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Autore: mikyferro    14/02/2018    0 recensioni
Diana Verquez è una giovane fattrice presso la fattoria di famiglia. Un giorno conosce Conrado Romero, famoso avvocato. I due si sposeranno ma vivranno un matrimonio triste e infedele. La povera donna riesce a scappare dalle grinfie del marito trasferendosi a Londra. Di seguito conosce Harvie, un giovane uomo inglese. I due si innamoreranno perdutamente, anche se il passato di entrambi continua a tormentarli.
La storia è disponibile anche su Wattpad. Il mio nome utente è: iron_11
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Capitolo XIII

Era la vigilia di Natale quando Diana ritornò al Cameron Hotel. Le strade di Londra erano invase da decorazioni natalizie tra cui festoni e ghirlande. Un gigantesco albero di natale era posta al centro della piazza principale della grande metropoli e numerosi bambini, accompagnati dai propri genitori, si affrettavano per appendere le proprie lettere sul gigante verde. Le vie erano ricoperte dalla bianca neve alta qualche centimetro. Quel giorno la donna indossava un abito giallo canarino. I lunghi capelli castani erano legati in una lunga treccia e sul capo aveva un cappellino anch'esso giallo. Quando entrò nell'Hotel, dei flashback le vennero alla mente; il suo stato d'animo in quel periodo e la lite tra la vecchia signora e il proprietario. Voleva accertarsi a tutti i costi se il suo nome fosse scritto in quel maledetto libro. Alla cassa non vi era la figlia del proprietario ma un ragazzo molto giovane.

- Salve – disse educatamente l'adolescente.

- Salve. Qualche mese fa un certo Cristobal Romero ha effettuato tramite un telegramma il mio alloggio in questo albergo ma mi è stato detto che non vi è nessuna prenotazione. Sono tornata qui per constatare nuovamente tale vicenda. - spiegò gentilmente Diana.

- Aspetti un secondo per favore. -

Diana obbedì.

L'uomo sfogliava le pagine del grosso libro seguendo le consonanti poste ai lati del volume. Arrivò alla lettera “ R ” di Romero. Con sguardo sorpreso guardò la donna e disse queste parole:

- La prenotazione è presente ed è datata 16 giugno 1870. Quest'ultimo è firmato dallo stesso Cristobal Romero. Anche se qui leggo... - esitò incredulo il giovincello.

- Parlate una volta per tutte! - esclamò Diana

- Il 19 giugno la prenotazione è stata disdetta da un tale Conrado Romero -

La frase spiazzò la donna e abbandonò il locale portando con sé rancore e paura. Per la strada si guardò continuamente intorno; adesso era davvero in pericolo

Arrivò alla villa piena d'affanno, con il volto sconvolto. Harvie, preoccupato, ordinò a Matilde di prepararle una tisana. La donna parlava e non riusciva a tenere ferme le mani viola. Gli spiegò la situazione: che Conrado aveva disdetto l'alloggio all'albergo e che quindi sapeva della sua fuga a Londra. Aveva paura che suo marito potesse giungere alla villa e ucciderla. Quando Diana raccontava, si asciugava gli occhi ancora prima che le lacrime uscissero. Non voleva essere una persona debole e soprattutto non voleva piangere per l'ennesima volta davanti Harvie. Dopo aver preso la tisana, la giovane donna si recò nella sua stanza e riposò tutto il pomeriggio.

 

Il giorno successivo era Natale. Nella villa giunsero alcuni parenti materni di Harvie. Diana era ancora scossa per ciò che le era accaduta, per questo motivo decise di non scendere a pranzare con Harvie e la sua famiglia. Aveva di nuovo il terribile mal di testa e le solite allucinazioni. Decise così di farsi un bagno caldo per distrarsi dai suoi pensieri. Slacciò la sua vestaglia bianca e la pose sul letto. Si guardò allo specchio e notò un qualcosa di strano: la sua pancia era gonfia. Forse era qualche malattia oppure qualche anomalia dello specchio. Non voleva pensare al peggio, e cioè che fosse incinta. Cosi praticò alcuni test di gravidanza insegnato a lei dalle suore nel convento. Il primo test consisteva nell'urinare in un bicchiere, in cui erano fatte cadere due gocce d'olio. Se le gocce si attraevano e quindi si univano, stava a significare che la donna era incinta. Diana praticò il test e, con grande sorpresa, le due gocce d'olio si unirono. Anche nei test che si susseguirono, ogni tentativo era positivo. Non sapeva se ridere o piangere; se raccontarlo a Harvie oppure no. Non era sicura al 100% se fosse davvero incinta, ma voleva crederci. Infilò un abito rosso, aggiustò i capelli e, col sorriso stampato al viso, si recò nel salone in cui si stava tenendo il banchetto. Harvie, con grande stupore, aiutò la donna a scendere le scale e la presentò alla sua “famiglia”.

- Perché sei uscita? Come ti senti? - le sussurrò l'uomo all'orecchio

- Non mi sembra giusto lasciarti solo nel giorno di Natale. - rispose la donna sedendosi.

Il banchetto era ricco di cibo; carne, pesce, minestroni e zuppe erano sparse su una lunga tavola rossa. I parenti di Harvie si complimentarono per lo squisito pranzo e nel pomeriggio andarono via. A Diana non piacque il loro atteggiamento perché l'avevano considerata il “nulla”. Nessuno dei presenti l'aveva salutata oppure si era presentato. Forse perchè erano abituati alla figura dell'ex moglie di Harvie. Ma ciò non giustificava il loro comportamento. I due si preparavano per la notte. Diana era pronta a dire a Harvie della sua gravidanza; ma non né aveva il coraggio.

   
 
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