labbra di Akane che si accostavano al collo della bottiglia, appena schiuse.
Una gocciolina di liquido sfuggì da quelle maledette labbra e scivolò lungo il mento per poi continuare la sua corsa lungo il collo e terminarla nell'incavo tra i seni. E lui aveva seguito quella lunga, lenta, dolorosa ed eccitante discesa trattenendo il respiro.
Eccitante?! Oddio... lo aveva pensato sul serio?! Quello era un chiaro segno che era davvero al limite!
Si poteva desiderare di essere una gocciolina?
Si, si poteva.
Ma dove diavolo era finito tutto il suo "essere un maschiaccio privo di sex appeal" quando serviva??
- Maledizione!- imprecò sotto voce.
- Scusa?- chiese Akane voltandosi e prestandogli finalmente un po' di attenzione.
- Nulla... mi sono solo tagliato...- si affrettò a rispondere lui, mentendo, senza guardarla. Se l'avesse guardata, nelle precarie condizioni in cui versava era certo che l'avrebbe messa schiena al muro e l'avrebbe baciata senza troppi complimenti!
- Ostinarti a voler preparare questa ricetta occidentale solo per dimostrarmi che tu sapresti cucinare qualsiasi cosa e io no, non servirà a molto se non riesci neanche a maneggiare un coltello senza rischiare di farti male- continuò lei stizzita.
- Almeno io sono in grado di capire quali ingredienti occorrono, senza buttare dentro qualsiasi salsa o condimento mi suggerisca la fantasia - la canzonò lui di rimando.
Ecco... l'aveva fatto di nuovo. L'aveva offesa alludendo al fatto che le sue creazioni culinarie avevano sempre un non so chè di stonato rispetto alla ricetta originale e che la ragazza si prendesse un po' troppa libertà nella scelta degli ingredienti "aggiuntivi". Era più forte di lui, non riusciva a trattenersi, quasi fosse una sorta di rito, una cosa solo loro, un modo per stabilire con certezza un contatto sicuro e senza sorprese.
E la reazione di Akane non si fece attendere, puntuale e prevedibile.
- Ranma sei uno stupido idiota!! - ringhiò lei - Ero venuta a darti una mano, ma sono sicura che te la caverai meglio senza di me! - girò sui tacchi ed uscì a passo di carica dalla cucina lasciando la bottiglia, ancora aperta, poggiata vicino al lavabo.
Cucinare con lei??? Quella ricetta???
No.
Non se ne parlava proprio!
Ma chi l'aveva scritta poi quella dannata ricetta? Un maniaco?
Sospirò pesantemente e rumorosamente e ricominciò a leggere la ricetta dall'inizio, sicuramente la sua assurda testolina gli aveva giocato un brutto scherzo.
- "Prendere una zucchina, tagliare gli estremi e svuotarla del suo interno fino ad ottenere un cilindro non troppo spesso"... e fin qui ci sono- Ranma prese il cilindro di zucchina e lo tenne delicatamente ma ben fermo.
- "Inserire due dita ben oliate all'interno del cilindro... e... massaggiarne... le pareti" uff...ce la posso fare " in modo da... ammorbidirle... e prepararle... "oh ma stiamo scherzando... " prepararle all'inserimento... della... carne" no, non ce la posso fare!- sbuffò Ranma prendendo grossi respiri.
- Oh andiamo, maledizione! È solo una dannata ricetta! - si disse con nervosismo malcelato - Andiamo avanti! - si incoraggiò -"prendere con le mani una porzione di carne e... farla..."oh Dio "penetrare con... delicatezza" respira Ranma "fino a riempire... l'intera... cavità" respira... dentro e fuori, dentro e fuori... No!!! Ma che sto dicendo, maledizione! -
Ok... un conto era immaginare di baciarla... un altro era immaginare di... oddio non riusciva neanche a pensarlo... figuriamoci a pensare di farlo... e quelle maledette istruzioni dal velato doppio senso lo stavano letteralmente facendo annaspare... di nuovo.
Appunto.
Quando aveva scelto la ricetta "zucchine ripiene" dal libro, solo per sfidare Akane, non aveva immaginato che non sarebbe stato in grado di terminarla... neanche iniziarla se era per questo.
Aveva letto a mente la procedura e il suo cervellino aveva iniziato a macchinare in background, senza far troppo rumore. Il botto ci fu quando passò dalla teoria alla pratica. Ripetere i movimenti impartiti nelle istruzioni della ricetta aveva scatenato pensieri assurdi, a tratti osceni, se accostati all'immagine di Akane, lasciandolo con il respiro accelerato e i battiti del cuore in gola. Ma perchè poi gli era venuta in mente Akane, proprio non se lo spiegava.
Bugiardo.
Lo sapeva eccome, invece.
Lei era in grado di provocargli quelle strane strette allo stomaco, quel batticuore tipico di quando vinceva una sfida, e un imbarazzo esageratamente accentuato quando le si trovava a meno di mezzo metro. Nel momento esatto in cui aveva smesso di chiedersi perché quel maschiaccio fosse capace di destabilizzargli l’anima così profondamente, la risposta fu stranamente chiara. Solo allora si rese conto che forse quella risposta era sempre stata li, davanti ai suoi occhi.
Ma dirlo a lei era tutt’altra faccenda. Era più facile negare e darle addosso piuttosto che esporsi e mostrarsi vulnerabile.
Forse per questa volta, ma solo questa, poteva anche dichiararsi “sconfitto”.
Non sarebbe mai arrivato alla fine della ricetta senza rischiare di farsi cogliere in situazioni equivoche da lei, perché ci avrebbe giurato lei sarebbe tornata in cucina, con la scusa di aver lasciato la bottiglia aperta sul lavabo, solo per vedere come se la stesse cavando e… oh… la bottiglia…
Un pensiero rapido gli attraversò la mente e le sue mani si mossero da sole.
Afferrò la bottiglia e con lentezza esasperante posò le sue labbra sull’apertura e bevve un grosso sorso di quel succo piuttosto buono, e si ritrovò a chiedersi se fosse così dolce anche il sapore delle labbra di Akane… tutto sommato, quello poteva definirsi un bacio indiretto, no?
Si sfiorò le labbra con le dita a quel pensiero e nello stesso momento percepì un movimento alle sue spalle.
Si voltò immediatamente e si ritrovò un paio di occhi color cioccolato colti alla sprovvista che lo fissavano dalle tendine della cucina appena scostate.
Lo stava spiando? No.
Lo stava osservando? Non proprio.
Se lo stava letteralmente mangiando con gli occhi, ecco cosa!
Quel pensiero gonfiò il suo ego a dismisura e portò gli angoli della sua bocca a curvarsi in un ghigno soddisfatto.
- Ehi maschiaccio! Ti stai rifacendo gli occhi? – esplose infine.
- Cosa? Ma che stai dicendo screanzato! – rispose lei entrando in cucina e piantandoglisi davanti – sono solo venuta a recuperare la mia bottiglia di succo! – continuò lei abbassando lo sguardo imbarazzato.
La vide sbirciare oltre le sue spalle e notare soddisfatta il pasticcio di carne e zucchine frantumate che faceva bella mostra di sé sul piano di lavoro.
-  Quindi? Quando si mangia? Io ho fame -  lo canzonò lei.
Ranma ci pensò su un attimo: avrebbe potuto offenderla, darle del maschiaccio, cacciarla dalla cucina a male parole, e invece tutto ciò che uscì dalla sua bocca fu un sospiro arrendevole.
- Akane… hai vinto tu. – disse lui con una semplicità disarmante – Mi arrendo! -
Lei lo fissò incredula ed impreparata a quelle parole. Ranma Saotome, campione imbattuto ed erede della Scuola di lotta indiscriminata di arti marziali Saotome… si arrendeva…
Poi sorrise. Un sorriso appena accennato, ma sincero, dolce e per nulla canzonatorio.
- Che ne dici se per questa sera ordinassimo qualcosa di buono? – sussurrò lei infine, in pieno imbarazzo.
- Dico che è un’ottima idea! – sorrise lui di rimando – ti lascio scegliere il film per questa sera, ma niente programmi di cucina, per favore! – scherzò lui con fare piuttosto teatrale portandosi una mano alla fronte e fingendo di asciugarsi il sudore della fatica.
A dirla tutta, lui 7 camice le aveva sudate davvero per quella ricetta, anche se non per la fatica…
Il sorriso di Akane si accentuò, fino a diventare una risata cristallina, di quelle contagiose che non riesci a smettere e che ti fanno venire le lacrime agli occhi.
Lui rimase a fissarla inebetito riempiendosi gli occhi di quella visione.
Eccolo, il suo premio: il trofeo per la sua sfida più difficile.
La sua più grande vittoria… era lei.
  
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