Fumetti/Cartoni americani > Voltron: Legendary Defender
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Autore: DonutGladiator    16/02/2018    0 recensioni
Raccolta di brevissime oneshot (max 700 parole) slegate tra loro che avranno per protagonisti diversi.
[1: Hunk vuole finire il suo progetto, ma Lance non sembra pensarla allo stesso modo
4: Una piccola Pidge fa un regalo al fratello maggiore
5: Lance si è beccato una terribile malattia, ma Keith ci crede poco
8: Sheith preKerberos al crepuscolo
9: Momenti di affetto familiare passato (SPOILER S5)
10: Lotor è degno della fiducia di Allura? (SPOILER S5)]
Genere: Angst, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Questa storia partecipa al COWT8
Prompt: Lontananza (dal gelato o da casa? Questo è il problema XD)


 
 
Ologrammi



-È fantastico Hunk, grazie.-
Hunk abbassò appena gli occhi, grattandosi una guancia: -Non è stato tutto merito mio, Pidge ha fatto la maggior parte del lavoro.- fece una piccola pausa, posando nuovamente lo sguardo sulla figura di Lance che gli dava le spalle e continuò: -Io ho solo dato qualche aiuto nel scegliere il panorama e sistemato alcune parti elettriche.-
Quando Lance gli aveva detto che c’era una piscina nel castello dei leoni, Hunk era rimasto subito incuriosito e aveva deciso di fare una piccola sorpresa al suo amico, ben sapendo quanto sentisse la mancanza da casa.
Era andato da Pidge, che aveva prima sistemato il senso della vasca – stranamente sottosopra – e poi programmato degli ologrammi simili a quelli che Allura aveva nella sala con i ricordi del re di Altea. Questo gli aveva quindi permesso di costruire un panorama artificiale che somigliava alle spiagge di Cuba.
O meglio, Hunk non aveva mai visitato Cuba e si era ispirato alle sue spiagge ma Lance adesso avrebbe potuto rendere tutto più familiare.
E quelle spiagge sarebbe infine diventate come le spiagge dei suoi ricordi.
-Dovrò ringraziare anche lei allora.- Lance si allontanò dalla perfetta riproduzione di una sabbia dorata e si voltò verso l’amico, sfoderando un sorriso a trentadue denti.
Hunk sorrise a sua volta, titubante. Quel sorriso non gli era piaciuto. Sembrava tutto tranne che un sorriso.
Perché Lance non sembrava essere felice come aveva immaginato sarebbe stato?
Con un movimento veloce, mise un braccio intorno alle spalle di Lance stringendo lievemente la presa: -Puoi fare anche tu qualche modifica se vuoi. Magari potresti programmare un paio di palme, qualche albero di noci di cocco e un chioschetto di gelati… magari il chioschetto no, sennò poi mi viene voglia di gelato.- Hunk si incupì appena: - E qui non ci sono modi per preparare gelato…-
Lance sorrise di nuovo, questa volta veramente e si staccò dall’altro, assumendo un’espressione che non preannunciava niente di buono.
-Sai, qual è il prossimo passo, vero?- domandò, alzando un sopracciglio.
Hunk lo guardò perplesso, aveva sempre odiato quelle domande, non poteva mica sapere cosa passasse per la testa di Lance, giusto?
-Andiamo a mangiare qualcosa?- domandò titubante, ben sapendo di sbagliare.
-Pool party, Hunk. – rispose Lance, come se fosse un’ovvia conseguenza a quella riproduzione olografica.
-Oh.- dapprima ci fu la delusione per il rifiuto ad andare in cucina, ma poi, quando realizzò le parole di Lance, un successivo “oh” gli scappò dalle labbra, solo che questa volta più entusiasta.
-E il gelato possiamo prepararlo. Abbiamo una mucca del resto. Niente è impossibile.- Lance sorrise e si passò una mano sotto il naso, cercando di assumere una posa fica.
Hunk lo squadrò per bene. Non sapeva se fidarsi o meno di quel Lance. Ancora non era riuscito a inquadrarlo per bene, nonostante lo conoscesse da tempo, Lance era un libro che doveva essere letto fino all’ultima pagina prima di comprendere veramente ciò che gli passasse per la testa.
Sperava che quel gesto gli avesse un minimo sollevato il morale, facendogli per un momento smettere di pensare alle cose che erano lontane, sulla Terra, per concentrarsi su quello che avevano lì, nel Castello dei leoni.
Dal canto proprio, la scoperta che il gelato poteva essere effettivamente preparato, grazie a Kaltenecker, gli aveva, stranamente, risollevato la giornata.
   
 
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