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Autore: PiperBlue    16/02/2018    0 recensioni
Ogni specchio, come tutti sanno, è dotato di due facce, come una medaglia; si potrebbe dire che una delle due è rappresentata dal mondo reale e terreno, nel quale tutti noi viviamo, mentre l'altra riguarda un mondo molto più misterioso e intrigante: quello che noi stessi creiamo con i nostri sogni, i disegni, le canzoni, le poesie e i racconti. E, come in ogni specchio, questi due mondi sono fortemente collegati l'uno all'altro, e sono così in grado di influenzarsi a vicenda ed entrare in contatto in numerosi modi, secondo la volontà di chi scrive una nuova storia; sono tenuti assieme da un legame indissolubile che vivrà finché la fantasia stessa avrà vita.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frisk, Toriel
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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I PERSONAGGI DI QUESTA STORIA NON MI APPARTENGONO E QUESTA NON è STATA SCRITTA A SCOPO DI LUCRO


Da un po' di tempo Firsk si sentiva inquieta: anche se era riuscita a liberare i mostri dal sottosuolo distruggendo la barriera che li aveva intrappolati per tanti anni, ed ora avevano la possibilità di vivere in pace una vita dalla quale avrebbero potuto ottenere tutto ciò che si meritavano, sentiva che qualcosa non andava. 

Poteva chiaramente percepire, nascosto sotto i sorrisi di benvenuto e le belle parole degli umani, il disgusto nei loro confronti, che le causava quel forte senso di turbamento che tentava in tutti i modi di nascondere ai suoi amici.

Aveva sempre saputo, fin da quando era venuta a conoscenza del desiderio di libertà dei mostri, che il vero ostacolo non sarebbe stata la barriera, ma gli umani stessi, e che farsi accettare sarebbe stata un'impresa che avrebbe messo alla prova la sua determinazione. 

Mai, però, avrebbe potuto immaginare che il disprezzo, l'odio e la rabbia degli uomini li avrebbero portati a commettere gli atti che ora la ragazza poteva osservare attraverso lo schermo del suo televisore: il telegiornale stava trasmettendo una serie di immagini di distruzione totale, paesaggi completamente desolati e disseminati di cadaveri di mostri e umani, e parlava di un vasto gruppo di persone che erano decise a riconfinare gli "esseri mostruosi" sotto terra, anche a costo di sterminarli uno dopo l'altro.

Frisk era pietrificata; sapeva bene come i difetti dell'umanità fossero gravi e distruttivi, ma aveva sempre conservato la speranza che le cose sarebbero, un bel giorno, cambiate, che gli uomini avrebbero imparato a convivere gli uni con gli altri senza uccidersi a vicenda, senza creare spaccature ogni giorno più profonde tra le loro anime, e sperava che con l'arrivo dei mostri quell'occasione fosse finalmente giunta. 

Sperava che gli uomini si fossero finalmente resi conto che respingersi è sbagliato, e che li avrebbero accolti a braccia aperte. 
Solo adesso vedeva quanto era stata sciocca a illudersi in quel modo; le immagini di desolazione continuavano a susseguirsi davanti ai suoi occhi vitrei che si riempivano di lacrime di rifiuto. 

Non poteva, non voleva credere a ciò che vedeva.
Tutto ciò che aveva desiderato, la vita perfetta che voleva regalare ai suoi amici si andava sgretolando e lei osservava impotente.

"Non capisco" mormorò, cadendo in ginocchio, tenendosi la testa fra le mani. "Perché succede tutto questo? Cosa abbiamo fatto di male?" 
Le lacrime che le rotolavano giù dalle guance si infrangevano sul pavimento, inesorabili come l'odio degli umani.
Pianse a lungo, talmente a lungo da esaurire le forze e provocarsi un terribile mal di testa. Non le importava. 

Quando finalmente si fermò e si rialzò in piedi, con la testa martellante, vide che le erano arrivati dei messaggi sul cellulare. Erano i suoi amici. Frisk si sentì morire: si chiese come si potessero sentire loro in quella situazione. Spaventati. Confusi. Amareggiati. Lei intendeva solamente renderli felici. 
Non ebbe nemmeno la forza di leggere ciò che le avevano scritto, convinta che si sarebbe rimessa a piangere e questa volta non avrebbe più smesso.

Cercò di calmarsi abbastanza per poter riflettere e magari trovare una soluzione. Ma quale soluzione? Le sembrava di vivere in un incubo, senza la minima possibilità di risveglio. Di essere intrappolata in una gigantesca ragnatela che a ogni movimento la imprigionava sempre di più, e il ragno minaccioso le si avvicinava velocemente. Ma questa volta non era un adorabile ragno-muffin, e non avrebbe avuto scampo.
 
"Eppure, davvero non capisco... a me sembra così ovvio, così naturale... gli uomini non possono vivere separati, hanno bisogno gli uni degli altri per sopravvivere, è sempre stato così e così sempre sarà. 
Tuttavia, seguitano a respingersi, a lottare fra di loro. E tutto perché alcuni si considerano superiori ad altri. Non riescono a comprendere che non c'è un superiore e un inferiore, ma che siamo tutti un'unica cosa e siamo uguali, e tali dovremmo considerarci? 

Conviviamo sullo stesso pianeta, e che ci piaccia oppure no dobbiamo far funzionare le cose se non vogliamo continui scontri e guerre! Ma sembra quasi che questo sia ciò che vogliamo... molte, troppe persone non sono disposte a mettere da parte i pregiudizi e questo sciocco senso di superiorità e preferiscono attaccare chi reputano "inferiore". 

D'altro canto, tutte queste lotte a cosa servono? Cosa risolvono? Creano solamente distruzione e altre guerre conseguenti. È come una reazione a catena. Ci stiamo distruggendo da soli. 
Se solo dessero una possibilità ai mostri, prima di distruggerli senza pietà alcuna, potrebbero vedere che creature meravigliose sono! Così divertenti, generose, affettuose, di buon cuore... gli ultimi che si meriterebbero una cosa simile... ed è solo colpa mia! 
Non avrei dovuto portarli sulla superficie! Credevo veramente che qualcosa sarebbe cambiato? L'uomo non cambierà mai perché è troppo ostinato per ammettere i suoi errori! 

Se dessero ai mostri una possibilità, vedrebbero quanto siano più vicini al termine "umanità" di quanto non lo siamo noi stessi. E forse è proprio questo che li spaventa tanto. 
In ogni caso, non è un buon motivo per sterminarli tutti. Si dice che l'unione faccia la forza, ed è vero, è uniti che si raggiungono obiettivi che sembrano irraggiungibili, è unendo le nostre forze che possiamo fare tutto ciò che desideriamo. Ma non facciamo che dividerci."

La ragazza era immersa in profonde riflessioni da diversi minuti, quando Toriel fece irruzione, il viso inondato dalle lacrime. Quella vista le spezzava il cuore. La sua salvatrice, colei che era la mamma che non aveva mai avuto, non avrebbe dovuto soffrire in quel modo. Poi il mostro sorrise alla ragazza, lasciandola di stucco.

«Tesoro, hai spento il televisore!» esclamò, sorprendendola ancora di più. 

«Io non potevo guardare...» ammise, abbassando lo sguardo colmo di sofferenza.

Allora mamma capra prese il telecomando e tornò sul canale dei notiziari. 
Frisk non capiva, né tantomeno voleva rivedere quelle fotografie, ma rimase impietrita alla vista delle immagini di strade colme di persone e mostri, uniti, che manifestavano assieme contro tutta quella violenza. 
Sui loro cartelli erano scritte le parole che aveva pensato poco prima, frasi di conforto e di pace. Alle finestre erano appese bandiere arcobaleno. Era bellissimo. 

Frisk abbracciò Toriel, che le disse: «E' bello sapere che c'è gente che combatte per noi, come te. Grazie per averci liberati, Frisk.»

Fu tutto quelle che la ragazza aveva bisogno di sentire. 

"Esatto. Per ogni persona egoista e orgogliosa ce ne sono due che preserveranno la pace. Un giorno, le cose cambieranno. Nel frattempo, facciamo del nostro meglio. Per la pace."



Ciao a tutti! Sono tornata con una nuova fanfiction su Undertale, gioco che (ripeto) adoro!
Se vi siete persi l'altra, eccola qui https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3705902&i=1 spero vi piaccia! Spero vi sia piaciuta anche questa e, naturalmente, non dimenticate di farmelo sapere con una recensione! Mi bastano anche due parole per sapere che avete apprezzato! Vostra, PiperBlue


 
   
 
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