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Autore: Atenah    16/02/2018    0 recensioni
Sherlock ha salvato Irene dai terroristi e adesso?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Irene Adler, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo sentito un immenso senso di libertà nel momento in cui avevano incominciato a correre. Lui, il detective dal cappello buffo ed io, la Donna. "Quando dico corri: corri." mi aveva detto e io lo avevo fatto. Sentendomi libera come una bambina. Come un stupida bambina, pensai.
Ormai correvamo già da ore e il fiato mi mancava. Per non restare in dietro si mi rifugiata nella mia mente e lì avevo incontrato pensieri, pensieri che ora iniziavano ad emergere. Era ingiusto. Io aveva perso. Lui era venuto a salvarmi, a salvarmi la vita. Ma non aveva rispettato le regole. Lei aveva perso, lui avrebbe dovuto lasciarla perdere. E invece era lì e correva al mio fianco e io avevo perso un'altra volta facendo la figura della donzella in pericolo che necessitava essere salvata. La rabbia iniziò ad arrivare. Sherlock Holmes non provava sentimenti, perché allora venire a salvarmi? Per dimostrarmi che ero una perdente ancora una volta? Per dimostrarmi che da sola non ce l'avrei fatta?
Il sole era sceso dietro alle montagne coperte di neve ed ad un certo punto lui si fermò.
"Restiamo qua per la notte." disse indicando una grande roccia scavata dal vento. Io avrei voluto urlagli che non avevo bisogno della sua protezione, che ero forte da sola, senza di lui. Ma faceva freddo ed era buio, o restavo lì o mi sarei persa tra le montagne del Pakistan.
Mi sedetti con la schiena appoggiata contro la roccia. Un vento gelido mi passò sopra le braccia e le spalle nude e io mi strinsi le mani attorno.
Sentii qualcosa di caldo posarsi su di me, il suo cappotto. Avevo freddo, ma ero troppo fiera. "Non ho bisogno delle tue gentilezze." gli dissi acida. Lui non disse niente, ma pur essendo girata dall'altra parte, sapevo che mi stava guardando.
Dopo minuti che mi sembrarono un'eternità, non ce la feci più, mi girai. 
"Perché?" chiesi "Perché non rispetti le regole? Ho capito di avere perso, non c'è bisogno di torturarmi così." dissi mentre le lacrime iniziavano a scendere. Era stato troppo oggi: avevo rischiato per un pelo la vita, avevo rivisto lui, eravamo inseguiti da un gruppo di terroristi spietati, ero sfinita, faceva freddo e avevo fame.
Lui mi osservò ancora per un po'. Poi mi prese la mano e la tenne per qualche secondo nella sua. Quel contatto fisico sembrò bruciare, forse anche perché avevo le mani gelide e lui le aveva calde. Poi lentamente portò la mia mano sul suo polso.
Chiusi gli occhi, mentre alle lacrime di disperazione,si aggiungevano lacrime di felicità.
Con estrema attenzione mi tirò a se, come se fossi stata un vaso di porcellana e mi coprì con il suo cappotto.
"Non per tutto ci sono delle regole Irene Adler." mi disse e posò le sue labbra sulla mia tempia.
   
 
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