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Autore: _browns eyes_    15/02/2018    1 recensioni
La festa di San Valentino è una disgrazia per molte coppie poiché non sanno mai cosa regalare ai loro partner o come festeggiarlo. Anche se alla fine si opta sempre per una cosa semplice e scontata come una cena, cinema o cose simili.
La festa di San Valentino è una disgrazia anche per i single perché sono costretti a subire coppiette, condividere il loro disgustoso e tenero amore in pubblico, ricordando che forse l’anno prossimo saresti stata proprio tu ad essere odiata dagli altri single. Eppure puntualmente si ricomincia da capo e si continua ad odiare quel giorno, finendosi per sbronzarsi e imboccarsi di gelato.
Cassie odiava con tutta se stessa quella festa. E il suo amico Julien lo sapeva per certo.
Eppure, qualcosa la spingerà a festeggiarlo per la prima volta e si sarebbe risultato indimenticabile. O almeno così sperava.
Buona lettura.
Enjoy it.
Genere: Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Luke Hemmings
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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os luke

Disastri a San Valentino!

Some day when you leave me
I bet these memories follow you around (follow you around)
Say you'll remember me
Standing in a nice dress, staring at the sunset babe
Red lips and rosy cheeks
Say you'll see me again even if it's just pretend in your wildest dreams

Julian e Cassie, rispettivamente due ragazzi inglesi di diciannove e diciotto anni, stavano camminando per le strade affollate di Milano con alla mano qualche borsa piena di cibarie visto che il loro il frigo era completamente vuoto, dovuto alla festa universitaria, fatta qualche giorno fa. La ragazza castana si coprì il suo naso ghiacciato nella sciarpa di lana, invece il ragazzo biondino si lasciò colpire da quel vento gelido invernale. Dovevano ammetterlo quell’anno era stato il più freddo di tutti.
-Non vedo l’ora di tornare a casa- commentò Cassie, aumentando la presa sul cappotto del suo migliore amico. Julian non fece altro che ridere a quella affermazione perché non aveva mai sentito la sua amica lamentarsi quando erano in centro. Anzi, di solito doveva trascinarla lui a casa. Era il dieci febbraio e per le strade cominciarono anche ad apparire qualche bancarella per la festa celebre di quel mese: San Valentino.
Cassie aveva sempre odiato quell’inutile evento, oltre al fatto che non era per nulla una ragazza romantica, non le andava giù vedere tutte quelle coppiette amoreggiare davanti ai suoi occhi, facendole ricordare che era sola. Addirittura Julian, che era un ragazzo gay dichiarato, aveva trovato la sua anima gemella. Sbuffò alla grande e allungò il passo, costringendo anche il suo amico a farlo. Non vedeva davvero l’ora di sdraiarsi su quel divano comodo con una coperta e una buona tazza di cioccolata calda con marshmallow in mano. Già si stava creando dell’acquolina in sua bocca. Eppure i piani non andavano mai come li avevi previsti. Difatti, non appena sbucarono sulla loro stradina, incontrarono una giovane coppia, molto familiare visto che la ragazza andava alla loro stessa università. La castana arricciò il naso poiché non le stava affatto simpatica, dall’altro canto Julian, conoscente di questo odio reciproco, tentò di non riderle in faccia. Lui sapeva benissimo che tra quelle due non scorreva buon sangue eppure non riusciva mai a trattenersi quando la sua coinquilina andava su tutte le furie per via nera. Anche se anche a lui stava un po’ sulle scatole con i suoi modi di fare la superiore e vantarsi per ogni cosa.
Quest’ultima, invece, li notò e fece un sorrisetto beffardo e strinse forte la mano del suo ragazzo, il quale inarcò un sopracciglio confuso, non capendo cosa stesse succedendo.

-Anderson, Herman, ciao- li salutò, gentilmente.
-Ferri- ricambiò disgustata Cassie.
-Ciao, Vanessa- fece cortesemente Julian, appoggiando il suo braccio sulla spalla della sua migliore amica.
-Allora, come state?-
-Bene, diciamo che ci siamo ripresi completamente dalla festa di ieri-
continuò a rispondere il biondino perché sapeva che nella sua mente Cassie la stava trucidando in ogni modo possibile.
-Verrete alla festa di San Valentino in università?- domandò interessata Vanessa, cinghiando i fianchi del suo accompagnatore solo per fare ingelosire la castana, la quale strinse i pugni.
-Certamente- confermò per entrambi Julian, sorprendo la sua migliore amica, che si rilassò e lo guardò scioccata.
-Davvero? Anche te Anderson?-
-Era ovvio che Cassie veniva-
-Ma..
- cercò di intervenire la diretta in questione, ma non le fu dato il tempo.
-Lo sai vero che è solo per coppie- le ricordò Vanessa con quella vocina fastidiosa per deriderla. La ragazza spostò lo sguardo su di lei e non capiva proprio come quel ragazzo -gran pezzo di gnocco aggiungerebbe- avesse deciso di uscire con lei, Vanessa Ferri, una ragazza alquanto snob e vanitosa dai capelli lunghi neri e due occhi azzurri, che si rispecchiavano in quelli nocciola di Cassie Anderson. Era un mistero indecifrato.
Nel contemplarla aveva perso di vista quella conversazione.

-E quindi? Pensi che sia sola al giorno di San Valentino? Quanto ti sbagli, cara- fu la voce squillante di Julian che la fece ritornare alla realtà. Il sangue del ragazzo biondo cominciava a ribollire dalla rabbia perché non avrebbe permesso a nessuno di prendere in giro la sua amica.
-Quindi sei fidanzata? Che bella sorpresa!- esclamò.
Cassie assimilò quelle parole lentamente e non riuscì a nascondere la sua meraviglia a quella parole e non ebbe neanche il tempo di negare quella affermazione ridicola poiché il suo migliore amico annuì con un sorrisino.

-Esattamente. Da ben cinque mesi, aggiungerei- affermò, incrociando le braccia al petto e sfidandola in un certo senso.
-Congratulazioni a Cassie e..?- s’informò sul nome Vanessa, guardando paziente la ragazza, che era del tutto paralizzata. Lei non era per niente una brava bugiarda. Si riprese immediatamente visto che il biondino le pizzicò il fianco. Lo guardò malissimo.
-Avanti dille il nome- l’incitò il suo migliore amico, ricevendo un’altra fucilata con lo sguardo dalla diretta interessata.
-Ehm.. Si chiama..- boccheggiò, fissando intorno nella speranza di trovare un aiuto. La sua vista si bloccò su un cartellone, appeso al muro, a qualche metro di distanza, il quale raffigurava una piccola band con la data e il posto in cui si esibiranno tra ben due mesi. Lei li conosceva molto bene. -Luke Hemmings- affermò con un piccolo sorriso sarcastico. Questa volta quello stupito fu Julian, che spalancò gli occhi in maniera disumana alla stupidaggine della sua migliore amica.
-Beh, allora non vedo l’ora di conoscerlo perché lo porterai alla festa, vero?- la sollecitò di nuovo Vanessa perché non credeva affatto a quelle parole. Lei voleva i fatti!
-Ovviamente- sbuffò Cassie, incrociando le braccia al petto.
La nera non fece altro che annuire a quelle parole e soddisfatta se ne andò insieme al suo fidanzato occasionale. I due con passi molto veloci si rintanarono nel loro appartamento. Chiusa la porta e poggiate le borse a terra, Cassie si buttò sul divano stremata.

-Ma che sei deficiente!- urlò Julian, aprendo le braccia. -Luke Hemmings, davvero?- aggiunse con occhi fuori dalle orbite.
-Senti è il primo che mi è venuto in mente e poi questa storia non sarebbe mai nata se non fosse per te e per la tua stupida bocca-
-Potevi inventare! Ci sono mille e cinquecento nomi e tu ti vai proprio a beccare quello del cantante mondiale australiano! Già che c’eri potevi dire Harry Styles!-
ironizzò, gesticolando con le mani.
-In realtà preferisco Luke- ammise la ragazza, stringendosi le spalle.
-Cassie!- la richiamò, esterrefatto. Scosse poi la testa, schiaffeggiandosi una mano sulla fronte. Abbattuto si sedette sul divano anche lui dove c’erano i piedi della castana.
-Dai c’è il tutto il tempo possibile per inventarmi un nuovo fidanzato, no?- sdrammatizzò la ragazza, ricevendo omicida dal suo migliore amico.
-Si, certo come no. A meno che non ti inventi che vi siete lasciati- trovò una soluzione quest’ultimo, gioendo come un piccolo bambino.
-Si certo per poi essere presa in giro per aver rotto con il mio fidanzato immaginario il giorno di San Valentino? No grazie- rifiutò, alzandosi e andando in cucina. -Che poi è una stupida festa, non capisco perché venga celebrata-
-Per sfoggiare il tuo amore alle persone sole e disperate?- chiese retoricamente Julian, prendendo la busta della spesa e iniziando a metterla a posto. Cassie gli lanciò sulla schiena il pane confezionato per farlo stare zitto.
-Stupida festa- maledì Cassie, aiutando l’amico.
-Dobbiamo cercare un modo per farti incontrare Luke e chiederglielo!-
-è in Australia. Che vuoi fare prendere il volo diretto per Sydney, andare a casa sua e minacciarlo di botte finché non ti denuncerà?-
lo prese in giro, riponendo le uova nel frigo e passando al lavello per lavare quei due piatti rimasti dal pranzo. Ripensandoci, la fanciulla scoppiò a ridere e scosse la testa.
-è un’idea- esclamò il ragazzo, passandole di fianco per conservare nella dispensa la nutella e gli altri dolciumi e ottenendo uno spruzzo d’acqua.
-Stavo scherzando, stupido- lo rimproverò, accennando una lieve risata. -E poi non capisco perché ci tieni così tanto-
-Perché finalmente riusciremo a toglierci dalle palle la Ferri- disse senza giri di parole. -E poi sono stanco del fatto che ti prenda in giro per ogni singola cosa- Cassie si bloccò con l’acqua fredda, che le scorreva sulle mani, e rifletté con molta cautela alle parole di Julian e non riuscì a scacciare dalla sua mente il pensiero che lui avesse ragione. Anche lei era perennemente stanca di udire quegli insulti sul suo modo di vestire, quei commenti davanti a tutta alla sua classe per quanto riguardava la sua bravura e le sue origini visto che era inglese e il suo accento, quando parlava, non si mascherava per nulla; nel farla sentire completamente inferiore agli altri. Infondo la castana non comprendeva il motivo per cui una ragazza di circa vent’anni si dovesse mettere a commettere quelle bambinate.. Sospirò e continuò a lavare quelle due pentole, mentre il suo amico si occupava di sistemare un po’ in giro dato che la medesima sera dovevano venire degli amici per ripassare per l’esame dell’indomani.
Non ci misero molto, anzi una quindicina di minuti se non poco di più. Una volta che ebbero finito si accomodarono sul divano e accesero la televisione per svagarsi un po’. Cassie appoggiò la testa sulla spalla di Julian, il quale l’abbracciò istintivamente.

-Grazie- gli mormorò con occhi puntati a quell’oggetto lampeggiante. Il diretto in questione non fu in grado di mascherare quel sorriso di dolcezza. Così le lasciò un tenero bacio sulla nuca.
-Ce la faremo, Cream- concluse con quel nomignolo per alleggerire quella tensione. Due ore dopo, i loro amici arrivarono e tra pizza, birra e tanto caffè si prepararono al terzo esame di quell’anno scolastico.

Il pomeriggio seguente, non appena la protagonista aveva finito l’esame, ella si diresse dal McDonald per il solito pranzo, luogo in cui si riunivano sempre lei, Julian e Gabriele, il fidanzato di quest’ultimo, per festeggiare il risultato. Lei come sempre era la prima perciò dovette aspettarli. Arrivata nella via, spinse la grossa porta ed entrò nel locale, prendendo il solito tavolo. Salutò il cassiere, Roberto, e si sistemò, appoggiando la borsa sulla sedia accanto alla sua e tirando fuori il cellulare per informare sua madre dell’ottimo risultato: 25 su 30. Stava scrivendo il messaggio quando in quel locale delle note conosciutissime impadronirono l’atmosfera. A Cassie sfuggì un piccolo sorriso e la canticchiò.
-Venite ad ascoltare i 5 Seconds of Summer  questo giovedì al Mediolanum Forum di Assago. Correte in tanti: loro stanno aspettando solo voi!- annunciò il deejay con entusiasmo.
-Si, certo perché secondo te io vengo a vedere i 5 s..- s’interruppe da sola e spalancò gli occhi in maniera disumana. -Aspetta.. Che?- urlò, scattando sull’attenti e lasciando cadere il telefono sul tavolo. Contemporaneamente ci fu un biondino, seguito da un altro ragazzo, che entrò di corsa e perlustrò il territorio per cercare la sua amica e non appena la vide, si fiondò verso di lei.
-Hai sentito?- urlarono insieme. -Io si e tu?- si risposero a vicenda, facendo partire un urlo. Fu inutile dire che i clienti li fissarono come se fossero due psicopatici e Gabriele cercò di nascondersi per non farsi vedere con loro.
-O merda il piano potrebbe funzionare per davvero!- gioì Julian, saltellando.
-Lo so!- urlò felice Cassie, buttando le sue braccia intorno al collo dell’amico, il quale la fece girare.
-Chi me l’ha fatto fare- commentò invece Gabriele, sbattendosi il palmo della mano sulla fronte e scuotendo la testa sconsolato. Si sedette al tavolo e aspettò vivamente che quei due la piantassero.
-Dobbiamo prendere subito i biglietti- annunciò la ragazza, accomodandosi vicino alla finestra mentre il biondino accanto al suo fidanzato.
-No, ci servono i pass! Chi se ne frega del concerto-
-Ragazzi-
intervenne l’altro.
-Ehi, a me interessa- si giustificò lei.
-Cassie!- la richiamò il biondo.
-Ragazzi!- sbraitò, catturando la sua attenzione.
-Cosa?- gli risposero spazientiti.
-I biglietti sono terminati- li disse, demoralizzandoli.
-Come fai a saperlo?- domandò scandalizzato il suo fidanzato.
-Mia sorella ha stressato mia madre per tutta la mattina e prima mi ha detto che è riuscita a prenderli ed erano gli ultimi- spiegò, alzando le spalle. Si toccò la tasca per prendere i soldi per il pranzo.
-Che sfortuna, ci eravamo quasi riusciti- si lamentò Cassie, appoggiando il mento tra le mani, e sbuffò alla grande.
-Dobbiamo trovarli- s’impose Julian, scuotendo la testa.
-E come?- s’informò l’altro ragazzo, contando la moneta.
-Ora non mi viene in mente nulla- ammise, facendo spazio al suo fidanzato, il quale si era alzato per andare a prendere il suo pranzo.
-Ti devi sbrigare allora perché venerdì è tra due giorni e la festa tra tre- concluse prima di andarsene. Cassie ci rinunciò a prescindere così raggiunse il suo amico, intrattenendo un discorso su cosa prendere e poi sull’esame, che era stato alquanto difficile. Invece Julian rimase seduto al tavolo scervellandosi per trovare un modo per aiutare la sua piccola amica. Era seriamente stanco di quelle frecciatine, e del vedere di quanto Cassie ci rimanesse male. Le cose dovevano cambiare e se per fare ciò doveva combinarle un appuntamento con un cantante di fama internazionale. Beh allora ci sarebbe riuscito.  

Era il giorno fatidico: i 5 seconds of Summer erano ufficialmente atterrati in Italia per il loro show italiano. Quella mattina i quattro cantanti avevano raggiunto il teatro per capire dove si dovessero esibire la medesima sera e senza neanche farlo apposta rimasero lì per quasi tutta la mattinata e una parte del pomeriggio a provare la scaletta, ma anche a riposarsi nel loro camerino, giocando anche alla playstation.  

Al contrario di Julian, il quale per quei due giorni non si era dato pace neanche per un minuto per trovare quei maledettissimi pass e quella mattina, uscendo con il suo fidanzato, ci riprovò, chiedendo nei negozi rimanenti. Ci furono solo insuccessi e si demoralizzò ancora di più. I due finirono per arrivare alla via di casa stravolti, tanto che il biondino si fermò e passò una mano sugli occhi. Non ci poteva credere che aveva fallito.
-Abbiamo cercato in ogni singolo negozio di Milano e non ci sono- sussurrò ancora sorpreso e in parte arrabbiato con se stesso per la vicenda in generale.
-L’importante è che non ti sei abbattuto e hai lottato fino in fondo- lo consolò Gabriele, cinghiandolo in un abbraccio. Il biondo ricambiò e restarono così per alcuni minuti fin quando non gli venne in mente un’idea. Si allontanò e gli sorrise in modo inquietante. -Fai paura- commentò, sbattendo più volte le palpebre.
-Andiamo- annunciò, iniziando a correre verso casa. Ci impiegarono pochi istanti.
Quella mattina, Cassie aveva sfruttato quel momento in solitudine per restare sotto le coperte a leggere un buon libro per svagarsi il cervello da tutta quella storia, che sarebbe finita con l’ennesima umiliazione da parte di Vanessa di fronte a tutti i suoi compagni di corso. Si stava preparando anche psicologicamente. Sentì la serratura della porta scattare e essa spalancarsi, facendo comparire i suoi due amici con il fiatone. Inarcò un sopracciglio confusa e, mettendo il segna libro nella parte in cui era arrivata, si sistemò. Julian e Gabriele stavano ansimando per la corsa dato che non erano per niente in forma per affrontare una cosa del genere. Il moro stava trucidando con lo sguardo il suo fidanzato, il quale si riprese e sorrise alla sua amica.

-Abbiamo trovato i pass- mentì, facendo spalancare gli occhi ad entrambi i presenti in quella stanza.
-Ma..- stava per svelare il suo fidanzato. Così, senza volerlo, gli tirò una piccola gomitata.
-Davvero?- si esaltò Cassie, alzandosi e avvicinandosi ai due arrivati.
Entrambi, seppure titubanti, annuirono con enfasi. La ragazza tirò un piccolo urlo e lo abbracciò. Fu davvero grata per tutto quello che aveva fatto il biondino per lei.  Non appena si staccò, li annunciò che si andava a preparare.

-Ma che ti salta in mente?- sibilò il moro, lasciandogli un pugno sul braccio.
-Tuo zio è un avvocato, vero?- domandò, facendolo sia annuire che preoccupare. -Perfetto. Ho un piano infallibile-
-Me lo sento: finiremo in prigione- esclamò, sconsolato.
Pochi minuti dopo, Cassie tornò nella stanca pronta e se ne andarono il più velocemente possibile perché la metro sarebbe arrivata a momenti.  


-Ragazzi, pausa-
urlò un uomo, masticando una cicca, scendendo da quel palcoscenico. I quattro tirarono un sospiro di sollievo visto che erano più o meno quattro ore, che stavano provando interrottamente. Si sedettero per terra, respirando a pieni polmoni.
-Ho bisogno di una doccia- ammise Calum, portandosi una mano tra il ciuffo biondo dei suoi capelli castani e togliendosi anche qualche goccia di sudore dalla fronte.
-A chi lo dici, amico- lo appoggiò Ashton, annusandosi le ascelle e facendo poi una smorfia di disgusto. Tutti gli altri risero e si alzarono da li. Andarono nelle dietro le quinte per riporre al loro posto gli strumenti e, pregando la loro guardia del corpo di non fare entrare nessuno, si rifugiarono nei loro camerini.
 

I tre ragazzi erano appena scesi dalla metro e uscirono da quel luogo, ritrovandosi davanti a loro il Mediolanum Forum, con già qualche ragazzina appostata fuori a parlottare o a fare delle nuove amicizie con le altre persone presenti. Cassie si stava avvicinando a loro, però le fu impossibile perché Julian le prese dal braccio e la trascinò per la seconda entrata.
-Che stai facendo? L’entrata principale è di là- gli ricordò, eppure il ragazzo fece finta di non sentirla e si precipitò in un luogo appartato.
-Ok- cominciò non appena si erano nascosti. -Noi non abbiamo i biglietti, ma possiamo entrare..-
-Che? Tu sei pazzo!-
-No, ascolta.. ci fingiamo dello stuff, tu incontri Luke, gli chiedi di venire al ballo con te, lui accetta e poi.. puff.. ce ne andiamo-
la fece semplice e gesticolò anche un po’ per dare l’effetto a sorpresa.
-Lo sai che finiremo in gattabuia con il tuo stupido piano- replicò Cassie, appoggiata da Gabriele.
-Si, ma provare non costa niente- ribatté, alzando le spalle. Gli altri due lo fissarono come se fosse realmente uno psicopatico e non ebbero neppure il tempo di replicare un’altra volta perché Julian si era spedito alla porta, da cui uscirono due uomini per fumare una sigaretta. Il ragazzo rimasto e la ragazza soppressero un suono stridulo e lo seguirono attentamente. Di soppiatto, il biondino conseguirono la prima parte del suo piano, tenendo aperta la porta. Fece segno a loro di sbrigarsi e finalmente entrarono. Si sollevarono per pochi istanti e, quando si voltarono, rimasero abbagliati alla grandezza di quel posto. A piccoli passetti si mossero in avanti, mentre il loro sguardo era talmente concentrato a contemplare ogni singola parte di quel teatro, non si accorsero neppure che una donna si era avvicinata a loro con un blocco in mano su cui appuntava della cose. Stava parlando con l’auricolare spazientita.
-E voi chi siete?- domandò, bloccandosi e corrugando la fronte.
-Siamo nuovi. Degli stagisti- recitò Julian, deglutendo per quello sguardo fisso e ispezionante della donna. Quest’ultima annuì e, portandosi una mano all’orecchio e chiamando la sua segretaria, se ne andò.
-No, Marley.. voglio quella cavolo di parrucchiera ora- la sua voce svaniva sempre di più. I tre eroi si rallegrarono.
-Ci è cascata- rise Julian.
-Come una pera cotta- completò per lui Cassie.
-Quando ho iniziato a frequentarvi, non avrei mai pensato che foste dei criminali- esclamò Gabriele, facendoli ridere un’altra volta. La ragazza si avvicinò e gli baciò la guancia. -Ruffiana- mormorò, con un piccolo sorriso.
Essi proseguirono il proprio cammino e dovettero anche girare un po’ a zonzo.
 

-Ah eccoti qua- esclamò, sollevandosi, la donna di prima.
-Salve, Desiré- la salutò Marley, una delle assistenti.
-Luke vuole il suo portafortuna, Michael vuole la pizza, Calum ed Ashton dei vestiti puliti. Potresti andarli a prendere- elencò tutte le richieste fatte dai ragazzi. La ragazza inarcò un sopracciglio per ribattere, ma fu battuta sul tempo dalla donna li davanti a se. -Cosa? Sei troppo impegnata ad assumere stagisti che fare queste cose?- sbottò Desiré, portandosi la cartelletta al petto.
-Ma, signora, al dire la verità qui non ci sono di stagisti- si giustificò la rossa, stringendosi le spalle. L’altra fu abbastanza confusa a quell’affermazione perché aveva visto con i suoi occhi tre nuovi ragazzi.
-Se non erano stagisti.. chi.. Oddio! Sono riusciti ad entrare!- esclamò la nera, chiamando con l’auricolare le guardie del corpo. -Ci sono tre intrusi!- comunicò alla sicurezza, la quale entrò subito all’attacco.  

Erano vicini! Ci stavano per riuscire. Appunto, stavano per. Erano nelle prossimità della stanza giusta, quando due della sicurezza li fermò.
-Voi!- urlarono, indicandoli. -Non potete stare qua!- ordinarono, avvicinandosi.
-Che facciamo?- sussurrò Cassie al suo amico, il quale sembrò pensarci su per qualche secondo, permettendo ai poliziotti di avvicinarsi a loro.
-Allora?-
-Siamo dello stuff.. Ci hanno.. ehm.. incaricato di vedere come stanno i ragazzi-
titubò per qualche secondo e per sfortuna non riuscì a convincere i due uomini, i quali sorrisero furbamente e incrociarono le braccia al petto.
-Davvero? Fatemi vedere i vostri pass- affermò uno dei due. I tre ragazzi spalancarono gli occhi sorpresi e si guardarono a vicenda per capire cosa fare. Il biondo si guardò attorno e notò una scatoletta piena di polvere sul pavimento. Cercò con lo sguardo il suo fidanzato, che sembrò intendere il suo volere. Infatti si avvicinò lentamente e senza essere scoperto e prese l’oggetto, portandoselo dietro alla schiena. Diede una piccola gomitata sul fianco della ragazza, la quale stava per imprecargli dietro ma quando vide la scatoletta capì il loro piano. Allora lo prese e lo mise furtivamente nella mano del biondino, il quale stava parlottando per non fare capire nulla ai due agenti.
-Ed ecco perché noi dobbiamo.. Correre!- urlò l’ultima parola, lanciando il contenuto dell’oggetto verso i due uomini e correndo nella direzione opposta alla loro per scappare. Al contrario i due uomini si misero a tossire e, quando la polvere svanì, si guardarono intorno e videro che i tre fuggitivi non c’erano più.
-Houston, abbiamo bisogno di rinforzi- sibilò uno dei due, alla radiolina al petto da cui uscivano delle conferme.  

I tre stavano correndo, prendendo direzioni a caso, e ogni volta che incrociavano delle guardie, le quali iniziavano a rincorrerli, cercarono di interrompere subito il loro tragitto. Uno lo fecero addirittura cadere e questo faceva sentire in colpa tutti e tre.
-Massi cosa può mai succedere- canzonò Gabriele, svoltando l’angolo a destra e rallentando insieme agli altri a causa dei tizi davanti a loro.
-Ok, questo non è uno dei miei piani geniali- scese a compromessi Julian, indietreggiando.
-Ragazzi non è il momento di litigare- li ricordò Cassie, timorosa dal fatto che sarebbe potuto finire davvero male per loro.
-Ma davvero? Non lo sapevo!- urlò il moro, fucilando il suo fidanzato, che non perse tempo a rispondere.
-Non hai fatto altro che sbattermi in faccia che finiremo in prigione-
-E lo faremo seriamente se non la smettete di litigare-
urlò la ragazza, zittendoli una volta per tutte. Arretrando progressivamente si ritrovarono con le spalle al muro e li, si, che cominciarono a preoccuparsi realmente.
-Ok, ora finiremo in gattabuia- balbettò Julian, aprendo leggermente le braccia e ricevendo dei brutti sguardi. Deglutì rumorosamente, ma la sua vista aguzzò una porta che poteva salvarli in quel momento.
-Urlate- ordinò ai suoi compagni, sperando di aver ragione.
-Che?- sussultarono i due, fissandolo come uno psicopatico.
-Fatelo- assottigliò la voce insieme ad uno sguardo gelido. I due, disperati e affranti, confermarono quelle parole e tutti cominciarono ad urlare con la speranza che da quella porta uscisse qualcuno.  

Le quattro superstar erano seduti beatamente sul divano quando udirono tutto quel rumore proveniente fuori dal loro camerino. Si guardarono per qualche istante e decisero di intervenire perché non riuscivano a concentrarsi e per superare quel dannato livello avevano bisogno di tanto impegno. Il primo ad alzarsi fu Calum, raggiunto poi dagli altri. Aperta la porta notò circa sei bodyguard che stavano prendendo in ostaggio tre ragazzi.
-Ma che succede qui?- domandò per l’appunto, uscendo completamente. Gli altri lo imitarono.
-Nulla, signorino Hood-
-Luke!-
gli occhi marroni della ragazza si illuminarono di scatto, mentre quelli del diretto interessato furono del tutto confusi. Così li strizzò per vedere se la conoscesse in qualche modo, eppure non l’aveva mai vista in vita sua. Perciò la sua unica soluzione era il fatto che la ragazza era una loro fan. Ma questa risposta non lo convinceva di molto.
Cassie, dall’altro canto, lo contemplò con tutta la speranza e la fede possibile. Abbassò la mano del suo migliore amico, il quale la incitava ad avvicinarsi, e sgusciò tra le guardie senza essere catturata grazie al suo fisico snello e molto agile. Doveva ringraziare anche sua madre per averle fatto prendere qualche lezione di ginnastica artistica. Ella si riuscì a raggiungerlo, anche se venne presa subito dal braccio.

-Ehi, tu mollala!- lo richiamò Julian, innervosendosi.
-Lo so che non mi conosci e che io non sono una vostra fan, ma ho bisogno di un enorme favore- lo pregò con gli occhi. Il cantante s’interessò e mosse un passo in avanti per ascoltare meglio.
-Signorina, si fermi, la prego- la riprese l’uomo, trascinandola di poco a poco indietro.
-Ho detto ad una ragazza che mi sta altamente sul culo perché insomma lei è una troia eppure tutte i ragazzi ce..-
-Cassie vai al punto!-
la tuonò Gabriele, mentre gli altri erano pericolosamente vicini a lui e al suo fidanzato.
-Si.. che stavo dicendo.. si.. la troia.. si mi continuava a stressare perché c’è una stupida festa di San Valentino domani..-
-Cassie, il punto!-
sbraitò Julian, aumentando l’ansia della ragazza, che si voltò per qualche secondo per capire quanto fossero in pericolo i suoi amici eppure senza accorgersene l’uomo la prese in braccio e posta sulla sua enorme spalla. Lei tirò un urletto e conciò a tirargli dei leggeri pugni.
-Lasciatemi!- disse in un primo momento, ma quando osservò davanti a lei, notò il sogghigno sul viso di Luke. Quella situazione lo stava facendo divertire per caso? Si chiese esterrefatta nella sua mente. -Comunque ho detto che tu eri il mio fidanzato da cinque mesi.. e non so neanche come mi è uscita dalla testa.. già che c’ero potevo dire Harry Styles.. oppure Dylan O’Brien.. beh lui decisamente è troppo figo per me.. ma che sto dicendo?- parlò a vanvera, ma si bloccò quando alle sue orecchie non arrivò un suono dolcissimo e tenerissimo: Luke stava ridendo, mettendo in mostra anche le sue adorate fossette. La castana aveva sempre adorato i ragazzi con le fossette, li trovava adorabili.
Il diretto in questione stava sogghignando con i suoi amici. Luke la trovava divertente e voleva aiutarla sia perché si notava la sua disperazione ma anche perché aveva fatto tanta strada solo per dirgli una cosa del genere. Con quest’ultima non fece a meno che pensare a quanto fosse stato dolce il suo gesto. Così lanciò una piccola occhiata ai suoi amici, i quali sembravano che stessero confermando il suo pensiero.

-Greg- chiamò Luke il capo della sicurezza, che aveva anche in braccio la ragazza. Quest’ultimo si voltò per regalargli la sua attenzione. Il biondino sorrise. -Metti giù la mia fidanzata- esclamò, divertito.
-Davvero? Cioè.. non l’hai sentito? Metti giù la sua fidanzata!- lo riprese Cassie, fucilandolo con lo sguardo. Greg fece come gli era stato comandato e se ne andò con tutta la sua truppa, lasciando liberi anche gli altri due. In quel corridoio rimasero solo loro sette. Julian corse ad abbracciare la sua migliore amica e Gabriele lo imitò.
-Visto? Ve l’avevo detto che non finivamo in prigione- si pavoneggiò il ragazzo, passandosi una mano sulla spalla e guardandosi poi le unghie con un’aria da superiore. Quell’affermazione fece ridere di nuovo i cantanti, invece gli altri due gli regalarono un pugno sul braccio.
-Si può sapere cos’è questa storia?- s’intromise Ashton, asciugandosi le lacrime, procurate dal troppo ridere.
-C’è questa ragazza nella nostra università, che ha preso di mira Cassie- il biondo posò le mani sulle spalle della diretta in questione, la quale abbassò il viso afflitta. -E lunedì praticamente ci ha ricordato la festa di San Valentino, la quale si festeggia nel locale di fianco alla nostra scuola ed è solo per coppie. Dato che non volevo che questa qui potesse prenderla in giro un’altra volta, ho inventato la storia del fidanzato e puff.. sei comparso tu- spiegò velocemente, alzando le spalle.
-Non era più semplice trovarne uno e chiedergli il nome e poi riferirglielo?- domandò invece Michael, appoggiandosi con il braccio sulla spalla di Calum.
-Può darsi, ma la signorina ha sparato il suo nome. Cavolo io te l’avevo detto di inventartelo-
-Scusa-
mormorò come una bambina innocente.
Quel tono fece dolcezza all’australiano, il quale si parò davanti a lei e le alzò delicatamente il viso. Le sorrise sinceramente e poi le esclamò: -Facciamogliela pagare a ‘sta stronza-
Cassie rise e annuì contenta. Non aveva mai pensato che fosse così gentile con le persone. Rimase a studiarlo qualche secondo in più e poteva già dire di essersi innamorata dei suoi occhi azzurri cristallini. Le trasmettevano felicità e sicurezza, cosa che non le era mai capitata con gli altri ragazzi con cui era uscita prima.

-Grazie mille- ne fu davvero grata la castana.
-E di che? Mi diverto anch’io- scoppiò a ridere, rallegrandola.
-Ragazzi, c’è il cambio di vestiti, andiamo- li informò la loro stilista, passando per il camerino e andandosene quasi subito senza degnarli della sua attenzione.
-Avete il biglietto?- domandò Calum.
-No- rispose Gabriele, stringendo la mano del suo fidanzato. I quattro annuirono e si sorrisero tra di loro.
-Beh, ora ce l’avete- li mise al corrente Ashton, facendoli l’occhiolino.
-Non possiamo accettare-
-Per la mia fidanzata questo ed altro-
concluse Luke, lasciandole un bacio sulla guancia e poi se ne andarono visto che conoscevano molto bene la loro stilista e sapevano che si infuriava per il ritardo.
La ragazza si porto d’istinto la mano sul punto baciato, il quale stava ardendo lentamente e si poteva sentire attraverso il pollice il battito cardiaco aumentare di poco a poco. Un sorriso da stupida si dipinse sul suo viso. Forse, alla fine, non era una stupida bugia: a lei piaceva.  
Il concerto era semplicemente fantastico e i tre ragazzi si divertirono molto a inventare nuovi passi e a cantare a squarcia gola le uniche strofe o canzoni che conoscevano. Si doveva ammettere che Gabriele era quello che ne sapeva di più grazie alla sorella minore, la quale lo stressava ogni giorno.
Terminò circa a mezzanotte e dato che l’indomani si dovevano alzare presto per andare a comprare un vestito, decisero di salutare i ragazzi dalla folla. I cantanti li videro e ricambiarono il gesto gentilmente. Era stata una bella serata dopotutto. Erano all’uscita, quando Julian si avvicinò alla guardia del corpo, Greg e gli lasciò l’invito del party con il luogo, la data e gli orari. Dopo quest’ultimo ritornò dai suoi amici, prese per mano il fidanzato e se ne andarono soddisfatti che per una volta le cose stavano andando come volevano loro.
 

Era la serata decisiva.
I tre ragazzi erano appena arrivati nel locale della festa con la macchina di Gabriele poiché era certo che sarebbe stato lui il guidatore. A lui non piaceva molto bere e, conoscendo il suo fidanzato e la sua amica, i quali adoravano l’alcool, si offriva volontariamente per evitare di farli commettere qualche cavolata.
I due ragazzi erano vestiti con un semplice smoking classico nero.
Fu Cassie la vera regina della serata. Era semplicemente meravigliosa con quel vestito blu, con uno spacco sulla schiena, che le arrivava poco più sopra del ginocchio e ai piedi dei semplici tacchi bianchi lucidi. I suoi capelli castani erano per la maggior parte sciolti, ad eccezione di una treccia laterale sinistro, la quale era posizionata come una rosa e al centro vi erano delle perline bianche. Aveva un trucco leggero, quasi invisibile. Sulle spalle aveva un semplice cappotto nero.
I suoi occhi nocciola perlustravano nervosi il perimetro per capire da dove arrivasse il suo accompagnatore.

-Arriverà, tranquilla- la rassicurò Julian, accennandole l’entrata. Faceva troppo freddo per restare fuori ad aspettare.
-Lo spero- ammise, mettendosi a braccetto con i suoi amici.
Varcata la soglia, si liberarono dei loro soprabiti e si buttarono nella mischia.
Cassie tentò di essere il più invisibile possibile. Infatti si diresse al bancone per recuperare una birra. Aveva bisogno di tanto sostegno in quel momento.
Erano quasi le undici e di Luke o dei suoi amici non vi erano tracce e Cassie si sentiva completamente stupida ad aver creduto che sarebbe realmente accaduto. La cosa buona fu che la ragazza si era rintanata in un angolo in disparte con una bottiglia di vodka liscia. Aveva bevuto fin troppo, ma non le importava. Voleva che quella serata finisse al più presto.
Era una stupida festa e non avrebbe mai cambiato idea su questo.
Così più i minuti passavano, più la mancanza di Luke era presente, più Cassie beveva.
All’ennesimo bicchierino, si nascose il viso tra le mani.
Aveva una voglia matta di piangere e un groppo in gola non la aiutava molto.

-Anderson?- la chiamò una voce fin troppo conosciuta.
Alzò gli occhi al cielo e sforzò un sorriso. -Ferri-

-Pensavo che non fossi venuta- commentò Vanessa. Poi si guardò intorno e soddisfatta chiese: -Dov’è il tuo accompagnatore? Non dirmi che ti ha dato buca il giorno di San Valentino?- aggiunse, facendo finta di rattristarsi. -Infondo, pensavi davvero che un cantante di fama internazionale si sarebbe interessato a te?- proseguì, sogghignando. -Povera illusa-
Cassie non riuscì a controbattere poiché, per una volta, la sua nemica aveva ragione. Si era illusa. Portò i suoi occhi lucidi da un’altra parte e si nascose il labbro inferiore tremolante con la mano.

-Inventarsi un ragazzo per San Valentino. Come sei caduta in basso-
A quel punto, Cassie afferrò il suo cellulare e se ne uscì di corsa dal locale, facendosi spazio tra quelle persone. Aveva bisogno di aria.
Una volta fuori, una volata di vento la raffreddò, ma le lacrime calde le solcarono velocemente e silenziosamente le guance.
Non comprese bene il motivo per cui ci rimase male per l’assenza di Luke. Insomma doveva aspettarselo: lui aveva troppi impegni e lei non era nessuno. Le aveva dato semplicemente il contentino per evitare di deluderla in faccia.
Questa ipotesi la fece innervosire molto di più.
Si ripulì da quello stato pietoso e, sfregandosi le mani sulle spalle per riscaldarsi, sospirò pesantemente allo scopo di recuperare il controllo.

-Ah, eccoti!- esclamò qualcuno alle sue spalle. Pensò che fossero i suoi amici. -Perché sei qui fuori? Dobbiamo rientrare-
Cassie scosse la testa.

-Io lì dentro non rientro manco morta- sbottò. -Che cavolo di figura ci faccio? Sono sola, Julian. E questo è perché ho dato ascolto ad un tuo piano- si lamentò con voce tremolante. -Siamo stati degli stupidi a pensare che sarebbe venuto. Ed io mi sento ancora più stupida a credere di aver avuto un’opportunità di passare una serata felice con un ragazzo e soprattutto non essere sola il giorno di San Valentino. Perché si, per una volta, volevo capire cosa significasse o cosa si provasse ad abbandonare le proprie pantofole, cioccolato o gelato e a passare un San Valentino differente. Sono stata stupida ad illudermi. Questa storia mi perseguiterà per sempre- confessò la ragazza tutti i suoi pensieri. Si voltò e si paralizzò sul posto.
Quello non era di certo Julian o Gabriele.
Era Luke. Lui era davanti a lei con un’espressione triste e dispiaciuta.
Arrossì di scatto e portò le mani lungo il corpo. Non poteva credere che fosse realmente così sfortunata.

-Mi dispiace per il ritardo. I miei managers hanno fatto un po’ di storie visto che domani abbiamo un concerto a Parigi, ma sono riuscito a convincerli a patto di cantare una canzone durante la serata come pratica-
-Okay, ora mi sento ancora più stupida-
esclamò Cassie, abbassando lo sguardo e ripulendosi le lacrime. Luke accennò un piccolo sorriso e, avanzando dei passi fino a raggiungerla, le sollevò delicatamente il viso.
-Io trovo che sei molto carina- replicò il biondino, alzando le spalle e sorridendo. Le eliminò l’ulteriore lacrima e le carezzò la guancia dolcemente. -Mi sento un’idiota ad averti fatto piangere-
-Non fa nulla- si limitò, indietreggiando e strofinandosi le mani sulle spalle. Aveva davvero troppo freddo.
-Permettimi di rimediare. Sarà il tuo miglior San Valentino in assoluto-
-Non dev..-
-Oh si. Siamo fidanzati o no? È giusto che la mia bellissima ragazza abbia una serata indimenticabile-
concluse, sussurrando. Si liberò della sua giacca nera e l’appoggiò  sulle sue spalle, sorridendo lievemente. Intrecciò le loro dita.
Cassie era completamente catturata da quel sorriso, su cui spiccò con la luce dei lampioni il suo piercing, e dai suoi occhi azzurri cristallini lucidi. Il suo cuore perse qualche battito per poi recuperarli tutti rapidamente.  Il suo fiato si accorciò. La sua mente fu annebbiata dal dolce profumo del cantante. La sua voce tremolava. E le sue guance si tinteggiarono di rosso poco acceso.
Si ritrovò a confermare le sue parole con un piccolo e timido sorriso.

Luke ricambiò e, indietreggiando, la tirò verso l’interno del locale.
Non si staccò mai da Cassie.
Doveva ammettere di essere attirato e interessato alla studentessa.
Si fecero spazio tra la folla e ritornarono al divanetto di origine, ove potevano incontrare Gabriele, Julian e anche gli altri membri della band.

-Wow, che splendore!- commentò Ashton, portandosi melodrammaticamente la mano sul petto. -Non dirci che sei così bella per il nostro piccolo Hemmo?-
Cassie divenne rosso fuoco e abbassò lo sguardo.

-Hai centrato il segno- la canzonò Calum, appoggiando il braccio sulla spalla dell’amico e scolandosi in un fiato un bicchierino di vodka.
I ragazzi risero. Luke si sporse e le lasciò un bacio sul collo, annusando anche il buon profumo di lei.

-La state distruggendo!- intervenne Michael, scuotendo la testa divertito. -Dobbiamo andare a cantare. Torniamo subito- continuò, prendendo per le spalle Luke e spingendolo nella direzione del Dj.
-Ora- urlò quest’ultimo, attirando l’attenzione della folla. -Come regalo di San Valentino, ecco a voi i 5 Seconds of Summer con Lost Boy-
I quattro ragazzi furono accolti con  un grosso applauso.

-Facciamo i nostri auguri alle coppie di questa stanza- gridò Calum, aggiungendo un accordo di basso.
-Io vorrei dedicare questa canzone alla mia ragazza Cassie- parlò Luke al microfono. -Sei una ragazza meravigliosa e sono onorato di averti nella mia vita perché non so cosa farei senza di te. Buon San Valentino, amore-
La musica partì e con essa il cuore di Cassie.
Era a cosciente che quelle parole non fossero completamente vere, ma a lei stava bene così. Era un bellissimo sogno da cui non voleva essere svegliata.
Al ritornello, Luke scese dal palco e si indirizzò dalla ragazza, cantandole il suo assolo. E quando ebbe finito, si portò dietro la chitarra, intrappolò Cassie tra le braccia muscolose e la baciò profondamente.
Quello non era un gesto di finzione. Era semplicemente vero e puro.
Cassie non poteva immaginare un San Valentino migliore di quello.

Buona sera a tutte!
Avevo scritto questa piccola OS tanto tempo fa, ma non avevo mai trovato tempo per terminarla a causa di molteplici ragioni.
Eppure, mi è venuta l'ispirazione, l'ho continuata e ho deciso di pubblicarla.
Anche perché non avevo molti altri piani ahah
è una OS molto semplice e dolce su Luke **
Spero che vi sia piaciuta. Fatemi sapere ogni vostra opinione! Accetto veramente di tutto! :D  
Prima di andarmene, volevo chiedervi se vi andasse di passare da questa FF: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3702795&i=1
è una Crossover a quattro mani, mia e di una mia amica, sui 5 Seconds of Summer e sui One Direction.
Potrebbe sembrare la solita FF, ma non è così. Ve lo possiamo confermare.
Ci farebbe piacere avere qualche parere in più perché ci abbiamo messo tutta l'anima per scriverla e ci teniamo tantissimo.
Accettiamo di tutto!!
Comunque, a parte questo, spero che questa OS sia stata di gradimento!
E come ha detto Calum: tanto amore a tutte le coppie innamorate e felici, non solo in questo giorno, ma anche negli altri!!
E come dice l'autrice per i singles come la sottoscritta: il nostro Luke arriverà prima o poi u.u
Detto questo, vi ringrazio in anticipo per chi lascia un piccolo parere sia qui che nella FF.
Un saluto!
tanto lovee, by
_browns eyes_ 

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(Cassie :D)

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(Lukee **)

  
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