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Autore: Suzerain    17/02/2018    1 recensioni
Nel modo in cui Fyodor lo tocca non v’è gentilezza né riguardo – lussuria e bisogno, semmai; ed a volte ha l’impressione che manchi persino quello, e che a spingerlo a profanargli le labbra prima e le carni poi, sia noia soltanto.
{409 parole | pwp | dazai/dostoevskij}
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fyodor Dostoevsky, Osamu Dazai
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: PWP
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Titolo: Fiamma.
Autrice: Suzerain.
Fandom: Bungou Stray Dogs (文豪ストレイドッグス)

Rating: Arancione.
Pairing: Dostoevskij/Dazai.
Personaggi: Fyodor Michajlovič Dostoevskij, Osamu Dazai.
Desclaimer: I personaggi di Bungou Stray Dogs (文豪ストレイドッグス) non mi appartengono, essendo sotto il copyright di Kafka Asagiri (storia) e Sango Harukawa (disegni). Il qui presente scritto non ha fini di lucro, e le situazioni narratevi sono di mia proprietà, così come l'icon utilizzata nelle note autore.
Il prompt è stato gentilmente offerto da Paul Verlaine.
Ambientazione: Non specificata all'interno della serie.
Note dell'autrice: Ironico come l'ultima volta che mi è capitato di pubblicare in questa sezione le mie parole siano state "Non scriverò mai più su BSD". Come cambiano le cose! /ride
Niente di speciale nemmeno in questo caso, però. Stavo affrontando un piccolo periodo di blocco, avevo voglia di scrivere, e mi è capitata davanti agli occhi questa poesia di Verlaine, che è uno degli autori che preferisco. Purtroppo mi è impossibile postarla per intero, per cui mi limito ad allegare un link da cui possiate leggerla e sperare che, sebbene a conti fatti sia più che altro una pwp, possa essere per voi una lettura gradevole. Come mio solito, ho cercato di inserire qua e là alcuni riferimenti allo scritto originale, in quanto trovo le poesie di Verlaine e Rimbaud estremamente adatte alla relazione di Dazai e Dostoevskij; la stessa frase finale di Dazai, non è che un rimando all'opera in questione.
Al solito, grazie di essere qui ed avermi dedicato il vostro tempo. Spero sarà di vostro gradimento!


Nel modo in cui Fyodor lo tocca non v’è gentilezza né riguardo lussuria e bisogno, semmai; ed a volte ha l’impressione che manchi persino quello, e che a spingerlo a profanargli le labbra prima e le carni poi, sia noia soltanto. A lui in ogni caso sta bene. Di parole, d’altra parte, loro due non hanno mai avuto necessità, affini nel pensiero più di quanto per orgoglio sia disposto ad ammettere.
Ed è deleteria, la monotonia. Un essere privo di forma e dimensione, il cui peso cresce con il trascorrere dei giorni; osserva con i suoi occhi morti, sfiora il mondo con le sue piccole mani – e poi, da un giorno all’altro, arriva a posare le dita su di te. Ed è tardi, a quel punto.
Si portano al piacere, ed anche se solo per un istante, la mente è di pensieri priva; nulla, niente che li disturbi. Solo dita che si sfiorano, pelli che si sfregano e nomi sussurrati tra flutti vermiglio.
Mentre socchiude gli occhi e ricambia i suoi baci, infila le mani tra i capelli scuri e li tira a sé. Altrettanto incapace di premure, nulla se non l’istinto a marcare i suoi gesti. Ed annaspa; per la presenza di Dostoevskij dentro di lui, per l’irregolarità di spinte che sembrano quasi mirate al fargli male – risponde infilando le unghie corte nelle sue spalle, fermandosi soltanto quand’è certo d’aver oltrepassato le barriere della pelle. Ed è l’odore ferroso di sangue che sgorga dalle ferite, il sapore carminio di labbra che vengono morse quasi di rimando e che si mescola alle salive, creando nelle loro bocche un gusto tanto particolare quanto assuefacente.
Ed è calore, fiamma che li avvolge, mentre tenendosi ancora alle sue spalle porta la testa indietro e piano – pianissimo – sussurra il suo nome quando l’orgasmo lo coglie. Ed è calore, ancora, perché con la lingua Fyodor gli lecca le labbra – lecca quel rivolo amaranto che lento s’apprestava a percorrergli il collo, come se persino di quello volesse appropriarsi.
E poi è gelo, quando dal nulla s’allontana e lo lascia lì, appoggiato a quel tavolo che avrebbero usato di lì a poco.
Mentre lo guarda distrattamente, gli viene da sorridere.
«Come una fiamma, mh?»
Lui probabilmente capisce, perché anche se il suo volto gli è interdetto, delle sue labbra percepisce l’incurvarsi. E non importa che non risponda.
Si tira giù, e solo tende le braccia verso l’alto.
   
 
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