“Quassù
il cielo è mio
mi vedo l’Anima, io volo...”
mi vedo l’Anima, io volo...”
Il sole
è spento della sua luce, la nebbia s’infittisce
tra le case, le nuvole basse minaccian pioggia.
Il vento soffia tra le pagine di un libro scritto d’un inchiostro nero.
Il vento soffia sulle colline oltre le mura, sui campi di una Guerra che non avrà mai pace. Soffia sui visi dei soldati, sui loro corpi morti. Soffia tra le spade e gli scudi, tra gli zoccoli dei cavalli in corsa, tra le frecce d’un arciere appostato tra la roccia della montagna. Soffia tra il grano, soffia tra l’erba, soffia sull’acqua, alzando polvere che si riversa tra boschi d’alberi grigi.
La corrente va per le strade, muovendo le tuniche dei passanti: è un vento freddo che corre senza guardare in faccia nessuno, accompagnato da alcune foglie secche e terra.
I respiri della gente si mescolano ai sibili dell’aria e al canto dell’oceano, l’acqua delle pozze per le pietre delle strade riflette il cielo grigio.
Uno stormo di uccelli neri si leva in volo spaventato dalla mia ombra, che si getta nel vento dall’alto di una torre…
Il vento soffia tra le pagine di un libro scritto d’un inchiostro nero.
Il vento soffia sulle colline oltre le mura, sui campi di una Guerra che non avrà mai pace. Soffia sui visi dei soldati, sui loro corpi morti. Soffia tra le spade e gli scudi, tra gli zoccoli dei cavalli in corsa, tra le frecce d’un arciere appostato tra la roccia della montagna. Soffia tra il grano, soffia tra l’erba, soffia sull’acqua, alzando polvere che si riversa tra boschi d’alberi grigi.
La corrente va per le strade, muovendo le tuniche dei passanti: è un vento freddo che corre senza guardare in faccia nessuno, accompagnato da alcune foglie secche e terra.
I respiri della gente si mescolano ai sibili dell’aria e al canto dell’oceano, l’acqua delle pozze per le pietre delle strade riflette il cielo grigio.
Uno stormo di uccelli neri si leva in volo spaventato dalla mia ombra, che si getta nel vento dall’alto di una torre…
“Guardami!
Sentimi! Sono qui, toccami!
Sento il freddo dell’asfalto, salvami!… Salvami!”
Sento il freddo dell’asfalto, salvami!… Salvami!”
Sto correndo nella
folla, vestito di bianco e del mio cappuccio, ma urto con un braccio la
spalla di una donna; la quale perde la presa sulla giada di ceramica
che sta trasportando e va in frantumi a terra. L’acqua si
rovescia, diramandosi come tanti serpenti tra le mattonelle della
strada. La ragazza perde l’equilibrio e il suo corpo lo vedo
stendersi al suolo, mentre i suoi vestiti s’inzuppano in una
pozzanghera.
Mi volto un istante per guardarla in volto e reclamarle il mio muto perdono, ma sono una tela di ragno i suoi occhi verdi, nei quali resto prigioniero troppo allungo.
«…Mi dispiace, non avrei dovuto capitare sul vostro cammino» mormora costei che, sollevandosi di poco, si piega a raccogliere i cocci del disastro che ho fatto, della sua vita che ho rovinato, della sua fatica che è andata perduta per sempre.
Si sta scusando per cose di cui non ha colpa; sembra una folle dicendo ciò, ma in che modo posso smentirla?
Stendo un braccio porgendole la destra mano; ed ella l’afferra con delicatezza poggiando appena le sue dita fredde e sottili sulle mie…
Mi volto un istante per guardarla in volto e reclamarle il mio muto perdono, ma sono una tela di ragno i suoi occhi verdi, nei quali resto prigioniero troppo allungo.
«…Mi dispiace, non avrei dovuto capitare sul vostro cammino» mormora costei che, sollevandosi di poco, si piega a raccogliere i cocci del disastro che ho fatto, della sua vita che ho rovinato, della sua fatica che è andata perduta per sempre.
Si sta scusando per cose di cui non ha colpa; sembra una folle dicendo ciò, ma in che modo posso smentirla?
Stendo un braccio porgendole la destra mano; ed ella l’afferra con delicatezza poggiando appena le sue dita fredde e sottili sulle mie…
“Parlami! Ascoltami! Sono qui,
Aspettami!
Pioggia e neve sulle Ali, salvami!”
Pioggia e neve sulle Ali, salvami!”
La guardo da
lontano, la vedo aggiustarsi le pieghe degli stracci che indossa.
«Grazie, ma vi prego, perdonatemi
ancora…» la sua voce angelica che si arresta
sovrastata dal grido di una donna vicino a lei.
«Assassino!» mi ha indicato la sua Padrona, che stretta nell’oro del suo vestito, mi ha riconosciuto.
«Eccolo! Prendetelo!» odo alle mie spalle e, mio malgrado, sono costretto a fuggire.
Il clangore delle loro armi che mi è addietro mi tuona nella testa, il suono dei loro passi che si avvicina mi salgono alle orecchie. Fuggo nell’ombra di un vicolo e salto sulle pietre sconnesse di questo, m’arrampico agile come un gatto e giungo sul tetto d’una casa. Il vento mi soffia tra i vestiti, e nel frattempo il mio sguardo si perde sulla linea dell’orizzonte, ove colgo il bagliore d’un lampo che esplode nel cielo grigio. E la pioggia che s’infrange sul mio viso spazza via il suo ricordo…
«Assassino!» mi ha indicato la sua Padrona, che stretta nell’oro del suo vestito, mi ha riconosciuto.
«Eccolo! Prendetelo!» odo alle mie spalle e, mio malgrado, sono costretto a fuggire.
Il clangore delle loro armi che mi è addietro mi tuona nella testa, il suono dei loro passi che si avvicina mi salgono alle orecchie. Fuggo nell’ombra di un vicolo e salto sulle pietre sconnesse di questo, m’arrampico agile come un gatto e giungo sul tetto d’una casa. Il vento mi soffia tra i vestiti, e nel frattempo il mio sguardo si perde sulla linea dell’orizzonte, ove colgo il bagliore d’un lampo che esplode nel cielo grigio. E la pioggia che s’infrange sul mio viso spazza via il suo ricordo…
“Lassù
ci sono anch’io
mi vedi l’Anima, io volo…”
mi vedi l’Anima, io volo…”
Una colomba poggia
sul davanzale di una finestra: sui vetri s’abbatte la
tempesta, ed è in questa casa che un uccello cerca riparo,
è in questa dimora che ha scelto la sua salvezza.
Sull’alto di una torre poggiano i miei piedi, e lungo i miei fianchi ho stretto i pugni. L’ho seguita con lo sguardo, i miei occhi l’hanno osservata dall’alto e ora la sto guardando; lei che cammina tanto di corsa affianco alla sua padrona, ed entrambe si dirigono verso il castello dove risiedono, confondendo le loro ombre a quelle della folla. La ragazza che ho urtato, questa sera a causa mia, per ciò che ho fatto succedere, verrà punita. Il suo viso si tingerà del suo stesso sangue, ne sono certo, e tutto per colpa mia… L’ammiro, l’ammiro in ogni suo gesto mentre le guardie la lasciano entrare nel castello con nient’altro che frammenti di coccio tra le mani. Mi sposto, calandomi con un salto giù dalla torre e aggrappandomi abile al davanzale di una finestra, attraverso i vetri della quale riesco a vederla…
Sull’alto di una torre poggiano i miei piedi, e lungo i miei fianchi ho stretto i pugni. L’ho seguita con lo sguardo, i miei occhi l’hanno osservata dall’alto e ora la sto guardando; lei che cammina tanto di corsa affianco alla sua padrona, ed entrambe si dirigono verso il castello dove risiedono, confondendo le loro ombre a quelle della folla. La ragazza che ho urtato, questa sera a causa mia, per ciò che ho fatto succedere, verrà punita. Il suo viso si tingerà del suo stesso sangue, ne sono certo, e tutto per colpa mia… L’ammiro, l’ammiro in ogni suo gesto mentre le guardie la lasciano entrare nel castello con nient’altro che frammenti di coccio tra le mani. Mi sposto, calandomi con un salto giù dalla torre e aggrappandomi abile al davanzale di una finestra, attraverso i vetri della quale riesco a vederla…
“Guardami!
Sentimi! Sono qui, toccami!
Sento il freddo dell’asfalto, salvami!… Salvami!”
Sento il freddo dell’asfalto, salvami!… Salvami!”
Stesa sul suo letto, nella sua piccola e brutta stanza, l’ammiro mentre la pioggia s’abbatte sul mio cappuccio e sui vetri della finestra. Le mie armi, i miei vestiti bagnati ed umidi pesano sul mio corpo, e le gocce della tempesta mi feriscono l’anima. Avverto il dolore che sta provando, distesa sulle lenzuola sfatte di un piccolo giaciglio; ascolto i suoi singhiozzi e i suoi gemiti, accorgendomi delle sue dita strette con violenza alla federa del cuscino. Sta piangendo come non ho mai visto piangere nessuno…
“Parlami!
Ascoltami! Sono qui, Aspettami!
Pioggia e neve sulle Ali, salvami!… Salvami!”
Pioggia e neve sulle Ali, salvami!… Salvami!”
Poggio una mano sul
vetro, accarezzo la tua immagine che vedo attraverso di esso. Spingo, e
scopro che la finestra è aperta. L’acqua entra
nella tua stanza, il suono di un tuono copre il clangore delle mie armi
che mi accompagnano sino sul pavimento della tua stanza. Sono caduto ai
tuoi piedi, e non desidero rialzarmi per vedere il tuo viso spaventato,
perché sento la tua paura di me, sento il tuo terrore
così come avverto il tuo immenso dolore che piano si sta
affievolendo…
“Guardami!
Sentimi! Sono qui, toccami!
Sento il freddo dell’asfalto, salvami!… Salvami!”
Sento il freddo dell’asfalto, salvami!… Salvami!”
Mi sollevo piano, i
tuoi occhi verdi accarezzano il mio corpo in ogni mio gesto, studiando
ogni mia intenzione, ogni mia emozione. Ma non arrivi a guardarmi in
viso, perché il cappuccio cela e celerà sempre il
mio sguardo al tuo, lo terrà sempre prigioniero, e me ne
rammarico ogni giorno, credimi…
Ma qualcosa, in te, forse il ricordo di quella sera quando ti ho incontrata, sta aspettando tutto questo allo stesso modo di come sta cominciando a temerlo. Ti allontani sul tuo letto, stringendoti alla parete della tua piccola e brutta stanza. Avvinghi il cuscino a te, rannicchiandoti nell’angolo come un gatto.
Non posso sopportare di vederti così, ma so cosa tu stai vedendo dinnanzi a te: un assassino che è qui per ucciderti. Ti sbagli: ho udito le tue preghiere, ho udito il tuo dolore e la tua voce in questa canzone. Perciò ora non esitare, e anche quando sei conscia di ciò che sono, accetta la mano che ti sto porgendo, la salvezza che ti ho portato…
Ma qualcosa, in te, forse il ricordo di quella sera quando ti ho incontrata, sta aspettando tutto questo allo stesso modo di come sta cominciando a temerlo. Ti allontani sul tuo letto, stringendoti alla parete della tua piccola e brutta stanza. Avvinghi il cuscino a te, rannicchiandoti nell’angolo come un gatto.
Non posso sopportare di vederti così, ma so cosa tu stai vedendo dinnanzi a te: un assassino che è qui per ucciderti. Ti sbagli: ho udito le tue preghiere, ho udito il tuo dolore e la tua voce in questa canzone. Perciò ora non esitare, e anche quando sei conscia di ciò che sono, accetta la mano che ti sto porgendo, la salvezza che ti ho portato…
“Parlami!
Ascoltami! Sono qui, Aspettami!
Pioggia e neve sulle Ali, salvami!…”
Pioggia e neve sulle Ali, salvami!…”
Ed ora, in questa
azzurra giornata di sole, ti vedo sorridere d’innanzi il mio
Maestro, che sta stringendoti la stessa mano che un tempo fu mia. Le
tue dita che un tempo furono fredde ed esili, ora sono calde come le
tue guance e le tue labbra, tornate a tirarsi in festosi sorrisi.
Egli ti sta parlando di qualcosa di divertente che non riesco a sentire, e tu stai ridendo con lui, guardandolo coi tuoi occhi socchiusi per le risate che animano la tua gola. Masyaf ti è piaciuta, e qui hai trovato la tua nuova casa. Sei fuggita accettando, invocando il mio aiuto da quella tua prigionia, ed ora sei tra noi, una di noi, come fossi nata qui da sempre. Stai sorridendo come non ho mai veduto sorridere nessuno…
Egli ti sta parlando di qualcosa di divertente che non riesco a sentire, e tu stai ridendo con lui, guardandolo coi tuoi occhi socchiusi per le risate che animano la tua gola. Masyaf ti è piaciuta, e qui hai trovato la tua nuova casa. Sei fuggita accettando, invocando il mio aiuto da quella tua prigionia, ed ora sei tra noi, una di noi, come fossi nata qui da sempre. Stai sorridendo come non ho mai veduto sorridere nessuno…
“…Salvami...”
«…Grazie
per essere capitata sul mio cammino»
Ta-daaaaaa!
XD Che ve ne pare di questa song-fic? La canzone l’allego subito nel link in basso, ma da voi voglio i vostri commenti!!! *-*
http://www.youtube.com/watch?v=UZx08y-miH4&feature=channel