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Autore: Aiden94    15/02/2018    4 recensioni
Ho letto numerose storie, alcune mi hanno entusiasmato, altre sorpreso o colpito. fino a farmi venir voglia di scrivere le mie fantasie su carta. è la prima volta che pubblico qualcosa quindi consigli ben accetti e spero vivamente che vi piaccia.
Trama: febbraio, pioggerellina leggera, cielo lattiginoso e due persone ai poli opposti che si incontreranno in un piccolo caffè, ma nell'ombra qualcuno trama un'altra storia... o sarà tutta solo un'illusione?
è principalmente una Rin/Sesshomaru ma ci sarà un po di spazio anche per le altre.
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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~~Marzo


Aveva bisogno d'aria.
Ne sentiva il bisogno come se stesse soffocando.
Si sentiva imprigionato, in gabbia, senza via d'uscita. Fermo ad un bivio, impantanato nel fango al centro di un incrocio e non sapeva come uscirne.

Come diavolo era arrivato a questo punto.

Qualche settimana prima era tornato da Parigi, sicuro che l'affare si sarebbe concluso entro poco tempo; i soci dell'azienda sembravano interessati e positivamente colpiti dalla proposta invece alla fine si erano detti incerti. Insicuri. Perchè dicevano che la loro azienda era basata ancora su vecchi valori e che non erano interessati a collaborare con aziende o multinazionali interessate solo a grandi numeri e a farsi bella pubblicità con tematiche falsamente umanitarie.

Era rimasto allibito.
Suo padre e il signor Coudurrier erano amici da anni ormai, era stato uno dei primi progetti di suo padre e intrattenevano ottimi rapporti anche fuori dall'ambiente lavorativo.
Non mancava volta che se uno dei due passasse, anche se per poco, nel paese dell'altro si incontravano per una cena.
Sesshomaru ricordava bene la prima volta che li aveva conosciuti. Era stata l'ultima estate che aveva passato con sua madre e suo padre prima che si separassero.
Secondo loro Sesshomaru sembrava troppo distaccato dai fondamenti che per loro sembravano cosi importanti.
Alla fine suo padre li avevano convinti a presentarsi in Giappone per potergli mostrare i suoi lavori durante la fiera delle nuove tecnologie ad aprile e dare dimostrazione di tutto il suo impegno nell'azienda di famiglia e dimostrare soprattutto che sarebbe stato un degno erede di suo padre.

Alla fine le preoccupazioni di suo padre riguardo al suo carattere cosi freddo e schivo, quasi solitario si erano rivelate vere. Maledizione.

Senza contare che al suo ritorno, come se non bastasse il non aver mandato in porto l'affare, aveva dovuto sorbirsi la paternale di suo padre riguardo al farsi una vita, una famiglia, prendersi una vacanza, andare a trovare il fratello in America (che meno lo vedeva meglio era) gli bastava sentirlo una o due volte al mese per qualche breve chiamata sempre d'affari.
Come se andare in vacanza in quel momento fosse la soluzione, al suo ritorno sarebbe stato punto e a capo.

Poi chiusosi finalmente quella terribile giornata, seppur breve, alle spalle entrò in casa trovandola stravolta.
Soprammobili, fiori, quadri e nella cabina armadio buona parte dei suoi vestiti era stata spostata su un lato mentre l'altro era pieno di scarpe tutte uguali vestiti, accessori, borse tutte ordinatamente stipate dove prima c'erano i suoi completi.
Kagura doveva averlo preso alla lettera.
In quel momento qualcosa nella sua, già compromessa, sanità mentale lo mandò in crisi; la sua vita nel giro di qualche mese stava sfuggendo al suo controllo.
Con questo stato mentale si cambiò mettendosi la tuta da moto e la giacca prese il casco e uscì, sperando che l'aria fresca e la velocità lo aiutassero a capire cosa fosse successo nella sua vita.

Girovagò senza metà per un pò trovandosi inspiegabilmente in una via dall'altra parte della città dove sapeva trovarsi un piccolo e tranquillo caffè. Probabilmente a quell'ora stava chiudendo però un tentativo non gli avrebbe fatto male.

Da quella sera aveva preso l'abitudine di andarci abbastanza spesso, non sapeva il motivo ma lo rilassava stare lì, era un buon posto per riflettere e rilassarsi.
Sopratutto la ragazza che lavorava lì, per quanto chiacchierona e fin troppo vivace, non lo infastidiva costringendolo a parlare.
Faceva tutto lei nella sua infinita iperattività, salutava, faceva domande, si rispondeva poi gli portava il suo ordine e lo lasciava tranquillo, senza mai aspettarsi una risposta o un sorriso.
Era quasi buffa a pensarci, sembrava vivere in un universo tutto suo.

Ricordava ancora la prima sera che l'aveva vista, era di pessimo umore

(nota: é scritto dal punto di  vista di entrambi, non sapevo bene come scriverlo perchè era partito in modo un po differente)

Quella giornata era tranquilla, niente di insolito, aveva chiuso da circa mezz'ora ma doveva finire di sistemare alcuni rendiconti e fatture che avrebbe dovuto portare dal commercialista, come ogni inizio mese. Si era cambiata con la solita felpa lunga rosso scuro e i jeans.
Era andata in  cucina a prendersi dei biscotti da mangiare con il te e appena uscita dalla cucina con il piattino quasi le venne un colpo.

Un uomo affascinante, vicino alla trentina vestito da motociclista  era in piedi fermo davanti alla porta. Aveva un'aria a dir poco torva, ma come suo solito Rin non si fece impressionare e saluto con  il suo solito sorriso
 - Buongiorno- state chiudendo?- si ma devo ancora finire dei lavori, ne avrò per un'altra mezz'oretta, prego si accomodi.-
Sesshomaru si avviò ma venne fermato subito – no no scusi, si accomodi pure a quel tavolino dove ci sono i fogli- Sesshomaru la guardò scettico- vede ho già passatto lo straccio in tutto il bar e non vorrei scivolasse- rispose un po' in imbarazzo, fortunatamente l'uomo non disse nulla, appoggiò il casco sulla sedia e si accomodò- cosa le posso portare?-
Sesshomaru ci penso un po' su, non era entrato lì con una vera e propria esigenza- Se vuole stavo testando una nuova miscela di infuso, se vuole provare- Sesshomaru la guardò e fece un segno d'assenso con la testa- bene- e a quel punto Rin gli fece un sorriso e si voltò a preparare due tazze da te.-benebenebene- cominciò a bisbigliare da sola mentre preparava l'occorrente.
Lo faceva spesso, l'aiutava a concentrarsi e rilassarsi.

Prese una gabbietta fine da té ci mise vari aromi tra cui un po' di polvere di caffè e scaglie di cioccolato fondente, molto amaro, ed una bacca di vaniglia. Mise tutto su un vassoio con due tazze, i biscotti e si avviò al tavolo.

Accommodatasi cominciò a controllare conti e fatture del mese precedente, sorseggiando il suo te.
Notò di sfuggita che l'uomo non aveva ancora bevuto il suo, anzi lo annusava un po incerto.
Che non gli piacesse?- se non le piace le porto qualcos'altro-disse fingendo disinteresse senza distogliere lo sguardo dai fogli-l'odore è strano- ci ho messo chicchi di caffè scaglie di cioccolato amaro e una stecca di vaniglia con una base per tisane che prepara la proprietaria, se vuole glielo cambio-l'hai fatto tu?- si, facciamo quasi tutto noi qui, anche i pranzi, cucino tutto io-specificò; per tutta risposta Sesshomaru assaggiò il té, Rin lo fissò un po in ansia forse non avrebbe dovuto fargli provare una nuova miscela, non conoscendo i suoi gusti- Mi ha dato l'impressione di aver bisogno di qualcosa di amaro, vuole dello zucchero?-l'uomo non rispose- nemmeno io zucchero il tè
-disse facendo un mezzo sorriso- non male ma manca qualcosa- Rin lo assaggiò a sua volta- Si ha ragione, credo che qualche pezzetto di mela darebbe quel tocco dolce e aspro che gli manca...cosa ne pensa?- al suo ennesimo cenno del capo Rin sorrise vittoriosa .
Il silenzio si protrasse, bevvero i loro té e finirono i biscotti.

Sesshomaru non poteva non trovarsi sorpreso da quella strana ragazzina.
Lavorava sola in un bar con il buio in una zona poco trafficata e se ne stava li tranquilla a parlare con uno sconosciuto, doveva essere un po sconsiderata con una notevole mancanza di senso del pericolo per starsene cosi tranquilla.

Vide che aveva quasi finito di compilare i documenti e, non sapendo spiegarsi il motivo, parlò- sono già stato qui un paio di volte ma non ti ho mai vista-Rin alzò lo sguardo sorpresa ed anche un po' compiaciuta del fatto che le avesse rivolto la parola- dipende a che ora passa, io di solito lavoro dalle dieci alle sei, faccio chiusura-
passo per l'ora di pranzo- ah capisco è perchè sono in cucina- aiuti la cuoco- Cosa? No no in cucina ci sono solo io, Sango serve ai tavoli e Kaede aiuta dove c'è bisogno- spiegò sorridendo
- sei tu che cucini?- si perchè?- a Rin venne un attacco che non le piacesse quello che aveva cucinato? Eppure non aveva ricevuto lamentele- no è che non mi aspettavo una cuoca cosi giovane.- si aspettava un cuoco vecchio e grassoccio??-scherzò - i sapori erano ben bilanciati tutto molto buono, mi aspettavo qualcuno di più “navigato” diciamo, non di certo una ragazza cosi giovane... sei portata, dove hai imparato?- Rin era sorpresa sia dalla moltitudine di parole che da quel leggero complimento- mi fa davvero piacere che le siano piaciuti i miei piatti, in effetti ho lavorato per anni con uno chef davvero fantastico che mi ha insegnato di tutto. - Rin gli fece un sorriso luminoso e pieno di calore all'idea che nonostante fosse passato molto tempo, qualcosa degli insegnamenti dello chef le fosse rimasto e fosse percepibile nei suoi piatti.

Si alzò prese i faldoni, il vassoio e sistemò tutto. Prese la giacca e lo zainetto, Sesshomaru si avvicinò alla cassa- quanto le devo?- oh no niente si figuri, siamo fuori orario e poi ho già fatto chiusura cassa quindi non potrei farle comunque lo scontrino- lui la guardò incerto- non si preoccupi e poi il tè era un test di qualità ci mancherebbe che glielo facessi pagare.- stupito per l'ennesima volta da quella stramba ragazza ringraziò e si avviò verso l'uscita.

Spense le luci, inserì l'allarme, chiuse la porta e si voltò. Si sorprese nel trovarlo ancora li fuori.
Che volesse assicurarsi che non le succedesse niente??
 -Le auguro una buona serata- grazie, anche a te.- Rin slegò la bici prese le cuffie e si preparò per andare a casa, lui inarcò un sopraciglio,Rin se ne accorse - vengo sempre in bici, anche con pioggia, sole, grandine o neve, sono rare le volte in cui vengo senza e poi abito a dieci minuti di distanza sarebbe uno spreco tremendo venire in macchina-
per l'ennesima volta quella sera Sesshomaru rimanse sorpreso da quella buffa ragazzina cosi inspiegabilmente allegra e chiacchierona - quella è la sua moto?- si- bellissima- si
- ora vado le auguro una buona serata arrivederci- Sesshomaru si limitò ad un cenno del capo e la guardò andare via, sola nella notte.

Più calmo e rilassato tornò verso casa.

Quella sera nel letto Sesshomaru ripensò a quella ragazzina.
Non le aveva nemmeno chiesto il nome.

Kagura si rigirò nel sonno, e si allontanò da lui addormentandosi sul fianco.
Appena tornato aveva trovato tutto apparecchiato per una cenetta per due e Kagura in intimo pronta per fargli una sorpresa.
Era stata un piacevole diversivo da tutti quei pensieri e come sempre l'amplesso lo aveva soddisfatto.
Kagura non dava mai mezze misure gli si concedeva sempre completamente.
La guardò dormire accanto a sè, forse dopotutto la convivenza non sarebbe stata cosi male e anche suo padre gli avrebbe dato un po di tregua.

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Con quei ricordi uscì dalla rotonda, girò per una via secondaria e notò che alcune luci all'interno erano ancora accese. Parcheggiò la moto ed entrò. 

-buongiorno Sesshomaru ben tornato, giornata breve oggi?- discreta- le porto il solito o cambia stasera?-solito- arrivo subito, vuole un dolce, biscotti, paste frolle- no...grazie- va bene arrivo subito.-
Sesshomaru si sedette al suo solito tavolino in fondo tirò fuori il portatile e un paio di fogli con i progetti e l'organizzazione della fiera che si sarebbe tenuta i primi di aprile.

Rin arrivò con l'ordine, glielo posò sul tavolo e tornò a svolgere i suoi lavori.

Passarono un paio d'ore e Sesshomaru ordinò un'altro tè -le consiglierei una tisana- come suo solito la guardò con una faccia per dire “ e perchè mai” e rin già intuendo la domanda aggiunse- un eccesso di tè riduce l'assorbimento di ferro nelle ossa e rende nervosi, anche per questo ai bambini si da tè deteinato- deciti tu – ok- e tutta sorridente tornò poco dopo con il suo ordine.

Si prese il tempo di assaggiarlo e ripensò di nuovo a quella strana ragazzina.
L'aveva osservata in quegli ultimi tempi e per quanto pensasse di averla inquadrata finiva sempre con il fare qualcosa di inaspettato.

Ad esempio sembrava una piccola batteria, non stava mai ferma, che ci fosse gente o nessuno trovava sempre qualcosa da fare.
Si arrampicava sul banco per pulire i ripiani più alti, faceva l'inventario, riempiva gli espositori, sfornava biscotti che tra l'altro trovava buoni, anche se non le avrebbe mai dato la soddisfazione di farglielo sapere.
Poi con ogni cliente che fosse giovane, vecchio, uomo, donna ear sempre professionale e disponibile; dispensava consigli come aveva fatto prima con lui riguardo al tè, ed intratteneva ogni genere di discorso, malattie, cucina, economia, auto e motori, sport...
Ascoltava sempre tutti pazientemente e interveniva se sapeva qualcosa sull'argomento e proseguiva cosi tutti i giorni a tutte le ore con chiunque.

Sesshomaru lo trovava sfiancante anche solamente al pensiero.
Però doveva ammettere che a lei riusciva benissimo, l'unico tipo di clientela che sembrava mal sopportare erano i suoi coetanei.
Se erano in compagnia di una ragazza Rin si poneva sopratutto a lei guardandola maggiormente e dando solo brevi occhiate a lui, probabilmente per non far infastidire l'ipotetica ragazza.
Quando i ragazzi erano da soli invece era sempre un po più distaccata e meno eloquente, sopratutto perchè cercavano un modo per attacare bottone con stupidi complimenti ovvi e scontati, chiedendole il numero (che non dava mai e defilava sempre con qualche battutina o una risatina finta) o chiedendole di uscire.
Si vedeva bene che la cosa la metteva a disagio e anche se non voleva ammetterlo gli piaceva anche questo lato di lei.
Non che fosse geloso di tutte quelle attenzioni che si scambiavano, assolutamente.

Ad un certo punto qualcosa nella conversazione attirò la sua attenzione.
-il primo weekend di aprile ci sarà la fiera delle nuove tecnologie a kyoto e pensavo di andarci- stava dicendo Rin- si ne ho sentito parlare- sembra davvero molto interessante e sarebbe un modo diverso di passare il weekend- se ti va potremmo andarci insieme- disse il ragazzo di rimando, Sesshomaru si innervosì inspiegabilmente- no no ma figurati era per dire e poi devo ancora vedere un paio di impegni che ho già preso con un'amica quindi..- a capisco... però se cambi idea fammelo sapere che al massimo ci andiamo insieme, mi farebbe piacere- certo tranquillo, comunque sarebbe una cosa decisa all'ultimo quindi, non so, si vedrà- ancora una volta era riuscita a svicolare da tutte quelle attenzione, sesshomaru se ne compiaque.

Finì il suo tè e si avviò alla cassa (mi esprimerò in euro perche non ne so niente di yen) – 7,50 € - grazie e buona serata signor Sesshomaru- chiuse la cassa e fece per girarsi- dovresti andarci- Rin si girò stupita, non si aspettava che le rivolgesse la parola- sto parlando della fiera, merita di essera vista- a quel punto gli fece uno dei suoi soliti sorrisi luminosi come il sole- se lo dici tu ti prenderò in parola- fece un cenno con il capo e uscì.

Che diavolo gli era saltato in mente.
Perchè glielo aveva detto.

Non era stato solo l'averglielo detto ad infastidirlo, era anche il fatto di aver sperato, anche se solo per un attimo, di vederla alla fiera così da poterle parlare e magari di scambiare due parole con lei fuori dall'ambiente lavorativo.
Si era scoperto curioso di vederla fuori dai panni di cameriera sempre allegra e disponibile.
Accidenti... ma cosa aveva che non andava.

Parcheggiò l'auto ed entrò nell'ascensore. Un vago senso di inquietudine lo invase.
Lei non aveva detto che sarebbe andata, il suo tono era diverso da quello usato con il ragazzo e di certo lui non l'aveva invitata ad andare insieme, non le aveva nemmeno detto che ci sarebbe stato anche lui, visto che era uno degli espositori dei padiglioni.
E se non fosse venuta, e se fosse andata accompagnata da qualcun'altro.
A quel punto gli venne un dubbio.
Che avesse un fidanzato, non ne aveva mai fatto menzione, ma dopotutto perchè respingere tutte quelle avance se non fosse stata impegnata.
Magari era solo professionale.
E perchè ora si stava torturando per l'ennesima volta su quella ragazzina?????
Accidenti.
Il suono dell'arrivo dell'ascensore lo destò da tutti i suoi pensieri.

Entrò nell'appartamento e trovò Kagura seduta in salotto con il suo capo e un ragazzino che, vista l'età, doveva essere lo stagista di cui gli aveva parlato.
-ah Sesshomaru sei tornato presto, loro sono il signor Tsuno e lui è Kosuke, il fotografo che si occuperà delle foto per la fiera nei padiglioni delle fibre ottiche e delle fotocamere.
-buonasera signor No Taisho -Buonasera e ci scusi se siamo piombati qui in casa sua ma era piuttosto urgente, vede ci siamo accorti di avere delle falle nell'organizazzione dell'evento e fortunatamente siamo riusciti a trovare qualcuno che ci colmasse i posti vuoti.
Sesshomaru fece un segno d'assenso.
Il signor Tsuno si occupava di organizzare importanti eventi come la fiera delle nuove tecnologie e kagura era la sua assistente.

Quello che infastidiva Sesshomaru, non era la loro presenza superflua nel suo appartamento, ma che lei si fosse presa la libertà di invitare gente a casa senza nemmeno degnarsi di avertirlo minimamente, come se quella non fosse casa sua.
 A quel punto, già innnervosito a causa dei pensieri su Rin si trovò nuovamente preso alla sprovvista e giratosi si avviò verso la sua stanza bisognoso di una doccia.

:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-

Nel frattempo in un altro appartamento...

Rin entrò, accese le luci e depositò le buste della spesa sul tavolo della cucina.
Si voltò e sospirò soddisfatta, aveva davvero fatto un ottimo lavoro con quel appartamento.

Ricordava ancora i mesi spesi nella ricerca di qualcosa che rientrasse nei suoi standard, poi le settimane spese per richiedere un prestito che, grazie anche alle conoscenze di suo padre, era riuscita ad ottenere con un buon tasso di interessi, poi i tre mesi di ristrutturazione che le erano costati notti insonni, calcoli al centimetro per sfruttare ogni spazio al meglio e due capelli bianchi per lo stress, senza contare tutti i negozi d'arredamento girati con sua madre per scegliere mobili che rispecchiassero i suoi gusti e sopratutto il suo portafoglio. Perchè se c'era una cosa che non sopportava era pesare sulla sua famiglia o dipendere da altri.

Con tutte quelle spese aveva dovuto faticare parecchio con il lavoro e per un po aveva fatto qualche lavoretto extra per arrotondare. Ma alla fine era riuscita a stabilizzarsi ed ora viveva la sua vita da donna in carriera indipendete.
Era al settimo cielo e la sensazione di assoluta completezza che provava pensando alle sue fatiche e ai suoi successi le dava una soddisfazione immensa.

Quando sua sorella Kagome era venuta a trovarla, dopo quasi un anno di assenza per studiare e diplomarsi in medicina in America, era impazzita a vederer i risultati dei suoi lavori; avevano passato notti insonni a ridere, mangiare schifezze e raccontarsi tutto.
Sapeva che aveva trovato un ragazzo che studiava economia, giapponese anche lui e visto dalle foto anche parecchio figo.

Non fece a tempo di finire quei pensieri che squillo il telefono.
Era Kagome,in videochiamata.

-ciao come sta la mia sorellina preferita- bene come sempre sorellona e tu? Che mi racconti di bello- o niente, solito studi ed esami che mi stanno uccidendo, convivenza tutto bene, anche se a volte vorrei strozzarlo e in ansia per gli esami di luglio- per gli esami passi ma cosa ti ha fatto ancora quel povero cane bastonato? Poverino continui cosi e torna in Giappone a nuoto pur di non sentirti- si si fai meno la spiritosa tu... immagino che tu non abbia ancora trovato il moroso se mi prendi in giro cosi- no assolutamente, sto bene cosi con amici, famiglia, lavoro e i miei interessi- si si certo a chi vuoi darla a bere- sono seria Kagome- ceeeerto come vuoi tu, comunque poverino niente dovresti vedere come lascia il bagno ogni volta, vestiti sparsi sul pavimento zuppi d'acqua perchè dice che “dopo la doccia il pavimento è troppo freddo” o che non apre mai le finestre e lascia dentro una nebbia degna di un film horror.... insomma non mi sembra di chiedere tanto.
- mmm no hai ragione ma dovrà avere anche lui i suoi piccoli difetti no???- chiamali piccoli- ahah dai- si lo so lo so sono stressante ma comunque... tornando a te, sicura di non dovermi dire niente?- no sicura, ultimamente il lavoro è aumentato al bar e sono contenta visto come stava andando le cose all'inizio, mamma e papà stanno bene, e io non mi lamento- meno male sono contenta, comunque finiti gli esami tornerò a casa verso i primi di settembre e penso che starò un po a casa, anche Inuyasha vuole stare un po di tempo con la sua famiglia- capisco è comprensibile, dopotutto è tanto che mancate- già comunque scappo Inuyasha si sta svegliando ciao sorellina- ciao sorellona bacioni e salutami il mio futuro cognatino- dai scema che ti sente- ahha ciao- ciao.

Chiuse la telefonata e smise di gironzolare per casa, a furia di parlare era finita nella stanza ospiti-studio-stiraggio...

Entrò in camera, accese la luce e... si bloccò.
Non ricordava di essersi seduta sul letto dopo averlo accuratamente rifatto quella mattina, eppure ora si vedeva una leggera infossatura come se qualcuno si fosse seduto sul copriletto.
Si voltò e cercò in giro per la casa altri oggetti fuoriposto, annusò l'aria in cerca di un odore o di un profumo estranei, girò come un ossessa per tutta la casa, frugò negli armadi, controllò sotto i letti dietro le tende che non ci fosse nessuno e quando vide che era sola chiuse la porta a chiave e si accascio ansante sul pavimento.

Non può essere, forse mi sarò sbagliata, magari mi sono appoggiata per sbaglio e non me lo ricordo, magari è passata la mamma e non mi ha detto niente.,,, ma più ci pensava più l'ansia cresceva.
Qualcuno si era introdotto in casa sua, per forza, erano mesi ormai, da prima delle feste, che non le capitava di trovare qualcosa fuori posto.

Ricordava bene la prima volta che aveva avuto il sospetto che qualcuno fosse entrato in casa sua senza il suo permesso perchè solo lei sapeva che l'anta del suo armadio scorrevole era difettosa e che bisognava spingere e alzare per farlo chiudere con un clack.
Quella sera era tornata a casa, stanca morta e aveva sentito un leggero odore, come di sudore o di sporco ma all'inizio non ci aveva fatto caso, pensando fosse lei era andata a farsi una doccia e uscita solo con indosso l'asciugamano era andata in camera a prendere un pigiama, solitamente per aprirlo doveva tirarlo un po' avanti, in su per farlo scattare e poi indietro, ma quella volta l'armadio era stato appena appoggiato, da allora aveva fatto più attenzione e aveva notato piccoli dettagli. Credendo di stare impazzendo ne aveva parlato con Kosuke che l'aveva tranquillizata, le aveva proposto di chiamare un fabbro e far cambiare la serratura e di lasciare le chiavi solo ai suoi genitori anziché sotto il vaso, Kosuke era stato così disponibile che non sapeva come ringraziarlo per tutto l'aiuto ed il supporto che le aveva dato (da lì il problema del bacio), le aveva anche lasciato il suo numero in caso di bisogno e ogni tanto passava a trovarla per controllare che fosse tutto apposto.

Dal cambio della serratura non c'erano più stati episodi di quel genere e Rin si era tranquillizzata.
Ma ora per quella leggera impronta sul letto si sentiva sprofondare di nuovo. Non doveva farsi prendere dal panico, doveva stare calma e pensare a mente lucida, la prima volta era andata fuori di testa ma questa volta non sarebbe successo, non avrebbe allarmato Kosuke o la sua famiglia inutilmente. L'ultima volta si era sentita profanata, violata, estranea in casa sua, aveva persino cominciato a cercare un passaggio segreto dentro casa anche se, avendo controllato centimetro per centimetro ogni angolo durante la ristrutturazione, sapeva non ce ne fossero.

Pensa pensa pensa Rin pensa.... ci sono!!! un'allarme, sarebbe stato perfetto. Doveva solo informarsi e scegliere quello che faceva al caso suo e aspettare.
Da domani mi metterò all'opera per informarmi su quale dispositivo sarebbe più indicato.

Con questi pensieri e una calma glaciale disfò il letto, mise tutto in lavatrice e mise delle lenzuola pulite, areò tutta la casa e cominciò a passare il disinfettante su tutte le superfici a partire da camera sua. Poi soddisfatta del risultato andò a dormire pensando ai vari tipi di allarme e per quanto potesse sembrare stupido mise la sua fedele padella da frittate sotto al letto in caso di necessità.

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Intanto oltre oceano alle sette del mattino....

-mmmmm... chi era al telefono?- Rin, era un po che non la sentivo e volevo sapere come stava- capisco- Inuyasha sbadigliò come un vecchio leone addormentato stiracchiandosi -visto che ti sei svegliata così presto cosa ne dici di svegliare bene anche me- disse con ancora gli occhi chiusi ma un sorriso sornione sulla faccia, Kagome con uno scatto agile fece per balzare fuori dal letto ma lui l'afferrò per i fianchi- ahhh dai lasciami – no neanche per sogno ti sei svegliata presto stranamente e io ho tutte le intenzioni di approfittarne- mmm che maniaco che sei- con te non sai quanto.-
Non era un complimento ma detto cosi senza pensare le aveva fatto scaldare il cuore, non era un tipo baci e coccole per questo uscite di quel tipo le facevano sempre un certo effetto.

Cominciarono a baciarsi pigramente e con calma poi, come se finalmente si stesse risvegliando la girò sotto di lui e prese a baciarla con passione passando le mani su tutto il suo corpo mentre lei si aggrappò alle sue spalle facendo passare una mano tra i folti capelli neri.
Lui continuava a tenere gli occhi chiusi mentre, continuando ad accarezzarla, scendeva sempre più in basso  fino ad infilarle una mano negli slip -perchè ti sei rivestita?- ero al telefono e pensavo di andare a prepararti la colazione- mmm potevi farlo anche senza vestiti- Kagome non potè fare a meno di ridere- non mi semebrava che ieri questo mio lato ti dispiacesse- mentre lo disse aumento la pressione sul clitoride e lei per tutta risposta ansimò- adoro i tuoi respiri, mi fanno impazzire sai- sei terribilmente loquace stamattina- merito tuo e delle tue mani ieri sera – risero entrambi a quel ricordo mentre continuavano a strusciarsi e provocarsi con bacetti e morsi sul collo.

Ad un certo punto non resistettero più, Inuyasha le abbassò le mutandine la assaggiò voracemente per assicurarsi che fosse pronta, quando lei si inarcò sul letto si alzò a coprirle la bocca ed entrò con una sola spinta.
Kagome emise un gemito e lui si fermò lasciando che si abbituasse e lei come di consuetudine gli allacciò le gambe dietro la schiena e lui lo prese come un via libera.

Ormai stavano insieme da quasi due anni e la familiarità non aveva bisogno di parole.
Cominciò a muoversi, da prima piano poi sempre più velocemente costringendo Kagome ad aggrapparsi alla sua schiena per non rischiare di scivolare.

Spinta dopo spinta raggiunse in fretta l'orgasmo, la strinse a se e si accasciò di lato portandosela con se. Ripresero piano il fiato e Kagome si sporse oltre il bordo del letto a prendere un fazzoletto- non ti azzardare ad andare in bagno a pulirti ora, facciamo dopo la doccia insieme- Kagome rise sommessamente e tornò ad accoccolarsi accanto a lui che finalmente aprì gli occhi per mostrargli due meravigliosi occhi castano dorati che le facevano pensare al caramello più dolce.
- Ti Amo – si misero a ridere per averlo detto insieme, nonostante i continui battibecchi e la distanza dovuta a due lavori cosi impegnativi, la complicità era palpabile tra di loro e Kagome non poteva fare a meno di essere felice e cercare di imprimersi tutte quei momenti a fuoco nella mente cosi da poter superare ogni momento difficile. -mmm- cosa c'è- non sei venuta- non ti preoccupare con tutte le volte che mi hai fatto venire ieri direi che per questa volta ti posso perdonare- lui sorrise e la abbracciò- non so cosa farei senza di te-Kagome sorrise e si strinse più forte a lui. Felice.
Non poteva fare altro che augurare lo stesso alla sua sorellina che avrebbe rivisto presto.

 

 

   
 
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